E allora mambo!
Prodromi di grande Milan. È servito un mese abbondante per poter giudicare con serenità ed equilibrio questo Diavolo 18-19 versione 2.0, ma all’indomani di Atalanta-Milan possiamo provare a sbilanciarci: ad un gruppo granitico, forgiato con sorprendente bravura e mestiere da Rino Gattuso, sono stati aggiunti gli elementi ideali per “alzare l’asticella” come chiesto a più riprese dallo stesso mister. Serviva trovare il bomber erede di Higuain, azzeccare l’acquisto del centrocampista di qualità, lucidare gli ottoni più pregiati della rosa (Donnarumma e Calhanoglu su tutti) e riprendere le fila dell’ottimo lavoro tattico iniziato da Gattuso l’anno scorso e interrotto bruscamente in autunno causa infortuni: la vittoria di Bergamo è solo l’ultimo indizio che i ragazzi siano sulla strada giusta per tornare ai vertici.
Battere l’Atalanta non è cosa di tutti i giorni (per info chiedere a Juve e Roma) ed è un tassello importante nella ancora lunghissima corsa al 4° posto, ma ciò che più piace è l’impressione generale data dalla squadra nel ciclo di partite post mercato e l’impatto avuto dai gioielli arrivati a gennaio. Chi vi scrive aveva un amore sportivo di lunga data per Higuain, pur conscio dei suoi limiti caratteriali, e aveva accolto la prematura rottura con l’ambiente rossonero come una iattura da evitare ad ogni costo in un mercato di riparazione. Ebbene: Piatek ha spazzato via ogni razionale timore e contro il più ottimista dei pronostici ha mostrato mentalità e personalità da campione, unite a un bagaglio tecnico e atletico da top player. Una sorpresa enorme tanto quanto Paquetà, di cui erano note le straordinarie doti tecniche ma non la maturità tattica già da Serie A: urgono calma e prudenza, ma con Lucas rischiamo di aver pescato già pronto il campione che in mediana manca da troppi anni.
E se ieri sera Gigio non ha dovuto compiere miracoli, limitandosi a dare sicurezza alla squadra durante gli assalti della Dea nella ripresa, la crescita esponenziale delle ultime settimane è stata sbalorditiva: avere ritrovato un Donnarumma a così alti livelli è stata la chiave per tenersi stretta la piazza Champions e sarà un punto di forza nelle settimane decisive dell’anno. Con la speranza che anche Calhanoglu, ritornato al gol dopo mesi di digiuno (ma dopo alcune prestazioni in crescita), possa essersi definitivamente ritrovato: la rete di Bergamo deve essere il trampolino psicologico ed emotivo perché si lasci totalmente alle spalle i turbamenti avuti in stagione. Con la speranza sincera che, passato il mercato, possa giocare in un ruolo più consono alle sue caratteristiche e lasciare ad altri la fascia sinistra.
Dulcis in fundo, un plauso particolare al nostro allenatore e condottiero, mister Gennaro Gattuso. Più tenace di chi lo aveva esonerato già a luglio, più maturo di tanti critici che non hanno esitato a massacrarlo, più forte della mala sorte che si è accanita senza pietà: è Rino l’uomo copertina di questo Milan e il vero artefice delle fortune rossonere di questo scorcio di 2019, capace di tenere dritta la barca nella burrasca, di rimanere attaccato al 4° posto con le unghie e con i denti e di ritrovare con la rosa completa la “sua” squadra. Oltre che puntare contro tutto e tutti su Calhanoglu, ora pronto a ripagare appieno la fiducia. Applausi per Leonardo e Maldini, bravi a pescare Paquetà e perfetti a ribaltare la grana Higuain in un’opportunità per migliorarsi. La bagarre per la Champions è spietata e volatile, aperta a sorpassi e ribaltoni nel gruppone sino al 26 maggio, ma la sensazione è che quest’anno ce la giocheremo fino in fondo. E se Champions sarà…