Gattuso – Milanismo

Taggato: Gattuso

Gigio Donnarumma e Krzysztof Piatek festeggiano Atalanta-Milan 1-3

E allora mambo!

Prodromi di grande Milan. È servito un mese abbondante per poter giudicare con serenità ed equilibrio questo Diavolo 18-19 versione 2.0, ma all’indomani di Atalanta-Milan possiamo provare a sbilanciarci: ad un gruppo granitico, forgiato con sorprendente bravura e mestiere da Rino Gattuso, sono stati aggiunti gli elementi ideali per “alzare l’asticella” come chiesto a più riprese dallo stesso mister. Serviva trovare il bomber erede di Higuain, azzeccare l’acquisto del centrocampista di qualità, lucidare gli ottoni più pregiati della rosa (Donnarumma e Calhanoglu su tutti) e riprendere le fila dell’ottimo lavoro tattico iniziato da Gattuso l’anno scorso e interrotto bruscamente in autunno causa infortuni: la vittoria di Bergamo è solo l’ultimo indizio che i ragazzi siano sulla strada giusta per tornare ai vertici.

Battere l’Atalanta non è cosa di tutti i giorni (per info chiedere a Juve e Roma) ed è un tassello importante nella ancora lunghissima corsa al 4° posto, ma ciò che più piace è l’impressione generale data dalla squadra nel ciclo di partite post mercato e l’impatto avuto dai gioielli arrivati a gennaio. Chi vi scrive aveva un amore sportivo di lunga data per Higuain, pur conscio dei suoi limiti caratteriali, e aveva accolto la prematura rottura con l’ambiente rossonero come una iattura da evitare ad ogni costo in un mercato di riparazione. Ebbene: Piatek ha spazzato via ogni razionale timore e contro il più ottimista dei pronostici ha mostrato mentalità e personalità da campione, unite a un bagaglio tecnico e atletico da top player. Una sorpresa enorme tanto quanto Paquetà, di cui erano note le straordinarie doti tecniche ma non la maturità tattica già da Serie A: urgono calma e prudenza, ma con Lucas rischiamo di aver pescato già pronto il campione che in mediana manca da troppi anni.

E se ieri sera Gigio non ha dovuto compiere miracoli, limitandosi a dare sicurezza alla squadra durante gli assalti della Dea nella ripresa, la crescita esponenziale delle ultime settimane è stata sbalorditiva: avere ritrovato un Donnarumma a così alti livelli è stata la chiave per tenersi stretta la piazza Champions e sarà un punto di forza nelle settimane decisive dell’anno. Con la speranza che anche Calhanoglu, ritornato al gol dopo mesi di digiuno (ma dopo alcune prestazioni in crescita), possa essersi definitivamente ritrovato: la rete di Bergamo deve essere il trampolino psicologico ed emotivo perché si lasci totalmente alle spalle i turbamenti avuti in stagione. Con la speranza sincera che, passato il mercato, possa giocare in un ruolo più consono alle sue caratteristiche e lasciare ad altri la fascia sinistra.

Dulcis in fundo, un plauso particolare al nostro allenatore e condottiero, mister Gennaro Gattuso. Più tenace di chi lo aveva esonerato già a luglio, più maturo di tanti critici che non hanno esitato a massacrarlo, più forte della mala sorte che si è accanita senza pietà: è Rino l’uomo copertina di questo Milan e il vero artefice delle fortune rossonere di questo scorcio di 2019, capace di tenere dritta la barca nella burrasca, di rimanere attaccato al 4° posto con le unghie e con i denti e di ritrovare con la rosa completa la “sua” squadra. Oltre che puntare contro tutto e tutti su Calhanoglu, ora pronto a ripagare appieno la fiducia. Applausi per Leonardo e Maldini, bravi a pescare Paquetà e perfetti a ribaltare la grana Higuain in un’opportunità per migliorarsi. La bagarre per la Champions è spietata e volatile, aperta a sorpassi e ribaltoni nel gruppone sino al 26 maggio, ma la sensazione è che quest’anno ce la giocheremo fino in fondo. E se Champions sarà…

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan.

La nave deve arrivare al porto

Da premettere che la strana situazione capitata agli uomini di Rino Gattuso, non è una di quelle ferite che si cicatrizzano solo con il tempo che passa e senza starci lì a pensare. La burrasca che attraverserà la squadra nel prossimo periodo avrà indubbiamente delle ripercussioni sulla classifica, che sarà vittima di partite prive di perni fondamentali per i meccanismi del tecnico calabrese, difficilmente rimpiazzabili. Non si vogliono mettere le mani avanti, ma è un campanello d’allarme che risuona  prepotente nelle nostre teste, sintomo della nostra consapevolezza e convinzione dei limiti della rosa al completo, figurarsi in una situazione come questa.

Ma che soluzione può adottare Gattuso?

Si è parlato di un possibile adattamento di Frank Kessiè come centrale di difesa, priva del suo capitano oltre che di Caldara e Musacchio. L’ex centrocampista Atalantino avrebbe già ricoperto quel ruolo in passato e potrebbe rispolverarlo per mettere una pezza sulla situazione difensiva rossonera. 

Altra ipotesi riguarda il difensore Stefan Simic, aggregato alla prima squadra è un centrale difensivo di ruolo, ma i dubbi sono legati alla sua esperienza in palcoscenici mai calcati prima d’ora e potrebbe non essere pronto a fare l’ulteriore passo in avanti così velocemente.

La situazione tattica che invece potrebbe più di tutte ingolosire l’allenatore del Milan è quella di giocare con una difesa a tre mascherata, possibile grazie a due giocatori duttili tatticamente come Rodriguez e Laxalt. Il primo citato, andrebbe a completare i tre di difesa in fase di costruzione della manovra, prendendo le redini di Romagnoli sul centro sinistra che inizierebbe la manovra di gioco  proprio come il capitano. L’uruguagio invece, potrebbe giocare nei 4 di centrocampo come esterno in fase di possesso palla, per poi scalare in difesa e fare il terzino sinistro ,quando saranno gli avversari ad attaccare i rossoneri.

In pratica sulla carta un vero e proprio 3-4-3, per poi trasformarsi nelle varie fasi di gioco in un 4-3-3 già collaudato  in questa forma contro Samp e Genoa a San Siro. Così facendo  si potrebbe addolcire una circostanza catastrofica , che potrebbe comunque non bastare per portare la barca al porto sana e salva.

C’è bisogno di sviluppare velocemente una capacità di sacrificio collettivo, consapevoli che non si potranno vedere per forza delle belle cose, ma si dovrà cacciare un grande cuore per rimediare ad un’altra sventurata annata che può ancora non essere compromessa, arrivando alla terraferma di gennaio che potrebbe far respirare noi tutti , magari con qualche innesto e il recupero di alcuni infortunati.

Gennaro Gattuso in panchina durante Milan-Chievo.

La paura del buio

Immaginate una strada piena di curve e  di essere alla guida di un auto nel bel mezzo della notte, se decidete anche solo per 5 minuti di spegnere i fari, la catastrofe sarà imminente. Gli uomini di Rino Gattuso, fin dalla prima partita della nuova stagione, hanno palesato il difetto di spegnere la luce nel corso della gara praticamente ad ogni incontro. Anche contro il Chievo al Meazza, il Milan ha concesso un goal balordo nonostante la concreta vittoria, segno che però il problema esiste ed è reale, come gli zero clean sheet in campionato. Nelle scorse settimane il tifoso medio rossonero ha attribuito le colpe al tecnico calabrese, colpevole di non leggere la partita in corso d’opera e in alcuni casi, di non essere all’altezza della situazione.

Se siamo assidui osservatori dei match del Milan però, osservando i blackout che accadono puntuali come lancette di un orologio svizzero, notiamo che il vero problema di queste momentanee assenze è di tipo mentale. I rossoneri esprimono per larghi tratti di partita un buon calcio con idee tattiche percepibili molto di più rispetto al passato, nel momento in cui i diavoletti rimangono al buio, subentra un’ involuzione caratteriale, forse un limite o mancanza di personalità che si manifesta sotto forma di errore individuale o di reparto. Come capacitarci di una squadra che gioca bene a calcio, d’un tratto si trasforma in una scolaresca che attraversa con insicurezza la strada?

La soluzione e cura di ogni male potrebbe essere il tempo, perché ci vuole del tempo per  questa giovane squadra che deve maturare insieme e capire quando  e come diventare grande. Probabilmente ci vuole anche convinzione ancora più profonda dei propri mezzi che esistono come non mai in questa stagione più di tutti gli  ultimi anni. Ci vuole un salto di qualità che deve partire dal singolo ed esaltare il gruppo intero per evitare di avere continuamente paura del buio, capire che in fondo i fantasmi non esistono e che quella luce può restare sempre accesa, non c’è bisogno di testare  se la paura è veramente passata, c’è bisogno di credere che non esista, pensare solo ciò che di buono si fa e non pensare agli incubi notturni.

Animali fantastici e come annullarli

Uno parte dal presupposto che grossomodo certe dinamiche oramai si conoscano, applicate a svariati ambiti, il calcio nemmeno tra i primi di questi. La faccio breve: state leggendo in questi giorni cosa si sta scrivendo preventivamente del Milan di Rino Gattuso? Non siamo in tribunale, perciò a voi l’onere della prova. Nulla di particolarmente grave o addirittura ingiurioso, giusto lo scricchiolio lieve ma incessante di una macchina che lavora, gli ingranaggi che girano.

Le facce di Gattuso dai primi di luglio fino a qualche settimana fa mica ce le dimentichiamo, per niente; la prima conferenza stampa del 9 luglio, poi, tre quarti d’ora di manifesto surrealista con un fantasma (Mirabelli) ed uno che aveva la faccia di chi per la prima volta vede i fantasmi (Gattuso). Dichiarazioni d’ordinanza, siamo a dieta, vediamo, cercheremo di capire, lo so, non lo so etc. Ma quella conferenza, in fondo, la si poteva pure guardare senza audio: bastavano i volti, in primis quella del mister, appunto. Tutto quello che c’era da dire ma che non poteva essere detto passava da lì, dal suo sguardo a tratti perso nel vuoto, le sue espressioni, l’aria cupa, il solito silenzio a fare da sfondo, solo che questa volta divenne funereo.

Ora stiamo meglio, è evidente, lo spartito è cambiato; e non saremo certo noi ad inoltrarci in dissertazioni sul futuro di questo o quello, men che meno societario, ché in ballo ci sono troppe cose, tali per cui non se ne esce dicendo «oh, ma questi sono quelli che hanno fatto fallire l’Argentina, oh!» (sic). Non è mistero, tuttavia, che da quando Mirabelli e il Milan hanno preso strade diverse, Rino ha cominciato a sperimentare qualcosa di molto simile al vuoto sotto i piedi. Vi sono teorie, d’altronde questa è l’epoca delle teorie, alcune plausibili, altre incredibili, altre ancora indicibili; ma a noi non interessano di nessun tipo, non perché, sotto sotto, non ci piaccia farci sfiorare da certe cose, ché in fondo fanno parte del «pacchetto intrattenimento». No, è che in certi casi bisogna avere un po’ di buon senso e un briciolo d’amor proprio: avete una teoria stravagante? Indagate, leggete, coltivatela… ma non spiattellatela ai quattro venti dei social, ché ve l’ammazzano nella culla, e magari fanno pure bene.

Le pressioni, però, quelle sono evidenti: a qualcuno l’idea che Gattuso riesca nell’impresa non dà pace. Non so se costoro abbiano in uggia il Milan o proprio non sopportano l’idea che questo incazzoso gallaratese di adozione alla fine la spunti. Ma non vedo il senso, o forse lo vedo ma non lo condivido, nell’insistere con questo banco di prova forzato. Cosa accada dietro le quinte non lo sappiamo, però intanto Elliott citò Gattuso già nel primo comunicato, ha insistito con lui in relazione alla campagna abbonamenti, e se anche tutto ciò rappresentasse una forma, bene, evviva, basta con la trasparenza, che al massimo è pornografia.

C’è già chi chiede la sua testa qualora tra Napoli e Roma non arrivassero non dico 2 ma addirittura 4 punti. Non scherziamo, su. Di punti alle prossime due giornate potremmo pure farne 6, ma senza condizioni, senza messaggi sibillini da parte di chi col mondo Milan non c’entra niente. A questo punto vi starete chiedendo: ma se non c’entrano nulla a noi cosa importa? Ecco appunto, nulla. Infatti è a voi che ci leggete che ci rivolgiamo, invitandovi, nel nostro piccolo, ad una cosa ed una soltanto: non cascateci. Per quello che vale, lasciate perdere gli avvelenatori di pozzi.

Qui hanno paura che, dopo aver fatto cilecca l’anno scorso, il Milan rischi davvero di risollevarsi, di tornare ad essere il Milan, dopo che l’anello è stato distrutto, Sauron sconfitto ed il re (Paolo) è tornato. Chiedo preventivamente venia se quanto sto per scrivere possa suonare vagamente paternalista, dato che non è mia intenzione, ve l’assicuro. Ma non crediate che i giocatori, che sono per lo più dei ventenni ricchi e fortunati, vivano in un’altra dimensione; non oggi, non in questa nostra epoca, per certi versi becera, per altri meravigliosa. Vi leggono, s’informano, sanno quello che gli accade attorno. Alcuni se ne sbattono, può darsi, altri però magari non hanno il pelo sullo stomaco e quando apprendono certe cose si fanno due conti e chissà quali pensieri si affacciano alle loro menti.

Prendete il possibile innesto di Musacchio al posto di Caldara: ma davvero con nemmeno un mese di preparazione alle spalle dovremmo rischiare di bruciare anzitempo un ventiquattrenne per cui fino all’altro ieri la difesa a quattro era praticamente un personaggio omerico? Contro Napoli e Roma? Così, pronti via? Ok, la conosciamo la storia che ce l’hanno venduto quanto un Bonucci, senonché i conti e le cifre non dicono tutto il resto (fermo restando che l’operazione Caldara è inconcepibile slegata da quella per Higuain, ma va bene). Abbiamo davanti una stagione e già ci dividiamo su scelte che francamente sono quasi scontate, figurarsi quando alle nostre orecchie giungeranno quelle più rischiose, davvero impopolari, specie a centrocampo, dove la parola d’ordine, almeno da qui a gennaio, sarà «creatività».

Per un anno, leggendo qualche blog e forum, mi sono chiesto: ma cosa stiamo diventando? Mi credevo che dall’altra parte di Milano e solo lì vi fossero certi personaggi, che al secondo cross a tre metri dalla traversa partono coi fischi e non ti lasciano più in pace. Qua sembra quasi vi sia già chi ha la bava alla bocca al solo pensiero di poter urlare: «VE L’AVEVO DETTO!». Sì, ce l’avevi detto… dunque? Ché non lo sappiamo a quali rischi andiamo incontro consegnando un progetto come il nostro ad un tecnico oggettivamente poco esperto, quantunque uomo di calcio a 360 gradi? O vi pare che a noi tutti siano bastati tre mesi un attimo più ordinati per dire di avere in casa il nuovo Guardiola?

Il punto è un altro: chissenefrega. Figurarsi, con tutti i demeriti e le uscite fuori luogo dopo il suo esonero, non m’interessava manco dell’affaire Montella. Capisco il desiderio di chiacchierare, animarsi su queste cose, ma un piccola iniezioncina di realismo basta e avanza per curare il male; ed il realismo dice che non solo si comincia con Gattuso seduto sulla poltrona che scotta, ma soprattutto che ogni milanista dovrebbe sperare in un esito quanto più positivo di tale esperimento, pena dover rinviare di altri 12 mesi ciò che andava cominciato non l’anno scorso, ma addirittura cinque anni fa.

Lungi da me anche solo tentare d’impedirvi il divertimento (sarebbe possibile? e a che pro, peraltro?). Discutiamo, se del caso anche alterandoci, ché negli affari di cuore s’ha da essere compresivi e un po’ elastici. Scriviamo, perculiamo facendo fondo ad ogni minuscola goccia di sarcasmo che abbiamo in corpo. Per carità, fate come volete. Ma non state lì col telefono in mano, pagina aperta su un social a caso, hashtag d’ordinanza e manine pronte a digitare. Tenetevelo quel commento. Sì proprio quello; resistete alla tentazione, anche quando assisterete a una cappellata brutta di qualche nostro giocatore, ad una mossa scellerata del nostro allenatore, al risultato di una scelta sbagliata presa da Leonardo. Resistete, vi dico, resistete. Anzi, resistiamo. Fino a gennaio almeno, il miglior tweet sarà quello che non abbiamo scritto.

Gennaro Gattuso a Milanello

Milan, 28 i convocati di Gattuso per la tournée negli Stati Uniti

La lista dei convocati di Gattuso per la tournée in America e l’ICC

Mister Rino Gattuso ha diramato la lista dei convocati per la tournée del Milan negli Stati Uniti, che vedrà i rossoneri impegnati in tre partite amichevoli dell’International Champions Cup contro Man United, Tottenham e Barcellona. Domani pomeriggio la squadra si ritroverà a Milanello, poi si sposterà  a Linate e partirà alla volta di Parigi, dove lunedì volerà con destinazione Los Angeles.

Ecco la lista:

PORTIERI: Donnarumma A., Donnarumma G., Reina;
DIFENSORI: Abate, Antonelli, Bellodi, Bonucci, Calabria, Musacchio, Rodriguez, Romagnoli, Simic, Zapata;
CENTROCAMPISTI: Bertolacci, Bonaventura, Brescianini, Calhanoglu, Halilovic, Kessie, Locatelli, Mauri, Torrasi;
ATTACCANTI: Borini, Cutrone, Kalinic, André Silva, Suso, Tsadjout.

L'allenatore del Milan, Gennaro Gattuso

Abbiamo finito la benzina?

Sabato sera al Meazza il pallone era pesante, ma non per tutti e ventidue gli uomini in campo, solo per gli undici con la maglia a strisce verticali rosse e nere. A pensarci bene non era la palla, erano proprio loro, i calciatori ad essere pesanti, forse stanchi, privi di idee e scarichi nelle energie. A vincere il match è stato il Benevento, presentandosi a San Siro senza troppe pretese, apparecchiando la tavola in casa altrui senza volerla sporcare, cercando solo di essere presentabili, ma dal verso opposto del rettangolo verde c’erano degli impotenti, dando la sensazione per larghi tratti di trovarsi lì dentro per pura casualità, costretti  da qualche folle, sembrava quasi mancasse qualcuno per arrivare al numero adeguato di giocatori da schierare, come succede nelle partitelle  organizzate con gli amici a calcetto. Il mister con la maglia numero otto tatuata sulla schiena era spaesato e confuso,  dopo i primi 45 minuti prova a mischiare le carte e puntare ad una mano migliore, facendo subentrare Suso, ma lo Spagnolo darà solo la sensazione di stare meglio rispetto alle scorse recenti apparizioni, risulterà non essere il motivo giusto per far riavviare quella macchina che di partire proprio non vuole saperne. Eppure sette giorni prima la stessa squadra aveva tenuto testa ai partenopei che macinano punti e intralciano i piani dei conoscitori della sensibilità, finendo addirittura per essere migliori per quello che il pubblico aveva potuto ammirare.

Che sia quindi finita la benzina? Quel carburante che Rino Gattuso era riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi da dicembre in poi, quelle idee tattiche e fisiche che sembravano non averlo mai abbandonato del tutto si sono sformate davanti ai suoi occhi e svanite in pochi istanti. Perdere anche Biglia, l’osso sacro della squadra, il collante che in qualche modo sembrava tener per quanto possibile  insieme i pezzi ed equilibrare il trapezista in bilico sulla corda. È finito l’atteggiamento motivato del gruppo che aveva spadroneggiato e impressionato nelle notti romane e ribaltato molti risultati catastrofici dell’andata?

Non possiamo dare delle risposte, ma solo continuare a produrre domande, aspettando il campo e le sue verità, sperando di ricevere un finale di campionato decoroso e trovare lungo il tragitto un distributore di carburante aperto, per poter fare il pieno  nel serbatoio e magari chissà, toglierci una soddisfazione in quel di Roma, dove la Dea bendata nel 2018, ci ha già strizzato l’occhio.

Gennaro Gattuso durante Ludogorets-Milan di Europa League

Gattuso: “3-0 risultato bugiardo. Il mio futuro? È più importante il Milan”

Le parole di mister Gattuso dopo il trionfo in Bulgaria

Gennaro Gattuso ha parlato nel post partita di Ludogorets-Milan, andata dei sedicesimi di Europa League terminata sullo 0-3 per i rossoneri.

Su cosa non è andato oggi: “Non è stata una partita perfetta, potevamo giocare meglio ma è difficile giocare in Europa e l’avversario in attacco sapevamo che poteva metterci in difficoltà. Ma tutto sommato ce lo teniamo stretto questo 3-0 anche se è un risultato bugiardo. Complimenti ai ragazzi, ora prepariamo il campionato”.

Sulla difesa diventata granitica: “È merito dei ragazzi, qualsiasi cosa proponiamo sin dal primo giorno ho sempre visto grandissimo impegno ed è merito loro. Se i ragazzi non mettessero voglia sarebbe tutto difficile e invece su tutto vedo entusiasmo e partecipazione”.

Su Romagnoli e Cutrone: “La linea italiana di difesa è un caso: go bisogno di tutti e Musacchio e Zapata sono giocatori importanti. Romagnoli per l’età e la qualità che ha è uno dei più forti in Italia, gioca con personalità e come lui anche Cutrone e Calabria possono dare tanto alla maglia azzurra. Già pronti per Di Biagio? Non posso dare consigli ai miei colleghi, non mi permetterei mai e già è difficile fare l’allenatore. Sono giovani, nel futuro per come stanno giocando possono diventare giocatori importanti”.

Sul cinismo della squadra: “Sono un po’ arrabbiato perché potevamo fare meglio – ha ammesso mister Gattuso a Sky Sport – spesso imbucavamo nel traffico e abbiamo perso palloni in uscita coi centrocampisti e loro coi giocatori veloci ci hanno messo in difficoltà. Potevamo sviluppare meglio la manovra”.

Su cosa è andato meglio: “In questo momento giocano sempre gli stessi ed è normale che qualcuno sia arrabbiato, fa parte del gioco ma devo grande partecipazione anche da chi non è protagonista: è questo che mi fa stare tranquillo. Sono molto contento, è facile allenarli e spero duri il più possibile e che siano pronti quando verranno chiamati in causa. Se la gamba non è brillante si rischiano figuracce: mi preme che tutta la rosa abbia la giusta condizione fisica e mentale. La mia priorità è non perdere nessuno per strada”.

Sulla sua possibile conferma l’anno prossimo: “La vivo tranquillamente. Per me è un sogno allenare il Milan a 40 anni, ma ho tanto da imparare. Voglio che si parli del Milan e che torni dove merita: se poi Gattuso resta o no non è importante, il Milan è più importante di tutto. Senza la fiducia di Mirabelli e Fassone sarebbe stato impossibile sedersi qui, per me è un onore e un sogno che spero duri il più possibile”.

Gennaro Gattuso durante Milan-Bologna di Serie A

Milan e Gattuso, tre settimane per giocarsi tutto. Ma Rino oggi “corre” da solo

Serie A, Europa League e TIM Cup: il Milan di Gattuso è atteso da venti giorni decisivi per il mister che convince sempre di più a ogni partita

Iniziano settimane cruciali per il Milan del presente e del futuro. Tra campionato, Europa League e Coppa Italia, il Diavolo si gioca moltissimo: nel giro di tre settimane ci saranno tre scontri diretti per un piazzamento europeo (Samp, Roma e Inter), i sedicesimi di UEL contro il Ludogorets e il ritorno della semifinale di coppa contro la Lazio del 28 febbraio. Gare decisive che segneranno nettamente, in bene o in male, la stagione rossonera, iniziata malamente ma ritornata su binari incoraggianti grazie alla cura Gattuso.

Anche per il mister, così come per i calciatori e per la dirigenza, le prossime partite saranno fondamentali. Uscire bene dal trittico in campionato (col sogno di avvicinare ancor di più il quarto posto e tentare una rimonta che avrebbe del clamoroso), avanzare in Europa League e conquistare la finale di TIM Cup: tre obiettivi di importanza vitale per il Milan e per Rino, il quale potrebbe meritarsi a furor di popolo – o meglio: a suon di risultati e belle prestazioni – la conferma sulla panchina rossonera. I segnali dell’ultimo mese e mezzo sono ottimi, con un gruppo che vince, convince e migliora di gara in gara: adesso è necessario, confermare i progressi visti nel 2018 e rispondere presente all’appello.

Il destino del tecnico passerà anche dalle fortune della squadra tra Serie A e coppe, ma la conferma di Rino Gattuso è un’ipotesi di giorno in giorno sempre più concreta. Molto dipenderà dal rush finale della stagione, sia in termini di gioco e progressi nella costruzione della squadra sia in obiettivi raggiunti, ma il lavoro importante e fruttifero messo in campo dall’ex Ringhio sta impressionando tutti: gli addetti ai lavori, i dirigenti ma soprattutto i giocatori, sempre più coinvolti e partecipi nel nuovo progetto tecnico. Alternative a Gattuso non sono nemmeno ipotizzate e tutti, da Casa Milan a Milanello, spingono per la sua permanenza: mantenere questo rendimento sino a maggio, e magari conquistare un titolo o un’insperata Champions, equivarrebbe a una conferma certa.

Mister Rino Gattuso, allenatore del Milan

Gattuso: “Dispiace, ci è mancato il colpo del ko. André Silva…”

Le parole di Gattuso dopo Udinese-Milan

Mister Rino Gattuso ha parlato del match di campionato tra Udinese e Milan, terminato sul risultato di 1-1.

Sulla gara: “C’è grande rammarico perché abbiamo fatto una delle migliori prestazioni della stagione, abbiamo giocato con personalità, con voglia e con i concetti giusti – ha dichiarato il mister a Premium Sport – . Dispiace ma ci sta, siamo una squadra giovane e molte volte possono succedere questi episodi”.

Sui difetti di questo Milan: “Ci manca il colpo del ko, abbiamo le possibilità di fare più gol e dobbiamo migliorare. Ma Roma non è stata costruita in un giorno, ci serve tempo e stiamo crescendo: oggi abbiamo fatto una grandissima prestazione”.

Sul cartellino rosso di Calabria: “Questa squadra non è cattiva ma è la sesta espulsione della stagione: dobbiamo migliorare su questo aspetto, anche prendendo qualche legnata sui denti. L’esperienza non si compra al supermercato ma Davide ha fatto una grande partita prima del cartellino”.

Sull’aver visto qualche giocatore scontento: “Io stresso i giocatori dentro il campo, non fuori, e quando si lavora bisogna farlo con voglia, poi fuori dal campo lascio molto tranquilli i giocatori. Voglio vedere il veleno e sono contento se qualcuno mi guarda male e si arrabbia. Però quando propongo qualcosa la voglia non deve mai mancare, voglio grande partecipazione. Giocheremo ancora tante partite e abbiamo bisogno di tutti, poi per qualsiasi problema sono sempre aperto per parlare ma nessuno deve lasciare niente al caso”.

Su André Silva: “Ha fatto un buonissima partita. Ha grandi qualità, ci può dare di più ma ha avuto grandi spunti. Deve essere più cattivo, quando ha una mezza occasione deve spaccare la porta ma le qualità non si discutono”.

Su a chi assomiglia questo Milan: “Assomiglia a me, io non sono bello, ho la barba imperfetta e ho le occhiaie”.

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan

Gattuso: “Mai più un primo tempo così. L’errore di Calha? Era molto triste”

Le parole di mister Gattuso dopo il pareggio di TIM Cup

L’intervista post partita di Rino Gattuso dopo il triplice fischio di Milan-Lazio, andata delle semifinali di Coppa Italia terminata 0-0.

Sulla qualificazione ancora aperta: “Il primo tempo non riuscivamo a palleggiare, abbiamo fatto fatica. Nel secondo tempo abbiamo fatto molto meglio. Siamo contenti, la Lazio è una grandissima squadra difficile da battere e da affrontare e sapevamo che ci sarebbe stato da battagliare”.

Sull’importanza di non subire gol: “Sì, perché il loro sarebbe valso doppio. Il primo tempo ci è andata bene – ha dichiarato Gattuso a Rai Sport – nella ripresa Gigio ha fatto un miracolo ma anche noi potevamo segnare con Hakan. Ora dovremo prepararci per il ritorno”.

Sull’entrata di Cutrone al fianco di Kalinic: “Con i due attaccanti abbiamo creato più preoccupazione, anche se già nel secondo tempo eravamo riusciti a tenere meglio il campo. Con due linee da quattro e due punte abbiamo creato preoccupazioni alla Lazio.

Come conclusioni dobbiamo migliorare anche se non abbiamo creato tantissimo. Siamo contenti, ma deve migliorare la finalizzazione e non deve succedere un primo tempo come questo, anche se sapevamo che avevamo giocato da poco proprio contro la Lazio e avevamo fatto poco turnover”.

Sul gol sbagliato da Calhanoglu: “Anche noi siamo stati fortunati con la parata di Gigio su Immobile. L’errore ci sta anche se lui era molto triste, Hakan vuole il gol a tutti i costi in questo momento”.

Gennaro Gattuso durante Milan-Lazio di campionato

Gattuso: “Il gol di Cutrone? Irregolare, ma parlare di episodi è riduttivo”

L’analisi di mister Gattuso sul trionfo in campionato sulla Lazio

Un grande Milan ha battuto la Lazio per 2-1, vincendo per la prima volta in questa stagione un big match in Serie A grazie alle reti di Cutrone e Bonaventura. Mister Rino Gattuso ha analizzato così la gara di San Siro.

Sulla maggiore serenità palesata: “La parola sereno nel mio vocabolario non esiste. È stata una partita molto difficile, la Lazio è una grande squadra, fisica e tecnica. Nel secondo tempo ci ha messo sotto, ci è andata bene a tratti giocando con cuore e organizzazione. Giocarci contro si fa una fatica incredibile. Complimenti a Simone, il merito è suo”.

Sul gol di mano di Cutrone: “Pensavo l’avesse presa di testa, ma rivedendola l’ha presa di mano. Non è un gol regolare, ma è riduttivo parlare di un episodio: abbiamo espresso un buon calcio tecnico e tattico, è inutile parlare degli episodi. La Lazio è normale che recrimini ma dobbiamo ancora migliorare perché la strada è lunghissima”.

L'allenatore del Milan Gennaro Gattuso

Spartiacque

Ricominciamo da capo, il calendario è di nuovo bianco e pronto per essere riempito di risultati futuri, lasciando alle spalle tutto ciò che non è andato nel girone di andata e provando a far qualcosa di sorprendente nel girone di ritorno. Le partite con Crotone e Cagliari sono scivolate via con bottino pieno, ma portandoci addosso qualche abituale scricchiolio di cui ormai conosciamo il rumore e il suono meglio di chiunque, ma pur sempre 6 punti in tasca. La squadra è anche riuscita a ribaltare una situazione di svantaggio iniziale e sfatare questo tabù che ci ha imprigionato per diversi mesi, oltretutto la fortuna ha provato non a girare totalmente la faccia, ma almeno accennarci un sorrisino che ogni tanto non guasterebbe, il goal rocambolesco di Bonucci contro il Crotone ( il primo in maglia rossonera) può confermarlo.

Adesso però viene il “Bello”, ci aspetta la duplice sfida con la Lazio, prima in campionato e poi in coppa Italia, per farci intendere fin dove potrà scalare la montagna il Milan e quanto invece possa essere stato illusorio il momento positivo dei rossoneri. D’altro canto sarebbe anche sufficiente non perdere negli scontri con le big, per mettere su carta risultati migliori rispetto ai 6 match persi contro queste e ricominciare a guardare  la classifica dimenticata da tempo.

Se pur dimenticata, la classifica, ci indica che il tabellino di marcia rossonero non sarebbe stato così catastrofico se si fosse riuscito ad ottenere la vittoria con le così dette provinciali, pur soccombendo contro le prime della classe,  ed è questo forse,  il limite più grande evidenziato ormai da troppo tempo.

C’è ancora molto da lavorare, ma c’è anche molto tempo per mettere a posto delle cose e togliersi qualche soddisfazione. L’Europa e lì che c’aspetta, forse non saremo poi così tanto favoriti, ma abbiamo il dovere di crederci, la Coppa Italia alla portata come traguardo plausibile e un quarto posto non ancora totalmente chiuso con un grosso lucchetto.

Può essere la squadra di Gattuso, padrone in qualche modo del proprio destino, ottenendo risultati piacevoli e che riescano a scombinare i piani altrui. Guardando subito avanti si ha una sorta di spartiacque, un vero e proprio bivio dove infilarsi senza altra possibilità di scelta, perché a questo punto ci si può incanalare verso un percorso cosparso da qualche stella o  invece continuare  a vagare alla ricerca di noi stessi.

Milan che strada prendi?

L'ex capitano del Milan, Paolo Maldini

Maldini: “Milan, Gattuso sta dando gioco e intensità. Ma serve tempo”

Le parole di Maldini sul Milan e sull’Italia

L’ex capitano del Milan, Paolo Maldini, ha parlato della situazione del calcio italiano e di attualità rossonera.

Su un suo possibile ruolo nell’Italia: “Ci sono tante cose da valutare. Contano i voti, è un ingranaggio talmente complesso e da rifondare che diventa difficile anche per un candidato andare e parlare di sport quando la “politica” e i numeri non ti danno ragione. Credo che il mondo del calcio debba supportare Damiano Tommasi, che ha avuto il coraggio di candidarsi e conosce bene il tutto essendo stato dentro al sistema per tanto tempo. Spero che si torni a parlare di calcio, quello che è accaduto all’Italia è perché non si pensa al calcio vero, al calcio giocato”.

Su Gattuso: “Non mi sembra più calmo, non lo sarà mai… (ride, ndr). Gli ho augurato di rallentare l’adrenalina per poter fare l’allenatore per 40 anni, ma per lui è impossibile, è la sua indole. Sta dando alla squadra la sua idea di gioco – ha dichiarato a Premium Sport – e allenamenti intensi, a cui lui era abituato e che fanno tutte le squadre di livello. Ora sta raccogliendo i primi frutti di un lavoro che ha bisogno di tempo.

La situazione al Milan è complicata sia per il cambio di allenatore sia per il cambio in società. Bisogna vedere gli obiettivi: lui non c’entra nulla con quello di inizio annata, andare in Champions League. Deve mirare a far bene partita per partita e vedere se riuscirà a meritarsi la conferma”.

L'allenatore del Milan, Gennaro Gattuso

Gattuso: “Bisogna migliorare nei finali. Kessie? Molto più forte di me. A. Silva…”

Le parole di mister Gattuso dopo Cagliari-Milan

L’allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, ha parlato al termine della partita giocata in casa del Cagliari, vinta in rimonta per 2-1.

Sul match: “Dobbiamo pensare a una gara alla volta e poi vedremo. Stiamo lavorando tanto, i meriti sono dei ragazzi poi alla fine vedremo dove saremo. Biglia ha fatto un’ottima gara così come Bonaventura. Poi ci è venuto a mancare anche un po’ Suso che ha trovato pochissimo spazio. Ma sono contento, stiamo crescendo e stiamo anche giocando un buon calcio” sottolinea il tecnico milanista.

Sul gol di Barella e la sofferenza finale: “Sì, Donnarumma ha commesso un errore, poi però sull’1-0 ha fatto un miracolo. Al di là dell’errore ci ha tenuto in partita e siamo molto contenti per la prestazione. I giocatori in panchina ridevano per le mie reazioni? Ci sarebbe stato poco dar ridere se avessimo preso gol nel finale. Bisogna stare attenti perché a Benevento siamo stati beffati, altre volte abbiamo preso gol nel finale e dobbiamo migliorare anche questo aspetto”.

Su Kessie: “È nettamente più forte di me di quando giocavo – ha dichiarato Gattuso a Premium Sport – perché ha 7-8 gol nelle gambe a stagione. Ma non voglio parlare dei singoli, dobbiamo sempre andare alla ricerca del collettivo perché col singolo non andiamo da nessuna parte”.

Su André Silva: “In 43 giorni avremo 11 partite, ci sarà spazio per tutti. A volte ho fatto giocare Kalinic altre Cutrone e arriverà il suo momento. Lui è giovane e forte, le responsabilità sono mie e non sue: devo trovare il coraggio di buttarlo nella mischia e farlo rendere al massimo”.

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan

Il Milan: “Gattuso e la squadra, sintonizzati sulle stesse frequenze”

Squadra al lavoro verso la seconda parte della stagione

Il sito ufficiale del Milan ha commentato il ritorno agli allenamenti dei rossoneri dopo la settimana di vacanza concessa nella sosta del campionato:

“La squadra ha ripreso a lavorare a Milanello, come se la settimana di riposo non ci fosse mai stata. Stessa carica e stessa reattività negli esercizi sul campo centrale di Milanello, che si erano viste per tutto il mese di dicembre. Anche il gruppo al completo con l’assenza del solo Andrea Conti che prosegue con la sua tabella di lavoro, è un buon segnale di ripartenza. La squadra è sintonizzata sulle frequenze dell’allenatore e della metodologia di lavoro, ed è così che il Milan sta per mettersi in viaggio per la seconda, cruciale, fase della stagione”.

Rino Gattuso e Carlo Ancelotti insieme al Milan nella stagione 2002/2003

Ancelotti, lettera a Gattuso: “Rino, sei stato l’anima del mio Milan”

Carletto Ancelotti ha scritto a mister Gattuso per i suoi 40 anni

L’ex allenatore e leggenda del Milan, Carlo Ancelotti, ha pubblicato su La Gazzetta dello Sport una lettera indirizzata a Rino Gattuso per il 40° compleanno del mister rossonero. Di seguito il testo integrale:

“Quarant’anni anni, caro Rino, meritano una lettera d’auguri seria, mica soltanto una telefonata, le nostre solite chiacchiere, i nostri scherzi. Quarant’anni sono un momento di riflessione, c’è abbastanza tempo alle spalle per ricordare e c’è anche tanto spazio davanti per costruire nuove imprese. Adesso che ti vedo sulla panchina del Milan, e ti agiti come un matto, urli, sbraiti, inciti i tuoi giocatori, mi viene da pensare che sei la persona giusta al posto giusto: c’è bisogno della tua passione, del tuo carattere, del tuo spirito di sacrificio per superare gli ostacoli; c’è bisogno anche della tua allegria per sdrammatizzare certe tensioni; e di qualche tua solenne arrabbiatura per svegliare qualcuno che dorme, perché in una squadra, in un gruppo, c’è sempre qualcuno che dorme…

In campo eri il mio guerriero. Mai una volta che ti abbia visto mollare, mai una volta che ti abbia visto la maglia pulita, mai una volta che non ti abbia visto fare fatica. È questo che ho sempre ammirato in te: la capacità di arrivare all’obiettivo nonostante la natura non ti avesse dotato di grandi mezzi tecnici. Perché – posso dirlo? – i tuoi piedi non sono proprio il massimo dell’educazione! Però la grinta che ci mettevi tu non ce l’aveva nessuno e, cosa non comune, sapevi trasmetterla agli altri. Quante volte ti ho visto parlare con un compagno per aiutarlo, spronarlo, sorreggerlo nei momenti difficili! Il calcio è questo: al di là degli schemi, dei moduli, delle diagonali, del pressing e delle ripartenze, ci sono le persone. E sono le persone che fanno la differenza. Tu, caro Rino, per me e per il nostro Milan, l’hai fatta. Otto anni, giorno più giorno meno, ti ho allenato. E ti ho sopportato. Prima delle partite eri inavvicinabile: nervoso, scontroso. Era il tuo modo di prepararti e siccome anch’io, quando giocavo, entravo in partita con largo anticipo, con te sapevo come comportarmi: una battuta tanto per abbassare il livello dell’ansia, una risata, una passeggiata fuori dallo spogliatoio.

Ti ricordi quand’eravamo in ritiro a Malta, nel gennaio del 2007? Kaladze ti ha fatto diventare matto, perché ti prendeva in giro per il tuo compleanno, e gli altri compagni lo appoggiavano. Io facevo finta di niente, ma sapevo che con te non bisognava mica esagerare sennò, come si dice tra di noi, «scatta l’ignoranza». E difatti una sera rincorresti Kaladze nella sala ristorante e non voglio sapere che cos’è successo. So, però, quello che è successo qualche mese più tardi. In quei giorni, a Malta, io vi feci una promessa: vi porterò in finale di Champions. Voi mi prendeste per matto. Ma poi in finale ci siamo arrivati, e l’abbiamo pure vinta. E tu, Rino, di quel Milan, sei stato l’anima. Ti auguro di esserlo ancora dalla panchina, te lo meriti”.

L'allenatore del Milan Gennaro Gattuso

Gattuso: “Farò di tutto per vincere e per restare al Milan”

Le parole di mister Gattuso alla vigilia dei 40 anni

L’allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, ha rilasciato un’intervista all’ANSA alla vigilia del suo quarantesimo compleanno.

Sul momento personale in rossonero: “Dire che voglio restare allenatore del Milan a fine stagione è riduttivo, ma in questo momento bisogna fare risultati. La nuova società ha investito moltissimo. Mi ha dato grande responsabilità e fiducia, da parte mia c’è grande rispetto e farò di tutto per continuare. Ma non voglio essere un peso per il Milan, anzi. Sono l’ultimo problema. E’ normale che mi piacerebbe continuare, mi sento a casa mia, con ancora più responsabilità nei confronti del club rispetto a quando giocavo”.

Sul mestiere dell’allenatore: “È molto meglio la vita da calciatore, mi divertivo di più. Da cinque anni faccio questo mestiere, e sento più pressioni, più responsabilità, soprattutto quando sono in panchina a San Siro e le cose non vanno bene. Ma allenare il Milan a 40 anni mi riempie di orgoglio.

Ho sempre vissuto alla giornata, nella vita sono arrivato sempre passo dopo passo. A 30 anni non avevo nessuna voglia di fare l’allenatore, poi mi è scattata a 33-34, quando ho avuto il problema agli occhi. Prima – ha dichiarato Gattuso – ho sempre pensato di arrivare a 31-32 anni e non voler giocare più, poi quando ho smesso mi sono arrabbiato perché non volevo finire: sono sempre stato un po’ contorto nella mia testa.

Oggi ho grandissima voglia di fare questo mestiere, mi fa sentire vivo e ho voglia di migliorarmi. Sono in una grandissima società. Fino a 6 mesi fa non potevo pensare di avere un’occasione così. Può succedere anche che fra tre anni mi scoccio e non alleno più. Quando inizio a non sentirmi bene con me stesso mi spengo come un cerino”.

Un regalo per il compleanno? “Vorrei essere meno focoso, meno incazzoso, più calmo: sembra che mi diverta ma faccio fatica. Mia moglie dice che sono un pazzo da rinchiudere”.

Gennaro Gattuso durante Milan-Crotone

Gattuso: “Bene 70 minuti, finale sofferto. Con me gioca chi merita. Calhanoglu…”

Le parole di mister Gattuso dopo Milan-Crotone

Gennaro Gattuso ha analizzato il match tra Milan e Crotone, vinto dal Diavolo per 1-0 con una rete di Bonucci:

“Che senso ha festeggiare al gol? Si festeggia a fine partita se si vince. Noi non arriviamo da un momento esaltante e dobbiamo dare continuità ai nostri risultati. Io dò sicurezza? Ancora non la vedo… (ride, ndr). Abbiamo fatto bene 70 minuti, poi però abbiamo rischiato di prendere gol. La squadra ha fatto bene e tutto quello che doveva fare, però alla fine abbiamo rischiato.

Io mi baso molto sulla settimana, su come i ragazzi si allenano e la voglia che hanno. Chi merita gioca: Montolivo e Biglia si stanno alternando – le parole di Rino Gattuso a Sky Sport – Hakan è in grande condizioni. Si valuta di settimana in settimana. L’abbraccio finale? Sono soddisfatto per la disponibilità che mi hanno dato i ragazzi: fanno tutto con voglia e applicazione, dobbiamo continuare così e fare risultati positivi.

Al di là delle tradizioni, abbiamo giocatori con caratteristiche precise. È importante però il sacrificio, il non dare spazio agli avversari, scappare quando scappare, non farci imbucare. Bisogna sempre avere applicazione e veleno, poi è vero che è una squadra di piedi buoni ma qualcosa in più nel sacrificio lo possono fare e si stanno tutti mettendo a disposizione in questo senso.

Tutti sottovalutano Calhanoglu, ma ha un calcio incredibile e una balistica molto importante. Non è un caso che sui calci piazzati tira missili anche se calcia poco per le qualità che ha. È vero che per adesso ha fatto fatica, ma al Bayer era un giocatore devastante e back-to-back. Sta lavorando in un modo incredibile e per noi è un giocatore importante. Dobbiamo migliorare però sulla catena Hakan-Bonaventura, ancora non si muovono in modo perfetto come Kessie e Suso”.

Gennaro Gattuso nella conferenza stampa di presentazione da allenatore del Milan. È nato il Milan di Gattuso

Gattuso snobba il calciomercato: “Siamo a posto così”

Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Crotone, 20° giornata della Serie A 2017-18 e primo match del girone di ritorno. Di seguito il video integrale con tutte le dichiarazioni rese dal mister rossonero. 

Mister Gennaro Gattuso durante il derby di Coppa Italia Milan-Inter

Gattuso: “Complimenti ai miei ragazzi. Al Milan mancava il veleno, e oggi…”

L’analisi di mister Gattuso nel post partita di Milan-Inter

Mister Gennaro Gattuso ha parlato così del derby tra Milan e Inter, vinto 1-0 ai supplementari e valso l’accesso alle semifinali di Coppa Italia:

“Volevo dare il senso di quello che pensavo veramente dicendo che questo derby valeva come un Mondiale. Venivamo da un periodo negativo e per noi questa era una partita fondamentale. Devo fare i complimenti a tutti i miei ragazzi.

Io ho vinto da calciatore, ma sono giovane da allenatore. Sapevo a cosa andare incontro allenando il Milan: è una grande società, sono arrivati tanti giocatori ma stiamo facendo fatica. Ma con il lavoro e con il senso di appartenenza si può fare bene. Io li vedo i ragazzi e durante la settimana lavorano. Il veleno spesso gli è mancato, ma oggi abbiamo tenuto bene il campo e saputo battagliare ed è venuta fuori la nostra qualità.

Questa vittoria ci dà fiducia e lavorare con più tranquillità. Forse sono il più scarso in Serie A perché ne devo mangiare di pasta asciutta per migliorare, ma fa parte del mio carattere voler sempre vincere. Spero che questi ragazzi mi dimostrino quello che mi fanno vedere in settimana, poi ce la giocheremo di partita in partita.

Se è la svolta del Milan? Mi piacerebbe dire di sì – ha dichiarato Gattuso a Rai Sport -, ma ne ho viste tante da calciatore ma da allenatore poche. È stata una partita importante, sapevamo che c’era da soffrire, ma ora dobbiamo guardare avanti. Abbiamo due partite prima della sosta e speriamo di fare punti anche in campionato perché per noi è fondamentale.

Da allenatore sono giovane ma ho toccato spesso il fondo, non mi sono fatto mancare nulla mentre oggi abbiamo tutto, con una società puntuale e con tutto all’avanguardia. Ora sta a me tirare fuori il massimo da questi giocatori.

In questo momento bisogna andare alla ricerca di tirar fuori il massimo da ogni ragazzo. Non c’è stata credo grande differenza tra la partita di oggi e con l’Atalanta, abbiam fatto qualcosa in più ma anche sabato non mi era dispiaciuta la prestazione. Alla prima difficoltà subiamo gli avversari”.

Gennaro Gattuso durante Milan-Bologna di Serie A

Gattuso: “Bene mentalità e prestazione, ma ora testa a domenica. Su Gigio…”

Le parole di mister Gattuso dopo il passaggio ai quarti di Tim Cup

Gennaro Gattuso ha parlato a Milan TV al termine di Milan-Verona, ottavi di finale di Coppa Italia terminati 3-0 per i rossoneri.

Su Donnarumma: “Ho avuto modo di conoscere Gigio in questi mesi e posso solo dire che è un bravo ragazzo, non ha mai saltato un allenamento, è sempre stato a disposizione. Oltre alle qualità tecniche che tutti gli riconoscono è anche un grande uomo. Sarò sempre al suo fianco. A me spiace per come lo stanno facendo passare, perché questo non è lui. I compagni? Lo proteggono perché è una persona molto umile”.

Sulla gara: “Sono soddisfatto per la mentalità e la prestazione che abbiamo messo in campo oggi. Il rammarico è che avremmo potuto chiudere prima la partita, bisogna lavorare su questo. Dobbiamo voltare pagina, perché domenica sarà un’altra gara”.

Sui singoli: “Bonucci, come tutta la linea difensiva, sta facendo bene, così come Montolivo sta facendo un grande lavoro di protezione. I ragazzi ci stanno mettendo grande impegno, ma serve ancora di più. Ci vorrà del tempo, però vedo grande disponibilità da parte loro e questo mi piace. Siamo all’inizio del percorso, c’è molto lavoro da fare però vedo grande voglia. Biglia? È un grande campione che deve ritrovarsi a livello di condizione fisica. Non sta ancora bene, ma anche oggi ha stretto i denti. Spero di averlo presto al 100%”.

Sull’attacco: “Cutrone in quella posizione più defilata è sicuramente una soluzione in più. Ha qualità importanti, può coprire ogni zona di campo. Mi spiace per André Silva, peccato non sia riuscito a segnare”.

Gattuso: “Mi brucia il gol al 95° di un portiere. Così non basta, ma vedo voglia e spirito”

Le parole di Gattuso a Sky Sport dopo il clamoroso pareggio di Benevento

Gennaro Gattuso ha parlato nel post partita di Benevento-Milan, terminata per 2-2 con una rete al 95° del portiere di casa.

Sul gol nel finale: “Brucia e fa male. È una coltellata sto gol. Abbiamo sofferto gli ultimi 15 minuti ma abbiamo preso un gol beffa e mai mi sarei aspettato di prendere gol al 95° dal portiere avversario”.

Su cosa ha visto di buono: “Non sono frasi di circostanza, ma devo solo ringraziare i ragazzi per come hanno lavorato e lo spirito messo in campo. Possiamo fare meglio, ma ho visto spirito, voglia di sacrificarsi. Da parte mia c’è solo ringraziamento, ma è normale capire che tante cose succedono perché le andiamo a cercare e cosi come stiamo facendo non basta”.

Su cosa ripartire: “Dallo spirito visto in settimana, l’impegno che mettono i ragazzi e per come stanno tra di loro. È una squadra che ci tiene, ognuno non va per i fatti suoi e la squadra ci è rimasta male per oggi. Siamo il Milan, dobbiamo fare di più e portare e le partite e casa perché così non basta”.

Sul gioco: “3-4 volte abbiamo creato presupposti per attaccare la profondità ma abbiamo fatto scelte diverse. Abbiamo tenuto bene il campo, ma questo non basta. Bisogna capire come migliorare questa squadra e questi ragazzi per rendere al meglio per le loro caratteristiche. Ma con la voglia si può costruire qualcosa di buono”.

Sulla beffa: “Oggi era l’esordio, la prima panchina col Milan, a livello mentale pensavo che ce l’avremmo fatta. Invece con Ignazio abbiamo fatto un’ingenuità e mi sono lamentato anche con l’arbitro per un fallo fischiato a Kalinic che non c’era. Mi brucia perché si poteva lavorare in una settimana in maniera diversa e invece siamo qui a leccarci le ferite e a parlare di un pareggio e non di una vittoria”.

Gennaro Gattuso a Milanello

Milan, ecco lo staff di Gattuso: vice Riccio, confermati Magni e Innaurato

Definito lo staff di Gattuso: in molti collaboravano con lui nella Primavera del Milan

Gennaro Gattuso durante la conferenza stampa di presentazione da allenatore del Milan

Dopo l’allenatore, lo staff. L’esonero di Montella e la promozione di Rino Gattuso sulla panchina del Milan hanno portato novità nell’intero comparto tecnico di Milanello, ristrutturato con il passaggio di altri elementi dalla Primavera alla prima squadra. Oltre all’ex numero 8 rossonero, “salgono” a lavorare nello staff di Gattuso anche lo storico vice Luigi Riccio, i collaboratori tecnici Massimo Innocenti e Francesco Sarlo e i preparatori Bruno Giovanni Dominici e Dino Tenderini. Confermati i preparatori dei portieri Alfredo Magni e Giorgio Bianchi, il preparatore atletico Mario Innaurato (uomo societario arrivato a novembre inoltrato), il club manager Christian Abbiati e il team manager Andrea Romeo, mentre è una new entry il match analyst Marco Sangermani.

Uno staff snello e fidato quello scelto da Gattuso per provare a riportare il Milan nelle zone della classifica auspicate in estate, partendo come basi dalla difesa a tre e dal centrocampo a quattro. Il più fedele del lotto è sicuramente il vice Riccio: amico storico di Rino ed ex compagni a Perugia e Glasgow Rangers, padrino della figlia Gabriela, suo collaboratore tecnico in tutta l’avventura da allenatore tra Sion, Palermo, OFI Creta, Pisa e Primavera rossonera. Un braccio destro di comprovata fiducia, del quale Ringhio si fida ciecamente. Da sottolineare la presenza di altro amico di vecchia data come Christian Abbiati, ex compagno di stanza di Rino a Milanello insieme a un altro milanista doc come Cristian Brocchi.

Di seguito riassunto lo staff di Gattuso per la stagione del Milan 2017/2018:

Allenatore: Gennaro Gattuso
Allenatore in seconda: Luigi Riccio
Preparatori atletici: Mario Innaurato, Bruno Giovanni Dominici e Dino Tenderini
Collaboratori tecnici: Massimo Innocenti e Francesco Sarlo
Match analyst: Marco Sangermani
Allenatori dei portieri: Alfredo Magni e Giorgio Bianchi
Club Manager: Christian Abbiati
Team Manager: Andrea Romeo

Gennaro Gattuso nella conferenza stampa di presentazione da allenatore del Milan. È nato il Milan di Gattuso

3-4 e si vedrà: il Milan di Gattuso sta già prendendo forma

Subito chiarezza sul modulo: il Milan di Gattuso giocherà con tre difensori e quattro centrocampisti. L’attacco, per ora, resta un’incognita

Difesa a tre e centrocampo a quattro. L’attacco, invece, è ancora un rebus: due trequartisti dietro a un centravanti o un “10” alle spalle di due punte, senza disdegnare l’ipotesi di un tridente in linea. Il Milan di Gattuso ha già iniziato a prendere una propria fisionomia, seppur non definitiva: nessuno stravolgimento tattico rispetto al predecessore, con il “3-4” tra difesa e mediana confermato e intoccabile, mentre in avanti c’è più incertezza su come si giocherà. “Dipenderà da come staranno determinati giocatori” ha ammesso lo stesso Rino nella conferenza stampa di presentazione odierna a Milanello, “abbiamo caratteristiche precise e davanti valuteremo di partita in partita”.

L'abbraccio tra Cutrone e André Silva durante Milan-Austria Vienna 5-1 di Europa League

Insomma: chi auspicava con Gattuso il ritorno alla linea a quattro di difesa resterà deluso, così come chi sognava di vedere strutturata una mediana con tre uomini. I cultori del doppio “9”, invece, possono continuare a sperare: schierare insieme due tra Kalinic, André Silva e Cutrone potrebbe essere la svolta tattica del Milan di Gattuso, chiamato a rianimare una fase offensiva inquietante e asfittica. Non è escluso però che venga riproposto il 3-4-2-1 visto nelle settimane precedenti a Milan-Torino: in questo caso potrebbero cambiare gli interpreti rispetto al corso di Montella, il quale aveva puntato molto su Calhanoglu e Kalinic (sgomitano i bomberini di coppa Cutro-Silva) mentre Suso sembra il più sicuro di potersi ritagliare spazi importanti anche col nuovo allenatore.

Pochi dubbi sugli interpreti base della difesa rossonera del futuro. Bonucci sarà riconfermato leader e perno del pacchetto arretrato, con Romagnoli alla sua sinistra e uno tra Zapata e Musacchio sul lato opposto. Il ballottaggio sudamericano in difesa terrà ancora banco dalle parti di Milanello, con il nuovo mister che li valuterà per il loro lavoro a Milanello e che si prenderà del tempo prima di fare una scelta definitiva. Imprescindibile Kessie e sicuro Rodriguez, sarà necessario recuperare e valorizzare Biglia: il salto di qualità del Diavolo passerà anche per il riscatto dell’argentino, sinora molto al di sotto del proprio potenziale. Difficile che Gattuso rinunci a Borini: potrebbe giocare ancora da esterno di centrocampo o anche più avanti in caso di 3-4-3, dove a sinistra si giocherebbe il posto con Bonaventura.

Massimiliano Mirabelli e Gennaro Gattuso durante la conferenza stampa di presentazione dell'allenatore a Milanello

L'ex allenatore del Milan Vincenzo Montella

Montella saluta il Milan: “Grazie, è stato un onore. A Rino auguro…”

Cambio in panchina: Montella ha dato l’addio ai rossoneri

Il commiato di Vincenzo Montella dopo l’esonero da allenatore del Milan, affidato al proprio profilo twitter ufficiale @VMontella:

“Allenare il Milan è stato un onore, lavorare con questo gruppo ancor di più. Ringrazio i tifosi per il loro sostegno, Fassone e Mirabelli per l’opportunità e il mio staff che mi ha supportato in ogni momento. Auguro a Rino di riportare il Milan dove merita”.

Esonero Montella sì o no? Sassuolo-Milan sarà decisiva

Esonero Montella, decisiva Sassuolo-Milan: se salta c’è Gattuso

Esonero Montella o permanenza al Milan? Dopo tante settimane di rumors e chiacchiere, per l’Aeroplanino è arrivato il giorno della verità. Dentro o fuori in 90 minuti, il tecnico si gioca tutto in Sassuolo-Milan di domani: l’ennesima sconfitta di questo inizio stagione, a maggior ragione se accompagnata da un’altra prestazione non all’altezza delle aspettative, potrebbe costare carissima all’allenatore di Pomigliano. Il quale, se saltasse, avrebbe già il sostituto: il candidato in pole position per raccogliere la guida della squadra è Gennaro Gattuso, mister della Primavera pronto al salto con i “grandi”.

Sassuolo-Milan cruciale per il futuro del tecnico: sconfitta ed esonero Montella o vittoria e “salvezza”?

L'a.d. Fassone, mister Montella e il d.s. Mirabelli nel giorno del rinnovo dell'allenatore

Sono tanti i motivi che spingono a considerare Sassuolo-Milan la gara spartiacque del futuro di Montella. Inquietano un ruolino di marcia clamorosamente negativo in campionato (ben 5 sconfitte in 11 gare e un siderale -12 dalla Champions) e un’Europa League sinora discreta ma non esaltante, con il Milan in testa al girone ma ancora non qualificato ai sedicesimi, oltre ai pochi miglioramenti nel gioco e nell’amalgama, intravisti solo a sprazzi. Ma soprattutto, pesa come un macigno la penuria di gol: il Diavolo segna poco sia di squadra sia con i suoi centravanti. E senza reti, seppur con una difesa in miglioramento rispetto ai disastri di inizio stagione, non si va lontano: al mister si imputa (anche) una gestione discutibile del parco attaccanti.

La società sinora ha scacciato con fermezza l’ipotesi esonero Montella, confermando a più riprese la fiducia al tecnico, ma legandone allo stesso tempo il destino ai risultati. Il progetto di via Aldo Rossi è chiaro: arrivare a giugno con l’Aeroplanino e iniziare da capo con un top allenatore alla Antonio Conte, desideroso di tornare in Italia. Il Milan vorrebbe fare il possibile per scongiurare il cambio in panchina e decretare il fallimento dell’intera stagione già a novembre, ma con un’altra sconfitta e senza miglioramenti nel gioco sarebbe difficile proseguire insieme. E la sosta di due settimane per le Nazionali in programma da lunedì sarebbe ideale per l’inizio dei lavori del nuovo allenatore. Ecco perché Montella, oggi più che mai, si gioca tutto: o vince o sarà esonerato.

5 considerazioni nel mezzo della sosta

Inizia una settimana importante, che si chiuderà con il Derby

TRA UNA SOSTA E L’ALTRA
Siamo a metà della seconda sosta stagionale e si può fare un primo confronto con la sosta di un mese fa, quella di settembre che traghettò il Milan dalla vittoria sul Cagliari alla battuta d’arresto sul campo della Lazio. All’epoca Romagnoli e Bonaventura erano ancora sulla strada del recupero della miglior condizione dopo infortunio, Suso in Nazionale così come Biglia e Kalinic che però avevano effettuato pochi allenamenti estivi in base alle rispettive situazioni fisiche e di mercato. Oggi invece Biglia è più rodato, mentre giocatori-chiave come i due italiani e i due attaccanti spagnolo e croato (sebbene Kalinic abbia un problema all’adduttore) sono rimasti a Milano e Milanello. Sembra una sosta meno destabilizzante, al netto anche di quanto accadde ad Andrea Conti a Reggio Emilia.

PREMI E LAVORO PER MONTELLA
Il Premio Liedholm ha confermato la serenità di Vincenzo Montella che ha sfruttato la sosta per lavorare costruttivamente con la società, per affrontare e migliorare le varie situazioni di inizio stagione. La squadra ha riposato fino a mercoledì 4 ottobre, ma le doppie sessioni di allenamento di giovedì e venerdì, oltre all’amichevole fra Prima squadra e Primavera di domenica hanno dato ulteriore slancio alla preparazione delle prossime 7 partite ufficiali, a cominciare dal derby di San Siro, prima della sosta di novembre.

12 PUNTI: IL CONFRONTO
Il Milan ha “girato” alla sosta di ottobre con un punto in meno rispetto ad un anno fa, per cui la squadra non è in ritardo rispetto al girone d’andata 2016-17 in cui totalizzò 39 punti, una quota ragguardevole. Senza paragonare epoche e giocatori ma i semplici numeri, vale la pena ricordare che 12 punti sono tutto sommato in linea con i 14 punti delle prime 7 giornate del 2010-11 (anno Scudetto), mentre sono molti più rispetto ai 7 del 2012-13 (stagione del terzo posto).

RAGAZZI, LE GLORIE VI ASPETTANO
Durante l’ultimo Milan-Roma, la regia ha spesso proposto i volti di Franco Baresi, di Filippo Galli, di Rino Gattuso presenti a San Siro in tribuna d’onore. Erano molto concentrati, molto attenti. Il loro volto sembrava spronare i giocatori in campo, dando la sensazione che le glorie storiche del Milan non vedano l’ora di ritrovare il Milan in grandi competizioni e su grandi traguardi. “Vi stavamo aspettando”, proprio così, sperano di poterla pronunciare quanto prima questa frase.

DERBY: NUMERI, CORSI E RICORSI
Il Milan non vince un derby di andata in casa dell’Inter dal 14 novembre 2010, Inter-Milan 0-1, rete di Ibra su rigore e rossoneri in dieci per più di mezz’ora dopo l’espulsione di Abate. Nel nuovo millennio i derby d’andata vinti dal Milan in terreno nerazzurro risalgono al 2001 due volte, al 2003 due volte, al 2005 e al 2010. Il 2017 è l’anno di due Inter-Milan consecutivi, ad aprile e il prossimo 15 ottobre. L’ultima volta che ciò è accaduto nello stesso anno solare risale al 2015: aprile, Inter-Milan 0-0 e settembre Inter-Milan 1-0.

Fonte: acmilan.com

Montella “batte” Gattuso 3-1: a segno Jack, Borini e Mauri

Un gol a testa per Bonaventura, Borini e Mauri e vittoria per 3-1 della prima squadra del Milan, impegnata in mattinata in un’amichevole contro la Primavera di Gattuso. I rossoneri – riporta Sky Sport – sono stati schierati da Montella col 3-5-2, modulo che ha avuto la presenza di Borini esterno di centrocampo e Jack-Mauri mezzali ai lati di Montolivo, con Suso seconda punta dietro a Oduamadi. Risparmiato Kalinic, non ancora al top dopo l’infortunio all’adduttore.

Milanello, oggi amichevole contro la Primavera

Amichevole in famiglia per il Milan. La prima squadra di Montella e la Primavera di Gattuso, infatti, si sfideranno sul campo di Milanello in un test tutto rossonero: il fischio d’inizio è previsto per le ore 11.

Forte ha la testa giusta, la Primavera di Gattuso vince ancora

Ai rossoneri di Mister Gattuso bastano pochi secondi per segnare e battere 1-0 il Napoli in casa (da acmilan.com)

Aveva chiesto tempo per crescere Mister Gattuso. Di tempo n’è passato poco, ma la Primavera rossonera sta già migliorando a vista d’occhio: zero punti nelle prime 2 giornate, sei nelle ultime 2; otto gol subiti nelle prime 2 giornate, zero nelle ultime 2. Dopo aver battuto il Bologna in trasferta, arriva una vittoria anche contro il Napoli. L’1-0 allo stadio Chinetti di Solbiate Arno porta la firma di Riccardo Forte.

Una partita sbloccata immediatamente, questione di secondi e poi l’azione di Campeol dalla sinistra termina con il cross proprio per Forte che di testa schiaccia in rete. I ragazzi si spingono facilmente in attacco, andando vicini al raddoppio in diverse occasioni, spesso in ripartenza, rischiando quasi niente fino all’intervallo. Nella ripresa il Napoli cerca in tutti i modi il pareggio e lo sfiorano all’82’ (traversa). Una sfida combattuta, una prestazione di voglia e sacrificio; anche da parte dei giocatori subentrati. Avanti così!

Fonte: A.C. Milan

Gennaro Gattuso a Milanello

Primavera, esordio negativo

Nella prima giornata di campionato i rossoneri di Mister Gattuso cedono 5-1 in casa del Sassuolo (da acmilan.com)

Negativo e sfortunato l’esordio della Primavera di Mister Gattuso: a Sassuolo, nella prima giornata del nuovo campionato, finisce 5-1 a favore dei padroni di casa. Una partita approcciata bene, con i rossoneri che sono passati in vantaggio al 12′ grazie a un bel gol al volo di Forte in mezza rovesciata. I nostri ragazzi ci hanno messo voglia e grinta in avvio, ma sono stati costretti a giocare in 10 già dal 16′ del primo tempo per l’espulsione di Bellanova (fallo da ultimo uomo). E al 37′ è arrivato il pareggio di Pierini, capace di realizzare una doppietta (il 3-1 al 69′).

Non è mancata la reazione e il sacrificio, però l’inferiorità numerica alla fine è stata pagata a caro prezzo. La svolta del match è arrivata a cavallo tra il 64′, palo di Forte, e il 65′, 2-1 di Kolaj: da lì in poi il Diavolo ha accusato il colpo, soprattutto a livello mentale, subendo anche il poker di Ghion al 76′ e il 5-1 di Scamacca al 90′. Nel prossimo weekend ci sarà l’occasione per riscattare questo ko: sabato alle 13.00, infatti, andrà in scena il Derby.

Fonte: A.C. Milan

Massimiliano Mirabelli

Milan, accordo a un passo col Benfica per Tiago Dias

Mirabelli è vicino a piazzare un altro colpo per il futuro. Milan e Benfica, infatti, sono a un passo dall’accordo per il lusitano Tiago Dias, esterno offensivo classe ’98. La notizia, arrivata dal Portogallo, ha trovato conferme anche da fonti italiane: il giocatore potrebbe diventare rossonero già la prossima settimana, firmando un triennale. Qualora si concretizzasse il trasferimento, il ragazzo si aggregherebbe alla Primavera di mister Gattuso.

La Primavera vince la Trentino Cup: primo successo per Gattuso

Prima vittoria per la Primavera di Rino Gattuso. I giovani rossoneri hanno alzato la Trentino Cup, battendo i pari età del Verona per 3-1: i nostri ragazzi hanno ribaltato l’iniziale svantaggio di Sane grazie alle reti di Pobega, Tonin e Sanchez. Seppur in un torneo estivo, per mister Gattuso si tratta del primo successo alla guida della Primavera, sedutosi sulla panchina da poche settimane.

Il direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli

Milan, visite mediche in corso per Bargiel

Meno mediatico e costoso dei precedenti, il Milan ha messo a segno un altro colpo di mercato. Non per l’immediato, ma in prospettiva, con il classe 2000 Przemyslaw Bargiel: il polacco sta sostenendo in questi minuti le visite mediche con il club rossonero, propedeutiche alla firma del contratto che lo legherà al Diavolo per i prossimi tre anni. Fortemente voluto da Mirabelli, Bargiel sarà aggregato alla Primavera di mister Gattuso.

Abbiati: “Milan una seconda famiglia, sono emozionato. Il sogno? Vincere subito”

Tornato al Milan nelle vesti di club manager, Christian Abbiati ha parlato così ai microfoni di Milan TV:

“Sono molto emozionato, tornare nella mia seconda famiglia è bellissimo. Ho accettato subito quando me l’hanno proposto. Se pensavo di tornare? No, anche perché con il cambio di società vedevo tutto un po’ diverso. Invece la nuova proprietà mi ha chiamato e ho accettato subito. Sono contento di essere di nuovo qui e di lavorare con la squadra. Io sarò a Milanello, per qualsiasi problema ci sarò io, poi riferirò eventuali problematiche alla società.

Partiamo da una buona base, ho parlato anche con alcuni ex compagni e mi hanno detto che in questa stagione la situazione nello spogliatoio era migliorata. Dobbiamo tornare tra le prime quattro, per la società è importante tornare subito in Champions League.

Il sogno è tornare subito a vincere. La scorsa stagione deve essere un punto di partenza per ripartire. Far fare il Museo del Milan come prima cosa è positivo. Alla prima gara a San Siro capiranno ancora di più cos’è il Milan.

Gattuso? Sono felice che sia tornato anche lui. Allenare la Primavera non è facile, quindi gli faccio il mio in bocca al lupo”.

ESCLUSIVA M/ Luca Serafini: “Finalmente si costruisce una squadra. Donnarumma…”

Milanismo ha intervistato in esclusiva Luca Serafini, giornalista e opinionista sportivo di comprovata fede rossonera.

L’elemento primario di cui aveva bisogno il tifoso milanista era la trasparenza nascosta soprattutto negli ultimi anni della società e che da subito hanno evidenziato i nuovi proprietari del Milan?

Sicuramente c’è una società che si è presentata bene, con un mercato subito attivo e di grande tempestività, con una comunicazione corretta nei tempi e nei modi che fa tornare a respirare. Non è una questione soltanto di  trasparenza, ma una questione di fatti, prima ancora del mercato lo testimonia il rinnovo di Montella e l’ingaggio di Gattuso, segnali estremamente importanti e significativi. Tutto questo viene fatto con molto silenzio e discrezione, lavorando molto e con buoni risultati. Al momento non potevano fare di meglio”.

Il rinnovo di Montella e la scelta di Gattuso come allenatore della primavera rappresentano quindi una serie di certificazioni chiare nei confronti del nuovo progetto a tinte cinesi?

“Assolutamente sì. Precedentemente avevo esternato anche la volontà di vedere Maldini subito in società, fossi stato in Fassone me lo sarei portato ovunque, dando la sensazione ad un ambiente scosso, tifoseria in particolare, un segnale di tranquillità evidente. Maldini sarebbe potuto essere, come lo è adesso Gattuso, un garantista, perché è gente che non guarda in faccia a nessuno, se c’è qualcosa che non va alza la mano e lo dice. Il milanista che arriva stremato da due anni di comiche riguardanti la trattativa, da anni di insuccessi, fastidi e umiliazioni grottesche nel mercato e in campo, avendo una figura come Gattuso o come Maldini è più rassicurato. Per Gattuso tra l’altro non è un passo indietro, ma un grandissimo bagno d’umiltà, potendo continuare a collaudare la sua esperienza e le sue capacità. Ho anche avuto occasione di parlarci e ha manifestato grandissimo entusiasmo e determinazione”.

Stiamo leggendo tanti nomi sui giornali in chiave mercato, credi siano trattative possibili? Ma soprattutto, nomi adeguati a riportare il Milan dove merita?

Io una volta mi entusiasmavo per i nomi, ora mi entusiasmo per il lavoro che fa la società sul mercato inteso in perfetta sintonia con l’allenatore. Il club cerca sostanzialmente i giocatori che sono funzionali  all’idea di squadra che Montella ha in testa, ed è questa la cosa più importante. La sensazione che si ha oggi è che finalmente si stia costruendo una squadra, poi i nomi che vengono fatti sono uno meglio dell’altro e se si concretizzassero saremmo ben felici, vorrà dire che già a luglio ci sarà una squadra forte”.

Questo è anche un periodo di bilanci. Il Milan di Vincenzo Montella è promosso?

Complessivamente è promosso, nonostante una seconda parte di stagione da dimenticare, vincendo una volta  sola nelle ultime nove gare disputate, perdendo troppi punti con squadre nettamente deboli. C’è stato un calo nella condizione generica della squadra mai motivato effettivamente da Montella. L’Europa League è arrivata perché si sono dimesse le concorrenti, Inter in particolare, ma all’allenatore va dato atto del gruppo che è riuscito a creare, la valorizzazione di alcuni giocatori, dalla rivalutazione di altri che per i suoi predecessori era stato già un traguardo impossibile”.

L’emblema rossonero è sicuramente Donnarumma, in campo e sul mercato. Hai affrontato la questione anche in un tuo editoriale. Che sensazioni hai sulla situazione contrattuale del gioiellino del Milan?

Credo che alla fine rimarrà. Sono stato un po’ duro con lui, scrivendo che non deve essere un problema per un ragazzo di diciotto anni percepire mezzo milione in più o mezzo milione meno, ed avendo baciato la maglia deve dimostrare poi con i fatti questo suo attaccamento. Al di là dei moralismi e della volontà di tutti nel vederlo milanista per i prossimi 20 anni, credo che alla fine rimarrà”.

Sul futuro ipotetico della società che vive all’ombra di una possibile strana suggestione di avere il club in mano al fondo Elliott, piuttosto che alla attuale cordata cinese, cosa ne pensi?

A questa domanda in tutta onestà non so ancora cosa rispondere, posso solo basarmi sui fatti. Questi il Milan alla fine lo hanno preso sul serio, stanno spendendo molti soldi per fare la campagna acquisti, stanno facendo la squadra e per il momento mi attengo a questo”.

Si ringrazia Luca Serafini per la cortese disponibilità.

Boban: “Inspiegabile il Milan senza Paolo Maldini. Aubameyang più forte di Morata, Gattuso…”

Ex campione del Milan e oggi segretario della FIFA, Zvonimir Boban ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne de La Gazzetta dello Sport. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese da Zorro sui temi legati ai rossoneri.

Su Paolo Maldini: “Non mi spiegherò mai perché Paolo non abbia un ruolo importante nel Milan e perché abbiano tanta paura delle sue evidenti capacità e della sua straordinaria e unica storia milanista. O forse è facile da spiegare? E poi basta ripetere ‘Cosa ha fatto dopo?’ o “La storia costa troppo’”.

Sul calcio italiano: “Finché non saranno al vertice anche Milan e Inter non potrà migliorare. La Juve resta un modello calcistico mondiale: il lavoro di Agnelli è stato straordinario”

Su Aubameyang e Morata: “Morata fa giocare la squadra, Aubameyang è più forte, segna tanto: dipende da chi avranno accanto. Se c’è uno che apre spazi, meglio Aubameyang”.

Su Gattuso allenatore della Primavera: “Avremo tanti piccoli Gattuso nel Milan del futuro! Basta ci sia anche qualche 10”.

 

Gennaro Gattuso a Milanello

Pisa contro il Milan per il tesseramento di Gattuso: il comunicato

Rino Gattuso torna al Milan per allenare la Primavera e il Pisa non ci sta. La società nerazzurra non ha digerito il trasferimento in rossonero del tecnico calabrese e ha affidato a un comunicato ufficiale tutto il proprio disappunto:

“In relazione a quanto pubblicato questa mattina sulla Gazzetta dello Sport a proposito della recente presentazione, da parte di AC Milan, del nuovo tecnico della Primavera Rino Gattuso, che sarà tesserato unitamente ad altri 2 allenatori attualmente vincolati alla A.C. Pisa, si intende precisare quanto segue.

Si ritiene che AC Milan, avvicinando e sottoscrivendo un accordo preliminare con un allenatore contrattualmente legato ad altro club, addirittura prima della fine del campionato, peraltro disinteressandosi completamente di informare la società titolare del tesseramento fino al 30 giugno, abbia tenuto un comportamento poco consono al suo blasone e alla sua storia nonché irrispettoso dei regolamenti federali, in particolare dell’art. 38, comma 5, NOIF.

A.C. Pisa, inoltre, riservandosi di tutelare le proprie ragioni nelle competenti sedi, nega di aver chiarito i predetti aspetti con la società A.C. Milan, con la quale non ha avuto modo di interloquire dall’insediamento della nuova proprietà e sino ad oggi.

A.C. Pisa 1909”.

Aut-aut su Donnarumma. Il Milan: non lo cederemo o piuttosto va in tribuna

Il club rossonero mette Gigio e Raiola spalle al muro: se non firma pronti a tenerlo fermo nell’anno del Mondiale (da “il Giornale”)

A brigante, brigante e mezzo. Se Mino Raiola ha la fama di essere un agente senza scrupoli, Yonghong Li, il nuovo presidente del Milan cinese, non è certo un tipo arrendevole.

E il braccio di ferro cominciato in epoca non sospetta sul rinnovo del contratto di Gigio Donnarumma è giunto a un punto dall’epilogo clamoroso. Già perché le parti, Raiola da un lato e Fassone dall’altro, hanno già avuto nei giorni scorsi un vivace (per usare un eufemismo) scambio di telefonate sull’argomento. Il procuratore ha fatto sapere di avere pronta una ricca offerta (sui 70 milioni) per trasferire subito all’estero il suo assistito (Manchester United) in modo da piegare la resistenza del Milan. La risposta ricevuta dalla Cina è stata lapidaria: «Per nessuna cifra il club cederà Donnarumma».

E fin qui siamo alle schermaglie, diranno gli osservatori. No, c’è di più, molto di più questa volta. Perché il Milan ha messo a punto una strategia che ha costretto Raiola ad accogliere l’invito per recarsi a casa Milan la prossima settimana e sedersi al tavolo della trattativa. Certo non sarà il primo incontro quello decisivo ma di sicuro contribuirà a rendere meno ostico l’ospite. La posizione milanista è già stata notificata agli interessati: o Donnarumma, e per Gigio il suo procuratore, firma un rinnovo di contratto (minimo 3 anni) alle cifre da pattuire (sui 3 milioni di euro netti l’anno la ricca proposta dei cinesi) oppure il ragazzo diventerà il quarto portiere della rosa e si dovrà accomodare in tribuna mentre Mirabelli ha già pronta la pista per scegliere un altro portiere affidabile da schierare titolare. Il primo nome sulla lista è quello di Wojciech Szczèsny, polacco di 27 anni della Roma, già entrato nel mirino del Napoli. Storari è confermato come secondo, alle sue spalle Gabriel di ritorno da Cagliari con le pive nel sacco (gli avevano promesso di giocare, ha totalizzato appena due partite) mentre il promettente Plizzari (attualmente con l’under 20 al mondiale) si allenerà con Montella ma poi farà il titolare con Gattuso alla primavera.

La decisione di fatto provocherebbe, per Donnarumma, un danno tecnico prim’ancora che economico perché senza giocare neanche un minuto per la prossima stagione non potrebbe certo aspirare a finire tra i 23 azzurri e perderebbe di fatto il mondiale. Di striscio, la posizione intransigente del Milan consentirebbe anche di agevolare la trattativa Morata. Come? Mou ha chiesto al Real il centravanti e in cambio è disposto a offrire il portiere spagnolo De Gea. Naturalmente il retro-pensiero dell’United è il seguente: prendiamo Morata e Raiola poi ci porterà Donnarumma ma senza il portiere prodigio dei rossoneri De Gea resta in Inghilterra e Morata può diventare un obiettivo rossonero. Non solo. Il rischio di perdere il ruolo di titolare del Milan nella prossima stagione è l’arma di pressione più forte per convincere l’interessato e soprattutto la sua famiglia a più miti propositi. Perciò Raiola è sceso subito dall’Aventino e la prossima settimana arriverà a Milano.

Al futuro di Donnarumma si è interessato anche Gattuso presentato ieri pomeriggio dopo la firma del contratto (2 anni), capace di spedire un messaggio in codice a Montella («non deve preoccuparsi di me, non sono ancora pronto per guidare il Milan») e un altro più esplicito ai tifosi («non devono essere entusiasti per il mio ritorno ma per il mercato che sta facendo la società») prima di raccontare che oltre ai complimenti ricevuti qualcuno gli ha dato «dello scemo» perché è tornato indietro. «E invece dopo tre anni difficili, avevo bisogno di sentirmi a casa» la sua chiusa.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Montella: “Milan, stagione positiva. Gigio? Un patrimonio, è incedibile”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato alla vigilia dell’ultima gara di campionato contro il Cagliari. Di seguito le dichiarazioni rese dal mister a Milan TV.

Su Donnarumma: “E’ un patrimonio della società e un patrimonio tecnico per la squadra. E’ incedibile per noi. Ci sono tanti rumours, qualche giorno fa l’avevo un po’ stuzzicato perché c’è un affetto forte verso di lui da parte nostra. Ci auguriamo che il ragazzo possa andare in vacanza serenamente e farci stare un po’ più sereni”.

Su Gattuso: “Mi sono confrontato, gli do il mio grandissimo in bocca al lupo. Da parte mia avrà la massima disponibilità, le porte del mio spogliatoio saranno sempre aperte per lui”.

Su Bonaventura: “E’ guarito, deve tornare ad abituarsi al campo. Continuerà a lavorare nei prossimi giorni anche se noi andremo in vacanza. Credo che per lui sia bello assaporare quanto meno la panchina”.

Sulla stagione agli sgoccioli: “E’ stata stagione positiva, arrivo alla fine di questo campionato meno stanco rispetto ad altri campionati. L’aria del Milan e di Milanello mi fa bene. Andiamo a giocarci una partita volendo finire bene. E’ stata una stagione in cui abbiamo avuto un rendimento più o meno costante, anche se abbiamo avuto dei periodi difficili, anche perché ci son stati tanti cambiamenti. E’ stata un’esperienza importante. Sono contento di tutte le componenti. Sono contento di come stiamo programmando”.

Gattuso: “Orgoglioso di tornare a casa”

Gennaro Gattuso è ufficialmente il nuovo allenatore della Primavera del Milan. Campione e bandiera rossonera per tredici anni, Rino ha tenuto una conferenza stampa di presentazione a Casa Milan, al fianco dell’a.d. Marco Fassone, del d.s. Max Mirabelli, del responsabile del Settore Giovanile Filippo Galli e di Franco Baresi. Di seguito il video integrale con tutte le dichiarazioni rese da mister Gattuso.

Ufficiale: Milan, torna Gattuso. Allenerà la Primavera

Rino Gattuso torna in rossonero: sarà il tecnico della Primavera

Ci siamo lasciati il 13 maggio 2012 con la promessa di ritrovarci. Ed eccoci qui, 5 anni dopo, di nuovo insieme. Rino Gattuso torna a casa. La sua, quella rossonera. Dopo 13 stagioni da giocatore con la maglia del Milan, questa volta vestirà un ruolo diverso, ma allo stesso tempo importante:

AC Milan comunica di aver affidato a Gennaro Gattuso la guida tecnica della squadra Primavera per le prossime due stagioni sportive.

Una sfida stimolante per un combattente come Rino. Tanto in campo quanto in panchina, come mostra il suo curriculum. Fa il suo esordio da allenatore in Svizzera, con il Sion. Dopo le brevi esperienze di Palermo e OFI Creta, per Rino è tempo di ripartire dalla Lega Pro. Per l’esattezza da Pisa. Con i toscani centra al primo anno (2015/2016) la promozione in Serie B dopo un’appassionante cavalcata play-off chiusa con il successo sul Foggia. L’anno seguente, però, complici le difficoltà del Club arriva il ritorno in Lega Pro. Ma questo è ormai è il passato, il presente si chiama ancora Milan.

Con la maglia rossonera ha collezionato 468 presenze, realizzando 11 gol. Tredici stagioni ricche di soddisfazioni, che hanno prodotto 10 titoli: due Champions League, un Mondiale per Club, due Supercoppe UEFA, due Scudetti, due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia. Numeri che parlano da soli e che rendono il giusto merito a chi è riuscito a mettere con costanza, grinta e umiltà al servizio della squadra. Al servizio del Milan.

Fonte: AC Milan

Il ritorno di Gattuso riaccende i tifosi e scatena il Milan

Rino firma il contratto da allenatore della Primavera: «Torno a casa»

La scelta di reclutare Rino Gattuso per la panchina della primavera è stata una genialata.

«Me l’ha proposto Mirabelli tre settimane fa, ho meditato a lungo prima di rispondere sì», la confessione dell’interessato. A cementare l’intesa tra i due ha sicuramente influito la comune radice: calabresi entrambi con spiccato accento e passione sfrenata per la loro cucina. Il ritorno del popolare Ringhio nel Milan dei cinesi ha rilucidato l’ottone del milanismo reso opaco dal naufragio della trattativa con Paolo Maldini. Il popolo del web ha accolto infatti l’arrivo di uno degli ex Invincibili con una sontuosa manifestazione d’affetto. «Posso spiegare ai ragazzi il senso d’appartenenza» è stata una delle frasi simboliche scelte da Gattuso. «Pensavo di non essere adatto a lavorare con i giovani e invece a Pisa ho raccolto buoni risultati», l’altra risposta a qualche interrogativo sulle sue caratteristiche. Peccato solo che la fuga di notizie, mercoledì sera, abbia rovinato l’effetto annuncio. «Ho litigato con metà dei giornalisti che conosco da una vita, a un certo punto ho preso il cellulare e l’ho lanciato contro il muro», lo sfogo dell’interessato mentre era a cena con Mirabelli, nel suo ristorante a Gallarate, tempestato dalle chiamate e dalle proteste. C’era già stato, qualche ora prima, uno screzio con Marco Fassone l’ad che gli chiedeva di firmare subito il contratto. «Voglio farlo a casa Milan» ha insistito Gattuso, quasi a rievocare una tradizione del club che andava rispettata. Perciò ieri pomeriggio si è presentato nella sede al Portello e ha completato il protocollo. Perciò ha parlato come esponente del Milan storico a Donnarumma («resti, può diventare la bandiera») e valutato il mercato del nuovo management («Morata sarebbe un grande colpo»).

Qualche ora prima si era presentato a Milanello per incontrare Montella e il suo staff e scambiarsi le informazioni su metodi di preparazione e giudizi su alcuni esponenti (Cutrone). «La primavera giocherà con lo stesso sistema della prima squadra» la spiegazione dell’intesa con Vincenzo. E per mettere la sordina a possibili equivoci sulla sua presenza ingombrante (come avvenne ai tempi di Allegri con Inzaghi allenatore del settore giovanile) Gattuso ha promesso: «Starò nel mio orticello». Alla fine, dopo anni alla ricerca del posto giusto, Gattuso è tornato a casa. A Sion si è imbattuto in un presidente alla Zamparini, a Palermo dove riconobbe al volo il talento di Dybala ha avuto l’originale, in Grecia fu costretto a pagare gli stipendi, a Pisa gli è stato riservato un destino peggiore, la retrocessione in Lega-pro. «Volevo tornare dalla mia famiglia» la confessione prima di rimettersi l’antica casacca.

E d’incrociare il via vai di agenti e ds a casa Milan. Con Sartori dell’Atalanta arrivato nell’ufficio di Mirabelli per ratificare l’operazione Kessiè e preparare quella su Conti, con l’agente Vigorelli per prolungare il contratto di Storari nella prossima stagione.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milanello, incontro tra Montella e Gattuso

Primavera giocherà con modulo prima squadra

Incontro a Milanello tra Vincenzo Montella e Gennaro Gattuso, nuovo tecnico della Primavera rossonera. Nel primo pomeriggio Gattuso e’ arrivato al centro sportivo accompagnato dal suo vice Gigi Riccio e ha avuto un dialogo costruttivo con Montella: la Primavera giocherà con il modulo e lo stile di gioco della prima squadra. Montella e Gattuso sono stati per anni avversari sui campi della Serie A ma hanno condiviso lo spogliatoio della Nazionale, in occasione della spedizione azzurra ai Mondiali di Corea e Giappone nel 2002.

Fonte: ANSA.it

Gattuso: “Il Milan vuole tornare grande. Gigio? Può diventare una bandiera. Morata…”

L’ex centrocampista e bandiera rossonera, Gennaro Gattuso, è pronto a tornare a casa, al Milan, nelle vesti di allenatore della Primavera. Di seguito le parole rilasciate in un’intervista a Premium Sport sul suo nuovo incarico e non solo.

Sul ritorno al Milan coi giovani: “La proposta è arrivata tre settimane fa, ho parlato con Mirabelli e Fassone, ci siamo incontrati tre volte e ci ho pensato bene. Secondo me è la scelta giusta, nessun passo indietro: torno in una società gloriosa che vuole essere di nuovo grande. Allenerò i giovani: spero di trasmettere il senso di appartenenza e farli migliorare. Mi è piaciuta la proposta: mi sono gasato ed eccomi qui. In questi due anni a Pisa abbiamo fatto crescere tanti ragazzi: Del Fabbro, Peralta, Birindelli, Cardelli. Questa esperienza mi ha convinto. Ho capito di poter lavorare con i giovani: bisogna stare attenti alle parole e non essere molto duri”.

Sul mercato: “Il Milan sarà rafforzato, ci saranno acquisti e qualcosa verrà fatto anche nel settore giovanile. Il responsabile è Filippo Galli, io sarò solo allenatore della Primavera a stretto contatto con la prima squadra: bisogna giocare con lo stesso modulo. Ascolterò i consigli di Montella: è un tecnico preparatissimo, c’è solo da imparare. Non vedo l’ora di iniziare”.

Sui suoi tre anni da allenatore: “Sia all’Ofi Creta che a Pisa sono state stagioni complicate, a livello societario non era il massimo, ho dovuto fare un po’ di tutto ma dopo queste esperienze ho più conoscenze, ne esco più maturo e rafforzato con una mentalità diversa da quando ho iniziato quattro anni fa”.

Sulla Juventus: “Era impensabile un po’ di anni fa che una squadra italiana potesse fare una finale di Champions League, spero che la Juve vinca perchè per il nostro calcio sarebbe fondamentale: è un motivo di orgoglio la presenza dei bianconeri a Cardiff. Allegri non si piange mai addosso, ha coraggio e lo sta dimostrando. E’ riuscito a far giocare la squadra con il 4-2-3-1: tutti si sacrificano ed è questo il segreto. Del resto se non fosse un grande tecnico non avrebbe vinto così tanto”.

Su Donnarumma: “Sa che può diventare una bandiera del Milan. Ha 20 anni di carriera davanti: gli consiglio di rimanere qui. Può scrivere la storia del Milan. Mi auguro che resti”.

Su Morata: “Ha grandissima classe e talento, è un goleador, fa giocare benissimo la squadra. Sarebbe un’operazione importante se andasse in porto. Ma il Milan ne farà tante di operazioni significative”.

Gattuso annuncia il bis: “Non l’avrei fatto per nessun’altra destinazione, ma il Milan è il Milan”

Gennaro Gattuso è pronto a tornare al Milan. Per l’ex numero 8 rossonero è tutto definito: sarà l’allenatore della Primavera (clicca qui per tutti i dettagli).

Rino ha commentato così la scelta di tornare al Diavolo e in particolare di allenare una squadra giovanile: “Non l’avrei fatto per nessun’altra destinazione. Ma il Milan è il Milan“, la dichiarazione rilasciata da Gattuso all’edizione online de la Repubblica.

Milan, Gattuso vicino al ritorno: allenerebbe la Primavera

Clamoroso? Di più, se si potesse dire. Rino Gattuso sta per accettare la proposta del Milan come allenatore della Primavera. Lasciate perdere il ruolo, che si può prestare a mille considerazioni, ma giudicate la scelta di un vecchio ragazzo che intende rimettersi in discussione. Gattuso ha appena lasciato il Pisa, aveva diverse proposte dalla B (Ascoli in testa) e una faraonica offerta dalla Turchia. Poi, all’improvviso, un contatto tutto rossonero.

Allenare la Primavera potrebbe sembrare un passo all’indietro, in realtà è una scelta molto ponderata dello stesso Ringhio che deve tutto al Milan e che intende riappropriarsi di quei colori rossoneri. Gattuso è uno che decide da solo, lo ha sempre fatto nella sua vita da calciatore: ora pensa convinto che riannodare i fili con un passato memorabile, per proiettarsi nel presente e nel futuro, con gli stessi colori non avrebbe prezzo. E lo ha fatto. Siamo davvero vicini alle intese definitive per il clamoroso ritorno di Gattuso al Milan. Quel centrocampista che ha scritto pagine leggendarie ora allenerà e svezzerà i ragazzi della Primavera. E qualsiasi interpretazione mai sarà più importante di una scelta decisa, convinta, tutta rossonera.

Fonte: Alfredo Pedullà

Gattuso: “Champions? Tifo Juve tutta la vita”

Dieci anni fa, il 23 maggio 2007, Rino Gattuso alzava al cielo la Champions League nella finale vinta dal suo Milan 2-1 sul Liverpool, in quella che era una rivincita di Istanbul. A dieci anni di distanza (con in mezzo l’Inter nel 2010), un’altra italiana può vincere di nuovo la coppa.

“Da italiano, sono tutta la vita dalla parte della Juventus nella finale contro il Real Madrid – dice Ringhio, ormai ex allenatore del Pisa, a Sky Sport24 -. Abbiamo bisogno di tornare sul tetto d’Europa e speriamo che una squadra italiana possa riportare la Champions in Italia. Fino a due, tre anni fa sembrava qualcosa di impensabile, invece adesso questa Juve, con lo stadio nuovo e con la società ha costruito una squadra importante. Non sembra un club italiano, è un qualcosa che fa bene al nostro calcio“.

Quanto al suo Milan, passato in mani cinesi, Gattuso dice: “adesso arriva il momento del mercato e la tifoseria si aspetta acquisti importanti e lo faranno. È chiaro che dopo il passaggio di mano della società, vedremo il campo che risposte darà. Il Milan ha una storia importante che dovrà essere onorata e mai dimenticata.

Fonte: Tuttosport