Gattuso: “Mi brucia il gol al 95° di un portiere. Così non basta, ma vedo voglia e spirito” – Milanismo

Gattuso: “Mi brucia il gol al 95° di un portiere. Così non basta, ma vedo voglia e spirito”

Gennaro Gattuso durante la conferenza stampa di presentazione da allenatore del Milan

Le parole di Gattuso a Sky Sport dopo il clamoroso pareggio di Benevento

Gennaro Gattuso ha parlato nel post partita di Benevento-Milan, terminata per 2-2 con una rete al 95° del portiere di casa.

Sul gol nel finale: “Brucia e fa male. È una coltellata sto gol. Abbiamo sofferto gli ultimi 15 minuti ma abbiamo preso un gol beffa e mai mi sarei aspettato di prendere gol al 95° dal portiere avversario”.

Su cosa ha visto di buono: “Non sono frasi di circostanza, ma devo solo ringraziare i ragazzi per come hanno lavorato e lo spirito messo in campo. Possiamo fare meglio, ma ho visto spirito, voglia di sacrificarsi. Da parte mia c’è solo ringraziamento, ma è normale capire che tante cose succedono perché le andiamo a cercare e cosi come stiamo facendo non basta”.

Su cosa ripartire: “Dallo spirito visto in settimana, l’impegno che mettono i ragazzi e per come stanno tra di loro. È una squadra che ci tiene, ognuno non va per i fatti suoi e la squadra ci è rimasta male per oggi. Siamo il Milan, dobbiamo fare di più e portare e le partite e casa perché così non basta”.

Sul gioco: “3-4 volte abbiamo creato presupposti per attaccare la profondità ma abbiamo fatto scelte diverse. Abbiamo tenuto bene il campo, ma questo non basta. Bisogna capire come migliorare questa squadra e questi ragazzi per rendere al meglio per le loro caratteristiche. Ma con la voglia si può costruire qualcosa di buono”.

Sulla beffa: “Oggi era l’esordio, la prima panchina col Milan, a livello mentale pensavo che ce l’avremmo fatta. Invece con Ignazio abbiamo fatto un’ingenuità e mi sono lamentato anche con l’arbitro per un fallo fischiato a Kalinic che non c’era. Mi brucia perché si poteva lavorare in una settimana in maniera diversa e invece siamo qui a leccarci le ferite e a parlare di un pareggio e non di una vittoria”.

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