Il ritorno di Gattuso riaccende i tifosi e scatena il Milan
Rino firma il contratto da allenatore della Primavera: «Torno a casa»
La scelta di reclutare Rino Gattuso per la panchina della primavera è stata una genialata.
«Me l’ha proposto Mirabelli tre settimane fa, ho meditato a lungo prima di rispondere sì», la confessione dell’interessato. A cementare l’intesa tra i due ha sicuramente influito la comune radice: calabresi entrambi con spiccato accento e passione sfrenata per la loro cucina. Il ritorno del popolare Ringhio nel Milan dei cinesi ha rilucidato l’ottone del milanismo reso opaco dal naufragio della trattativa con Paolo Maldini. Il popolo del web ha accolto infatti l’arrivo di uno degli ex Invincibili con una sontuosa manifestazione d’affetto. «Posso spiegare ai ragazzi il senso d’appartenenza» è stata una delle frasi simboliche scelte da Gattuso. «Pensavo di non essere adatto a lavorare con i giovani e invece a Pisa ho raccolto buoni risultati», l’altra risposta a qualche interrogativo sulle sue caratteristiche. Peccato solo che la fuga di notizie, mercoledì sera, abbia rovinato l’effetto annuncio. «Ho litigato con metà dei giornalisti che conosco da una vita, a un certo punto ho preso il cellulare e l’ho lanciato contro il muro», lo sfogo dell’interessato mentre era a cena con Mirabelli, nel suo ristorante a Gallarate, tempestato dalle chiamate e dalle proteste. C’era già stato, qualche ora prima, uno screzio con Marco Fassone l’ad che gli chiedeva di firmare subito il contratto. «Voglio farlo a casa Milan» ha insistito Gattuso, quasi a rievocare una tradizione del club che andava rispettata. Perciò ieri pomeriggio si è presentato nella sede al Portello e ha completato il protocollo. Perciò ha parlato come esponente del Milan storico a Donnarumma («resti, può diventare la bandiera») e valutato il mercato del nuovo management («Morata sarebbe un grande colpo»).
Qualche ora prima si era presentato a Milanello per incontrare Montella e il suo staff e scambiarsi le informazioni su metodi di preparazione e giudizi su alcuni esponenti (Cutrone). «La primavera giocherà con lo stesso sistema della prima squadra» la spiegazione dell’intesa con Vincenzo. E per mettere la sordina a possibili equivoci sulla sua presenza ingombrante (come avvenne ai tempi di Allegri con Inzaghi allenatore del settore giovanile) Gattuso ha promesso: «Starò nel mio orticello». Alla fine, dopo anni alla ricerca del posto giusto, Gattuso è tornato a casa. A Sion si è imbattuto in un presidente alla Zamparini, a Palermo dove riconobbe al volo il talento di Dybala ha avuto l’originale, in Grecia fu costretto a pagare gli stipendi, a Pisa gli è stato riservato un destino peggiore, la retrocessione in Lega-pro. «Volevo tornare dalla mia famiglia» la confessione prima di rimettersi l’antica casacca.
E d’incrociare il via vai di agenti e ds a casa Milan. Con Sartori dell’Atalanta arrivato nell’ufficio di Mirabelli per ratificare l’operazione Kessiè e preparare quella su Conti, con l’agente Vigorelli per prolungare il contratto di Storari nella prossima stagione.
Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale“