Yonghong Li – Milanismo

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L'ex presidente del Milan Yonghong Li

Il ritorno di Yonghong Li: “Che errore, pensavo che Elliott fosse un partner fidato”

Lettera dell’ormai ex presidente del Milan Yonghong Li: il cinese ha attaccato Elliott

Dopo settimane di silenzio assordante, Yonghong Li è tornato a parlare. Persa la proprietà del Milan per un mancato aumento di capitale di 32 milioni di euro, e vista l’entrata al comando della società di Elliott, l’ormai ex presidente rossonero ha affidato il proprio sfogo a una lettera pubblicata da Il Sole 24 ORE: “È con grande rammarico che, in qualità di Presidente, rivolgo questa lettera a tutti i sostenitori, azionisti e dipendenti della prestigiosa A.C. Milan. Confermo che l’Assemblea degli Azionisti dell’associazione calcistica, convocata da Elliott in data 21 luglio, sancirà la mia revoca e quella dei direttori da me nominati nel CdA del club.

L’acquisto dell’A.C. Milan non è stata né una decisione incauta né tantomeno una decisione dettata da una mia infatuazione passeggera: deriva dalla mia passione per la squadra e dalla mia convinzione circa il potenziale economico di un investimento in una delle più nobili squadre di calcio al mondo. Fino al 30 giugno 2018, ho versato quasi € 880 milioni a favore dell’A.C. Milan, dei quali solo € 280 milioni finanziati attraverso Elliott, mentre ho provveduto personalmente per la restante parte. Ero convinto che Elliott fosse un investitore fidato, ma soprattutto un partner con cui condividere i doveri e gli onori di un’avventura così stimolante… Ho commesso un errore e l’ho scoperto solo strada facendo e a mio grande discapito”.

Il presidente del Milan Yonghong Li

Ufficiale: Milan, deadline a Yonghong Li per l’aumento di capitale

Nota ufficiale AC Milan sull’aumento di capitale di Yonghong Li

Egregio Azionista,

Premesso che:

il Consiglio di Amministrazione di Associazione Calcio Milan S.p.A. (la “Società”) del 17 aprile 2018 e del 25 maggio 2018, in parziale esercizio della delega conferita ai sensi dell’art. 2443 c.c. dall’Assemblea Straordinaria degli Azionisti del 18 maggio 2017, ha deliberato di aumentare il capitale sociale, a pagamento, in via scindibile, per massimi nominali euro 1.123.200 (la “Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato”), mediante emissione di numero 2.160.000 nuove azioni ordinarie (le “Azioni Milan”) del valore nominale di euro 0,52 ciascuna, con applicazione di un sovrapprezzo di euro 9,25 per ogni Azione Milan, e così per un valore complessivo di euro 9,77 per Azione Milan e un sovrapprezzo complessivo di euro 19.980.000, da offrirsi in opzione a tutti gli Azionisti ai sensi dell’art. 2441 comma 1 c.c. in proporzione alla partecipazione posseduta da ciascun Azionista, con un rapporto di sottoscrizione di n. 1 Azione Milan per ogni n. 100 azioni ordinarie possedute (l'”Offerta in Opzione”);

il diritto di opzione per la sottoscrizione delle Azioni Milan può essere esercitato entro il termine del 15 giugno 2018 (il “Termine di Opzione”), fermo restando che il Modulo di Adesione dovrà pervenire entro i termini e nelle modalità di seguito indicate;

contestualmente alla sottoscrizione delle Azioni Milan, i sottoscrittori dovranno versare un importo pari alla somma aritmetica tra il 100% del valore nominale delle Azioni Milan sottoscritte (e., euro 0,52 per azione) e l’intero sovraprezzo (i.e., euro 9,25 per azione) e, pertanto, complessivamente euro 9,77 per azione, restando inteso che le relative Azioni Milan sottoscritte saranno emesse a seguito dello spirare del termine di collocamento dell’eventuale inoptato, in data 29 giugno 2018;

ai sensi dell’art. 2441 comma 3 c.c., contestualmente all’esercizio del diritto di opzione, i sottoscrittori delle Azioni Milan potranno dichiarare l’eventuale intenzione di esercitare il diritto di prelazione sulle Azioni Milan rimaste eventualmente inoptate, fermo restando che, nel caso in cui il numero di Azioni Milan rimaste inoptate risultasse inferiore al numero di Azioni Milan richiesto in prelazione dall’Azionista, si procederà al riparto in misura proporzionale rispetto al numero di azioni ordinarie detenute da ciascun Azionista computandosi, in tale calcolo, quelle già sottoscritte in precedenza;

con riferimento alla predette eventuali Azioni Milan rimaste inoptate, si segnala tuttavia che il socio di maggioranza ha manifestato la propria intenzione di richiederne l’integrale acquisto, in sede di sottoscrizione della propria porzione della Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato;

al fine di rispettare il principio di parità di trattamento tra tutti i soci, il socio di maggioranza si è reso disponibile a fare tutto quanto possibile al fine di consentire la partecipazione alla Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato ai soci il cui diritto di opzione risulti compresso, in ragione del rapporto di sottoscrizione, pari a 1 Azione Milan per ogni n. 100 azioni ordinarie possedute;

in pendenza della completa esecuzione della prima tranche dell’aumento di capitale delegato deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 13 marzo 2018, per un importo complessivo di massimi euro 38.880.000,00, eventuali sottoscrizioni giunte dagli Azionisti a favore della Società in relazione alla Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato si intenderanno perfezionate a titolo di “versamenti in conto futuro aumento di capitale” e verranno automaticamente imputate a capitale sociale a seguito dell’ avvenuta liberazione di tutte le azioni precedentemente emesse (art. 2438, comma 1, c.c.).

Tutto ciò premesso, con la presente la Società informa che gli Azionisti che intendessero partecipare alla Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato, aderendo all’Offerta in Opzione nei termini di cui sopra, dovranno far pervenire a Computershare S.p.A. il modulo di adesione allegato sub “A” (il “Modulo di Adesione”), compilato in ogni sua sezione, entro e non oltre il 15 giugno 2018 alle ore 17:00:

tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al seguente indirizzo:

AC Milan c/o Computershare S.p.A. Via Lorenzo Mascheroni 19, 20145 Milano

ovvero, in alternativa

al seguente indirizzo PEC (tramite invio da indirizzo PEC): ufficiomilano@pecserviziotitoli.it

ovvero

a mani, all’indirizzo di cui alla precedente lettera a).

I dati identificativi dell’Azionista indicati nel Modulo di Adesione verranno utilizzati anche ai fini dell’iscrizione a libro soci e delle successive comunicazioni della Società. A tale riguardo, si segnala che gli Azionisti che abbiano esercitato il diritto di opzione per la sottoscrizione delle Azioni Milan e/o dichiarato l’intenzione di esercitare il diritto di prelazione sulle Azioni Milan rimaste inoptate riceveranno apposita comunicazione da parte della Società circa i tempi e le modalità di pagamento degli importi ancora eventualmente dovuti.

Ai fini della validità dell’adesione alla Seconda Tranche dell’Aumento di Capitale Delegato, al Modulo di Adesione dovranno essere allegati i seguenti documenti:

nel caso in cui l’Azionista sia una persona fisica, copia del documento d’identità/passaporto dell’Azionista ovvero, nel caso in cui l’Azionista sia una società, copia del documento d’identità/passaporto del legale rappresentante e visura camerale aggiornata della società;

copia della ricevuta del versamento effettuato ai fini della sottoscrizione delle Azioni Milan, eseguito alle coordinate bancarie di cui al Modulo di Adesione.

Cordiali saluti,

Marco Fassone (Amministratore delegato AC Milan)

Fonte: AC Milan

Il presidente del Milan Yonghong Li

Milan, lettera di Yonghong Li ai tifosi: “Torniamo ai vertici del calcio”

Il presidente Yonghong Li ha scritto una lettera aperta in occasione del primo anniversario della proprietà cinese

“Cari tifosi,

Sono molto emozionato di festeggiare il nostro primo anno insieme.

Molte cose sono successe in questi dodici mesi. La scorsa estate abbiamo finalizzato con vera passione l’investimento finanziario più importante nella storia del Club, dando vita a un team giovane, talentuoso e ambizioso, guidato da Rino Gattuso, un allenatore passionale e carismatico. Un tecnico che gode della mia stima incondizionata, del supporto della dirigenza, di tutte le persone del Milan e, ne sono sicuro, dei tifosi rossoneri di tutto il mondo.

Abbiamo affrontato un percorso ricco di sfide, la strada fatta quest’anno non sarebbe stata possibile senza il contributo di ogni singolo dipendente del Club e di questo ve ne sono molto grato. Colgo l’occasione per sottolineare ancora una volta che stiamo dedicando tutte le nostre energie a questo progetto di crescita del Milan. Certamente abbiamo ancora della strada da fare per raggiungere i nostri obiettivi e per riportare il Club lì, dove merita di essere: ai vertici del calcio europeo.

Mentre stiamo celebrando questo primo anno positivo, sappiamo che questo è solo l’inizio del nostro progetto di rendere il Milan stabile e vincente, un progetto che porteremo avanti puntando sempre all’eccellenza e nel pieno rispetto di tutti gli impegni finanziari assunti. La vostra passione, la nostra passione, saranno la nostra ispirazione quotidiana.

“Le stelle sono la nostra destinazione”. Grazie a tutti voi per il sostegno dimostrato a questa squadra giovane e ricca di talento, insieme possiamo raggiungere qualcosa di veramente speciale.

Forza Milan!”.

Fonte: A.C. Milan

Yonghong Li, presidente del Milan

Comunicato ufficiale, Li Yonghong smentisce le accuse: “Notizie non vere”

Dalla Cina il messaggio del Presidente Li a tutti i tifosi rossoneri

Buon anno nuovo a tutti! In questi giorni ho trascorso questa festività tradizionale a casa con i miei familiari. Nelle ultime quarantotto ore ho visto che sono state riportate dai media alcune notizie irresponsabili che hanno danneggiato il Club, le mie società, la mia famiglia e me stesso. Da quando ho acquistato il Milan ho affrontato ogni tipo di difficoltà e sopportato una pressione senza precedenti. In seguito a questi rumors e notizie irresponsabili, ho voluto creare un ambiente tranquillo intorno alla squadra e alla società.

Non comprendiamo che finalità abbiamo queste voci, ma sono arrivate ormai al punto di danneggiare pesantemente il Club, le mie società e la mia famiglia. Pertanto vorrei cogliere questa occasione per spiegare, augurandomi che sia l’ultima volta, che la situazione relativa a tutte le mie risorse personali è completamente sana e che sia il Club sia le mie società, stanno lavorando regolarmente. Auspico, dunque, che non venga data credibilità a notizie non vere ma che si focalizzi l’attenzione su ciò che sta più a cuore a me e a tutti voi, ovvero la gestione e la crescita della squadra e che continuiate a supportare Mister Gattuso. Noi faremo tutto il possibile per portare nuovamente il Club al vertice.

In questa stagione ho guardato ogni partita della squadra. Nei momenti peggiori della stagione ho visto molti giocatori versare lacrime per aver perso una partita, così come ho visto Han Li e Fassone esultare di gioia per le partite vinte. Ho provato ogni tipo di sentimento ed emozione. La convinzione di raggiungere in futuro nuovi successi e dare soddisfazione a tutti i tifosi che il Milan ha nel mondo, fa sì che sopportiamo pressioni così grandi. Grazie all’impegno di tutti, la squadra attualmente sta vivendo un ottimo momento. Grazie agli sforzi di Mister Gattuso e di tutti i giocatori, la squadra ha avuto miglioramenti sotto tutti gli aspetti.

Grazie a tutti.
Da parte mia e di mia moglie, infine, vorrei augurarvi un felice anno nuovo, un’ottima salute e successo sul lavoro.

L'ex presidente del Milan Yonghong Li

Milan, nuovi dubbi su Yonghong Li: patrimonio messo all’asta?

Un’inchiesta di Milena Gabanelli svela: la holding di Yonghong Li che ha acquistato il Milan sarebbe da tempo insolvente

Nuove ombre e dubbi su Yonghong Li. A mettere nel mirino il presidente del Milan, questa volta, è la giornalista d’inchiesta Milena Gabanelli su “Dataroom”, attraverso le colonne del sito internet del Corriere della Sera: il numero uno rossonero, insolvente con alcune banche, sarebbe stato pignorato del proprio patrimonio che, messo all’asta su Taobao (l’eBay cinese), servirebbe a saldare i debiti contratti con gli istituti di credito.

Due le banche creditrici di Yonghong Li che sarebbero ricorsi alle vie legali per la restituzione del denaro prestato: la Banca Jiangsu, che ha già vinto la causa e da un anno è in attesa del pignoramento di una società di packaging (Zhuhai Zhongfu) lasciata in pegno, e la Banca di Canton, la quale ha chiesto la liquidazione per bancarotta dell’intera holding Jie Ande.

Insomma: Yonghong Li sarebbe in una situazione finanziaria decisamente complicata, nonostante le credenziali su onorabilità e solidità presentati a giugno alla Lega Serie A siano risultate tutte in regola e nonostante la consulenza durante la trattativa di advisor di comprovato prestigio come Rothschild. E la sua società-cassaforte, la Jie Ande, avrebbe acquisito il Milan nonostante fosse già da tempo insolvente.

Yonghong Li, presidente del Milan

Milan, comunicato ufficiale di Yonghong Li: “Campagna mediatica inaccettabile”

Le parole ufficiali del presidente Yonghong Li

Il presidente Yonghong Li ha risposto alle illazioni sulla vendita del Milan apparse su La Stampa e Il Secolo XIX tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito del club:

I recenti articoli pubblicati dai quotidiani italiani ‘La Stampa’ e ‘Il Secolo XIX’, e poi ripresi da molti altri organi di informazione, relativi a una presunta indagine per riciclaggio a carico del gruppo Fininvest – vicenda poi smentita dalla stessa Procura della Repubblica – mi impongono di fare delle precisazioni in quanto parte coinvolta in questa vicenda.

Il processo di acquisizione di AC Milan si è sempre svolto con la massima trasparenza, regolarità e correttezza, con il supporto e la consulenza di advisor finanziari e legali di livello internazionale. Tutte le procedure sono state seguite nel pieno rispetto delle leggi e delle prassi vigenti. Tutti gli Istituti finanziari, sportivi e le authority coinvolti hanno ricevuto nei tempi previsti la documentazione necessaria o richiesta per valutare ed approvare non solo il processo di ‘closing’ ma anche i requisiti della nuova Proprietà ora alla guida del Club.

Ciò che ho letto in questi giorni non riflette nel modo più assoluto la realtà dei fatti. Ritenendo pertanto la mia persona, il Gruppo che presiedo, e A.C. Milan S.p.A. parti lese di questa spiacevole e inaccettabile campagna mediatica – basata su congetture e informazioni non corrette – ci riserviamo di avviare tutte le opportune azioni legali al fine di tutelare al meglio l’immagine, la reputazione e la consistenza economica delle società del Gruppo A.C. Milan S.p.A.”.

L'ex presidente del Milan Yonghong Li

Yonghong Li: “Torneremo sul tetto d’Europa”

Il presidente del Milan Yonghong Li ha scritto una lettera indirizzata alla dirigenza e ai dipendenti del club rossonero:

“A tutta la squadra rossonera, a tutti i dipendenti del Club. In occasione di queste festività, vorrei innanzitutto ringraziare tutti voi per il grande lavoro e instancabile impegno profuso, e porgere, a voi e alle vostre famiglie, i miei più sinceri auguri di un Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

I giorni trascorsi insieme nel 2017 mi hanno fatto percepire in maniera sempre più profonda il valore dei colori rossoneri, e il senso di responsabilità nei confronti del Club. Nonostante vi sia spesso una grande distanza che ci separa, io sono sempre al vostro fianco, sempre a lottare insieme a voi. Il passato glorioso del Milan è impresso in tutti i nostri cuori; il nuovo capitolo dobbiamo scriverlo noi tutti insieme, dedicandoci in tutto e per tutto per il sano e duraturo sviluppo del Club, e la continua crescita del livello tecnico della squadra. Tornare nuovamente tra i principali Club europei deve essere l’obiettivo costante e comune per ognuno di noi. In questo percorso, è inevitabile che si incontrino difficoltà e ostacoli, ma noi, da grande famiglia quale siamo, ci sosterremo fianco a fianco e ci incoraggeremmo a vicenda. Ho piena fiducia in questa grande famiglia, sono sicuro che riusciremo a superare ogni ostacolo, poiché voi tutti rappresentate le fondamenta necessarie per tornare sul tetto d’Europa.

Per riuscirci, mi auguro con tutto il cuore che I nostri giocatori affrontino ogni momento dell’allenamento e della partita con un impegno senza pari, e che combattano sempre: per il fatto che siamo il Milan, per la maglia che indossano, e per tutti i tifosi che ci sostengono. Allo stesso modo auspico vi sia sempre anche la piena e sincera collaborazione di tutto il management e i dipendenti del Club, che si lavori uniti e che ci si impegni tutti insieme per il raggiungimento dell’obiettivo comune. Io – riporta MilanNews.it – vi sosterrò con forza.

Infine, permettetemi ancora una volta di porgervi i miei più cordiali auguri, Yonghong Li.”.

Fassone: “Manca la scintilla. Montella? Ha la nostra fiducia. Ora vietato sbagliare”

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa.

Sulla crisi rossonera: “Nessuno aveva pensato che con una squadra così rinnovata non ci sarebbero stati problemi, ma di sicuro siamo indietro rispetto ai programmi. Quanto? Di 5-6 punti. L’obiettivo era tenere a corta gittata il quarto posto per tutto il girone di andata, assestarci e dare la scalata alla zona Champions nel ritorno. Chiaro che i margini di recupero ci sono, ma non possiamo più permetterci di sbagliare”.

Su Montella: “È stato scelto da noi e ha tutta la nostra fiducia. Panchina a rischio in caso di nuova sconfitta? Inutile ragionare sui se e sui ma, qui dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per trovare una via di uscita. Manca la scintilla, il gol che fa invertire la rotta. Ma sono convinto che ce la faremo”.

Sulle parole di Mirabelli: “Non è questione di pressione. Il Milan è stato costruito per ottenere certi risultati: non stanno arrivando e abbiamo il dovere di essere trasparenti con i nostri tifosi. Siamo tutti a tempo. Compreso il sottoscritto. Montella-Mirabelli? Non si è strappato niente – ha assicurato l’a.d. Fassone -. Stiamo tutti dalla stessa parte”.

Su Bonucci: “Ci sono persone contente quando togli loro delle responsabilità e altre che invece sono nate per averne. Bonucci appartiene alla seconda categoria. È vero, non sta rendendo per quello che è il suo valore. Ma anche lui sta pagando la situazione generale”.

L’a.d. Fassone analizza l’inaspettata crisi rossonera a 360°

Sull’obbligo di andare in Champions: “Piano con la parola obbligo. La Champions è fondamentale per il nostro progetto: mancarla, però, non blocca i piani. Ritarderemo di un anno e troveremo il sistema di equilibrare la mancata entrata degli introiti Champions con la cessione di uno-due top player”.

Sul debito con Elliott: “Il progetto, parlo per quello che riguarda il Milan, è di farlo in anticipo, già in primavera. Abbiamo sul tavolo svariate opzioni che stiamo valutando con attenzione. Diciamo che il fascicolo Milan è su molte scrivanie, per avere un percorso di rientro meno sfidante dell’attuale”.

Su Yonghong Li: “Questo scetticismo è anche un po’ fastidioso, se fossimo in Inghilterra in pochi ci farebbero caso. Io dico solo che la proprietà quest’anno ha fatto un aumento di capitale di 49 milioni e non sono soldi prestati all’A.C. Milan. E presto ne farà un altro. L’obiettivo è triennale, far crescere i ricavi e poi mettere sul mercato azionario, alla Borsa di Hong Kong, una fetta della società”.

Sul piano commerciale della società: “Normalmente ci sono tre gambe che sostengono un club. I diritti tv, i ricavi dallo stadio e dal merchandising. Noi ne abbiamo una quarta, il lavoro sul territorio cinese. Il nostro lavoro partirà dal basso, un lavoro con gli istituti scolastici governativi compatibile con il modello didattico cinese. Noi guadagneremo con merchandising e licensing. La scelta delle scuole è appena partita, se ne sta occupando una newco con sede a Pechino, la AC Milan Beijing Sport development”.

Sul Fair Play Finanziario: “A luglio i nostri progetti erano frecce tracciate sui fogli di carta. Ora è tutto più definito – ha concluso Fassone – siamo fiduciosi”.

Il Milan sonda le banche italiane: nuove linee di credito in attesa del rifinanziamento

In attesa del derby con l’Inter di domenica 15, il Milan prende contatti con le principali banche italiane per valutare l’opportunità di richiedere nuove linee di credito. E’ in questo senso che si sta muovendo, proprio in questi giorni, il cfo del club rossonero, Valentina Montanari, che, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ha messo in agenda una serie di appuntamenti coi manager degli istituti di credito per valutare l’evolversi della situazione e magari sfruttare le positive condizioni di mercato.

Il tutto mentre i vertici del Milan stanno trattando da mesi con Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch la possibilità di ottenere la finanza che serve per andare a rimborsare i 300 milioni prestati a vario titolo dall’hedge fund USA Elliott che ha in pegno il 100% del club e della holding dell’imprenditore cinese Yonhgong Li e che incasserà 56 milioni di interessi entro il 2018. E se questa delicata e decisiva partita dovrebbe chiudersi nel mese di novembre, Montanari (ex RCS, Sole24Ore, A2A e Gefran) sta sondando il mercato del credito nazionale per testare la disponibilità in vista di una operazione di natura finanziaria sul debito. Fino allo scorzo marzo le banche italiane avevano a che fare con la Fininvest dei Berlusconi, mentre ora devono interfacciarsi con Mr Li. Una situazione differente visto il patrimonio e le partecipazioni di via Paleocapa rispetto alle potenzialità dell’imprenditore cinese accreditato di un patrimonio di oltre 500 milioni di euro.

E che in casa Milan ci sia attenzione ai conti, insieme alle performance sportive, lo confermano le valutaizoni dell’ad Marco Fassone rilasciate al periodico Guerin Sportivo. “Non andare in Champions League non sarebbe un dramma perché alla UEFA ho presentato anche piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe positivo e ci consentirebbe di non pensare alla cessione di un giocatore”, ha dichiarato il top manager rossonero. Il tutto in vista dell’assemblea del club che deve approvare la semestrale e che è slittata, per motivi tecnici, al mese di novembre. La società deve effettuare alcuni aggiustamenti contabili, conseguenza del cambio di riferimento temporale del bilancio.

Fonte: MF-Milano Finanza

La strategia di Mr. Li: cedere un 25% del Milan per 200 milioni e rimborsare Elliott

Yonghong Li cerca soci cui affiancarsi nella compagine azionaria del Milan. Non è una novità quanto uscito negli scorsi giorni. E’ stata riportata all’attenzione della cronaca quanto da mesi, cioè dal giorno successivo al closing, si sapeva. Mr Li non può continuare con le sue forze nell’avventura rossonera e starebbe sondando potenziali co-investitori. Le vere novità, al contrario, potrebbero essere due. La prima, come indicato dall’agenzia Reuters, è che Mr Li starebbe cercando anche investitori europei (addirittura italiani). Questa’ultima opzione è stata smentita dal Milan. Infatti, se fosse vera, sarebbe un’informazione rilevante, in quanto vorrebbe dire che Mr Li non ha alcun investitore cinese disposto a credere in lui, tanto più dopo la stretta del governo di Pechino. E che lo sbandierato progetto Cina potrebbe non essere così dirompente. Ma, per fortuna, il Milan ha smentito in questo dettaglio la Reuters.

C’è poi un altro aspetto che questa rubrica è in grado di anticipare. Alcune fonti finanziarie confermano a questa rubrica l’attività di ricerca di investitori da parte di Mr Li. Niente di nuovo si dirà. Ebbene la novità è la valutazione che Mr Li avrebbe in mente per una minoranza del Milan: un 25 per cento verrebbe valutato più o meno 200 milioni di euro per una valutazione complessiva del club di 800 milioni di euro (escluso il debito). Quindi dopo appena pochi mesi il valore del club è lievitato: ai tempi del closing il Milan era stato valutato (esclusi i debiti per 220 milioni) circa 520 milioni di euro. Guarda caso i 200 milioni di euro che Mr Li punta ad incassare è la cifra che la Rossoneri Sport deve a monte al fondo Elliott: ad ottobre del prossimo anno scadrà infatti la tranche da 180 milioni (più interessi) dovuta al fondo statunitense. Insomma, se mai entrerà un socio di minoranza a quella cifra, potrebbe essere rimborsato il debito più pesante verso Elliott, cioè quello della holding. Resta da vedere se tutto quadrerà per il verso giusto: per ora di concreto ci sono infatti soltanto le trattative per il rifinanziamento in atto con Goldman Sachs e Merrill Lynch.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Yonghong Li al lavoro per rifinanziare il debito da 300 milioni con Goldman e Merrill Lynch

Gli advisor dell’uomo d’affari cinese Yonghong Li sarebbero al lavoro per rifinanziare il debito contratto per l’acquisizione del Milan. Secondo indiscrezioni sarebbero state intavolati contatti preliminari con due banche d’affari: cioè le americane Goldman Sachs e Bofa Merrill Lynch.

Si tratterebbe di discussioni per ora informali tanto che il tema non sarebbe emerso in modo ufficiale né con Elliott né in Cda del Milan. Yonghong Li è indebitato per 180 milioni, soldi serviti per finanziare l’acquisizione da Fininvest, tramite la lussemburghese Rossoneri Sport. Inoltre lo stesso Elliott ha concesso oltre 120 milioni, tramite due bond, al Milan. Quindi complessivamente l’indebitamento di Li, se si considera controllante e società operativa, supera i 300 milioni.

La scadenza per il rimborso ad Elliott è nell’ottobre del 2018 (con gli interessi pagati in un’unica soluzione), ma sarebbero iniziate le grandi manovre per studiare un rifinanziamento. A lavorare sul dossier, secondo i rumors, sarebbe l’avvocato Riccardo Agostinelli dello studio Gattai Minoli Agostinelli, già artefice del contratto sottoscritto con Elliott nella scorsa primavera e specializzato nel calcio per aver già lavorato sulla struttura debitoria dell’Inter di Erick Thohir. Del resto l’Ad Marco Fassone l’ha detto qualche giorno fa in un’intervista al britannico The Guardian: «Stiamo già lavorando per rimborsarli e lo faremo davvero presto, possibilmente all’inizio del 2018».

In effetti, se il rifinanziamento non andrà in porto, per Mr Li i problemi saranno rappresentati non tanto dagli interessi da pagare al fondo Usa (alti ma non altissimi) quanto dal rimborso del capitale: con l’Ebitda del Milan che andrà a peggiorare nel 2017-2018 e senza cassa operativa a sostegno. Dal club, anche tramite un video, si ostenta tranquillità sulla situazione finanziaria. Ma dopo l’operazione con Fininvest il debito si è solo trasformato (da bancario) in due bond emessi dal Milan a Vienna. Chi ha problemi è Mr Li, visto che la holding Rossoneri ne dovrà rimborsare altri 180 garantiti a Elliott da un pegno sulle azioni del Milan.

Fonte: di Carlo Festa per “Il Sole 24 ORE”

San Siro, confermata la presenza di Yonghong Li

Yonghong Li sarà a San Siro per Milan-Cagliari, prima gara casalinga dei rossoneri nella Serie A 2017-18. Come anticipato nei giorni scorsi, il nostro presidente seguirà i ragazzi dalla tribuna del “Meazza”, affiancato dal braccio destro David Han Li e dal parte “italiana” della dirigenza, incarnata da Fassone e Mirabelli. Per il Milan – riferisce Sky Sport – saranno giorni importanti: domani è in programma il CdA, dal quale potrebbero emergere novità importanti in vista degli ultimi giorni di mercato.

L'ex presidente del Milan Yonghong Li

Il presidente Yonghong Li a San Siro per Milan-Cagliari

Ci sarà anche Yonghong Li alla prima casalinga dei rossoneri in Serie A. Il nostro neo presidente – annuncia il club sui profili social ufficiali – sarà sugli spalti di San Siro in occasione di Milan-Cagliari, match valevole per la 2^ giornata di Serie A ed esordio in campionato al Meazza dei ragazzi di Montella.

Milan, buone notizie dalla Cina: nessuna indagine sull’acquisizione del club

Per il Milan arriva una parziale buona notizia dalla Cina. Non ci sono indagini governative in corso su Rossoneri Zhejiang Investment, la società veicolo usata per l’acquisto del club, durante la trattativa che ha portato l’imprenditore cinese Yonghong Li alla presidenza della società rossonera. Lo ha chiarito ufficialmente in un documento reso pubblico il SAFE (State Administration of Foreign Exchange), l’organismo governativo di controllo sulle attività finanziarie con l’estero. Nella nota il SAFE afferma che “non sono oggetto di indagine gli investimenti all’estero di Wanda Group e Rossoneri Zhejiang Investment”.

La notizia dei controlli in corso era stata divulgata dai principali quotidiani economici internazionali il 22 giugno scorso, con particolare riferimento a Rossoneri Zhajiang, Anbang, Dalian Wanda, Fosun e Hna: le ultime tre, quotate in borsa, avevano subito pesanti contraccolpi nelle quotazioni. La vicenda aveva destato scalpore soprattutto per Dalian Wanda, conglomerata del settore immobiliare, turistico e del commercio al dettaglio, notissima nel calcio mondiale in quanto controllante del 20% dell’Atletico Madrid e azionista di maggioranza di Infront, società leader nel campo dei diritti televisivi sportivi e advisor dei diritti tv della Lega italiana di serie A.

Il 19 luglio un servizio televisivo della tv di stato cinese CCTV aveva poi lanciato un’inchiesta giornalistica sull’acquisizione dell’Inter da parte di Suning, colosso cinese dell’elettronica, adombrando l’ipotesi del riciclaggio di denaro. Ora il documento dell’ente del governo di Pechino mette almeno temporaneamente al riparo dai sospetti sia il gruppo Wanda sia il discusso Yonghong Li, il silenzioso presidente del Milan, approdato alla poltrona dopo una lunghissima e controversa trattativa, chiusa grazie a tre maxicaparre versate sui conti di Fininvest e al maxiprestito del fondo statunitense Elliott.

Fonte: la Repubblica

L'allenatore del Milan Vincenzo Montella

Montella: “La mia estate dei sogni. Questa squadra resterà, voglio riportarla tra i top club”

L’allenatore del Milan Vincenzo Montella ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Sul mercato: “La mia è stata, ed è ancora, un’estate da sognatore. Ma il bello è che i miei sogni sono stati esauditi, e non è finita qui. Magari può fare scalpore il numero di giocatori acquistati e le cifre spese, resta il fatto che il club sta facendo qualcosa di straordinario. Questa è una squadra che rimarrà nel tempo, e non si svaluterà. Anche se il mister sarà un incapace (ride, ndr). Mai avuto dubbi, mai avuto nulla di diverso in mente che non fosse il Milan, anche perché dal club sentivo quotidianamente una stima sincera e netta”.

Sul progetto di riportare il Milan tra i top club: “Sia in termini affettivi che professionali mi piacerebbe molto essere io a condurre in porto tutto questo, arrivare a questo traguardo. Vorrebbe dire una grande crescita professionale, sarebbe il massimo”.

Sul grande entusiasmo per la vittoria col Bayern: “Da questo punto di vista la gestione sarà facile perché ho un gruppo intelligente e una società realista. E poi è calcio estivo. Semplicemente, così come ho provato fastidio per la sconfitta col Borussia, mi fa piacere questo successo perché ho visto passi in avanti per atteggiamento, mentalità, tattica. E tutto in una volta sola. Mi sono piaciuti la copertura degli spazi e l’aggressività fin dall’inizio. La cosa più bella è stata la ricerca della compattezza. Va però detto che il Bayern era in evidente difficoltà. La qualità si è alzata moltissimo”.

Su Niang: “Ha fatto una partita strepitosa. Ha un profilo molto importante, può diventare un giocatore di altissimo livello, ma deve migliorare nella gestione di se stesso quando le cose vanno bene. Rimane? Non c’è motivo per non credere in lui, dipende più che altro da M’Baye”.

Sul preliminare di Europa League: “In effetti prima di questa partita ero un po’ pensieroso, o magari sarebbe meglio dire realista. Adesso mi sento rinfrancato. In vista di questa partita, a oggi, faccio fatica a trovarne otto che mi garantiscano novanta minuti. Sarei già contento di averne otto che rendessero al 70%, ma non ne sono mica certo. Ci tengo molto e devo dire che temo più le prime partite che la fase a gironi. La onoreremo fino alla fine, e dai quarti in poi si avvicina molto alla Champions”.

Sullo scudetto: “Ora è un miraggio, anche se non bisogna mai por­re limiti alle ambizioni. Ho iniziato a sognare, e lungo le settimane non capivo come acquisti e soldi si potessero moltiplicare così. È stato fatto più di quanto pensassi. La proprietà cinese è molto rispettosa dei ruoli, cosa inusuale nel calcio. E il nostro dovere è essere altamente competitivi. L’approccio del presidente è ottimo, è sempre lì a ringraziarci. L’altra sera mi ha chiesto di portare avanti lo spirito Milan, mi ha meravigliato. E anche la squadra percepisce questo”.

Sui prossimi colpi di mercato: “Il focus principale è sul centravanti e poi magari su una punta esterna e una mezzala. Ma la fretta di prima non c’è più. L’attaccante ideale deve combinare diverse cose: senso del gol, gol sporchi e sa­ per giocare per la squadra”.

Su Bonucci: “Con il club c’è grande condivisione su tutti i giocatori, ovviamente con loro al 51% e io al 49%. Ecco, con Bonucci è l’uni­co caso in cui è stato il contra­rio. Ero convinto fosse raggiun­gibile, mi fidavo di chi me lo di­ceva (i due hanno lo stesso agente, ndr), mentre i miei dirigenti avevano una percezione diver­sa. Mandavo a Mira­belli almeno dieci messaggi al giorno, con tre sole parole: ‘Buongiorno, o buonasera, di­rettore: Bonucci’. Con il diretto­re abbiamo un rapporto schiet­to e continuo, condividiamo anche gli stessi vizi. Bonucci è un professionista altamente competitivo, con la mentalità e il suo modo di pensare è riusci­to a ottimizzare al massimo il suo motore. Sarà un esempio per i giovani. Non so se senza di lui la Juve si sia indebolita, ma di certo noi ci siamo rinforzati. Non credo possa essere una fi­gura ingombrante nello spo­gliatoio: solo chi lo vede in­gombrante a priori lo può per­cepire come una minaccia.

Sulla difesa a tre: “Mi intriga, mi piace come idea, ma devo dire che con questi giocatori possiamo davvero usare tanti sistemi. Ho l’imba­razzo della scelta”.

Sulla questione Donnarumma: “E’ sta­to Mirabelli a toccare le corde giuste. Io ho parlato con la fa­miglia perché loro sentivano l’esigenza di parlare con me. Ma non gli ho parlato da alle­natore, ho solo raccontato la mia esperienza. Più che per il progetto del club, l’ha fatta per se stesso. Lui è fantastico perché ha la capa­cità di unire tutte le fasce di età. Quando ha rinnovato, mia nipote Martina, che ha 7 anni, si è messa a piangere e sono certo che lo abbia fatto anche qualche nonna di 70. E’ entrato nel cuore di tutti, anche dei non milanisti, e sono certo che continuerà a essere amato dai tifosi”.

Sul rapporto con Raiola: “Un botta e risposta nato e fini­to lì. Io non ho problemi con lui e lui non credo ne abbia con me”.

Sugli obiettivi futuri: “Fra cento giorni mi aspetto che il Milan sia una squadra e che si veda il mio lavoro. Fra mille mi auguro che lo scudetto non sia più un miraggio, ma un obiettivo concreto”.

L'amministratore delegato del Milan Marco Fassone

Fassone: “In 100 giorni ho rifatto il Milan. E non è ancora finita…”

L’amministratore delegato Marco Fassone ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Sul bilancio dei primi 100 giorni al Milan: “Il nuovo corso è partito, la percezione è quella di un cambiamento importante, su tutti i fronti. Faccio un esempio più manageriale che sportivo: la settimana prossima si insedierà il direttore finanziario, e con lui il primo livello di management sarà completo. Non è facile farlo in cento giorni. In realtà mi sento un po’ stanco, lavoro tutti i giorni venti ore, ma devo dire che sono volati e mi ritengo molto soddisfatto: abbiamo fatto ciò che avevamo in mente e anche qualcosa in più”.

Sulla paura che potesse saltare tutto: “Sì, i primi due giorni dopo il mancato closing di marzo. Poi ho provato a dare una mano in prima persona e ce l’abbiamo fatta”.

Sul rapporto col fondo Elliott: “Semplice: da parte loro sono previsti controlli periodici sui conti del club, che inizieranno a novembre con cadenza bimestrale. Certo, il rischio default esiste come sempre in questi casi, ma lo considero un evento molto ipotetico, anche perché è un debito che ritengo rifinanziabile abbastanza facilmente”.

Sul presidente Li: “In quasi nessun club da cui sono passato ho visto una tale sequenza di aumenti di capitale. Significa che il proprietario crede così tanto nella sua creatura da volerla ricapitalizzare. Sono iniezioni che danno ossigeno alla cassa e aumentano il patrimonio. L’assemblea dei soci inoltre ha deliberato un aumento di capitale di lungo periodo e questo tranquillizza manager e tifosi. Lui e il direttore esecutivo Han Li intendono la gestione di un club come una famiglia manageriale. Non vedono dipendenti, ma un gruppo di persone che sposa un progetto fiduciario di lungo periodo. Ti fanno sentire uno di loro”.

Sul budget di mercato residuo: “Diciamo che qualcosina o qualcosona la faremo ancora. Dipende anche dalle uscite ma non abbiamo fretta. Questa è una squadra già ottima, manca solo la ciliegina. Che, in ogni caso, sarà un arrivo eccellente, di livello. Comunque tutti gli acquisti sono stati fatti ai prezzi corretti”.

Sull’entusiasmo dei tifosi: “Intanto vorrei sottolineare la nuova strategia di comunicazione, abbiamo scelto di parlare dritti alla gente, via social, in tempo reale. Prima per strada avvertivo scetticismo, ora sento euforia e passione. Volete un dato? In questi primi quattro giorni di campagna sono stati venduti cinquemila abbonamenti”.

Sull’aumento dei ricavi: “Intanto partecipare a tournée come queste si crea un’onda lunga con la gente che dura tutto l’anno. Occorre pianificare in paesi lontani, dove ci sono tanti potenziali tifosi. Milan China, la nostra controllata, partirà a brevissimo. Nel nostro piano quinquennale contiamo di passare dagli attuali 200 milioni di fatturato in una forbice fra i 400 e i 500. Stadio escluso, ovviamente lì c’è dentro tutto: Champions, diritti tv, ricavi commerciali in Cina. Diciamo che nel 2022, se vogliamo parlare di obiettivi, sarebbe bello avere il Milan fra i primi 5 top club mondiali. Tra l’altro sta ripartendo anche la macchina delle sponsorizzazioni: la settimana prossima ne annunceremo uno di primo livello. Ora le imprese hanno più attenzione nei nostri confronti. E poi nel 2018/19 l’ingresso in una Borsa orientale è uno degli scenari più probabili”.

Sul voluntary agreement: “Siamo grati alla UEFA. Abbiamo inoltrato altri piani, garantendo che in autunno ci presenteremo con cose concrete e non solo progetti. Il voluntary ci darà un anno di ossigeno”.

Sulla questione stadio: “Occorre accordarsi in tre: noi, Inter e Comune. A inizio agosto ci rivedremo, ma noi non sappiamo ancora se prenderemo la strada di San Siro o quella di un impianto di proprietà. Al momento le reputiamo percorribili entrambe. Di certo vogliamo arrivare a fine stagione con un progetto approvato e capire chi farà cosa”.

Sull’obiettivo scudetto: “Da uomo Milan devo pensare a quello, da manager non devo illudere con le promesse. Al primo anno, razionalmente, è quasi impossibile. Ma nel calcio l’irrazionalità è una componente sempre presente, quindi lascio le porte aperte a tutto”.

Su Montella: “Non è mai uscito dal nostro radar, lui ha la grande qualità di trasferire sempre a tutti grande serenità. Abbiamo scelto insieme una strategia di mercato rivoluzionaria: avremmo anche potuto andarci più cauti con il numero di acquisti”.

Sul viaggio di mercato più piacevole: “Per André Silva è stato un blitz: arrivati a Oporto nel pomeriggio e prima di cena avevamo già chiuso. Abbiamo incassato anche dei no, per motivi di prezzo e prima del closing”.

Sugli obiettivi sfumati: “Un paio di giocatori non sono arrivati perché è slittato il closing. Uno era Kolasinac. A volte è stato frustrante, ma io e Mirabelli non ci siamo mai fermati. Lui si è visto milioni di partite”.

Sul rapporto tra Raiola e Mirabelli: “Se abbiamo rinnovato con Donnarumma è grazie alle sue intuizioni. Ha toccato le leve giuste, ha saputo convincere Gigio a sposare il progetto. E quando parliamo di schiena dritta intendiamo dire che per gli agenti occorre la giusta remunerazione”.

Sull’irritazione della Juve per l’operazione Bonucci: “Non l’ho percepito. I rapporti sono buoni, quando si chiude un affare si è in due. Con Marotta ci siamo avvicinati subito al primo incontro. Il merito è di Montella: io ero scettico, Mirabelli il più perplesso, il mister ha insistito e ci ha spronato”.

Sul risentimento di Borussia e Torino: “Se è così, mi scuso se le mie azioni sono state interpretate come un’uscita dal mio campo. Io comunque ho parlato più volte coi club”.

Sul possibile arrivo di Belotti, Kalinic e Aubameyang: “Potrebbe esserci un’altra figura, un Mister X”.

Sul “divertimento” di questo mercato: “Credo sia la mia stagione più divertente e stimolante di sempre. E’ un Diavolo che mi ha preso l’anima, mi sento rossonero dappertutto”.

Su come si vede tra 1000 giorni: “Mi vedo con la musichetta della Champions, con una fase di rodaggio finita e quindi mi vedo alzare trofei e parlare di scudetto. E, allo stesso tempo, con la crescita e la salute economica. La stagione 2019/20 è quella del break even, quella successiva contiamo di iniziare a distribuire qualche piccolo dividendo”.

L'ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi

Berlusconi, 30 e lode ai cinesi: “L’avevo assicurato. E hanno investito oltre le aspettative”

Ormai non è un mistero che i cinesi del Milan abbiano impressionato e stupito tutti, con un mercato pirotecnico per il denaro speso e per i nomi acquisiti. In attesa del giudizio del campo, insindacabile e spietato, in tanti hanno lodato l’operato di Fassone e Mirabelli, oltre che della nuova proprietà: Yonghong Li ha convinto anche i più scettici, consegnando a Montella una rosa di alto profilo.

Chi non ha mai dubitato dei cinesi è l’ex presidente rossonero, Silvio Berlusconi, il quale non ha risparmiato elogi ai successori: “Avevo assicurato, esponendomi in prima persona, che ci sarebbe stato un generoso investimento ed è sotto gli occhi di tutti, persino in misura superiore alle più rosee aspettative“, il virgolettato affidato dal Cavaliere ad alcuni collaboratori riportato da il Giornale.

Massimiliano Mirabelli

Mirabelli: “Vogliamo aprire un ciclo. Morata? Sì, ma alle nostre condizioni. Bonucci e Belotti…”

Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Premium Sport HD. Di seguito riportiamo le sue dichiarazioni più importanti.

Sull’arrivo al Milan: “La mia è stata una scelta coraggiosa (di lasciare l’Inter senza avere ancora uno stipendio garantito, ndr), però poi l’epilogo positivo mi ha dato ragione. Quando è arrivata la possibilità di fare quello che sto facendo al Milan, non ci ho pensato due volte e ho accettato tranquillamente di correre un grandissimo rischio. I mesi del closing non li ho vissuti benissimo, se non li avete vissuto bene voi, figuratevi noi che eravamo protagonisti fantasma di questo famoso closing. Non è stato facile, dovevamo continuare a lavorare, andare in giro per il mondo sapendo che venivamo guardati con sospetto. Non c’era nessuna certezza, non potevamo parlare per conto del Milan. Nove mesi sono tanti”.

Sulle esperienze passate: “Se è più difficile fare il direttore sportivo al Rende e al Cosenza o al Milan? Sono responsabilità naturalmente differenti, differente è il fascino ma non ho mai avuto la percezione di cambiare il mio modo di fare e di essere. Deve rimanere uguale sapendo che oggi rappresento uno dei club più titolati al mondo. La gavetta è servita tanto, mi sono sempre guadagnato le categorie, nessuno mi ha regalato niente. Ho vinto tutti i campionati, dai dilettanti alla B. Non mi sento impreparato ma padrone del ruolo. Farò errori come tutti ma so giornalmente di cosa parlo e come agisco”.

Sul modus operandi: “Avevamo necessità di dare subito un’impronta, di prendere un blocco di giocatori per aprire un buon ciclo ma il Milan, come qualsiasi squadra ha il dovere di credere nello scouting perché poi dobbiamo trattare giocatori per milioni di euro: abbiamo il dovere di conoscerli, non di acquisirli per sentito dire come accade in tante società. In questo progetto scouting saremo in tanti a lavorare, dalla prima squadra al settore giovanile: è un metodo ‘nostro’. Contiamo di arrivare prima su alcuni profili per poterli acquistare a prezzi vantaggiosi”.

Sul mercato fatto e su Bonucci: “Avevamo bene in mente ciò che dovevamo fare, senza annunci. Nel silenzio abbiamo ragionato e programmato, e poi affondato come avete visto. L’acquisto meno difficile? Conti perché alla prima telefonata era già con la maglia del Milan, è stato straordinario. Il più affascinante? Bonucci. Tutto è accaduto in un lampo, non ci siamo ancora resi conto. Ci siamo detti: ‘O lo facciamo subito o non ne parliamo più’. Con Ramos è uno dei centrali pià forti al mondo, a livello tecnico e caratteriale. Nel corso degli anni ha imparato a vincere. E’ importantissimo sotto tutti i punti di vista. Strapparlo alla Juve non è stato semplicissimo: abbiamo dato un bel segnale, non trovo le parole per esprimere le sensazioni degli ultimi giorni”.

Su Donnarumma: “Acquisto più complicato? Da subito giorno la conferma di Donnarumma è stata la nostra mission impossible. Abbiamo ereditato un giocatore in scadenza: non era riuscito il vecchio managment, eccellente, a rinnovare, quindi siamo arrivati noi e per molti le chance erano pari a zero. Invece alla fine il risultato è stato raggiunto. Abbiamo lavorato sulla volontà di Gigio e della sua famiglia: volevano assolutamente il Milan, quella era la chiave più semplice”.

Su Lotito: “Abbiamo ottimi rapporti. Sa fare benissimo il presidente, è un esempio da seguire. Quando chiede una cifra non molla la presa neanche a morire, noi avevamo questo obiettivo (Biglia) e l’abbiamo portato in porto”.

Su Belotti e Morata: “Ci dispiace se il Torino è irritato. Abbiamo in mente una serie di attaccanti e stiamo chiedendo informazioni. Parlo con il Torino e sanno che stiamo attenzionando Belotti come altre punte, di alcune avete parlato mentre non sono usciti i nomi di altri. Ci stiamo comportando con correttezza e trasparenza: avvisiamo le società prima di parlare con il calciatori. Morata? Lo abbiamo sondato sin dall’inizio, ci aveva dato ampia disponibilità, poi sono sorte complicazioni tra finale di Champions e inserimento di diverse squadre e la pista si è raffreddata. Potrà riscaldarsi ma solo alle nostre condizioni”.

Su Renato Sanches e Ghezzal: “Lo conosco bene fin dai tempi del Benfica. Al Bayern non ha trovato tanto spazio: se ci fosse la necessità di un altro centrocampista potremmo valutarlo ma a determinate condizioni. Ghezzal è un parametro zero, è abbastanza interessante ma ora siamo concentrati su altri fronti. Può anche esserci l’arrivo di una punta esterna: il mercato è lungo”.

Sul nuovo Milan: “È un cantiere aperto. Serve assemblare gli elementi nuovi con quelli vecchi. Vorremmo vincere tutte le partite ma il nostro percorso è lungo, vogliamo aprire un ciclo. Tra 2-3 anni contiamo di diventare una squadra importante. Nella prossima stagione non dobbiamo far perdere ai tifosi l’entusiasmo che abbiamo ricreato. Il gruppo deve lottare in ogni match, con un San Siro di nuovo pieno. Il nostro obiettivo è questo più che collocarci dietro alla Juve o ad altre formazioni anche perché preferisco collocarmi davanti…”.

Montella: “Grazie presidente Li, ora tocca a noi”

Per tornare protagonisti in Europa, sarà fondamentale la mano di Vincenzo Montella:

“Mi associo alle parole di Marco Fassone. Per tutti noi è un grande piacere essere qui. Ci tengo a ringraziare personalmente il Presidente, sia per l’entusiasmo che ha portato, che per gli investimenti fatti. Tutto questo sta facendo sognare i tifosi e questo è un bene. Ora tocca a noi, non sarà semplice per via dei numerosi acquisti, ma sono molto fiducioso per la prossima stagione”.

Fonte: AC Milan

Conferenza stampa AC Milan China Tour 2017

Giornata importante per l’AC Milan che, in occasione dell’International Champions Cup (ICC) in programma in Cina, ha svelato, in una conferenza stampa tenutasi a Guangzhou, un accordo con la China Next Generation Education Foundation, andando così a segnare un nuovo importante capitolo nella storia del Club.

Il Presidente e proprietario dell’AC Milan, Mr. Yonghong Li, ha portato a termine l’acquisizione della società rossonera con l’obiettivo di riportare il Club a primeggiare in Europa e nel mondo. Il Club Executive Director, Mr. Han Li, e Mrs. Ping Wang, della Next Generation Foundation, hanno siglato l’accordo che ha dato vita all’“AC Milan Special Fund”, un progetto volto a promuovere e supportare lo sviluppo del calcio nella scuole in Cina. I membri del team, lo staff tecnico e i 6 dei 10 nuovi acquisti dell’ultima sessione di mercato hanno salutato la stampa, esprimendo tutte le loro aspettative per l’imminente inizio della prossima stagione.

All’evento hanno preso parte i funzionari della National Development and Reform Commission (NDRC), la Presidente della China Next Generation Education Foundation, Ping Wang, il Presidente di AC Milan e rappresentante degli azionisti, Mr. Yonghong Li, l’Executive Director Mr. Han Li, l’Amministratore Delegato Marco Fassone, il Responsabile dell’Area Tecnica e Direttore Sportivo Massimiliano Mirabelli e tutto l’intero management del Club. Per finire presenti anche Mister Montella e tutti i giocatori.

Uno dei momenti più attesi della cerimonia è stato senza dubbio la presentazione dei 10 nuovi acquisti rossoneri: André Silva, Hakan Çalhanoglu, Fabio Borini, Andrea Conti, Franck Kessie, Ricardo Rodríguez, Antonio Donnarumma, Leonardo Bonucci, Lucas Biglia e Mateo Musacchio, alcuni dei quali presenti alla cerimonia, mentre gli altri raggiungeranno la tournée nei prossimi giorni. Alle domande, i nuovi arrivati hanno mostrato tutta la loro soddisfazione e le sensazioni positive per la stagione 2017/18.

Fonte: AC Milan

Yonghong Li: “Avevo garantito grandi acquisti dal primo giorno. Sorprenderemo i tifosi”

Yonghong Li, presidente del Milan, ha parlato in un evento organizzato a Guangzhou per incontrare la squadra:

Dal primo giorno avevo garantito acquisti per il Milan. Torneremo grandi in Italia ed Europa – riporta MilanNews.itsorprenderemo i nostri tifosi“.

Il patron rossonero ha dato anche un caloroso benvenuto ai nostri ragazzi:

“Sono particolarmente felice di avere la squadra qui in Cina insieme a noi. Questa cosa mi rende orgoglioso. C’è un filo sottile che collega il Milan alla Cina – riporta il sito ufficiale del club – un amore molto profondo.

Questo è accentuato dalla grande professionalità delle persone che lavorano nella società: grazie all’ottimo lavoro di Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, il Club ha ottenuto una serie di acquisti straordinari. Siamo convinti e fiduciosi del fatto che la squadra darà grandi soddisfazioni ai nostri tifosi, sia in campionato che in Europa League. Oggi è un giorno molto importante per tutti noi.

Questo accordo con la CNGEF permetterà a tutto il movimento calcistico cinese di crescere e di sviluppare un nuovo modello per tutti i giovani calciatori”.

Yonghong Li, presidente del Milan

Comunicato ufficiale: aumento di capitale

Ricevuta la tranche di 22 milioni di euro dall’azionista di maggioranza

AC Milan comunica di aver regolarmente ricevuto dall’azionista di maggioranza Rossoneri Sport Investment Luxembourg la tranche di 22 milioni di Euro relativa all’aumento di capitale deliberato nel corso dell’Assemblea dello scorso 18 maggio.

Fonte: AC Milan

Milan, arrivano i 22 milioni del primo aumento di Mr. Li

Yonghong Li, azionista di controllo del Milan, mette mano al portafoglio per il primo aumento di capitale da 60 milioni del club rossonero. Sarebbero infatti arrivati ieri in Lussemburgo, secondo scadenza anche se in Zona Cesarini, i primi 22 milioni dell’aumento da 60 milioni di euro. I soldi, secondo i rumors, sarebbero arrivati da un conto bancario di Hong Kong fino ai conti in Lussemburgo della holding Rossoneri Lux nella giornata di ieri. I capitali arriveranno in Italia presumibilmente nella giornata di oggi.

La cifra dei 22 milioni è facilmente spiegabile. Chi sottoscrive l’aumento di capitale, secondo il codice civile, deve infatti versare all’inizio nelle casse sociali almeno il 25% del capitale sottoscritto e l’intero sovrapprezzo. Da notare che Yonghong Li, come è sua abitudine, ha aspettato l’ultimo giorno, cioè venerdì scorso, per esercitare l’opzione di sottoscrizione, mentre il versamento è stato effettuato ieri. Questi soldi serviranno alle esigenze di cassa del club. La somma restante (rispetto ai 60 milioni previsti) dovrebbe dunque arrivare in un secondo momento.

Inoltre il consiglio di amministrazione del club rossonero – composto da otto membri, di cui quattro di parte italiana (Marco Fassone, Marco Patuano, Roberto Cappelli, Paolo Scaroni) e quattro di parte cinese (Yonghong Li, Han Li, Lu Bo e Xu Renshuo) – ha la delega per chiamare nei prossimi mesi altri soldi fino a 60 milioni di euro. Parte di questa ultima iniezione servirà a far fronte alla campagna acquisti del club delle ultime settimane. Il Milan ha già messo in cascina circa 55 milioni di euro, derivanti dal bond emesso emesso dal Milan in giugno alla Borsa di Vienna e sottoscritto dal fondo americano Elliott.

Resta da capire la provenienza dei 22 milioni in oggetto. Geograficamente il punto di partenza del bonifico è infatti Hong Kong, area off shore Cina dalla quale sono partiti anche i bonifici delle prime due caparre a Fininvest. In quel caso però i soldi erano stati finanziati dal gruppo finanziario cinese Huarong. Il bonifico di ieri invece, secondo alcune ricostruzioni, dovrebbe provenire (anche se il condizionale è d’obbligo) dal patrimonio di Mr Li, che ammonterebbe – secondo quanto ricostruito da un’inchiesta del Sole 24 Ore – a circa 500 milioni di euro.

In ogni caso sembra comprensibile che queste risorse provengano ancora da Hong Kong, visto che il governo cinese non ha abbassato il livello di guardia sull’esportazione di capitali al di fuori della Grande Muraglia in settori non strategici come appunto il calcio.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Yonghong Li vaglia un extra budget per un campione: il sogno Milan è Aubameyang

Yonghong Li non ha intenzione di fermarsi. E “fatto” 7, vuole arrivare a 8 e anche a 9. Il mercato faraonico del Milan di queste ultime settimane è destinato a registrare altri colpi (Biglia e una punta), finanziati anche da un nuovo intervento del neo presidente: le ultime dalla Cina – riferisce La Gazzetta dello Sport parlano di un possibile extra budget che Mr. Li sta pensando di mettere a disposizione di Fassone e Mirabelli, i quali avrebbero comunque già in dote un gruzzolo da spendere per completare l’opera di rafforzamento della rosa.

Con l’extra budget presidenziale, l’obiettivo numero uno diverrebbe a tutti gli effetti Pierre-Emerick Aubameyang: corteggiato da settimane, sarebbe ancor più raggiungibile con un plus economico a disposizione della dirigenza. La trattativa col Borussia Dortmund potrebbe segnare una svolta in occasione dell’amichevole cinese che vedrà di fronte il 18/7 proprio il BVB e il Milan: da via Aldo Rossi è pronta un’offerta da 60 milioni per il cartellino e da 7,5 netti a stagione per il calciatore. Ma saranno i prossimi i giorni a essere decisivi: il Tianjin ha tempo sino al 15 luglio per chiudere il colpo Aubameyang, prima che finisca il proprio mercato.

Non dovesse arrivare la chiusura del club di Cannavaro, il Diavolo sarebbe pronto per andare all’assalto del Torschützenkönig dell’ultima Bundesliga, forte del venir meno della ricca concorrenza del Tianjin e della volontà della famiglia di riavere Pierre dalle parti di Milanello. Ma il Milan – prosegue la Rosea potrebbe addirittura pensare a raddoppiare, prendendo anche Kalinic. Già espostosi pubblicamente per la cessione ai rossoneri, il croato viene valutato 30 milioni, mentre l’offerta meneghina è ferma a 20. L’ipotesi più probabile, ad ogni modo, è che Auba e Kalinic rimangano acquisti alternativi.

Fassone: “Gigio? Accordo vicino, ma no ad altri compromessi. Vi racconto Yonghong Li”

L’ad del Milan, Marco Fassone, è stato intervistato dal Corriere della Sera.

Partiamo da Gigio. Accordo a un passo allora?

«Avevo anticipato che le porte del Milan sarebbero state riaperte qualora Gigio avesse voluto ripensarci. Qualche ripensamento c’è stato: ho la sensazione che siamo molto vicini all’accordo con il giocatore e la sua famiglia, fermo restando che non vogliamo scendere ad altri tipi di compromessi. Credo che siamo a un giorno o due dalla decisione, che spetta al giocatore».

A cosa si riferisce quando parla di compromessi?

«Queste decisioni non vengono mai prese dai giocatori da soli. Ci sono gli agenti, in questo caso ce n’è uno molto bravo, che ha sue idee e convinzioni, che sono un po’ lontane dalle nostre, quindi non so quale sarà la scelta finale».

Ma ha avuto l’impressione che la famiglia e Raiola abbiano linee diverse?

«No, fino a quando qualcuno non mi dice il contrario il mio interlocutore è Mino, con cui parlo più volte al giorno. Ripeto, credo che la parte di accordo che riguarda giocatore e famiglia sia vicina, l’altra è più complicata».

Ma quest’altra parte cosa comprende? Il nodo è la clausola rescissoria?

«Il pacchetto è ampio, comporta una retribuzione, dei benefit, delle clausole, una commissione, delle possibili clausole sulla futura vendita del giocatore».

Ha parlato di un paio di giorni, poi il Milan cercherà un altro portiere?

«Era una mia stima, non faccio più aut aut».

Mai avuto voglia di interrompere la trattativa?

«Credo di aver imparato a gestire situazioni come queste non con la pancia, ma con la razionalità. Ci sono due ragionamenti che mi hanno guidato. Gigio è uno dei migliori portieri al mondo; farlo andar via alla fine dell’anno comporterebbe la perdita di un patrimonio. Ecco perché ho scelto di andare avanti, fermo restando che a un certo punto si pone un’asticella, non si può andare oltre a un sano compromesso».

La precedente proprietà poteva fare di più?

«Non ho idea, ho trovato due giocatori importanti in scadenza nel 2018 (l’altro è De Sciglio, ndr), immagino che prima di aprile siano stati fatti tutti i tentativi per prolungare».

Ha parlato con Gigio degli esami di maturità saltati?

«Francamente davo per scontato che li avrebbe fatti».

Gli agenti hanno troppo potere?

«Un po’ di responsabilità ce l’hanno i club. Se una società non è strutturata, un agente bravo può influenzare le sue scelte di mercato. Se un club ha invece una policy chiara, l’agente svolge un servizio utile e se la commissione non è enorme, va bene. Il problema è se le percentuali sono troppo alte, ma di nuovo cediamo noi società, non ci obbliga nessuno ad accettare».

Che presidente è Yonghong Li?

«È molto diverso da quelli a cui siamo abituati. Sarà molto meno visibile. Non è un imprenditore con un’unica azienda, è un investitore, che ha asset importanti e diversificati tra loro, viaggia moltissimo e ha base in diverse città della Cina. Ha un team di lavoro che lo segue, il cui braccio destro è Li Han, che io sento tutti i giorni. Mr Li, invece, lo sento una volta al mese. È convinto che il Milan possa aiutarlo per gli affari nel suo Paese: è la squadra più amata in Cina».

Cosa le ha detto la prima volta?

«Era il 5 agosto, lui era reduce da Villa Certosa. Mi aveva già scelto senza vedermi. In 10 minuti mi ha spiegato il suo pensiero, mi ha detto che conosce poco il calcio, ma è molto bravo negli affari. Mi ha chiesto se potevo garantirgli in poco tempo un Milan che torni a giocare la Champions e mi ha detto che mi avrebbe supportato».

Ma se il Milan non raggiunge la Champions e i conseguenti proventi? Salta tutto?

«No certamente, il mio lavoro è proprio far sì che l’investimento non si bruci in virtù di un risultato sportivo che non arriva. Il nostro piano è cauto, prevede di metterci anche più tempo. Se mancassi la Champions per due anni di fila, avrei qualche grattacapo in più».

I sei acquisti hanno creato molto entusiasmo, il Milan è già l’anti-Juve?

«Non oso contare i punti di distacco che abbiamo preso negli ultimi anni. Mi piacerebbe che in due mesi si colmasse questa distanza, ma sappiamo che il primo anno è sempre irto di difficoltà».

E chi sarà allora l’anti-Juve?

«Il Napoli, perché non si è indebolita, è rodata, ha il gioco che mi ha divertito di più».

Si dice: il Milan è stato acquistato con un indebitamento troppo grande. Non reggerà.

«Il Milan che ho trovato io aveva 75 milioni di debiti che abbiamo trasferito dalle banche al fondo Elliott, che è un po’ più caro, gli interessi sono al 7,7%. Poi abbiamo emesso un bond di 50 milioni per far fronte alle esigenze del mercato estivo. In tutto 120 milioni di debito, su oltre 200 di fatturato: è estremamente contenuto rispetto ad altri club. Non solo. La stagione 2017-2018, visti gli ingenti investimenti, avrà ancora perdite significative e mr Li vi farà fronte con un aumento di capitale».

I dubbi, per la verità, più che sul Milan riguardano la tenuta della proprietà.

«L’acquisizione del Milan è costata oltre un miliardo. Pensare che possa essere fatta senza leve finanziarie mi sembra difficile. E poi mr Li ha dovuto cambiare in corsa il piano per gli ordini del governo».

Siete sempre stati convinti di tenere Vincenzo Montella?

«Sì, per noi è molto bravo: Mirabelli mi faceva notare che si vedeva la sua mano dal punto di vista tecnico, io vedevo come riusciva a tenere la barra dritta in una fase di transizione in cui venivano meno riferimenti trentennali».

Quanto avete speso fin qui di mercato? E quanto potete ancora spendere?

«Direi circa 100 milioni. Ora spero di prendere un altro giocatore (Conti, ndr), poi tireremo una linea e penseremo alle uscite. Una rosa ipertrofica non aiuta l’allenatore. Infine vedremo che budget resta».

I tifosi vogliono un regista e un altro attaccante. Si parla di Biglia, Kalinic e il sogno Belotti.

«Ci piacerebbe fare altre operazioni, ma non devono essere forzate. Biglia è in stand by, Kalinic ora lasciamo tranquilla la Fiorentina. E poi abbiamo già molti attaccanti».

Sente Silvio Berlusconi?

«Spesso, ed è molto prodigo di consigli».

In conclusione, che Milan ha trovato?

«Negli ultimi anni ha faticato, ma ha un dna da grande club, come una macchina molto potente che è stata in garage impolverata e ha voglia di tornare a correre».

Fonte: Corriere della Sera

CdA, i dettagli su budget e Milan China. Ok della Lega a Yonghong Li

Con il certificato antimafia rilasciato questa mattina dalla Prefettura di Milano, la Lega Serie A ha concluso l’iter per la raccolta dei documenti relativi al nuovo proprietario cinese del Milan, Li Yonghong, e ha trasmesso il dossier alla Federcalcio, in base alle norme federali sulla verifica dell’onorabilità e la solidità finanziaria di chi possiede almeno il 10% di un club.

In mattinata si è anche tenuto il cda del club rossonero, che – secondo quanto viene fatto filtrare – ha approvato il budget per l’iscrizione al prossimo campionato e all’Europa League, e ha deliberato la costituzione di Milan China, la società con il compito di seguire da vicino lo sviluppo commerciale del Milan sul mercato cinese per aumentare i ricavi. Non è ancora nota la città dove avrà sede.

Fonte: ANSA.it

Berlusconi: “I cinesi? Spero che agiscano al meglio per il bene del Milan”

L’ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi, ha parlato a TeleLombardia di Milan e della cessione ai cinesi:

“Mi tocca dentro al cuore proprio, ho dolorosamente sofferto ciò che sono stato costretto a fare, però abbiamo alle spalle 30 anni di gloria e quindi credo che questi saranno sempre ricordati da tutti i tifosi milanisti. Io sono diventato grazie a questo il presidente di club che ha vinto di più nella storia: adesso sulla nuova gestione logicamente non prometto di dare un giudizio e spero che agiscano nel modo migliore per il bene della squadra, per rafforzare il Milan in vista del doppio impegno tra Italia ed Europa al quale io dico dobbiamo fare onore.

Ho detto dobbiamo perché non ho più nulla a che fare con proprietà e gestione della squadra, ma sono e sarò sempre primo tifoso del Milan: continuerò a gioire e soffrire come ho sempre fatto, come quando mio padre da bambino mi portava con lui allo stadio e mi insegnava che dopo ogni vittoria bisognasse prepararsi ad ogni nuova sfida e dopo ogni sconfitta ci si dovesse risollevare e lottare per vincere di nuovo”.

Yonghong Li, presidente del Milan

Milan, i numeri del piano di Mr. Li “congelato” dalla UEFA: Scudetto nel 2022

Il business plan da Superman di Yonghong Li per il Milan. E’ ambizioso, forse troppo, il piano industriale presentato dall’uomo d’affari cinese Mr Li per la crescita dei ricavi e della redditivita’ del club rossonero nei prossimi 5 anni. Lo stesso che e’ stato presentato all’Uefa e “rimandato” a ottobre dal Governo del calcio europeo per verificare se sia (o meno) realistico. Ebbene, in base a fonti vicine all’Uefa, Il Sole 24 Ore e’ riuscito ad avere alcuni passaggi fondamentali del piano industriale. Quello che piu’ impressiona sono i numeri di espansione sul mercato cinese. Ma colpisce anche uno dei punti cruciali del piano industriale: cioe’ la volonta’ di un progressivo miglioramento nella graduatoria dei primi club della Serie A italiana, con la qualificazione alla Champions League, con la precisazione pero’ che il primo posto in campionato e’ prefissato soltanto in 5 anni, cioe’ nella stagione 2021-2022.

Sul fronte dei numeri i ricavi totali dovrebbero salire dai 206,3 milioni della stagione 2015/2016 e 196,2 milioni della stagione 2016/2017 ai 273 milioni di fine 2018, per balzare a 426,2 milioni a fine 2019, a 447,5 milioni nel 2020, a 486,1 milioni nel 2021 per concludere a 524 milioni nella stagione 2021/2022 piu’ che raddoppiando quindi il fatturato rispetto all’attuale. Il vero volano sara’ la crescita del mercato cinese, dove e’ in costituzione la newco Milan China. Gia’ nella prossima stagione ci dovrebbero essere, secondo il business plan, circa 90 milioni di euro in piu. Nel 2018/2019 il giro d’affari tra la Grande Muraglia passera’ a 183 milioni, a fine 2020 a 196 milioni, a fine 2021 a 213,5 milioni, nel 2021/2022 a 225 milioni. Insomma, numeri assai ambiziosi, che la stessa Uefa ha ritenuto da verificare nei prossimi mesi, per capire se siano realistici o meno.

L’esame della situazione contabile del Milan, il primo club a chiedere il voluntary agreement, per rientrare spontaneamente nei parametri del fair-play finanziario, e’ infatti stata rinviata a ottobre. Il club rossonero ha ritirato la propria iniziale richiesta per un voluntary agreement ma, allo stesso tempo, ne ha formalmente presentata una nuova, come consentito dal regolamento del fair-play finanziario, in caso di cambio di proprietà. In particolare, l’Uefa avrebbe chiesto al Milan chiarimenti sulla struttura proprietaria e proprio sulle prospettive di ricavi sul mercato cinese. Per quanto riguarda le altre fonti di ricavi sembrano piu’ realistiche: le entrate da broadcasting (esclusi i diritti Uefa) dovrebbero passare dai 98 milioni del 2016/2017 ai 107 milioni di fine 2022. Le entrate da sponsor dovrebbero salire dai 76 milioni del 2017 agli 84 milioni del 2022. Quelle da stadio dai 22 milioni del 2017 ai 40 milioni del 2022. Infine le entrate Uefa dovrebbero passare dai 46 milioni della stagione 2018/2019, quando e’ previsto il ritorno in Champions League, ai 68 milioni della stagione 2021/2022.

Sul fronte dei costi, ferma restanto la stabilita’ di spese come le Accademie di calcio oppure quelle da stadio, le uscite piu’ rilevanti riguardano quelle del personale (che passeranno da 142 milioni a 252 milioni) e quelle da sostenere per il mercato cinese (che cresceranno da 40 milioni a 89 milioni). Importante la crescita della marginalita’ nel business plan: con l’Ebitda (post diritti sui giocatori) che dovrebbe raggiungere gli oltre 127 milioni nella stagione 2021/2022. Insomma, numeri assai ambiziosi che ora Yonghong Li e l’amministratore delegato Marco Fassone dovranno dimostrare di essere credibili.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Milan, il progetto di Yonghong Li sul mercato: 400 milioni in 5 anni

È posticipato a ottobre la pronuncia dell’UEFA sul “Voluntary Agreement” chiesto dal Milan. Il club rossonero vuole rispettare il piano di investimenti redatto e che prevede un ingente impegno economico della società da qui sino al 2021, contando di strappare il “sì” alla UEFA proprio su questo punto.

Yonghong Li e i suoi collaboratori – scrive La Gazzetta dello Sport – hanno previsto di investire nel rafforzamento della squadra una cifra davvero importante: un totale di ben 400 milioni di euro in 5 anni destinati all’acquisto di nuovo giocatori, a cui è da aggiungere il ricavato delle varie cessioni.

Ufficiale: Milan, l’UEFA valuterà in autunno il voluntary agreement

AC Milan comunica che, non sussistendo i tempi tecnici necessari per addivenire a un’utile intesa, d’accordo con la competente Commissione dell’UEFA si è deciso il ritiro della domanda di “Voluntary Agreement” presentata lo scorso dicembre 2016, con contestuale presentazione di altra, analoga, domanda, che sarà discussa con l’UEFA nell’autunno del 2017. L’intesa conseguente produrrebbe i suoi effetti a partire dalla stagione sportiva 2018/19.

Fonte: AC Milan

Milan, entro domani la pronuncia della UEFA sul voluntary agreement

È attesa entro domani (ma secondo alcune fonti potrebbe arrivare già nella giornata di oggi) la risposta della UEFA alla richiesta di “voluntary agreement” presentata dal nuovo Milan di Yonghong Li a fine aprile.

Si tratta di un passaggio chiave nella strategia della dirigenza rossonera, guidata dall’amministratore delegato Marco Fassone, necessario per poter prendere parte alle competizioni internazionali derogando alla break even rule prevista dal regolamento UEFA sul fair play finanziario e avere così la possibilità di fare investimenti sul mercato per rafforzare la squadra.

Il Milan ha chiuso infatti gli ultimi tre esercizi sotto la proprietà della Fininvest della famiglia Berlusconi (2014, 2015 e 2016) in rosso rispettivamente di 91,3 e 89,3 e 74,9 milioni. Ragione per cui l’accordo volontario con l’UEFA diventa fondamentale sia per partecipare alla prossima Europa League, sia per impostare una strategia di crescita a medio termine senza le limitazioni previste dalle regole base del fair play finanziario, che impone un rosso aggregato massimo di 30 milioni in tre stagioni.

Il club rossonero, secondo quanto indicato dallo stesso Fassone nel corso dell’assemblea dello scorso 18 maggio, dovrebbe chiudere il prossimo bilancio (quello relativo alla stagione 2017-2018, visto che la data di chiusura dell’esercizio è stata spostata dal 31 dicembre al 30 giugno) ancora in perdita e ci vorranno almeno tre anni prima di raggiungere l’equilibrio tra ricavi e costi.

La necessità di procedere al rafforzamento della squadra, attraverso investimenti in nuovi calciatori (finora sono arrivati Musacchio, Kessie e Ricardo Rodriguez) e nel ritocco degli ingaggi di alcuni giocatori già in rosa, comporterà infatti un aumento dei costi di gestione a fronte di ricavi che nella prossima stagione dovrebbero rimanere in linea con quelli attuali, per crescere poi negli anni successivi attraverso la qualificazione alla Champions League e alle azioni commerciali anche sui mercati asiatici e in particolare su quello cinese.

Secondo quanto riportato da Repubblica e Gazzetta dello Sport, prima di pronunciarsi sulla richiesta di voluntary agreement avanzata dal Milan, la UEFA avrebbe chiesto alcuni chiarimenti.

Due sarebbero gli ambiti da approfondire: 1) Le prospettive di crescita dei ricavi; 2) La situazione patrimoniale e le disponibilità finanziarie della nuova proprietà cinese.

Per sottoscrivere l’accordo volontario e derogare così alle regole del Fair Play Finanziario un club deve infatti:

presentare un piano a lungo termine, costituito da un piano finanziario basato su ipotesi ragionevoli e prudenti che preveda il raggiungimento del pareggio di bilancio in quattro esercizi;

dimostrare di avere le risorse finanziare a sostenere la gestione fino al termine del periodo coperto dall’accordo volontario;

presentare un impegno irrevocabile da parte dell’azionista o di una parte correlata (nel caso del Milan potrebbe essere Yonghong Li o il fondo Elliott che lo ha finanziato) a coprire le perdite relative agli esercizi precedenti a quello in cui sarà raggiunto il pareggio di bilancio. Questo impegno irrevocabile – dice il regolamento – dovrà essere sancito per mezzo di un accordo giuridicamente vincolante tra il club e l’azionista (o la parte correlata). Non solo, l’UEFA Club Financial Control Body potrebbe anche chiedere al nuovo azionista del Milan o a chi lo ha finanziato di presentare precise garanzie finanziarie.

Fonte: Calcio e Finanza

Milan, Mr Li atteso all’aumento. Il rebus sulla provenienza dei nuovi soldi

Nuovo test sulla solidità finanziaria di Yonghong Li. L’imprenditore cinese, proprietario del Milan dopo i 31 anni di epopea Berlusconi, è atteso a sottoscrivere l’aumento di capitale da 60 milioni di euro che servirà a venire incontro alle esigenze di cassa del club rossonero. Tra giugno e luglio (con scadenza il 7 luglio) è attesa l’iniezione di cassa, fermo restando che in base alle norme del codice civile inizialmente verranno versati circa 23 milioni di euro, cioè una prima tranche dei 60 milioni. Si tratta del 25% del capitale più l’intero sovrapprezzo.

Il punto interrogativo della nuova operazione resta sempre lo stesso che ha accompagnato il versamento dei soldi a Fininvest nei mesi passati: da dove arriva questa nuova liquidità? Sarà direttamente Yonghong Li a mettere di tasca propria i soldi dell’aumento di capitale oppure la liquidità arriverà ancora da prestiti oppure verrà forse coinvolto un nuovo investitore? Mr Li è atteso al varco. Ebbene, secondo alcune indiscrezioni provenienti dalla Cina, sarà direttamente Mr Li a mettere di tasca propria i nuovi soldi.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Maldini: “Il no al Milan? Ho avuto incontri coi cinesi, ma non c’erano le condizioni”

Paolo Maldini, ex capitano e leggenda del Milan, è stato ospite al programma televisivo “Che tempo che fa”. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Sul Milan cinese: “Ho avuto qualche incontro: quando li ho visti, ho pensato che passare a loro da Berlusconi fosse un bel salto. A parte gli scherzi, dobbiamo essere pronti agli investitori stranieri, ma non c’erano le condizioni per entrare in società”.

Sui figli e sulla numero 3: “Sono spiriti indipendenti: credo che non indosseranno mai la mia maglia 3, anche qualora ce ne fosse la possibilità”.

Su Totti: “Il calcio è stata sempre la mia passione, ma non ho dimenticato il resto della mia vita. Per questo motivo non ho avuto paura di smettere, come invece ha detto di avere Totti. La vita è bellissima anche al di là del calcio e delle emozioni che abbiamo provato”.

Sul padre Cesare: “Mi ha insegnato i valori della vita, applicabili anche al calcio. Al provino mi accompagnò lui: è sempre stato il mio primo tifoso. Lui ha vinto con il Milan, io ho continuato e adesso i miei figli sono nelle giovanili. E i gesti uguali tra no i due: è genetica”.

Aut-aut su Donnarumma. Il Milan: non lo cederemo o piuttosto va in tribuna

Il club rossonero mette Gigio e Raiola spalle al muro: se non firma pronti a tenerlo fermo nell’anno del Mondiale (da “il Giornale”)

A brigante, brigante e mezzo. Se Mino Raiola ha la fama di essere un agente senza scrupoli, Yonghong Li, il nuovo presidente del Milan cinese, non è certo un tipo arrendevole.

E il braccio di ferro cominciato in epoca non sospetta sul rinnovo del contratto di Gigio Donnarumma è giunto a un punto dall’epilogo clamoroso. Già perché le parti, Raiola da un lato e Fassone dall’altro, hanno già avuto nei giorni scorsi un vivace (per usare un eufemismo) scambio di telefonate sull’argomento. Il procuratore ha fatto sapere di avere pronta una ricca offerta (sui 70 milioni) per trasferire subito all’estero il suo assistito (Manchester United) in modo da piegare la resistenza del Milan. La risposta ricevuta dalla Cina è stata lapidaria: «Per nessuna cifra il club cederà Donnarumma».

E fin qui siamo alle schermaglie, diranno gli osservatori. No, c’è di più, molto di più questa volta. Perché il Milan ha messo a punto una strategia che ha costretto Raiola ad accogliere l’invito per recarsi a casa Milan la prossima settimana e sedersi al tavolo della trattativa. Certo non sarà il primo incontro quello decisivo ma di sicuro contribuirà a rendere meno ostico l’ospite. La posizione milanista è già stata notificata agli interessati: o Donnarumma, e per Gigio il suo procuratore, firma un rinnovo di contratto (minimo 3 anni) alle cifre da pattuire (sui 3 milioni di euro netti l’anno la ricca proposta dei cinesi) oppure il ragazzo diventerà il quarto portiere della rosa e si dovrà accomodare in tribuna mentre Mirabelli ha già pronta la pista per scegliere un altro portiere affidabile da schierare titolare. Il primo nome sulla lista è quello di Wojciech Szczèsny, polacco di 27 anni della Roma, già entrato nel mirino del Napoli. Storari è confermato come secondo, alle sue spalle Gabriel di ritorno da Cagliari con le pive nel sacco (gli avevano promesso di giocare, ha totalizzato appena due partite) mentre il promettente Plizzari (attualmente con l’under 20 al mondiale) si allenerà con Montella ma poi farà il titolare con Gattuso alla primavera.

La decisione di fatto provocherebbe, per Donnarumma, un danno tecnico prim’ancora che economico perché senza giocare neanche un minuto per la prossima stagione non potrebbe certo aspirare a finire tra i 23 azzurri e perderebbe di fatto il mondiale. Di striscio, la posizione intransigente del Milan consentirebbe anche di agevolare la trattativa Morata. Come? Mou ha chiesto al Real il centravanti e in cambio è disposto a offrire il portiere spagnolo De Gea. Naturalmente il retro-pensiero dell’United è il seguente: prendiamo Morata e Raiola poi ci porterà Donnarumma ma senza il portiere prodigio dei rossoneri De Gea resta in Inghilterra e Morata può diventare un obiettivo rossonero. Non solo. Il rischio di perdere il ruolo di titolare del Milan nella prossima stagione è l’arma di pressione più forte per convincere l’interessato e soprattutto la sua famiglia a più miti propositi. Perciò Raiola è sceso subito dall’Aventino e la prossima settimana arriverà a Milano.

Al futuro di Donnarumma si è interessato anche Gattuso presentato ieri pomeriggio dopo la firma del contratto (2 anni), capace di spedire un messaggio in codice a Montella («non deve preoccuparsi di me, non sono ancora pronto per guidare il Milan») e un altro più esplicito ai tifosi («non devono essere entusiasti per il mio ritorno ma per il mercato che sta facendo la società») prima di raccontare che oltre ai complimenti ricevuti qualcuno gli ha dato «dello scemo» perché è tornato indietro. «E invece dopo tre anni difficili, avevo bisogno di sentirmi a casa» la sua chiusa.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milan, da oggi due nuovi bond quotati alla borsa di Vienna

Serviranno, tra le altre cose, “per il finanziamento della campagna acquisti dei giocatori”.

Da oggi due nuove obbligazioni della squadra di calcio Ac Milan sono quotate alla Borsa di Vienna. I due corporate bond, si legge in una nota, ammontano a un volume complessivo di 128 milioni di euro, con scadenza a poco meno di 1,5 anni. Il doppio bond e’ stato emesso per rimborsare un prestito soci e per gli investimenti necessari per il calcio mercato.

Il bond verra’ interamente sottoscritto dal fondo Elliott, il gruppo del finanziere Paul Singer che ha fornito un prestito da 303 mln di euro al nuovo proprietario del Milan Yonghong Li, per l’acquisto del gruppo. Prestito che dovra’ essere rimborsato in 18 mesi.

Attualmente 53 obbligazioni di aziende italiane con volumi di emissioni pari a oltre 6,2 miliardi di euro sono negoziabili alla Borsa di Vienna. Tra queste aziende come Barilla, Davide Campari, L’espresso, il gestore di reti di trasmissione Snam e il produttore di cemento Buzzi Unicem.

Nelle scorse settimane CF – calcioefinanza.it aveva spiegato tutti i dettagli dell’operazione della società rossonera.

In particolare giusto sottolineare che:

– con l’emissione di Titoli Serie 1, si legge nel documento, il Milan intende reperire le risorse finanziarie necessarie ad estinguere totalmente il finanziamento ricevuto dalla capogruppo lussemburghese;
– con l’emissione di Titoli Serie 2 il club guidato da Marco Fassone punta a raccogliere risorse liquide da utilizzarsi, tra le altre cose “per il finanziamento della campagna acquisti dei giocatori” e per assicurare le risorse necessarie al funzionamento delle società controllate come Milan Entertainment.

Fonte: Calcio e Finanza

Milan, arrivano 23 milioni (su 60) del primo aumento di capitale

Aumenti di capitale del Milan in vista. Yonghong Li deve mettere mano al portafoglio per il primo aumento di capitale da 60 milioni. Per il secondo aumento (o più di uno) il Cda ha la delega per chiamare altri soldi fino a 60 milioni. Quindi, escludendo il bond da 55 milioni che verrà emesso dal Milan in giugno alla Borsa di Vienna e che servirà alla campagna acquisti del club, c’è da farsi una domanda: quanti soldi, di quelli relativi al primo aumento di capitale da 60 milioni, arriveranno nell’immediato e da dove arriveranno? Ebbene, secondo gli insider raccolti da questa rubrica, a metà giugno arriveranno circa 23 milioni di euro, cioè una prima tranche dei 60 milioni. Questa cifra è così spiegabile: si tratta del 25% del capitale più il sovrapprezzo. Infatti chi sottoscrive l’aumento di capitale deve versare all’inizio nelle casse sociali almeno il 25% del capitale sottoscritto, e l’intero sovrapprezzo. La somma restante arriverà poi.

Più difficile invece rispondere alla seconda domanda: non si sa ancora, infatti, se sarà direttamente Yonghong Li a mettere di tasca propria i soldi del primo aumento di capitale oppure se i soldi arriveranno ancora da prestiti oppure se verrà coinvolto un altro investitore.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Rinascimento milanese a due velocità

Il Milan ha trovato i soldi per Donnarumma e ha già fatto tre colpi

Se la Torino bianconera brinda e prepara la seconda tappa del suo strepitoso tour calcistico (Roma-Torino-Cardiff), Milano insegue la rinascita e progetta clamorosi cambiamenti.

Ad Appiano Gentile, succursale di Suning, la scelta del tecnico è ancora in alto mare per un motivo elementare e noto a tutti: Zhang e Sabatini hanno deciso di aspettare la finale della coppa d’Inghilterra per conoscere il responso definitivo di Antonio Conte sul suo futuro. Nel frattempo oltre ad accarezzare la suggestione Sarri (dixit Massimo Moratti) stanno provvedendo a rimpolpare la rosa attuale considerata la causa principale dell’ennesima delusione. L’argentino Di Maria, attualmente al Psg, è il nome nuovo (dopo quello di Pepe) entrato sul taccuino di Ausilio al rientro dal giro europeo per piazzare Perisic al miglior offerente.

Al Milan cinese, se possibile, e a dispetto dello scetticismo generalizzato, sono ancora più avanti. Primo perché hanno già il tecnico della prossima stagione, Vincenzo Montella, confermatissimo. Secondo perché invece di spendere chiacchiere nelle settimane passate, hanno già messo a segno tre rinforzi che non sono proprio di secondo piano: il difensore centrale del Villareal Musacchio (già trattato da Galliani la scorsa estate e poi lasciato in Spagna per mancanza di fondi), il terzino sinistro Rodriguez del Wolsburg e il centrocampista Kessiè dell’Atalanta rivelazione del campionato. Terzo perché proprio ieri, nel corso della prima assemblea dei soci indetta dalla nuova proprietà, sono stati approvati due aumenti di capitale da 60 milioni ciascuno (il primo già in cassa, il secondo a discrezione del cda in caso di necessità), e chiuso il bilancio passato con un passivo di 75 milioni (gestione Fininvest ma a pagare in forza dell’accordo sono stati i cinesi).

Non solo. Sono stati anche distribuiti i curricula dei nuovi proprietari così da soddisfare la curiosità di piccoli azionisti e cronisti. E si è così saputo in modo pubblico che Yonghong Li, spesso descritto come una sorta di signor nessuno, è tra l’altro azionista di controllo di una miniera di fosforo cinese che produce 3 milioni di tonnellate l’anno. Nel dibattito tra Fassone, nuovo ad, scortato nell’occasione dal ds Mirabelli, e i piccoli azionisti, sono emersi anche alcuni particolari del piano industriale del nuovo Milan. «Per un paio di stagioni avremo bilanci in rosso, contiamo di risalire la china nel giro di tre anni potenziando notevolmente la rosa» la tesi del successore di Galliani. Che punta su un asset: e cioè la creazione di una società satellite, a direzione cinese, Milan China, che ha il compito specifico di lavorare in quell’area per procurare contratti di sponsorizzazioni e promuovere la creazione di campionati minori grazie al brand rossonero.

Altro obiettivo dichiarato: lo stadio. Fassone si è dato una scadenza, 4 anni, entro i quali si deciderà se puntare sulla ristrutturazione di San Siro o su un nuovo impianto. «Dovrà essere di 55-60 mila posti e perciò produrre un fatturato superiore a quello della Juve a Torino» la caratteristica. Infine il monte-premi stipendi. «Prevediamo di aumentarlo» l’annuncio. Che vuol dire innanzitutto la disponibilità, per il rinnovo di Donnarumma, di offrire una cifra capace di piegare la resistenza di Raiola.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milan, ecco i fondi: ok dell’assemblea ad aumento di capitale e ai due bond

Piccoli azionisti applaudono Fassone, attenti a calo ricavi

L’aumento di capitale da 60 milioni di euro e l’emissione di due bond per complessivi 128 milioni di euro alla Borsa di Vienna sono le principali delibere dell’assemblea dei soci del Milan, la seconda da quando il club è passato di proprietà al cinese Li Yonghong.

I piccoli azionisti del Milan hanno espresso il proprio apprezzamento per l’operato del nuovo ad Marco Fassone, con il quale hanno avuto la possibilità di approfondire informalmente alcuni temi durante una pausa dei lavori, necessaria a una serie di variazioni nella delibera sui bond (in scadenza nell’ottobre 2018, con tasso di interesse del 7.7% che costerà circa 9 milioni di euro all’anno), che verranno sottoscritti da Elliott Management, nell’ambito del prestito ponte da 303 milioni di euro con cui il fondo statunitense ha permesso a Li Yonghong di completare l’operazione.

Fonte: ANSA.it

Milan, svelato il curriculum di Yonghong Li

Socio maggioranza della ‘più grande miniera di fosforo cinese’

Li Yonghong “dal 1994 ha ricoperto svariate pozioni dirigenziali in diverse società di vari settori, tra cui veicoli ad energia rinnovabile, servizi finanziari e sport, sui quali attualmente concentra i propri investimenti”. Così viene presentato il nuovo presidente del Milan, nel curriculum reso noto per la prima volta durante l’assemblea dei soci da poco iniziata.

L’investitore cinese è nato nella provincia di Guangdong nel 1969 ed è “socio di maggioranza della Guizhou Fuquan Group, proprietaria della più grande miniera di fosforo cinese”, che “si occupa principalmente di estrazione, lavorazione e vendita di prodotti di fosforo”.

Fonte: ANSA.it

Milan, il primo obiettivo è la Champions 2018-19

L’obiettivo principale per la nuova dirigenza del Milan è la qualificazione alla Champions League 2018-19. Come riporta il quotidiano La Repubblica, non si può sbagliare nessuna mossa nel mercato estivo per raggiungere questo traguardo importante perché nelle stagioni successive bisognerà raggiungere il pareggio di bilancio chiesto dalla UEFA.

Dalla Cina devono arrivare intanto della documentazione per i controlli sulla nuova proprietà da parte di Figc e Lega Serie A. Il Milan aspetta la certificazione di rispettabilità di Yonghong Li e la sua sostenibilità finanziaria.

Milan, Yonghong Li pensa in grande: un mercato da 145 milioni

Da carlofesta.blog.ilsole24ore.com

Mistero Yonghong Li. Chi è davvero l’uomo d’affari che ha rilevato il Milan? Mr Yonghong Li, dicono in Cina, è un uomo d’affari che si sarebbe fatto da solo. Mentre si attende il curriculum in vista dell’assemblea del 18 maggio che darà il via libera all’aumento di capitale dei primi 60 milioni, i rumors riportano qualche indiscrezione sulla sua vita personale. Sarebbe nato da famiglia abbastanza umile a Maoming, una città della provincia cinese del Guangdong, e si sarebbe appunto fatto da solo. Mr Li ci tiene a mettere in evidenza il suo nuovo status. Utilizza infatti un vezzo dei cinesi abbienti, mettendo dunque ben in vista una caratteristica propria dei cinesi che si vogliono evidenziare rispetto a quella che un tempo era considerata la classe contadina: cioè una lunghissima unghia del dito mignolo in evidenza. Parla un dialetto cinese particolarmente difficile da comprendere per gli stessi cinesi: né cantonese né cinese mandarino, tanto che in conferenza stampa a Casa Milan nella sua finora unica apparizione pubblica le stesse traduttrici hanno avuto qualche problema di comprensione.

Il suo patrimonio è di circa 500 milioni. Basterà per riportare il Milan tra i grandi del calcio mondiale? Per ora la somma destinata alla campagna acquisti è così suddivisa: 55 milioni dal bond che verrà emesso dal Milan a Vienna, 60 milioni disponibili con il secondo aumento di capitale per il quale ha la delega il Cda, altri 30 milioni ottenibili dalle dismissioni di alcuni giocatori come ad esempio Carlos Bacca. In tutto fa 145 milioni di euro.

Fonte: di Carlo Festa per “The Insider – Dietro le quinte della finanza

Montella: “Orgoglioso dei miei ragazzi. Mercato? Bastano pochi innesti”

In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il mister Vincenzo Montella ha parlato tra le altre cose dello stato attuale della squadra, delle suggestioni di mercato e del futuro degli attuali membri della rosa.

Sulla prima stagione da tecnico rossonero: “C’è stato un cambiamento importante, bisogna trovare un nuovo equilibrio. Questa squadra, pur con i suoi difetti, piace al nostro pubblico che dà costante dimostrazione di questo. Io per questo sono orgoglioso di allenare il ‘mio’ Milan”.

Sui risultati deludenti dopo il  derby: “Sì, inevitabilmente è successo qualcosa, anche se per gran parte della stagione tutti avevamo garantito la massima attenzione. Si tratta di situazioni normalissime, inevitabili”.

Sulla nuova proprietà: “La società sta facendo tutto nella massima accortezza, non è mai cambiato alcun equilibrio. Yonghong Li e Han Li mi ispirano fiducia. Io sono molto sereno”.

Sui prossimi impegni e sulla corsa all’Europa: “La classifica, alla fine, rispecchia quasi sempre i valori di una squadra. Dovremo andare a riprenderci i punti persi nelle prossime due partite per poter chiudere la pratica Europa League. Ultima spiaggia con la Roma? No, siamo sesti e abbiamo ancora un vantaggio di 3 punti”.

Sul mercato: “Il 1° luglio vorrei rivedere tanti ragazzi che ci sono oggi qui con me a Milanello. Credo che con pochi innesti quelli che ci sono oggi potrebbero fare ancora meglio. Molti dei miei calciatori sono migliorati. La loro volontà e i sacrifici si sono visti, i giovani hanno fatto molto bene. Sono fiero di loro a prescindere dalla posizione in classifica”.

Infine, sul possibile colpo in attacco: “Dzeko? Io sceglierei gli attaccanti piccoli perché sono più furbi. Il bomber ideale? Ne esiste uno solo: quello che sa segnare tanti gol”.

Fonte: Corriere dello Sport

Yonghong Li, presidente del Milan

Milan, Li ripiana le perdite. Poi fino a 150 milioni per il calciomercato

Un aumento di capitale da 60 fino a 120 milioni di euro per coprire le perdite e un budget da 100-150 milioni per il calciomercato. La prima cifra si evince dalla convocazione della prossima assemblea del Milan (giovedì 18 maggio alle 10.30), la seconda viene invece fatta filtrare dal club, appena passato nelle mani del cinese Yonghong Li. Nell’ordine del giorno della seconda assemblea della nuova era, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (obbligo procedurale che verrà eliminato), si legge che i soci sono chiamati a ratificare un aumento di capitale da 60 milioni di euro, delegando il consiglio d’amministrazione ad adottarne un altro, fino a 60 milioni di euro, in un secondo momento, in caso di eventuali ulteriori passività.

MERCATO – Come viene precisato, il budget per la campagna acquisti è però slegato da queste risorse: per il primo mercato, la proprietà cinese promette di stanziare 100-150 milioni di euro, sostenuti da un piano industriale in cui rientra anche l’emissione di due bond, ossia prestiti obbligazionari garantiti, da 73 e 55 milioni di euro, che verrà ratificata il 18 maggio. Oltre a esaminare il bilancio 2016, l’assemblea è chiamata a modificare lo statuto sociale, al fine di prevedere la chiusura del bilancio al 30 giugno e non più al 31 dicembre. Secondo quanto filtra, non sono ancora disponibili i curriculum di Li Yonghong e del suo braccio destro, David Han Li, promessi il 14 aprile durante la prima assemblea all’indomani del closing, in risposta ad alcuni piccoli azionisti che chiedevano altre informazioni sulla proprietà cinese che, dopo due rinvii, ha concluso l’affare il 13 aprile grazie a un prestito ponte da 303 milioni di euro dell’hedge fund Elliott.

A proposito dell’acquisto del Milan, interpellata dall’Ansa, l’ambasciata cinese a Roma, attraverso un portavoce non ha voluto rilasciare commenti, sottolineando che si tratta di un’operazione commerciale a carattere privato senza interessi statali coinvolti. Fra le poche notizie su Li mai smentite, c’è la partecipazione del nuovo presidente cinese con una quota dell’11.39% (tramite la holding Shenzhen Jieande) della Zhuhai Zhongfu, produttrice di bottiglie di plastica per le multinazionali delle bevande gassate, il cui titolo è stato sospeso alla Borsa di Shenzhen per il mancato rimborso di un bond pari a 78 milioni di euro (590 milioni di yuan).

Fonte: Corriere dello Sport

Milan e Donnarumma, questione di famiglia

Adesso solo Gigio e i suoi genitori possono convincere Raiola a lasciarlo in rossonero

Il piano per finanziare il Milan dei cinesi è pronto. Dev’essere approvato il 18 maggio, giorno scelto per celebrare l’assemblea degli azionisti chiamata a un paio di decisive approvazioni oltre che a una modifica tecnica (il bilancio non sarà più tarato sul 31 dicembre come in precedenza perché legato ai conti Fininvest, ma al 30 giugno come accade per tutti gli altri club di A), ed è distinto in due capitoli.

Il primo prevede un aumento di capitale da 60 milioni già promesso dall’azionista Youngong Li al cda, cifra già a disposizione, e un secondo fino a un massimo di altri 60 per coprire le eventuali perdite d’esercizio fino al 31 dicembre. È il finanziamento dell’attività del club la cassa messa a disposizione per pagare stipendi e tutto il resto. Il secondo provvedimento iscritto all’ordine del giorno è la richiesta d’emissione di un bond ottenuto dal fondo Elliott dell’ammontare di 128 milioni, già inserito nel documento inviato all’Uefa. La cifra, come spiegato dall’ad Fassone, è destinata in una parte (73 milioni) ad abbassare il debito con le banche e nella rimanente (55) a fare da tesoretto per gli impegni di calciomercato. Il mandato, ottenuto da Fassone e Mirabelli, è ancora più ampio e può tenere conto anche di altre entrate provenienti dalle cessioni (Niang, Bacca) che saranno perfezionate. Il nuovo management rossonero fa filtrare una cifra, tra i 100 e i 150 milioni, che può diventare anche un boomerang pericoloso perché destinata a creare aspettative altissime.

Il Milan squadra, da quando c’è stato il closing, si è spenta. È come se avesse perso la spinta propulsiva conosciuta nel girone d’andata. Senza i flop contro Empoli e Crotone, a questo punto del torneo potrebbe già avere più di un piede in Europa League, traguardo non ritenuto sufficiente da Mino Raiola per sedersi al tavolo e discutere del rinnovo contrattuale di Donnarumma. Questa è al momento la spina nella gola di Fassone e Mirabelli, ieri volato a Madrid per il derby di Champions. I due sanno bene che su questa trattativa è in gioco la credibilità della nuova proprietà. E sanno anche che la riconferma del portiere sarebbe uno spot strepitoso per trascinare a Milanello altri calciatori di richiamo.

Raiola ha preso tempo e dato appuntamento per fine agosto. Ha ripetuto: più che parole e programmi voglio vedere i fatti, cioè gli acquisti effettivi. Ma il Milan non può aspettare settembre per sapere se potrà contare ancora sul portiere. A questo punto la palla torna alla famiglia di Donnarumma e a Gigio, chiamato a fare un passo avanti, a esporsi con Raiola per fargli intendere un concetto semplice. Per cambiare società, e andare anche all’estero, c’è tutto il tempo pure dopo un rinnovo che consentirebbe al giovanotto di maturare in un ambiente familiare, col preparatore giusto e col sostegno di un pubblico che l’ha eletto a nuovo Kakà.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milan, sulla Gazzetta Ufficiale la convocazione per l’aumento: sarà di 120 milioni

Di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore

E’ uscito stamattina in Gazzetta Ufficlale l’avviso per la convocazione dell’assemblea prevista attorno a metà di maggio per deliberare l’aumento di capitale del Milan. La cifra stabilita, secondo i rumors, sarebbe di un aumento di complessivi 120 milioni, divisi in due tranche da 60 milioni. Inoltre verrà anche lanciato un bond quotato alla Borsa di Vienna.

Queste iniezioni serviranno a dotare il club delle risorse necessarie per la gestione e la campagna acquisti. La nuova proprietà, quella dell’uomo d’affari Yonghong Li, sta dunque finalizzando gli ultimi punti della complessa operazione finanziaria. Si tratta di un’architettura che prevede uno sviluppo accelerato del piano industriale, sotto la guida di Marco Fassone, e per finire avrebbe come obiettivo la quotazione a Hong Kong del club, in modo da rimborsare il fondo Elliott.

Il Milan passa ai cinesi dopo circa tre anni di trattative. Prima del nuovo proprietario, Yonghong Li, che ha impiegato otto mesi a conquistare il club, si erano infatti presentati a Milanello presunti tycoon, intermediari, fino a principesse thailandesi, dame cinesi, tutti interessati a mettere le mani sulla squadra più amata in Asia.

Su Amazon è uscito BerlusClosing: un libro che ricostruisce questi tre anni di trattative con retroscena segreti, dietro le quinte, ricostruzioni minuziose, interpretazioni finanziarie e politiche, analisi di bilanci e, infine, documenti esclusivi.

Come i primi contratti firmati tra Elliott e Yonghong Li per sottoscrivere il contratto di finanziamento da 303 milioni di euro. Viene inoltre data la lista minuziosa di proprietà di Yonghong Li in Cina. L’interpretazione, anche politica, dell’ingresso di Paolo Scaroni, ex manager Eni, in Cda. Il nuovo piano industriale che dovrà realizzare Marco Fassone. Fino a ripercorrere le trattative passate: quella di Mr Bee, con le informazioni segrete del thailandese sul dossier Apollo.

E poi ancora l’ingresso sulla scena, oltre che della dama cinese, anche di una principessa thailandese interessata un anno fa a comprare il Milan. Per finire con la vicenda, anche giudiziaria, che ha colpito la Tax & Finance, società di consulenza di Lugano che era advisor di Mr Bee. Con tutte le leggende metropolitane sulla provenienza dei soldi che hanno costretto l’avvocato di Silvio Berlusconi, Nicolò Ghedini, a portare le carte dei documenti bancari in Procura.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Elliott Management

Il Milan emette un bond da 123 milioni

Di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore

Si sta finalizzando tutta l’architettura finanziaria che ha portato il nuovo proprietario del Milan, Yonghong Li, a rilevare da Fininvest il club rossonero per la valutazione di 740 milioni di euro (compresi i debiti).

E uno dei passaggi fondamentali sarà l’emissione, da parte del club di via Aldo Rossi, di un bond da circa 123 milioni di euro: comprendenti i 73 milioni che sono stati rimborsati alle banche italiane (un pool composto da BancoBpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Cariparma e altri istituti) e un’altra cinquantina di milioni necessari per il calcio mercato. Il bond verrà quotato a Vienna e sarà interamente sottoscritto dal fondo Elliott, cioè il gruppo guidato dal finanziere Paul Singer che ha lanciato un salvagente all’uomo d’affari Yonghong Li grazie a un prestito da 303 milioni di euro senza il quale probabilmente la cessione del Milan non sarebbe andata in porto. Questi stessi soldi dovranno essere rimborsati ad Elliott entro i prossimi 18 mesi, scaduti i quali il fondo americano diventerà il nuovo proprietario del Milan tramite l’escussione del pegno sulle azioni del club rossonero e sul veicolo lussemburghese a monte, cioè il neo-costituito Rossoneri Champion.

Proprio in questi giorni, secondo i rumors, il team di Yonghong Li, costituito dal braccio destro David Li e dal nuovo amministratore delegato Marco Fassone, sarebbe al lavoro per definire la scaletta futura della strategia finanziaria e industriale.

In programma, a metà maggio, ci dovrà essere l’assemblea dei nuovi soci che dovrà deliberare l’aumento di capitale per ricapitalizzare le finanze milaniste: non sarebbe ancora stato definito l’ammontare dell’aumento di capitale, anche se è prevedibile una somma attorno ai 100 milioni di euro.

L’altro grande filone è appunto quello industriale strettamente correlato a quello finanziario. L’obiettivo è accelerare lo sviluppo del fatturato in Asia e arrivare a definire i tempi di un eventuale sbarco borsistico, entro i prossimi 18 mesi mesi al termine dei quali sarà necessario rimborsare il prestito di Elliott. Alcune banche d’affari asiatiche, fra le quali Citic, si sarebbero già fatte avanti per studiare le modalità di un’eventuale quotazione ad Hong Kong.

Ma Mr Li potrebbe anche sperare in uno scongelamento dei fondi che, nelle sue intenzioni, sarebbero dovuti arrivare per l’acquisto del Milan da una serie di soggetti: capitali poi bloccati dal veto del governo di Pechino agli investimenti in settori non considerati core per le aziende cinesi, come appunto l’entertainment o anche il real estate.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Paolo Berlusconi: “Silvio voleva cedere a un italiano”

“Mio fratello è molto addolorato – spiega Paolo Berlusconi, nella lunga intervista di Marco Pasotto che potete trovare sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola – il Milan è sempre stato una questione di cuore e non di affari. Sapevamo che prima o poi il closing si sarebbe concretizzato, ma in realtà non si può ritenere di essere mai davvero preparati di fronte a uno scenario del genere. Non dopo 31 anni. I giorni dell’intervento al cuore hanno giocato un ruolo importante. Dopo l’operazione ci ha mandato un videomessaggio in cui diceva che da quel momento avrebbe avuto più tempo per la famiglia: lì abbiamo capito”. La cessione, però, gli ha regalato un’ulteriore amarezza. “Non aver consegnato il club a un imprenditore milanese, o quantomeno italiano – spiega tra l’altro Paolo Berlusconi – non si è fatto avanti nessuno ed è un peccato perché in quel caso credo avrebbero potuto esserci delle agevolazioni nell’acquisto”.

NIENTE INDICAZIONI AL TECNICO — Chiarito anche perché Silvio non abbia accettato la presidenza onoraria del club: “Si è informato per capire se avrebbe potuto dialogare con l’allenatore, magari dare indicazioni, e gli è stato risposto di no. Allora ha preferito dare un taglio netto. Una cosa, però, alla nuova proprietà vorrei chiederla: mi piacerebbe che tenessero in vita il Trofeo Berlusconi, sarebbe un bell’omaggio”.

Fonte: gazzetta.it

Voce da Milanello: tolte le foto dei trionfi di Berlusconi. La rettifica del Milan

Il nuovo Milan rischia di ritrovarsi senza Europa, esattamente come quello vecchio, che nelle ultime stagioni aveva sistematicamente fallito l’accesso alle coppe. Ma che in un passato nemmeno troppo lontano aveva scritto pagine di storie importantissime alimentando la leggenda del club rossonero. Evidentemente, per tagliare in maniera definitiva con questo passato e provare a guardare al futuro con rinnovati entusiasmo e ambizione, il nuovo management rossonero ha provveduto ad un curioso restyling del centro sportivo di Milanello, dove sono state rimosse dalle pareti alcune delle foto che ricordavano i trionfi dell’era Berlusconi-Galliani, come riferisce La Repubblica.

COME BENITEZ? – Un gesto che ricorda molto quello dell’allenatore spagnolo Rafa Benitez, che al suo arrivo all’Inter pretese immediatamente di cancellare i freschissimi ricordi legati al suo predecessore José Mourinho. Nel frattempo, dopo il presidente Yonghong Li anche il suo braccio destro Han Li ha fatto rientro in Cina, dove sono iniziati i lavori per avviare la strategia commerciale che dovrà aumentare in tempi rapidi il fatturato del Milan e mettere nel mirino il pareggio di bilancio entro 3 anni promesso anche alla Uefa.

IL MILAN PRECISA – Il “caso” ha ovviamente creato un certo subbuglio anche sui social e per questo il Milan ha voluto precisare che non si tratta di un episodio così eclatante, bensì di un semplice spostamento di una foto che ritraeva Berlusconi e Galliani in un’altra stanza di Milanello per creare lo spazio per un’immagine della vittoria della Supercoppa Italiana a Doha, l’ultimo successo della precedente gestione.

Fonte: calciomercato.com

Yonghong Li, presidente del Milan

Dai Caraibi al Lussemburgo via Hong Kong: la nuova catena di controllo del Milan

Catena di controllo AC Milan – Con la nascita di Rossoneri Champion Investment Luxembourg Sarl, cambia ancora la catena di controllo a monte dell’AC Milan. Secondo quanto riportato nei documenti ufficiali depositati oggi al registro ufficiale del Lussemburgo, lo scorso 10 aprile (pochi giorni prima del closing) la Rossoneri Sport Investment Co. Ltd di Hong Kong ha girato il 100% della Rossoneri Sport Investment Luxembourg alla nuova società costituita nel Gran Ducato.

La catena di controllo AC Milan, dopo il passaggio del 99,93% del club dalla Fininvest della famiglia Berlusconi all’uomo d’affari cinese Yonghong Li, parte ora delle British Virgin Islands, dove ha sede la Rossoneri Advanced Company Limited. A questa società fa capo il 100% della Rossoneri Sport Investment Co. Ltd di Hong Kong e, attraverso le altre due holding in Lussemburgo, si arriva finalmente al club di Via Aldo Rossi.

Come emerge dai documenti ufficiali depositati in Lussemburgo il finanziamento necessario ad acquistare il Milan è stato erogato dalla Project RedBlack, il veicolo partecipato dal fondo Elliott Management e in parte dalla Blue Skye di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione, nei confronti della Rossoneri Champion Investment Luxembourg.

Nell’articolo 6.4 dello statuto della Rossoneri Champion Investment Luxembourg, viene fatto riferimento ai diritti di voto (relativi alle quote azionarie) che possono essere esercitati da chi ha ricevuto in pegno le stesse azioni. E, in questo caso, nello statuto si fa chiaramente riferimento a Project Redblack come “creditore pignoratizio” delle quote della Rossoneri Champions Investment Lux.

Fonte: Calcio e Finanza