Milan, buone notizie dalla Cina: nessuna indagine sull’acquisizione del club – Milanismo

Milan, buone notizie dalla Cina: nessuna indagine sull’acquisizione del club

Per il Milan arriva una parziale buona notizia dalla Cina. Non ci sono indagini governative in corso su Rossoneri Zhejiang Investment, la società veicolo usata per l’acquisto del club, durante la trattativa che ha portato l’imprenditore cinese Yonghong Li alla presidenza della società rossonera. Lo ha chiarito ufficialmente in un documento reso pubblico il SAFE (State Administration of Foreign Exchange), l’organismo governativo di controllo sulle attività finanziarie con l’estero. Nella nota il SAFE afferma che “non sono oggetto di indagine gli investimenti all’estero di Wanda Group e Rossoneri Zhejiang Investment”.

La notizia dei controlli in corso era stata divulgata dai principali quotidiani economici internazionali il 22 giugno scorso, con particolare riferimento a Rossoneri Zhajiang, Anbang, Dalian Wanda, Fosun e Hna: le ultime tre, quotate in borsa, avevano subito pesanti contraccolpi nelle quotazioni. La vicenda aveva destato scalpore soprattutto per Dalian Wanda, conglomerata del settore immobiliare, turistico e del commercio al dettaglio, notissima nel calcio mondiale in quanto controllante del 20% dell’Atletico Madrid e azionista di maggioranza di Infront, società leader nel campo dei diritti televisivi sportivi e advisor dei diritti tv della Lega italiana di serie A.

Il 19 luglio un servizio televisivo della tv di stato cinese CCTV aveva poi lanciato un’inchiesta giornalistica sull’acquisizione dell’Inter da parte di Suning, colosso cinese dell’elettronica, adombrando l’ipotesi del riciclaggio di denaro. Ora il documento dell’ente del governo di Pechino mette almeno temporaneamente al riparo dai sospetti sia il gruppo Wanda sia il discusso Yonghong Li, il silenzioso presidente del Milan, approdato alla poltrona dopo una lunghissima e controversa trattativa, chiusa grazie a tre maxicaparre versate sui conti di Fininvest e al maxiprestito del fondo statunitense Elliott.

Fonte: la Repubblica

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