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Milan-Genoa, la probabile formazione: 3-4-2-1 con Suso-Jack dietro a Kalinic

Vietato sbagliare. Parola odierna dell’a.d. Fassone, riferita in generale al Milan in questo momento di crisi di risultati e d’identità. Milan-Genoa può diventare la gara cruciale dell’intera stagione rossonera: vincere (e magari convincere) potrebbe segnare la svolta per l’intera annata, un “libera tutti” mentale che potrebbe dare il là alla risalita in classifica del Diavolo. Un’altra battuta d’arresto, al contrario, allontanerebbe ancor di più la Champions e potrebbe costare cara a Montella. La fiducia della dirigenza continua a restare intatta, ma il tempo a disposizione è sempre meno: domani i tre punti sono fondamentali anche per l’Aeroplanino.

Il mister cammina sul filo del rasoio, così come qualunque allenatore di calcio quando mancano i risultati. Nella gara chiave anche per la propria panchina, Montella non farà rivoluzioni e si affiderà ancora alla difesa a tre e a gran parte della squadra vista nelle ultime settimane tra campionato ed Europa League. Con un’importante novità in attacco, dove Suso e Bonaventura sono candidati forte a completare l’attacco con Kalinic: al momento è la doppia punta a rischiare il taglio. Per il resto, continuità ai “titolari”: Donnarumma tra i pali, Bonucci e Romagnoli in difesa, Biglia più Kessie in mediana e Borini-Rodriguez sulle fasce. Leggera modifica dietro, dove Musacchio può riposare in favore di Zapata.

Suso e Jack, due maglie da titolare in attacco con Kalinic: André Silva verso la panchina per Milan-Genoa

Ecco dunque il probabile undici rossonero in vista di Milan-Genoa, match valevole per la 9^ giornata di Serie A:

Milan (3-4-2-1): G. Donnarumma; Zapata, Bonucci, Romagnoli; Borini, Kessie, Biglia, Rodriguez; Suso, Bonaventura; Kalinic.

Fassone: “Manca la scintilla. Montella? Ha la nostra fiducia. Ora vietato sbagliare”

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa.

Sulla crisi rossonera: “Nessuno aveva pensato che con una squadra così rinnovata non ci sarebbero stati problemi, ma di sicuro siamo indietro rispetto ai programmi. Quanto? Di 5-6 punti. L’obiettivo era tenere a corta gittata il quarto posto per tutto il girone di andata, assestarci e dare la scalata alla zona Champions nel ritorno. Chiaro che i margini di recupero ci sono, ma non possiamo più permetterci di sbagliare”.

Su Montella: “È stato scelto da noi e ha tutta la nostra fiducia. Panchina a rischio in caso di nuova sconfitta? Inutile ragionare sui se e sui ma, qui dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per trovare una via di uscita. Manca la scintilla, il gol che fa invertire la rotta. Ma sono convinto che ce la faremo”.

Sulle parole di Mirabelli: “Non è questione di pressione. Il Milan è stato costruito per ottenere certi risultati: non stanno arrivando e abbiamo il dovere di essere trasparenti con i nostri tifosi. Siamo tutti a tempo. Compreso il sottoscritto. Montella-Mirabelli? Non si è strappato niente – ha assicurato l’a.d. Fassone -. Stiamo tutti dalla stessa parte”.

Su Bonucci: “Ci sono persone contente quando togli loro delle responsabilità e altre che invece sono nate per averne. Bonucci appartiene alla seconda categoria. È vero, non sta rendendo per quello che è il suo valore. Ma anche lui sta pagando la situazione generale”.

L’a.d. Fassone analizza l’inaspettata crisi rossonera a 360°

Sull’obbligo di andare in Champions: “Piano con la parola obbligo. La Champions è fondamentale per il nostro progetto: mancarla, però, non blocca i piani. Ritarderemo di un anno e troveremo il sistema di equilibrare la mancata entrata degli introiti Champions con la cessione di uno-due top player”.

Sul debito con Elliott: “Il progetto, parlo per quello che riguarda il Milan, è di farlo in anticipo, già in primavera. Abbiamo sul tavolo svariate opzioni che stiamo valutando con attenzione. Diciamo che il fascicolo Milan è su molte scrivanie, per avere un percorso di rientro meno sfidante dell’attuale”.

Su Yonghong Li: “Questo scetticismo è anche un po’ fastidioso, se fossimo in Inghilterra in pochi ci farebbero caso. Io dico solo che la proprietà quest’anno ha fatto un aumento di capitale di 49 milioni e non sono soldi prestati all’A.C. Milan. E presto ne farà un altro. L’obiettivo è triennale, far crescere i ricavi e poi mettere sul mercato azionario, alla Borsa di Hong Kong, una fetta della società”.

Sul piano commerciale della società: “Normalmente ci sono tre gambe che sostengono un club. I diritti tv, i ricavi dallo stadio e dal merchandising. Noi ne abbiamo una quarta, il lavoro sul territorio cinese. Il nostro lavoro partirà dal basso, un lavoro con gli istituti scolastici governativi compatibile con il modello didattico cinese. Noi guadagneremo con merchandising e licensing. La scelta delle scuole è appena partita, se ne sta occupando una newco con sede a Pechino, la AC Milan Beijing Sport development”.

Sul Fair Play Finanziario: “A luglio i nostri progetti erano frecce tracciate sui fogli di carta. Ora è tutto più definito – ha concluso Fassone – siamo fiduciosi”.

Milan-AEK, le pagelle: Bonucci traballante, Suso fondamentale. Male Calhanoglu

A San Siro si è giocato il Milan-AEK Atene, terzo turno di Europa League.

Le pagelle di Milan-AEK Atene, terzo turno di Europa League 2017/2018.

Donnarumma: 6-
Interviene una sola volta, respingendo la punizione potente di Bakasetas. Rischia l’autogol sfiorando col piede una conclusione dal fondo.

Musacchio: 5,5
Combina un mezzo pasticcio con Donnarumma regalando la migliore occasione della partita ai greci, che per fortuna non ne approfittano.

Bonucci: 5
Traballante, continua a palesare le solite incertezze di questo inizio di campionato. E San Siro non gradisce.

Rodriguez: 6
Parte terzo di sinistra, ruolo che interpreta senza problemi ma che lo limita fortemente. Meglio da terzino.

Calabria: 5,5
Prima partita in Europa, crossa molto ma spesso in modo impreciso.

Suso: 6
Prova ad accendere la luce con le solite iniziative personali, va vicino al gol più volte ma Anestis è in serata. Fondamentale.

dall’83’ Borini: s.v.
Ingiudicabile.

Locatelli: 5,5
Torna titolare davanti alla difesa, svolge il compitino senza strafare. Va spesso alla conclusione, senza centrare la porta.

Calhanoglu:  4,5
Ennesimo ruolo diverso in campo, ennesima prova deludente. Sfiora il gol su punizione e impegna Anestis con un bel tiro da fuori, un po’ poco.

Bonaventura: 5
Esterno a tutta fascia, non incide come potrebbe. Un paio di giocate interessanti, ma anche lui deve dare di più.

dal 72′ Kessié: 5,5
Venti minuti per ridare ossigeno alla squadra.

Cutrone: 6+
Tra i più positivi, segna un gran gol (purtroppo in fuorigioco) e dà sempre l’impressione di poter essere pericoloso.

André Silva: 5,5
Gioca una buona partita presentandosi più volte in zona gol, mancando però nel guizzo decisivo. Bello, ma non balla.

dal 63′ Kalinic: 5,5
Torna in campo dopo l’infortunio. Fine delle buone notizie.

Montella: 5
In un San Siro semi deserto, anche il Milan stasera sembra non essersi presentato. Ennesima formazione inedita, primi quarantacinque minuti soporiferi, ripresa leggermente più positiva (più per demeriti degli avversari che altro). Il gioco continua a latitare, ora che mancano anche i risultati la situazione inizia a farsi davvero complicata.

Kakà-Milan, per ora è no. Ma il tormentone è pronto a ripartire

Kakà-Milan, atto terzo. Uno spiffero arrivato dal Brasile qualche giorno fa, in concomitanza con la sua decisione di lasciare gli Orlando City (e presto di appendere gli scarpini al chiodo), rilanciato anche in Italia da siti internet e importanti media nazionali. La notizia rimbalzata dall’altra parte dell’Oceano è di quelle che fanno battere il cuore: il Diavolo avrebbe riabbracciato Ricky per la seconda volta, dopo il primo ritorno dell’estate 2013, facendogli chiudere in rossonero la carriera da calciatore e riservandogli subito dopo un ruolo da dirigente.

Prima la passerella in campo, poi una scrivania a Casa Milan al fianco di Fassone e Mirabelli. Uno scenario suggestivo e romantico, che però non trova alcun riscontro nei fatti: ad oggi 19 ottobre 2017 non ci sono i prodromi per il tris di Kakà. Né da calciatore, ovviamente, né da dirigente: il Milan – assicurano gli autorevoli Corriere della Sera e Premium Sport – ha negato ogni tipo di contatto con il brasiliano, per il quale non è previsto alcun ruolo né in campo né negli uffici in via Aldo Rossi 8. L’ipotesi più emozionante immaginava un possibile ritorno da vicepresidente, con un ruolo più di rappresentanza che operativo, simile a quello ricoperto da Zanetti nell’Inter. Ma al momento non c’è nulla in questo senso.

Bomba dal Brasile: Kakà può tornare ancora in rossonero. Il Milan smentisce. Per ora…

Insomma: non sono ancora maturi i tempi per il secondo ritorno a casa di Riccardino. E bene ha fatto la società a spegnere ogni voce che possa distrarre la squadra e l’ambiente in questo momento delicato. Ma siamo convinti che il tormentone Kakà, presto o tardi, tornerà di moda: troppo forte e intenso l’amore tra Ricky e il Milan, mai offuscatosi nonostante il tempo e la distanza, così come il suo desiderio di tornare rossonero. E anche l’attuale dirigenza potrebbe cogliere al volo l’occasione: la ricerca di una bandiera (Paolo Maldini, ndr) da inserire nell’organigramma non ha dato sinora alcun esito. Kakà, in questo senso, rappresentare una scelta ideale: un fuoriclasse legato a doppio filo ai nostri colori, icona di classe e sportività anche fuori dal campo. Ormai noi milanisti lo sappiamo perfettamente: certi amori non finiscono…

Milan-AEK Atene, la probabile formazione: Suso mezzala, davanti Cutrone-Silva

Qualche cambio nei singoli per gestire le forze verso i tanti impegni italiani ed europei, pur dando continuità all’intelaiatura vista domenica nel derby. Montella aveva annunciato novità in vista di Milan-AEK Atene, 3^ giornata del girone di Europa League, ma la rifinitura – e la successiva diramazione della lista dei convocati – ha sparigliato ulteriormente le carte. Nei rossoneri, infatti, mancheranno per acciacchi e valutazioni tecniche ben sei difensori: Abate, Antonelli, Gomez, Romagnoli e Zapata, oltre al lungodegente Conti. Un’emorragia di uomini che costringerà il tecnico a scelte inedite per il reparto arretrato, che si riverseranno a cascata anche sulla linea di centrocampo e in particolare sulle corsie esterne.

Solo cinque difensori nei 20 convocati di Montella per Milan-AEK Atene: dietro il mister ha scelte quasi obbligate

Ai lati di capitan Bonucci, insieme a Musacchio dovrebbe trovare posto Ricardo Rodriguez: non un ruolo inedito per l’elvetico, schierato talvolta da centrale sinistro in una difesa a tre negli anni al Wolfsburg, ma una mossa che costringerà Montella ad altri due cambi a centrocampo. Con Antonelli ancora ai box, è Calabria il candidato forte a presidiare la corsia mancina, mentre sull’altra fascia è pronto a trovare ancora spazio il jolly Borini. Novità anche nel cuore della mediana: Suso dovrebbe partire da mezzala destra, qualche metro più indietro rispetto alla posizione di seconda punta occupata spesso in questo inizio di stagione, completando il trio in mezzo al campo con Locatelli e Calhanoglu (in vantaggio su Montolivo e Jack). In attacco, con Suso e Borini arretrati, riecco il doppio centravanti Cutrone-André Silva: Kalinic ha recuperato dalla lesione muscolare, ma partirà in panchina. Tra i pali, infine, sarà presente Gigio Donnarumma.

Ecco dunque il probabile undici rossonero in vista di Milan-AEK Atene, 3^ giornata del girone di Europa League:

Milan (3-5-2): G. Donnarumma; Musacchio, Bonucci, Rodriguez; Borini, Suso, Locatelli, Calhanoglu, Calabria; Cutrone, André Silva.

Milan, il bollettino medico del 17 ottobre: le ultime su Kalinic, Antonelli e Conti

A Milanello è tempo del consueto bollettino medico del martedì, arrivato puntuale per bocca del dott. Mazzoni ai microfoni del canale tematico rossonero Milan TV. Tra i calciatori alle prese con dei problemi fisici ci sono ancora Nikola Kalinic e Luca Antonelli, così come il lungodegente Andrea Conti. Ecco le varie situazioni analizzate nel dettaglio.

Su Kalinic: “Il suo recupero procede bene. Ha ultimato il lavoro personalizzato e da oggi si aggrega al gruppo per una parte di allenamento, poi nei prossimi giorni continuerà a lavorare in gruppo”.

Su Antonelli: “Ha un problema al polpaccio ma sta già lavorando sul campo con un lavoro personalizzato. Il programma prevede che lavori a parte tutta la settimana per riaverlo in gruppo al più tardi per l’inizio della prossima settimana”.

Conti ha subito la lesione del legamento crociato: le ultime sul recupero nel bollettino medico del dott. Mazzoni

Su Conti: “È passato un mese e un giorno dall’intervento al ginocchio. Non ci sono state complicazione e tutto è filato liscio: gli auguriamo tutti di continuare su questa strada”.

Montella resta, ma in estate il Milan cambia: sogni Ancelotti e Conte, spunta Allegri

Montella ha la piena e convinta fiducia della dirigenza, nonostante le quattro sconfitte subite nelle prime otto giornate di Serie A e un inquietante -7 dalla Champions League. Confortano i miglioramenti della squadra nel gioco e nella conoscenza reciproca degli interpreti, ma pesa la mancanza di alternative credibili e futuribili per la panchina del Milan in caso di esonero: l’Aeroplanino continua ad avere credito da spendere, blindato a parole e nei fatti, anche se dovrà necessariamente tornare a vincere nelle prossime partite di campionato contro Genoa e Chievo.

Ma la fiducia a Montella non sarà illimitata. Né per questa stagione, che dovrà necessariamente prendere una piega diversa e iniziare a fare registrare risultati migliori, né tanto meno in vista dell’estate. Non è una novità che la dirigenza possa liberarsi del tecnico a fine stagione in caso di mancata qualificazione alla Champions League (a fronte del pagamento di una clausola da 1,5 milioni), affidando così le chiavi del progetto milanista a un nuovo allenatore. Sul taccuino di Fassone e Mirabelli sono già segnate le alternative: i sogni sono Ancelotti e Conte, ma a sorpresa anche il profilo di Allegri trova clamorose conferme. A quattro anni dalla firma con la Juventus, il suo ciclo potrebbe essere giunto al capolinea.

Montella non rischia l’esonero, ma senza Champions andrà via: idea di un Allegri bis

Il Conte Max – svela stamane la Repubblica – sarebbe stato sondato da uomini vicini al club di via Aldo Rossi, così come anche Carletto e l’ex c.t. della Nazionale sono stati contattati in via formale. Se Ancelotti non sembra tentato dal ritorno in rossonero – preferirebbe un bis in Premier League e aspetta l’offerta giusta -, Conte e Allegri potrebbero essere interessati alla panchina del Milan, ma a due condizioni: uno stipendio al top europeo e una programmazione solida. Due elementi che, in teoria, potrebbero essere assicurati dalla dirigenza.

Inter-Milan, le pagelle: Bonucci disperso, Biglia appannato. Male Kessié

A San Siro si è giocato il derby Inter-Milan per l’ottava giornata di campionato.

Le pagelle di Inter-Milan, ottava giornata di Serie A 2017/2018.

Donnarumma: 5,5
Tre tiri, tre gol. Due praticamente da zero metri, uno da rigore.

Musacchio: 6
Il più positivo dei tre, riesce anche ad andare in gol (in fuorigioco). Perisic lo salta una volta sola, purtroppo, nell’azione del 2-1.

Bonucci: 5
Ennesima prestazione deludente, condita da almeno due errori da matita rossa in occasione dei gol di Icardi. Disperso.

Romagnoli: 6-
Barcolla ma non molla. Viene sacrificato per l’assalto finale, ma non per demeriti suoi.

dal 78′ Locatelli: s.v.
Prova a dare la scossa, ci mette la garra ma stavolta non porta bene.

Borini: 6,5
Il migliore in campo: dopo un primo tempo timido si scatena, correndo come un forsennato e caricandosi la squadra sulle spalle.

Kessié: 5
Non ci siamo proprio. Esce dopo 45 minuti di vuoto pneumatico.

dal 46′ Cutrone: 6
La mossa della disperazione dopo un primo tempo abulico riesce a metà: fa il suo sparigliando le carte lì davanti, ma non basta.

Biglia: 5
Finché è supportato dai compagni di reparto regge, quando viene abbandonato a sé stesso crolla miseramente. Perde palloni sanguinosi, da uno dei quali scaturisce il secondo gol nerazzurro.

Bonaventura:  6
Nel primo tempo non sembra capirci molto, ma ha il merito di crederci fino in fondo (e di averla quasi pareggiata).

Rodriguez: 4,5
Dalle stelle (salvataggio su Cancelo a botta sicura) alle stalle (fallo ingenuo su D’Ambrosio che regala il rigore vittoria a Icardi) in pochi minuti. Perfetta fotografia del derby rossonero.

Suso: 6
Come Bonaventura, per buona parte della gara sembra capirci poco. Come Bonaventura, ha il merito di segnare un gol alla Suso.

André Silva: 5,5
Uno dei più positivi nel disastroso primo tempo rossonero, alla lunga Miranda gli prende le misure e si perde un po’. Peccato.

Montella: 5
La sconfitta brucia tantissimo, per tre motivi: è un derby, viene dopo un secondo tempo positivo e soprattutto per una clamorosa ingenuità al 90′. Lo spettacolo indecoroso del primo tempo, però, non può e non deve passare inosservato.

Calhanoglu e il suo stile di gioco: “Il mio modello è Kakà”

Hakan Calhanoglu ha rilasciato un’intervista alla Bild in cui ha parlato del proprio stile di gioco in riferimento a un super campione del passato: “Il mio modello è Kakà – le parole del turco al quotidiano tedesco – gli piaceva come me andare in profondità e dirigere il gioco, ho visto tanti suoi video su YouTube. A me piace prendermi responsabilità in campo e dare ritmo alla manovra della squadra”.

Esonerato Montella da allenatore del Milan

Inter-Milan, la probabile formazione: attacco ad André Silva, riecco Jack e Suso

Vincere il derby per accorciare sul quarto posto, ma soprattutto per dare la svolta definitiva a un progetto che ancora non è riuscito a decollare. Inter-Milan è una partita di per sé densa di significati e carica di emozioni, ma quello di domani sarà un match cruciale e spartiacque dell’intera stagione rossonera. Due sconfitte consecutive, tre in totale dall’inizio del campionato, sono un bottino decisamente magro per chi come Bonucci e compagni era scattato ai nastri di partenza tra le aspettative dei media e l’entusiasmo dei tifosi: scivolare a -7 dalla Champions a ottobre sarebbe un campanello d’allarme non da poco per le ambizioni milaniste. Vincere, o perlomeno non perdere, sarà importantissimo.

Sarà una stracittadina da dentro o fuori per il Milan, in particolare per tanti giocatori chiamati a esprimersi a livelli più alti, ma anche per Montella. Per tornare a fare punti per le ambizioni di squadra, ma anche per puntellare la propria posizione in panchina. Il terzo ko di fila, d’altronde, potrebbe iniziare a farlo traballare sul serio a dispetto delle continue conferme della dirigenza. Per farlo, l’Aeroplanino darà continuità al modulo e a gran parte dell’undici sconfitto a testa alta dalla Roma, eccezion fatta per le assenze obbligate come quella di Kalinic, non recuperato dalla lesione all’adduttore, ma anche dello squalificato Calhanoglu: due slot che verranno occupati da Suso e Bonaventura, pronti dal 1′ nei ruoli di seconda punta e di mezzala sinistra.

La probabile formazione di Inter-Milan: assenti Calhanoglu e Kalinic

Jack e lo spagnolo titolari saranno le novità rispetto a Milan-Roma, mentre nel resto del campo sarà confermata la formazione vista due settimane fa a San Siro. A protezione di Gigio Donnarumma sarà confermato il trio Musacchio-Bonucci-Romagnoli, con Borini-Rodriguez esterni a centrocampo dell’ormai solito 3-5-2 (che con Suso sarebbe più un 3-5-1-1, ma la sostanza non cambia), mentre in mediana giocheranno ancora Kessie e Biglia insieme al già citato Bonaventura. In avanti, con Kalinic ai box, giocherà unica punta André Silva, assistito qualche metro più indietro da Suso.

Ecco dunque il probabile undici rossonero in vista di Inter-Milan, match valevole per l’8^ giornata di Serie A:

Milan (3-5-1-1): G. Donnarumma; Musacchio, Bonucci, Romagnoli; Borini, Kessie, Biglia, Bonaventura, Rodriguez; Suso, André Silva.

Inter-Milan, i convocati di Montella: fuori Kalinic

Mister Montella ha diramato la lista dei convocati verso Inter-Milan, derby di campionato in programma domani sera a San Siro. Di seguito i rossoneri scelti dal tecnico per la stracittadina:

PORTIERI: A. Donnarumma, G. Donnarumma, Storari
DIFENSORI: Abate, Bonucci, Calabria, Gabbia, Gomez, Musacchio, Paletta, Rodriguez, Romagnoli, Zapata
CENTROCAMPISTI: Biglia, Bonaventura, Kessie, Locatelli, Mauri, Montolivo
ATTACCANTI: Borini, Cutrone, André Silva, Suso.

Il centrocampista del Milan Lucas Biglia

Biglia, derby da dentro o fuori: “Manca tempo e servono risultati subito”

Dopo l’Argentina e la sua soffertissima qualificazione ai Mondiali, per Lucas Biglia è tempo di rituffarsi sul Milan. Il rientro nella realtà rossonera dopo il periodo con la Seleccion sarà tutt’altro che morbido per lui, con il Diavolo chiamato a riscattare due sconfitte consecutive e risalire da un momento difficile nella gara più delicata e sentita di tutte: il derby meneghino contro l’Inter, primo spartiacque per la stagione e per il futuro di Montella sulla panchina rossonera.

Domani c’è Inter-Milan: l’analisi di Lucas Biglia sul momento difficile dei rossoneri.

Il Milan non arriva alla stracittadina in condizioni ottimali, con un’amalgama ancora lontana dall’essere trovata e un distacco importante dalla zona Champions (oggi -4 dalla Lazio, ma la Roma ha una gara da recuperare), con tanti nuovi acquisti ancora in fase di ambientamento e di rodaggio: “Abbiamo bisogno di tempo, anche se certamente non ce l’abbiamo – l’analisi di Biglia a Premium Sport sul momento difficile della squadra -, ma il problema è che quando lavori inizi a migliorare i piccoli dettagli e gli errori che fai in campo, e a volte sono questi che fanno la differenza”.

“Se guardiamo partita con la Roma – ha proseguito l’ex capitano della Lazio – il minimo errore ci è costato il gol e poi certamente abbiamo mollato, perché viene subito giù il morale, ma se miglioriamo quel piccolo dettaglio possiamo certamente arrivare su, ma dobbiamo migliorare. Certamente non abbiamo tempi perché giochiamo ogni tre giorni – ha concluso Biglia -, ma la verità è che dobbiamo migliorare di gara in gara, anche se abbiamo bisogno di risultati subito e quindi si fa un po’ difficile”.

Migliorare di partita in partita, sfruttando i tanti impegni tra Serie A ed Europa League per ovviare al poco tempo a disposizione di Montella per lavorare in settimana a Milanello: è questa la ricetta di Biglia per accelerare il processo di crescita e di costruzione della squadra. Costruzione che si baserà indubbiamente anche sulle geometrie, sul fosforo e sull’esperienza del Prinicipito, già leader tecnico e caratteriale del gruppo come auspicato in estate dalla dirigenza.

Fabio Borini in azione durante Milan-Roma, Serie A 2017-18

Borini: “Nuovo ruolo? Mi trovo bene. Inter favorita, ma nel Derby non si sa mai…”

L’attaccante del Milan Fabio Borini è stato intervistato da Premium Sport. Di seguito le dichiarazioni più importanti.

Sul nuovo ruolo: “Mi trovo bene in quella posizione. Ho fatto due partite e i risultati sono stati buoni a livello di prestazione individuale. Forse ai giovani di oggi non piace arretrare e sacrificarsi per la squadra ma è una questione di generazione e disponibilità. A me è sempre capitato e lo accetto volentieri”

Sul suo stile di gioco: “In campo do tutto se non di più di quello che ho, è la mia arma migliore. So di non avere il talento innato come altri giocatori, però so che devo lavorare più degli altri ed esco dal campo contento di aver fatto il massimo per la squadra e di aver giocato con il cuore”

Su Perisic, suo probabile avversario nel derby: “E’ un esame niente male. Contro El Shaarawy è stato un bel test, ho difeso abbastanza bene e sarò molto attento”.

Sul Derby: “L’Inter è un po’ favorita, questo dice la classifica, ma le stracittadine sono gare a parte e può cambiare tutto”.

Sull’Inter: “Se invidio la loro concretezza? No, noi siamo il Milan e sappiamo quello che possiamo e vogliamo fare anche se vincere le partite 1-0 come è successo a loro è importante perché oltre ai punti porta fiducia”.

Firmerebbe per la conquista dell’Europa League e il quinto posto in campionato? “Non saprei, certamente è una coppa in più e garantisce l’accesso in Champions League, forse sì…”.

Aguero: “Milan? Non so niente, avranno parlato col mio sosia…”

Dopo le notizie uscite nei giorni scorsi circa un suo imminente approdo in rossonero, l’attaccante del Manchester City Sergio Aguero ha parlato ai microfoni di Tyc Sports: “Ho sentito parlare del mio passaggio al Milan, non so con chi abbiano fatto l’accordo, forse con il mio sosia”.

Battute a parte, una chiusura che pare netta: “Ero a casa per recuperare dall’infortunio alla costola. Non so niente, ho letto la notizia e sono rimasto sorpreso”.

Rodriguez: “Il derby è speciale. Io nerazzurro? Mi hanno cercato, ma quando è arrivato il Milan…”

In vista del Derby di domenica, il terzino del Milan Ricardo Rodriguez ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Di seguito le dichiarazioni più importanti.

Sull’esordio a San Siro: “La prima partita contro il Craiova ed ogni ingresso in campo è stata emozionante, qui mi piace la musica del riscaldamento e l’inno. Ho sempre la pelle d’oca”.

Su Inter-Milan: “Il derby è speciale. Quando ero piccolo lo Zurigo era la mia squadra preferita assieme al Valencia ed i derby contro il Grasshoppers erano sentiti. Lo stadio pieno, i fumogeni. A me piace se la partita è calda”.

Sulla sua infanzia: “Quando sono nato ero in pericolo di vita per un’ernia diaframmatica. Mi hanno operato subito: era 50-50 tra vita e morte. Per questo ringrazio Dio, anche per le cose piccole. Ho capito che ci hanno dato questa vita, dobbiamo cercare di essere felici. Siamo qui per questo”.

Sull’Inter: “Conosco bene Perisic, è fortissimo e pericolosissimo. La sua mentalità mi piace, anche a Milano siamo usciti a mangiare insieme. Per marcarlo bisogna stargli sempre vicino, e speriamo che non sia in giornata”.

Sulla possibilità di vestire nerazzurro: “L’Inter ha parlato con il mio procuratore nella prima parte dell’anno ma il Milan, quando è arrivato, ha chiuso rapidamente. Ed io sono felice così”.

Sull’inizio di stagione: “Stiamo incontrando qualche difficoltà, difficile dire cosa non va ma il calcio è così: giorni buoni ed altri no. Forse i nuovi vogliono mostrare di essere all’altezza e giocano sotto pressione. Ci sono giocatori che la gestiscono meglio di altri. Questa squadra vuole vincere, è normale che se le cose non vanno la società intervenga. La vita è così, decidono i capi”.

Sull’allontanamento di Marra, ex preparatore atletico: “Sono arrivato un giorno e non c’era più. Mi piaceva, un bravo ragazzo”.

Sulla dieta seguita a Milanello: “Al Milan si può mangiare tutto, anche se io preferisco il latte di riso o di soia”.

Sul rigorista designato: “Nelle ultime partite io sono stato il primo rigorista della squadra e Kessié il secondo. Non so come tirerò, deciderò all’ultimo istante: è puro istinto”.

Nuovo sponsor: il Milan trova Puma

Dopo l’addio di Adidas, storico partner del Milan per oltre 20 anni, in casa rossonera è partita la caccia al nuovo sponsor. Nei giorni scorsi si era parlato insistentemente di New Balance e Under Armour, marchi emergenti molto popolari negli Stati Uniti, ma a quanto pare nelle ultime ore l’avrebbe spuntata un concorrente a sorpresa.

Secondo quanto riporta La Stampa, il Milan avrebbe trovato un accordo di sponsorizzazione con Puma, marchio legato a campioni come Aguero, Griezmann e alla Nazionale Italiana, con un contratto attorno ai 10/15 milioni di euro all’anno. Una cifra sensibilmente più bassa rispetto ai quasi 20 milioni che garantiva la casa delle tre strisce, storica concorrente del marchio tedesco.

Renzo Rosso: “Comprare il Milan? Impresa troppo grande, meglio fare da sponsor”

Il fondatore di Diesel, sponsor ufficiale del Milan, Renzo Rosso ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24 del rapporto che lo lega con la società rossonera. Un rapporto che va ben oltre il lato commerciale: “Sono milanista fin da piccolo. Dovevo scegliere tra Mazzola e Rivera e ho optato per quest’ultimo, era più simpatico. Ho scelto così a quale squadra appartenere”.

Ancora su cosa significa essere milanista: “È un onore essere rossoneri, quello che abbiamo vinto noi nel mondo non l’ha ancora fatto nessuno in Italia”.

Sul derby: “Speriamo di vincerlo noi, per dare aria al campionato ed avvicinarci alle prime”.

Sul nuovo Milan: “Il gioco di Montella mi piace, è innovativo e può portare veramente grandissimi risultati. Anche a livello societario hanno una visione moderna, la dirigenza cinese vuole fare business gestendo una squadra nel migliore dei modi”.

Sulle amicizie nel mondo del calcio: “Sono amico con tutti, da Baresi a Nesta passando per Shevchenko, van Basten e i grandi olandesi”.

Sull’avversario più forte: “L’Inter ha avuto campioni incredibili. Ultimamente non li conosco nemmeno, sono tutti piccoli giocatori… (ride, ndr)”.

Sul derby del cuore: “I derby sono tutti belli, ma quando vinci 6-0 la goduria è immensa. Sono arrivato a casa quella sere che pensavo ‘Mamma mia’”.

Sulle indiscrezioni che lo vedevano in lizza tra i possibili proprietari del Milan: “Impresa troppo grande. È giusto che io faccia il mio mestiere e lasci ad altri certi investimenti”.

Infine, sulla filosofia dietro la sponsorizzazione: “Con il club rossonero c’è uno splendido rapporto. Siamo styling partner e cerchiamo ogni anno di fare qualcosa di diverso da quello che fanno gli altri sponsor di calcio nel mondo. Abbiamo un nostro forte dna e ci stiamo divertendo con il Milan, Only the Brave”.

Derby, Mancini: “Il Milan rischia di più. Se l’Inter vince va lontano”

In vista della stracittadina di domenica, l’ex allenatore dell’Inter Roberto Mancini è stato intervistato da corriere.it. Queste le sue dichiarazioni più importanti.

Sul derby: “Non fatemi fare pronostici, ma spero che l’Inter faccia un bel match. I nerazzurri sono partiti bene, perché sono una squadra forte, che già si conosceva e ha cambiato meno del Milan. I rossoneri ora soffrono un po’ ci vuole tempo perché tutto giri nel modo giusto, però hanno lavorato bene sul mercato”.

Sulle analogie tra questa Inter e la sua e sulla partenza difficile del Milan: “Quando sono tornato, la mia era un’Inter da costruire. Partimmo bene è vero. Non so dove può arrivare, ho visto solo la partita di Roma. Il Milan ora sta pagando un dazio più alto dell’Inter, ma ha qualità. Spero centrino entrambe l’obiettivo Champions League”.

Sull’importanza del derby: “È la partita più sentita, la pressione l’avverti eccome: però alla fine vale sempre tre punti”.

Sulla classifica delle milanesi: “Se l’Inter vince stacca i rossoneri di 10 punti: inizia a diventare un bel divario. Per questo credo che il Milan rischi qualcosa in più”.

Sul suo ultimo derby, deciso da un rigore sbagliato: “Ecco appunto, dicevamo degli episodi. Il calcio è così e il derby soprattutto, più di altre partite. Puoi giocare meglio dell’avversario e perdere. In campo ci sono tanti campioni e ti possono risolvere la partita con un colpo”.

Sui giocatori determinanti: “Icardi e Perisic nell’Inter sono sempre determinanti, Brozovic poteva aiutare con la sua imprevedibilità ma non ci sarà. Il Milan ha tanti giocatori importanti, anche Kalinic, se sta bene, può fare malissimo”.

Lo Monaco: “Fassone non capisce nulla di calcio, sta mettendo in difficoltà Montella”

Pietro Lo Monaco ha rilasciato un’intervista a Radio Incontro Olympia. Lo storico AD del Catania non ha usato mezzi termini per esprimere un parere su Marco  Fassone, suo omologo in rossonero: “Fassone non capisce nulla di calcio. Sta creando confusione, mettendo in difficoltà un tecnico bravissimo come Montella”.

Sull’imminente derby di Milano ha poi aggiunto: “Inter-Milan è una partita delicatissima: un derby che sfugge a qualsiasi previsione. Chi rischia di più è sicuramente il Milan magari con il cambio della guida tecnica: l’Inter invece sta seguendo un percorso lineare con alti e bassi”.

AC Milan China resources sharing seminar

A Shanghai un seminario con sponsor ed agenzie del settore. Presenti Franco Baresi e Daniele Massaro

Si è tenuto oggi a Shanghai il AC Milan China Resources Sharing Seminar, il primo seminario organizzato per presentare a potenziali sponsor e ad agenzie del settore le opportunità legate a una collaborazione con il Club rossonero.

Alla presenza dell’ Executive Director David Han Li, del Chief Commercial Officer Lorenzo Giorgetti, del futuro CEO di Milan China Marcus Kam, del Brand Ambassador Franco Baresi e della Gloria rossonera Daniele Massaro, sono stati illustrati gli obiettivi che si intendono raggiungere nel mercato asiatico sfruttando la possibilità di avere come referente un team localizzato in Cina.

Prima e dopo l’evento, gli ospiti hanno avuto momenti di networking con lo staff AC Milan e potuto vedere da vicino le nostre Glorie e la Champions League.

Fonte: acmilan.com

Nazionali rossoneri: il bilancio finale

Poker di gol nell’ultimo turno. Italia testa di serie nei playoff, André Silva, Biglia e Zapata al Mondiale

Dalla Macedonia all’Albania, per l’Italia è cambiato il risultato ma non il minutaggio dei rossoneri: Bonucci ha giocato tutta la gara, mentre Donnarumma è rimasto in panchina. La Nazionale, vincendo 1-0 in trasferta, si è garantita la condizione di essere testa di serie nei playoff mondiali. Playoff che riguarderanno anche la Svizzera di Rodriguez, titolare nel ko (0-2) contro il Portogallo di André Silva. L’attaccante ha segnato ancora, nella ripresa, prima di lasciare il campo al 75′, contribuendo in maniera decisiva alla qualificazione dei rossoverdi a Russia 2018.

Sorridono Biglia (90′) e Zapata (a riposo): l’Argentina e la Colombia, battendo l’Ecuador (3-1) e pareggiando con il Perù (1-1), hanno ottenuto il pass diretto per la massima competizione. Niente da fare, invece, per Gomez, espulso all’89’ di Paraguay-Venezuela 0-1; e per Calhanoglu, impiegato dall’inizio alla fine in Finlandia-Turchia 2-2.

Terminano il bilancio complessivo i giovani italiani. Dopo la doppietta contro l’Ungheria, Cutrone ha fatto gol anche nell’amichevole dell’Under 21 contro il Marocco (4-0). Sia Patrick che Locatelli e Calabria sono stati sostituiti nella ripresa. In conclusione Gabbia è stato grande protagonista, grazie a una doppietta, nel 3-2 esterno ai danni della Svezia nella fase iniziale dell’Europeo U19.

Fonte: acmilan.com

Il Milan sonda le banche italiane: nuove linee di credito in attesa del rifinanziamento

In attesa del derby con l’Inter di domenica 15, il Milan prende contatti con le principali banche italiane per valutare l’opportunità di richiedere nuove linee di credito. E’ in questo senso che si sta muovendo, proprio in questi giorni, il cfo del club rossonero, Valentina Montanari, che, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ha messo in agenda una serie di appuntamenti coi manager degli istituti di credito per valutare l’evolversi della situazione e magari sfruttare le positive condizioni di mercato.

Il tutto mentre i vertici del Milan stanno trattando da mesi con Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch la possibilità di ottenere la finanza che serve per andare a rimborsare i 300 milioni prestati a vario titolo dall’hedge fund USA Elliott che ha in pegno il 100% del club e della holding dell’imprenditore cinese Yonhgong Li e che incasserà 56 milioni di interessi entro il 2018. E se questa delicata e decisiva partita dovrebbe chiudersi nel mese di novembre, Montanari (ex RCS, Sole24Ore, A2A e Gefran) sta sondando il mercato del credito nazionale per testare la disponibilità in vista di una operazione di natura finanziaria sul debito. Fino allo scorzo marzo le banche italiane avevano a che fare con la Fininvest dei Berlusconi, mentre ora devono interfacciarsi con Mr Li. Una situazione differente visto il patrimonio e le partecipazioni di via Paleocapa rispetto alle potenzialità dell’imprenditore cinese accreditato di un patrimonio di oltre 500 milioni di euro.

E che in casa Milan ci sia attenzione ai conti, insieme alle performance sportive, lo confermano le valutaizoni dell’ad Marco Fassone rilasciate al periodico Guerin Sportivo. “Non andare in Champions League non sarebbe un dramma perché alla UEFA ho presentato anche piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe positivo e ci consentirebbe di non pensare alla cessione di un giocatore”, ha dichiarato il top manager rossonero. Il tutto in vista dell’assemblea del club che deve approvare la semestrale e che è slittata, per motivi tecnici, al mese di novembre. La società deve effettuare alcuni aggiustamenti contabili, conseguenza del cambio di riferimento temporale del bilancio.

Fonte: MF-Milano Finanza

Seedorf: “Milan cinese? Cambiamento inevitabile. I nuovi hanno le idee chiare, ci vuole tempo”

L’ex fuoriclasse rossonero Clarence Seedorf ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Milan TV.

Sul mondo dei social network:Oggi i social sono molto importanti e belli, però credo sia importante usarli in maniera corretta. Certamente con la vita che faccio era giusto scegliere il momento corretto. Sono parte della famiglia social anche io”.

Su Beckham: “Eravamo sempre uno di fianco all’altro sui pullman prima delle partite. Non ci sentiamo spesso, ma quando lo facciamo è sempre con molto affetto. E’ un ragazzo dolce. Mi ricordo che prima di firmare con il Botafogo mi sono allenato una settimana a Los Angeles e lui mi portava agli allenamenti con la squadra. E’ un rapporto di grandissimo rispetto e un’amicizia vera nel calcio, dove non è facile trovarne”.

Sul rapporto con Maldini: “Ci vediamo e sentiamo spesso. Il rapporto si è rafforzato da quando abbiamo smesso di giocare. Paolo per me rappresenta molto più di un calciatore, perché la sua longevità di carriera dev’essere un esempio per i giovani e non solo di comportamento e di stile. Abbiamo valori simili nella vita”.

Una parola per definire il Milan: “Vincente. Non si può sempre vincere, ma essere vincente sì. Anche quando si perde puoi esserlo, per come affronti le partite e quanto sei competitivo. Non devi abbatterti nelle difficoltà, anzi, trovare più coraggio ancora. Questo per me significa essere vincente quando dico Milan”.

Il suo derby preferito: “Si sente appena appena nell’aria che ci sarà il derby (ride, ndr). Per me è molto facile dirne uno preferito, anzi no. Ce n’è stato uno in cui abbiamo vinto 3-2 in rimonta con mio gol. Ho deciso di calciare in quel modo da quando ho stoppato il pallone prima di accentrarmi. Da lì ho lasciato andare il tiro e per fortuna Kakà è stato bravo ad abbassarsi. Perché mi sarei arrabbiato molto se me l’avesse fermato. Sento spesso Toldo, che era in porta in quella partita e ogni tanto ci prendiamo in giro. L’altro derby è stato la semifinale di Champions League del 2002/2003, un’emozione molto forte. Sono state due partite molto sofferte ed equilibrate, però abbiamo portato a casa il derby. E poi siamo andati ad Old Trafford a portare a casa la Coppa contro la Juventus”.

Sul cambio di proprietà: “I cambiamenti prima o poi avvengono per tutti e i cicli finiscono per tutti. L’era Berlusconi è un’era piena di gioie e trofei che rimarranno nella storia del calcio per sempre. 30 anni sono tanti. Quando sono tornato da allenatore al Milan era già una fase molto turbolenta della società, quindi il cambiamento era quasi inevitabile. E’ avvenuto e mi sembra che la nuova proprietà e il nuovo manager abbiano idee ben chiare. Hanno impostato una squadra, ora serve lavorare con dedizione e forza per riproporre un Milan competitivo ai massimi livelli in Italia e in Europa. Ci vuole tempo per queste cose, anche se nel calcio moderno ce n’è sempre di meno. Il DNA del Milan non sparirà da un giorno all’altro e speriamo che torni dove i tifosi possono godere di emozioni, non solamente vincere. Ho imparato a conoscere il tifoso milanista. Il tifoso vuole poter sognare con queste vittorie. Speriamo possano tornare a farlo presto”.

Sul suo futuro nel calcio: “Mi piace lavorare nel mondo del calcio, sicuramente. Fare l’allenatore è un’altra cosa che stiamo valutando”.

E infine un saluto ai tifosi: “E’ sempre un piacere collegarmi con i tifosi. Li ringrazio sempre per tutto il calore quando vado per strada e non solo. Sostenete sempre la squadra, specialmente in questo momento di ricostruzione. Il Milan sarà sempre il Milan grazie a voi”.

L'ex presidente del Milan Yonghong Li

Inter-Milan, derby delle ombre cinesi: i club appesi alle decisioni di Pechino

Decisive le risoluzioni che il Congresso del Partito comunista prenderà in materia finanziaria: sgradito il concentramento di investimenti orientati tutti su Milano

È la settimana del derby Inter-Milan numero due dell’era a proprietà cinese; e anche la vigilia del 19° Congresso del Partito comunista a Pechino. Tra i due eventi potrebbe esserci un collegamento. Perché il calcio è anche politica e industria e la Cina seconda economia del mondo lo ha capito benissimo.

PARTITA PER INSONNI Andiamo con ordine. Anzitutto non c’è da immaginare che domenica ci siano masse di tifosi di qui incollati alla tv per vedere la partita: le 20.45 a San Siro saranno le 2.45 del mattino di lunedì e solo gli insonni resteranno alzati. Ci si aspetta invece una parola di conforto per i tifosi dai documenti del Congresso. Fonti ben informate hanno appena detto all’agenzia Reuters che le autorità potrebbero decidere di ammorbidire la linea nei confronti degli investimenti all’estero in settori considerati non remunerativi, come il football.

FINE DEL CREDITO FACILE In estate Pechino ha fischiato la fine del credito facile per le acquisizioni “non strategiche” di aziende straniere (“spese irrazionali” nella dichiarazione di scomunica politica). Alle banche e ai finanzieri rossi è stato ordinato di sospendere i prestiti ai “rinoceronti grigi”. L’espressione si riferiva ad alcuni grandi gruppi industriali troppo indebitati nell’espansione internazionale (in particolare Wanda, Anbang, Hna e Fosun che si occupano di tutto, dall’immobiliare all’intrattenimento, dalle assicurazioni alle compagnie aeree). Ma anche il pallone può essere una bolla di debito ed è finito subito in fuorigioco. La televisione statale ha dedicato un programma al problema, nel quale ha citato anche il caso di Suning, la proprietà dell’Inter. “Perché spendere 310 milioni di dollari per un club che perde soldi?”, ha chiesto un analista. Alla Borsa di Shenzhen il titolo Suning perse 6 punti, poi recuperati quando il grande gruppo che vende elettrodomestici dimostrò di avere i conti in ordine. Rossoneri Sport Investment di Yonghong Li, neoproprietario del Milan, qui in Cina è restato fuori dalle notizie in quell’occasione, ma sono stranote le sue difficoltà nel trovare i capitali per chiudere l’operazione con Berlusconi. Tanto che l’ultima quota è arrivata quasi a tempo scaduto a marzo dal fondo americano di private equity Elliott: 180 milioni di euro per l’acquisto, più 123 da spendere per i giocatori. Ma il prestito scadrà a ottobre 2018.

LI CERCA INVESTITORI Yonghong Li, sempre secondo la Reuters, ora è partito alla ricerca di investitori con i quali condividere il peso dell’operazione; spera che si facciano avanti quei gruppi cinesi che a suo tempo si sarebbero ritirati. Occhi puntati sul Congresso che si apre il 18 ottobre, dunque.
Senza farsi troppe illusioni però. Perché, come ha spiegato al Corriere della Sera un’autorevole fonte bancaria cinese, ai politici di Pechino non è piaciuto che per giustificare il ritardo nel closing il signor Li abbia “messo in piazza i controlli sui capitali, dimostrando scarsa sensibilità”. In più: “A Pechino non piace neanche che le due squadre di Milano siano cinesi, troppa esposizione su una sola piazza così famosa per il calcio”. A questo punto c’è da domandarsi chi, tra Inter e Milan, sia piazzato meglio (o meno peggio) sul fronte politico cinese.

INTER DAVANTI AL MILAN Come nella classifica attuale del campionato, sembrano in vantaggio i nerazzurri. Zhang Jindong, proprietario del Suning Commerce Group Co. Ltd è decisamente più solido, con un fatturato vicino ai 50 miliardi di dollari, anche se l’indebitamento è elevato, circa 2 mila punti di vendita e 13 mila dipendenti. Il patron Zhang ha un piano di internazionalizzazione del suo business, vuole far conoscere il marchio all’estero e se l’Inter centrerà la qualificazione in Champions l’anno prossimo vedremo la scritta Suning in eurovisione. Nel progetto calcistico dell’azienda di Nanchino c’è la costruzione di un polo dell’intrattenimento sportivo: Zhang vuole essere proprietario di squadre di calcio, diritti per la trasmissione di partite via web, agenzie che controllano i giocatori, centri di addestramento e allenamento e vuole fare anche e-commerce di prodotti calcistici. Il Jiangsu Suning, dopo essere arrivato secondo l’anno scorso in Super League, ora si sta salvando grazie a Fabio Capello (che si è portato anche Cristian Brocchi come assistente).

CONGRESSO DECISIVO Mister Spalletti è rimasto impressionato dal quartier generale Suning a Nanchino. Un po’ meno dalla campagna acquisti, forse. Si può sperare ora nel Congresso del Partito per uno sblocco degli investimenti? Il signor Zhang Jindong ha buoni contatti: la stampa cinese ha elogiato Suning per la sua sezione di 8 mila dipendenti membri del Partito che, guidati dal presidente, si riuniscono per sedute di studio e salutano con il pugno chiuso in occasione delle grandi ricorrenze comuniste.

Fonte: Corriere della Sera

Montella: “Berlusconi? I suoi consigli non mi piacevano”

L’allenatore rossonero sfida l’Inter: “Partita fondamentale, da vincere in ogni modo. La Champions è la nostra ossessione”. Sull’ex presidente: “Può dire ciò che vuole…”

Vincenzo Montella ha il solito sorriso ma trova il modo di rispondere a Silvio Berlusconi. E’ a Campione d’Italia, dove sarà premiato a breve durante la Notte delle Stelle, organizzata da GLGS-Ussi Lombardia. Berlusconi negli ultimi giorni ha parlato dell’Aeroplanino come di una scelta quasi imposta contro il suo volere: fosse per lui, al Milan sarebbe rimasto Cristian Brocchi. “Berlusconi può dire tutto ciò che vuole, ne ha il diritto – dice Montella -. Le dichiarazioni che sono uscite però vanno contestualizzate, ma da parte mia ci sarà sempre massimo ascolto. Ma il mestiere è il mio e le scelte devono essere autonome. Mi piace ascoltare e elaborare i consigli, quelli di Berlusconi dello scorso anno non mi piacevano molto mentre altri li faccio miei e li utilizzo”. Come dire, se non li mettevo in pratica ci sarà un motivo. Fassone in giornata ha detto che il derby non sarà decisivo per la sorte dell’allenatore e Montella ne prende atto: “Sono contento che mi dimostri fiducia pubblica, ma mi basterebbe quella privata. E’ improbabile aver deciso la formazione per il derby, mi mancano ancora 13 giocatori”.

FORMAZIONE — Il resto, ovviamente, è campo, è Inter, è derby. Montella non si toglie pressione: “Il derby è fondamentale. Abbiamo bisogno della vittoria in qualsiasi modo, con una prestazione convincente sarebbe meglio ma va bene anche vincere su autorete. Il derby è una partita-bivio, come almeno un terzo delle partite. Mi aspetto una prestazione convincente, sulla falsa riga di quella con la Roma con un po’ di sana cattiveria in più negli ultimi 30 metri. Abbiamo le potenzialità per arrivare in Champions, deve essere la nostra ossessione ma non bisogna farsi prendere dall’ansia da classifica”. Suso e Bonaventura, a cinque giorni dalla partita, sono annunciati tra i titolari: “A oggi sarà il derby di Bonaventura e Suso perché a Milanello siamo pochi, da domani valuterò. Sono due giocatori importanti da cui mi aspetto molto ma non diamo vantaggi a Spalletti, non ne ha bisogno. Kalinic? Lo vediamo giorno per giorno, ovvio che vorrei tutti a disposizione. Decideremo nell’ultimo giorno”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

È sempre André Silva: gol del 2-0 alla Svizzera e Portogallo ai Mondiali

Gol, vittoria e qualificazione ai Mondiali. È una bella serata per il Portogallo e in particolare per André Silva, decisivo nel 2-0 rifilato dai lusitani alla Svizzera nel match decisivo di qualificazione alla rassegna iridata disputato in serata a Lisbona. Il numero 9 del Milan ha chiuso la gara con gli elvetici con la rete del raddoppio portoghese, incrementando il vantaggio arrivato con un autogol di Djourou, segnando la seconda rete settimanale dopo quella ad Andorra e il nono sigillo personale in tutto il percorso di di qualificazione a Russia 2018.

Dr. Mazzoni: “Musacchio sta meglio, Antonelli out. Kalinic? Ottimista per il derby”

Il Dottor Mazzoni ha rilasciato il consueto bollettino degli infortunati del martedì. Su Musacchio: “Mateo ha avuto un affaticamento, sta meglio e oggi è rientrato in gruppo: magari non farà tutto l’allenamento perché è il primo dopo qualche giorno di gestione, ma le notizie sono confortanti”.

Su Antonelli: “Sono dispiaciuto. Luca è rientrato dalla lesione al flessore ma purtroppo dopo qualche giorno di allenamento ha riportato un problema a un polpaccio. Sia l’esame ecografico sia la risonanza magnetica dicono che non ha riportato lesioni. Diciamo che non è una cosa grave”.

Su Kalinic: “Nikola migliora di giorno in giorno, è la classica situazione da tenere monitorata e vedere allenamento dopo allenamento. Derby? Diciamo che c’è un cauto ottimismo”.

Dalla Spagna: “Il Milan pensa a Dani Ceballos per gennaio”

Il quotidiano Sport rivela la notizia dell’interessamento del club rossonero per il centrocampista del Real Madrid, eletto miglior giocatore dell’ultimo Europeo U21: solo 111 minuti disputati da inizio stagione

L’ultimo Europeo Under 21 disputato con la Spagna è stato a dir poco straordinario, tant’è che il ko in finale contro la Germania non ha comunque impedito la sua elezione a miglior giocatore del torneo. Dani Ceballos, in estate, ha lasciato il Betis Siviglia per trasferirsi a Madrid. Il Real ha sborsato ben 17 milioni di euro per regalare a Zinedine Zidane un centrocampista di talento e dal futuro assicurato. L’avvio di stagione però non è stato tra i più positivi: 111 minuti con la maglia dei blancos in appena sei partite.

A nulla sono bastate le due reti siglate alla prima da titolare, giocata a fine settembre contro l’Alaves. Il quotidiano catalano Sport riporta la notizia dell’interessamento del Milan, disposto a farne il leader della mediana già durante il prossimo mercato di gennaio. Il Real però non è assolutamente a favore della cessione perché Dani Ceballos diventerà in tutta sicurezza una delle pedine insostituibili del tecnico francese per le future stagioni. Chissà che non possa aprirsi l’ipotesi di un prestito.

Fonte: Corriere dello Sport

Fassone: “Juve più aziendale, Inter naif, Napoli club padronale. Milan? Decido io”

Marco Fassone ha rilasciato un’intervista al Guerin Sportivo. L’ad rossonero ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera nel mondo del calcio, a partire dall’esperienza in bianconero: “La Juve è la società più strutturata e la più aziendale. Ci sono arrivato dall’industria alimentare e soprattutto per questo non è stato traumatico entrarci. Il club bianconero, dopo avermi dato la gestione del marketing, mi ha affidato la responsabilità dei ricavi e poi del progetto della costruzione del nuovo stadio, un qualcosa che non era mai fatto da nessuno. “.

Poi il passaggio a Napoli: “Il Napoli è un club padronale perché ha un proprietario che decide e determina, ma è stato abile a calarsi nella realtà e a dotarsi di una struttura molto snella ed efficiente. De Laurentiis è stato il primo ad accordarmi la direzione generale di una società e quella è stata una parentesi formativa molto importante per me che non avevo mai avuto compiti nella parte sportiva. Senza il coraggio che ha avuto lui, adesso non sarei qui e senza dubbio le due stagioni al Napoli sono state fondamentali per arricchire il mio background”.

L’Inter: “…è l’Inter, una società che ha sempre avuto bisogno di un uomo forte in panchina, da Mancini a Mourinho. Ha un’anima naif, come una bella donna un po’ disorganizzata, come l’ha definita Moratti. Ora ha trovato un uomo forte come Spalletti e sta andando bene”.

E infine il Milan: “La mia vita professionale insomma è stata una somma di esperienze piuttosto variegate e probabilmente tutto questo è stato fondamentale per il mio arrivo al Milan. I nuovi proprietari cinesi volevano un italiano che avesse un’esperienza trasversale ed eccomi qua. Nelle altre società avevo sempre una ‘rete di protezione’ perché, bene o male, c’erano altre persone che avevano l’ultima parola in un processo decisionale al quale partecipavo, ma che non determinavo fino in fondo. Qui al Milan invece la proprietà demanda tutto al management e quindi il compito di decidere spetta a me. Sono di fronte a una specie di ‘O vinco o perdo’ che però è stimolante. Sono convinto che faremo bene anche perché ho una squadra di collaboratori di comprovata esperienza e bravura”.

A proposito di Milan, Fassone tiene a precisare che la mancata qualificazione Champions “Non sarebbe un dramma, perché alla Uefa ho presentato anche nei piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe… positivo e ci consentirebbe di non dover pensare alla cessione di un giocatore”.

Per quanto riguarda lo scudetto invece: “Juventus e Napoli sono più forti delle altre, la nostra corsa per entrare nelle prime quattro la dobbiamo fare su Roma, Inter e Lazio. Quando si inizia un nuovo progetto sono consapevole che ci vuole tempo e non si vince al primo anno, ma cercheremo di dar fastidio a tanti. Vogliamo che i nostri giocatori mettano in campo tutte le energie e il sudore possibili, che diano insomma sempre il massimo per rispettare i tifosi e la storia di questo grande club. Il prossimo anno, poi, inseriremo altri 2-3 elementi nei ruoli che l’allenatore e Mirabelli riterranno più opportuni”.

Milan-Aek: a San Siro è tempo di Europa League

È iniziata la vendita dei biglietti per la sfida contro i greci, mentre prosegue quella per Milan-Genoa e Milan-Juventus

Serie A e Europa League. Il Milan di Vincenzo Montella è impegnato su più fronti in questa stagione, e il vostro sostegno – come sempre – sarà fondamentale. San Siro si prepara a vivere un trittico di sfide interne da non perdere: Genoa prima, Juventus poi in campionato; nel mezzo l’AEK Atene, per l’Europa League. Ed è proprio su quest’ultima che ci concentriamo oggi, perché si è aperta ufficialmente la vendita per una sfida che potrebbe dare al Diavolo la quasi certezza del passaggio alla fase successiva della competizione. Sei punti su sei nelle prime due giornate e la sensazione che il prossimo turno possa essere determinante. Per questo sarà fondamentale non mancare all’appuntamento del 19 ottobre contro la formazione ellenica.

Scopri i prezzi e prenota il tuo posto allo stadio. I biglietti sono disponibili online con il servizio e-ticketing; presso gli sportelli di Casa Milan; in qualsiasi punto vendita TicketOne su territorio nazionale; oppure alle casse dello stadio, aperte il giorno della partita per i tagliandi residui.

Abbiamo parlato in precedenza di Genoa e Juventus. Ricordiamo che per entrambe le partite la vendita dei biglietti è già iniziata. Per quanto riguarda la sfida contro il grifone, è possibile acquistare il proprio tagliando: online; presso gli sportelli di Casa Milan; in qualsiasi punto vendita TicketOne su territorio nazionale; oppure presso le casse dello stadio. Stessa sorte per l’anticipo delle 18.00 di sabato 28 tra Milan e Juventus. Di seguito le varie fasi di vendita per questa partita:

1- Dalle ore 12.00 di giovedì 5 ottobre a giovedì 12 ottobre: vendita riservata agli abbonati, che potranno acquistare fino a un massimo di 3 biglietti;
2- Dalle ore 12.00 di venerdì 13 ottobre a giovedì 19 ottobre: vendita riservata ai titolari di Cuore Rossonero, che potranno acquistare fino a un massimo di 4 biglietti;
3- Dalle ore 12.00 di venerdì 20 ottobre: vendita libera degli eventuali biglietti residui dopo le precedenti fasi di vendita.

Fonte: acmilan.com

Adidas lascia i rossoneri dopo 20 anni: addio a giugno

Il contratto in scadenza nel 2023 sarà interrotto.  Nel 2018 nuovo marchio, in corsa Under Armour e New Balance

Rivera al microfono nel 79 con la maglia a righine sottili, mentre chiede ai tifosi di liberare i gradoni di San Siro nel giorno della stella. Baresi e van Basten con il vecchio logo, Maldini che alza le Champions del 2003 e del 2007 con la bianca da trasferta. Cambiavano i giocatori, gli sponsor, lo stile delle maglie ma una cosa rimaneva: lo sponsor tecnico. Da vent’anni era Adidas, già in abbinamento col rossonero dal 1978 al 1980 e dal 1990 al 1993. Il 2017-18, a meno di clamorose sorprese, sarà l’ultima stagione della partnership tra il Milan e il brand con le tre strisce. Durava dal 1998, da contratto sarebbe dovuta arrivare fino al 2023.

STOP 19,7 MILIONI Adidas, contattata, ha prederito non commentare l’indiscrezione, ma l’addio è praticamente certo. Adidas e il Milan del 2013 avevano firmato un decennale da 19,7 milioni a stagione. Problema: la vecchia proprietà aveva dato all’azienda tedesca la possibilità di interrompere il contratto, puntualmente sfruttata nelle settimane agitate del closing. Il mercato estivo, ambizioso, ha portato un riavvicinamento e una specie di accordo-ponte, per rinviare la rottura. La nuova scadenza è stata fissata al 2019, con possibilità per Adidas di “uscire” dal contratto entro giugno 2018. E’ quello che succederà: in futuro, indicativamente tra dicembre e gennaio, Adidas ufficializzerà l’addio e il Milan ripartirà da un nuovo sponsor tecnico.

IL CASO AUDI Tutto suona un po’ strano, a pochi mesi dalla presentazione delle maglie più apprezzate dai tifosi della storia recente: una rossonera di nuovo in linea con la tradizione, una bianca semplice, una terza maglia nera disegnata in Thailandia. La notizia invece conferma il momento complicato nel rapporto tra gli sponsor e il Milan, che a marzo è stato lasciato anche da Audi, in uscita dal mondo del calcio, non più sponsor e fornitore dei rossoneri, per ora non sostituito da un’azienda concorrente. Per le maglie, invece, una novità ovviamente ci sarà. Non con Nike, rivale principale di Adidas ma già legata all’Inter. Forse con una soluzione di buon profilo attraverso marchi in crescita in Italia come New Balance e soprattutto Under Armour. Adidas invece sarà sempre più legata alla Juventus, scelta come club di riferimento in Serie A: a Torino arriveranno 23 milioni a stagione.

Fonte: Gazzetta dello Sport

Il Milan adesso punta sul Kun Aguero

Il Milan prepara già i colpi per il mercato di gennaio. E di fatto la società è pronta a rinforzare ancora una volta il reparto offensivo. Il nome in pole position è quello del Kun Aguero. Secondo la stampa britannica il passaggio dal Manchester City al Milan potrebbe concretizzarsi con un’offerta da 89 milioni di euro. Già la scorsa estate i rossoneri avevano provato a portare a casa l’attaccante del ManCity per un probabile arrivo di Alexis Sanchez. Poi l’affare tra Arsenal e Manchester City è sfumato, così Aguero è rimasto in Premier.

Ma a gennaio i giochi si riaprono e lo scambio in Gran Bretagna lo danno praticamente per fatto con un Kun Aguero in uscita pronto a volare a Milano. Di fatto con l’arrivo del Kun il reparto offensivo dei rossoneri sarebbe sovraffollato con Andre Silva, Kalinic, Cutrone, Suso e Aguero. Ma va considerato un fattore determinante: il Milan ha l’obiettivo primario di raggiungere un piazzamento in Champions. L’esperienza di un giocatore come Aguero nel reparto d’attacco potrebbe servire anche nel percorso in Europa League.

Fonte: Il Giornale

Ronaldinho: “Milan? Difficile vada in Champions, il prossimo anno sarà più forte”

Durante una visita delle vigne e delle cantine Cordella, l’ex rossonero Ronaldinho ha parlato in esclusiva a gianlucadimarzio.com: “Il Milan? Penso che il prossimo anno sarà ancora più forte. Difficile vada in Champions, ma per una squadra con la storia del Milan tutto è possibile. Quando ero al Milan non pensavo che Berlusconi e Moratti avrebbero venduto i loro club. Quando ero a Milano mi sono trovato bene, vediamo come andrà”.

L'amministratore delegato del Milan Marco Fassone

Milan, questioni tecniche: slitta l’approvazione del bilancio

Proproga di 60 giorni per l’ok al consuntivo del primo semestre 2017, che come annunciato dal club rossonero era atteso entro fine ottobre

Slitterà probabilmente a novembre l’assemblea dei soci del Milan per l’approvazione del bilancio del primo semestre 2017, attesa entro ottobre come era stato annunciato dal club a fine agosto, quando il consiglio d’amministrazione aveva approvato un pre-consuntivo. Nell’ultima riunione, a fine settembre, con l’accordo del collegio sindacale, il Cda si è preso più tempo per finalizzare il documento contabile, che copre il periodo fra gennaio e giugno. Secondo fonti societarie, non ci sono criticità dietro il rallentamento ma alcune problematiche di trasposizione contabile e recenti significativi cambiamenti di principi contabili a livello normativo.

In questi casi, chiariscono le stesse fonti, è possibile avvalersi di un termine più lungo, di 180 giorni invece che di 120 dalla chiusura dell’esercizio. Il Milan ha la necessità di approvare il consuntivo del primo semestre 2017 per allineare l’anno fiscale della società con le cadenze della stagione calcistica che si chiude a giugno, in base alla modifica dello statuto voluta dalla nuova proprietà cinese dopo il closing. In precedenza l’anno fiscale chiudeva al 31 dicembre per esigenze di consolidamento del gruppo Fininvest.

Fonte: Tuttosport

5 considerazioni nel mezzo della sosta

Inizia una settimana importante, che si chiuderà con il Derby

TRA UNA SOSTA E L’ALTRA
Siamo a metà della seconda sosta stagionale e si può fare un primo confronto con la sosta di un mese fa, quella di settembre che traghettò il Milan dalla vittoria sul Cagliari alla battuta d’arresto sul campo della Lazio. All’epoca Romagnoli e Bonaventura erano ancora sulla strada del recupero della miglior condizione dopo infortunio, Suso in Nazionale così come Biglia e Kalinic che però avevano effettuato pochi allenamenti estivi in base alle rispettive situazioni fisiche e di mercato. Oggi invece Biglia è più rodato, mentre giocatori-chiave come i due italiani e i due attaccanti spagnolo e croato (sebbene Kalinic abbia un problema all’adduttore) sono rimasti a Milano e Milanello. Sembra una sosta meno destabilizzante, al netto anche di quanto accadde ad Andrea Conti a Reggio Emilia.

PREMI E LAVORO PER MONTELLA
Il Premio Liedholm ha confermato la serenità di Vincenzo Montella che ha sfruttato la sosta per lavorare costruttivamente con la società, per affrontare e migliorare le varie situazioni di inizio stagione. La squadra ha riposato fino a mercoledì 4 ottobre, ma le doppie sessioni di allenamento di giovedì e venerdì, oltre all’amichevole fra Prima squadra e Primavera di domenica hanno dato ulteriore slancio alla preparazione delle prossime 7 partite ufficiali, a cominciare dal derby di San Siro, prima della sosta di novembre.

12 PUNTI: IL CONFRONTO
Il Milan ha “girato” alla sosta di ottobre con un punto in meno rispetto ad un anno fa, per cui la squadra non è in ritardo rispetto al girone d’andata 2016-17 in cui totalizzò 39 punti, una quota ragguardevole. Senza paragonare epoche e giocatori ma i semplici numeri, vale la pena ricordare che 12 punti sono tutto sommato in linea con i 14 punti delle prime 7 giornate del 2010-11 (anno Scudetto), mentre sono molti più rispetto ai 7 del 2012-13 (stagione del terzo posto).

RAGAZZI, LE GLORIE VI ASPETTANO
Durante l’ultimo Milan-Roma, la regia ha spesso proposto i volti di Franco Baresi, di Filippo Galli, di Rino Gattuso presenti a San Siro in tribuna d’onore. Erano molto concentrati, molto attenti. Il loro volto sembrava spronare i giocatori in campo, dando la sensazione che le glorie storiche del Milan non vedano l’ora di ritrovare il Milan in grandi competizioni e su grandi traguardi. “Vi stavamo aspettando”, proprio così, sperano di poterla pronunciare quanto prima questa frase.

DERBY: NUMERI, CORSI E RICORSI
Il Milan non vince un derby di andata in casa dell’Inter dal 14 novembre 2010, Inter-Milan 0-1, rete di Ibra su rigore e rossoneri in dieci per più di mezz’ora dopo l’espulsione di Abate. Nel nuovo millennio i derby d’andata vinti dal Milan in terreno nerazzurro risalgono al 2001 due volte, al 2003 due volte, al 2005 e al 2010. Il 2017 è l’anno di due Inter-Milan consecutivi, ad aprile e il prossimo 15 ottobre. L’ultima volta che ciò è accaduto nello stesso anno solare risale al 2015: aprile, Inter-Milan 0-0 e settembre Inter-Milan 1-0.

Fonte: acmilan.com

L'allenatore del Napoli, Maurizio Sarri

Sarri: “Con Berlusconi non sarei durato molto. Io come Sacchi? E’ un insulto per Arrigo”

Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. L’allenatore del Napoli è tornato sul suo recente passato che l’ha visto andare molto vicino a sedersi sulla panchina del Milan, al tempo ancora di proprietà di Berlusconi: “Non sarei durato troppo in rossonero se è vero ciò che si dice sulle intercessioni di Berlusconi nel ruolo dell’allenatore. Un presidente che si comporta così vince difficilmente. Invece lui ha vinto tanto, è stato un grande, quindi immagino che ciò che si dice siano più leggende che verità”.

Sull’inizio campionato del Milan: “È stata fatta una campagna acquisti importante, ora va fatto un percorso. Il Milan al momento non è valutabile, perché potrebbe essere una squadra destinata a crescere velocemente. Bisogna avere pazienza”.

Sui paragoni con Arrigo Sacchi: “Per me il paragone è un insulto ad Arrigo. Lui ha vinto tanto, io non ho vinto niente. La mia è un’innovazione parziale, la sua è stata totale. Per me è un paragone gratificante, ma impossibile. Lui ha scritto la storia del calcio in risultati e innovazioni. Se non ci fosse stato lui, io non sarei esistito. Il mio interesse tattico nasce grazie a lui”.

Davide Calabria con la maglia del Milan 2017/2018

Calabria: “E’ normale avere difficoltà, sono fiducioso. Derby? Sono un po’ teso”

Davide Calabria ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Direttamente dal ritiro dell’Under 21, il terzino ha parlato del complicato inizio di stagione rossonero: “C’è tanto talento. Peccato per le ultime partite, ma sono fiducioso. Poi ci sta che i tifosi e gli addetti ai lavori ci critichino, perché c’è stato un mercato importante. Siamo ancora in costruzione, è normale avere delle difficoltà. Con tempo e lavoro faremo grandi cose“.

Sul rapporto con Montella: “Mi trovo bene, mi sta dando fiducia e sono contento”.

Sul Derby: “Da tifoso e giocatore, sono un po’ teso. Di certo si affrontano due grandi squadre”.

Montella “batte” Gattuso 3-1: a segno Jack, Borini e Mauri

Un gol a testa per Bonaventura, Borini e Mauri e vittoria per 3-1 della prima squadra del Milan, impegnata in mattinata in un’amichevole contro la Primavera di Gattuso. I rossoneri – riporta Sky Sport – sono stati schierati da Montella col 3-5-2, modulo che ha avuto la presenza di Borini esterno di centrocampo e Jack-Mauri mezzali ai lati di Montolivo, con Suso seconda punta dietro a Oduamadi. Risparmiato Kalinic, non ancora al top dopo l’infortunio all’adduttore.

Milanello, oggi amichevole contro la Primavera

Amichevole in famiglia per il Milan. La prima squadra di Montella e la Primavera di Gattuso, infatti, si sfideranno sul campo di Milanello in un test tutto rossonero: il fischio d’inizio è previsto per le ore 11.

Brocchi: “Ma quale cocco di Berlusconi: ero l’allenatore giusto per il suo calcio”

L’ex calciatore e allenatore del Milan, Cristian Brocchi, ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato dei propri brevi trascorsi sulla panchina rossonera e in particolare dello status di pupillo di Silvio Berlusconi. Di seguito le dichiarazioni rese a La Gazzetta dello Sport.

Io cocco del presidente? È un termine sbagliato. Se fossi stato il cocco, avrei firmato per due anni invece di andare a scadenza col contratto della Primavera. Qualcuno disse anche che avevo fatto carte false per allenare la prima squadra, ma era Berlusconi ad avermi scelto. Vedeva in me l’uomo giusto per il suo calcio, si guardava tutte le partite della Primavera, si era affezionato al mio modo di giocare. Sembrava che il nostro fosse un rapporto esclusivo ma in realtà non c’era alcun legame in ambito personale: solo un discorso tecnico. So che era iniziato tutto con un Milan-Real 2-1 in un torneo a Dubai nella primavera 2015: rimase colpito da un calcio che aveva ritenuto bello e propositivo e da quella volta in poi si fece registrare tutte le nostre partite, cosa che ovviamente io non sapevo.

Una folgorazione? No, un progetto. Conosceva tutti i giocatori per nome e li osservava per capire chi avrebbe potuto essere il nuovo Maldini, Baresi e via dicendo. Sapendo che non c’era più la disponibilità per arrivare ai top player, questo era il suo modo per ricostruire una base. In poche parole: era alla ricerca della soluzione per tenersi il Milan.

Nei giorni in cui era in ospedale, appena ho potuto parlargli, gli ho detto che non c’erano più le condizioni per lavorare bene. Credo di essere stato molto onesto, per amore del Milan. Gli ho detto “Presidente non lotti più per me”. Lui è rimasto molto deluso, avrebbe preferito che fossi io a lottare ancora. Ma la situazione era troppo complicata. Un tecnico giovane o debuttante deve avere tutte le componenti dalla sua parte. Come succede a Simone Inzaghi. Peccato, perché Berlusconi aveva le cose chiare in testa: so che una delle sue volontà era quella di far lavorare insieme me e Capello. Io in panchina e il mister come direttore tecnico”.

André Silva-gol nel 2-0 del Portogallo su Andorra

Vittoria e gol nella serata di André Silva con la Nazionale. L’attaccante del Milan ha messo la propria firma nella vittoria ottenuta dal Portogallo sul campo di Andorra, nel match di qualificazione ai Mondiali 2018, chiudendo la partita con la rete del 2-0 finale. I lusitani non hanno ancora staccato il pass per la Russia, ma sono aritmeticamente qualificati almeno per i playoff che si disputeranno in novembre.

Andrea Conti, terzino del Milan

Andrea Conti: “Sto bene, sono più avanti del previsto”

Infortunatosi gravemente al ginocchio e sulla via di recupero da qualche settimana, Andrea Conti ha parlato delle proprie condizioni fisiche: “Sto bene, sono senza stampelle, son più avanti di quello che dovrei essere, sono contento. Mondiale? Speriamo – riporta MilanNews.itpensiamo a una cosa per volta, iniziamo a recuperare una cosa per volta“.

Milanello, le ultime dall’infermeria: bene Kalinic, ancora out Musacchio

Notizie positive e negative per Montella dall’infermeria di Milanello. La pausa per le Nazionali sarà utile per tirare il fiato e ricaricare le batterie in vista di un importante tour de force in Serie A ed Europa League, ma potrebbe consegnare al tecnico una rosa ancora non al top causa infortuni. Con Kalinic sulla via del recupero dopo la lesione all’adduttore, il Milan ha visto fermarsi altri tre giocatori: Antonelli, Musacchio e Bonaventura, rimasti a riposo nella seduta di ieri.

Se per Jack non c’è nulla di grave – è stato ko a causa della febbre ed è già tornato in gruppo -, potenzialmente più preoccupanti sono le condizioni di Antonelli e Musacchio. Il terzino ha registrato un nuovo infortunio muscolare, al polpaccio sinistro, mentre l’argentino non si è allenato ancora a causa di un affaticamento: niente di grave, a otto giorni da Inter-Milan, ma sono problemi che dovranno essere valutati e che non permetteranno di arrivare al meglio alla stracittadina del 15/10.

Milanello: rossoneri ancora al lavoro

Squadra in campo al Centro Sportivo di Milanello per l’unica seduta in programma per la mattinata di sabato.

Dopo il doppio allenamento di venerdì infatti, i rossoneri sono tornati al lavoro intorno alle ore 11 sul campo ribassato. Prima parte dedicata al riscaldamento, poi il gruppo ha svolto una serie di esercitazioni tecniche seguite da un possesso palla a campo ridotto. La sessione è terminata con una partitella, sempre a campo ridotto.
Da segnalare che Bonaventura ha svolto tutto l’allenamento in gruppo. Per domenica è prevista un’amichevole con la Primavera di Rino Gattuso, inizio ore 11.

Fonte: A.C. Milan

Lavoro doppio a Milanello

Tattica, tecnica e atletica negli allenamenti. Nel report anche i dettagli su alcuni singoli (da acmilan.com)

Dopo la ripresa è andata in archivio un’altra giornata completa a livello di attività per i rossoneri di Mister Montella, impegnati su tutti i fronti venerdì a Milanello.

Alla mattina, terminato il riscaldamento iniziale, esercitazioni tattiche per la squadra e specifiche per i portieri. Il pomeriggio, invece, si è aperto con un possesso palla a campo ridotto; poi lavoro sia sulla fase offensiva che difensiva e a seguire la partitella. Infine ci si è spostati sulla parte atletica, basata su una serie di scatti. Sabato sarà la prima volta in cui il Diavolo svolgerà un’unica sessione, a partire dalle 11.00.

Giacomo Bonaventura non ha preso parte all’allenamento odierno per un attacco influenzale. Mateo Musacchio oggi è stato tenuto a riposo precauzionale a causa di un affaticamento. Luca Antonelli che aveva precedentemente recuperato dal problema ai flessori, ha dovuto interrompere l’allenamento del pomeriggio a seguito di un affaticamento al polpaccio sinistro.

Fonte: A.C. Milan

Under 21, netto 6-2 all’Ungheria: doppietta di Cutrone

La Nazionale Under 21 è tornata in campo dopo le due partite giocate il mese scorso, e ha travolto a Budapest l’Ungheria per 6-2. Gli azzurrini hanno archiviato il match già nel primo tempo, chiuso sul 5-0. La squadra di Di Biagio, che è proiettata verso il quadriennio che porterà alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, ha messo in mostra uno straordinario Patrick Cutrone che, con il fiorentino Chiesa, ha messo a segno una doppietta. Il giovane attaccante del Milan ha aperto le danze, colpendo un palo dopo soli 12′ e al 16′ ha fatto centro, raddoppiando poi per l’Italia al 24′ su rigore, concesso per un fallo sul figlio d’arte Federico Chiesa che, al 28′ ha calato il tris. Il poker è arrivato per merito dell’esordiente Depaoli al 31′. Proprio allo scadere del 45′ è arrivato anche il 5-0 di Chiesa. Nella ripresa girandola di sostituzioni e Ungheria in gol con Makrai che sfrutta un errore difensivo. Orsolini al 37′ ristabilisce le distanze e sempre Makrai chiude i conti al 42′, per un 6-2 che non ammette repliche.

Fonte: ANSA

L'ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi

Berlusconi: “Montella sbaglia, la squadra non va. Bonucci capitano? Era meglio Montolivo”

Il leader di Forza Italia (come Salvini) boccia l’allenatore rossonero. E poi dà un consiglio: “Bisogna prendere un top player”

“Sono a vostra disposizione per qualsiasi cosa”, aveva detto Silvio Berlusconi al momento del commiato. Ma da allora, dal passaggio di testimone, c’è stata come una cesura tra i nuovi proprietari del Milan e quello che Arrigo Sacchi definisce “l’artefice del rinascimento del calcio italiano”. Trent’anni di storia rossonera sembrano siano stati dimenticati in pochi mesi, insieme alla simbologia di un’era che non ha avuto eguali nel mondo del pallone. Il Cavaliere conosce le regole del mercato, anche la loro efferatezza, tuttavia non è riuscito a nascondere il proprio dolore quando in estate ha raccontato agli amici che “il mio club” aveva deciso di cancellare il trofeo Berlusconi, da lui dedicato al padre Luigi: immaginava venisse confermato, sperava di venir chiamato per la premiazione.

Invece niente. La scorsa settimana, ricevendo gli auguri di compleanno, gli è stata fatta notare la cura con cui i Suning coltivano mediaticamente i rapporti con Massimo Moratti, che resta il testimonial dell’Inter, una sorta di garante della linea di continuità per i tifosi nerazzurri. “Il Milan è un pezzo del mio cuore e della mia vita”, è la risposta data da Berlusconi: “Vorrei almeno che la squadra andasse bene. È questo il mio rammarico, il mio dispiacere”. C’è un motivo se vuole evitare che nulla trapeli del suo stato d’animo: la cortina di silenzio è insieme un gesto d’amore verso i suoi colori e un atto di correttezza verso i nuovi vertici.

Però nelle conversazioni riservate emerge la preoccupazione del Cavaliere per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: “E la squadra non va…”. Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che “ci vuole pazienza” all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: “Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?”. Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna presidente-allenatore. E non si ferma.

D’altronde nessuno si sente di fermare uno che ha imbottito di coppe la bacheca, che ha scommesso prima su Sacchi e poi su Capello tra lo scetticismo generale, che ha comprato i Van Basten, i Gullit, i Kakà, i Nesta e gli Shevchenko, che andava in tv a vantarsi di disegnare gli schemi ad Ancelotti, che si dannava se un allenatore non gli schierava il trequartista dietro le due punte. E se, parlando di politica, non manca di ricordare a ogni interlocutore i colpi di Stato che ha subìto, appena inizia a parlare del Milan fa lo stesso. Parte dai tempi del closing, quando la trattativa coi cinesi stava per fallire e lui — “con tutti i miei figli contro” — stava per ripensarci. Poi torna alla scelta dell’allenatore: “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella”.

Se c’è una cosa, forse l’unica, che unisce il Cavaliere a Matteo Salvini è il giudizio sul tecnico. “Non mi piace come sta facendo giocare la squadra, non c’è un’idea”, ha detto l’altro giorno in pubblico il segretario della Lega, tifoso rossonero piegato da “tre sconfitte clamorose e imbarazzanti”. Non è dato sapere se ne abbia discusso con Berlusconi l’ultima volta che l’ha sentito, ma è certo che in privato l’ex presidente del Milan si è addentrato fin nei dettagli tattici della crisi: “Spiegatemi come possono finire spesso in panchina Suso e Bonaventura, che sono poi i due calciatori tecnicamente più dotati. E come si può fare sempre il solito gioco sulle fasce, per il solito cross in area. Mah… Per andare in rete andrebbero invece sfruttate le qualità dei due, cercando le linee di passaggio interne”.

Un tempo la vittima designata di queste intemerate era Adriano Galliani, che domenica scorsa si è trovato allo stadio — come Barbara Berlusconi — a vedere il Milan battuto dalla Roma. Ah, nostalgia canaglia. Ci fosse stato ancora lui, sarebbe entrato negli spogliatoi per risolvere il problema. Anche se aveva sperimentato quanto — a suo dire — fosse limitato il dialogo con Montella: “Gli davo consigli e lui mi rispondeva ‘Sì presidente, ma la formazione la faccio io’“. Una cosa che lo faceva imbestialire più delle battute di Salvini, quando solidarizzava con quei tifosi rossoneri, indignati davanti ad Arcore per la crisi di risultati della squadra.

Erano gli anni dell’austerity, degli acquisti a parametro zero, della giostra di vecchie glorie che avevano fatto grande il Milan in campo ma che in panchina non potevano far grande un Milan senza più campioni. Perché così era giunta alla fine l’epopea berlusconiana, quella degli scudetti che valevano un punto percentuale nei sondaggi di Forza Italia. Tale era ormai il malcontento che alle Amministrative di Milano migliaia di elettori rossoneri avevano scritto Kakà sulla scheda, in segno di protesta dopo la cessione dell’asso brasiliano. La vendita del Milan fu per Berlusconi “un modo per farlo ritornare grande”, e in virtù di quell’ultima promessa la Curva gli riconobbe i meriti per il passato e l’intuizione per il futuro.

Ora quella promessa il Cavaliere vorrebbe fosse mantenuta. Da tifoso spera che la squadra inverta la tendenza. Perché sta per arrivare il derby, e c’è una storia da difendere, sebbene nel cambio di gestione una antica tradizione sia andata smarrita. Cosa che Berlusconi ha preso male quanto i risultati e l’assenza di gioco: “È stata data la fascia da capitano a un calciatore che è stato per anni la bandiera della Juventus”. Nel solco dei Rivera, dei Baresi e dei Maldini, è una scelta che gli appare insopportabile e non certo per le indiscutibili qualità umane e calcistiche di Bonucci: “C’è Montolivo. La fascia andava affidata a lui”. Quanti errori, insomma. Non che lui non ne abbia commessi. “Quando gli consigliai Sarri per la panchina — ha raccontato di recente Sacchi — lui scelse Mihajlovic. E se ne pentì”. Forse l’era di Berlusconi al Milan avrebbe avuto un altro epilogo. O forse non avrebbe avuto epilogo, chissà.

Fonte: Corriere della Sera

Di nuovo in campo, tra palestra e partitelle

Doppio allenamento per il Diavolo alla ripresa. Antonelli in parte in gruppo (da acmilan.com)

Dopo i 3 giorni di riposo decisi da Vincenzo Montellavincitore del Premio Liedholm 2017, con il doppio allenamento di giovedì è ufficialmente iniziata la “missione” del Diavolo verso il Derby di domenica 15 alle 20.45.

La squadra, rimaneggiata visti i tanti nazionali convocati, nella sessione del mattino ha svolto palestra e potenziamento senza pallone. Al pomeriggio, invece, prima spazio a ripetute e cambi di direzione, poi a delle partitelle: sia a quattro porticine che a campo ridotto con porte grandi. Antonelli ha svolto una parte del lavoro in gruppo, proseguendo successivamente in maniera personalizzata.

La giornata di venerdì seguirà esattamente gli stessi orari: doppia seduta, alle 11.00 e alle 16.00, per avvicinarci alla stracittadina di San Siro.

Fonte: A.C. Milan

Montella: “Le aspettative sono alte. Io in bilico? Le chiacchiere non mi turbano. Testa al derby”

Vincenzo Montella ha rilasciato un’intervista in occasione del ritiro del Premio Liedholm. Di seguito le dichiarazioni raccolte da MilanNews.it.

Su Liedholm: “Ho avuto il piacere di incrociare il Barone alla Roma, ho avuto la possibilità di apprezzare la sua signorilità, la sua eleganza, la sua ironia. E’ un grande orgoglio ricevere questo premio. Mi auguro di poter vincere come lui, ha vinto due scudetti, sicuramente è un punto di riferimento. E’ un grande personaggio”.

Sul derby: “E’ la cosa bella di questo mestiere dover preparare già un’altra partita, la testa e le idee sono già proiettate  verso la prossima partita”.

Sulla sconfitta con la Roma: “La sconfitta brucia, probabilmente immeritata, c’è un percorso che abbiamo intenzione di proseguire e migliorare. Abbiamo tenuto testa ad una grande squadra, ci stiamo avvicinando, stiamo insistendo sul lavoro”.

Sui giocatori rimasti a Milanello: “Ci sono una decina di giocatori su cui poter lavorare”.

Sul mestiere dell’allenatore: “E’ un mestiere bellissimo, ti appassiona e ti prende a 360° tutti i giorni, quando non perdo mi piace anche la domenica”.

Sull’accanimento sul Milan: “Secondo me ci sta, le aspettative erano e sono altissime. Noi conosciamo la realtà interamente, sappiamo che mediaticamente ci sta. Il nostro percorso ci deve portare a crescere e raggiungere l’obiettivo dei primi quattro posti. Non siamo distantissimi, l’importante è non farsi condizionare”.

Sul futuro: “Non mi turbano le illazioni, faccio questo lavoro da qualche anno, conosco i rischi del mestiere. Allenando una squadra come il Milan i rischi sono maggiori così come le chiacchere”.

Sul momento: “Sono positivo e ottimista, c’è del lavoro da fare. Vedo il cammino un po’ in salita ma è abbastanza normale, ci vuole del tempo ma noi siamo i primi a pretendere che questo tempo non ci sia. Ho equilibrio nelle valutazioni e nelle analisi”.

Sul preparatore atletico: “Sto valutando qualche possa essere la scelta migliore. Iriarte? Sta con me da qualche anno, le soluzioni interne non mancano, sto vedendo anche altri profili. Non mi lascio prendere dal panico”.

Su Papu Gomez e l’Argentina: “Che avesse grandissime possibilità si intravedeva, mi fa piacere per lui che è un bravo ragazzo. Gli auguro il meglio e che possa qualificarsi già stanotte”.