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Gonzalo Higuain

Higuain verso il “sì”: oggi si definisce l’intesa. Fatta per Bonucci-Caldara

È il giorno decisivo per il trasferimento al Milan di Gonzalo Higuain e per il maxi scambio Bonucci-Caldara

Dopo l’incontro fiume in nottata a Casa Milan tra Leonardo e Nicolas Higuain, oggi è tutto pronto per la chiusura definitiva delle trattativa tra i rossoneri e il Pipita: l’argentino dovrebbe vestire la maglia rossonera così come Mattia Caldara, mentre Bonucci tornerà a Torino appena un anno dopo il clamoroso trasferimento al Diavolo.

Le distanze tra le parti, in particolare tra Milan e Higuain, sembrano essere state appianate nel vertice di quasi quattro ore tra la dirigenza e l’entourage: oggi la Juve incontrerà a Milano tutte le parti in causa – informa Gianluca Di Marzio – e definirà i dettagli dell’intesa totale. Gonzalo ha accettato la formula del prestito oneroso per 18 milioni con diritto di riscatto a 36, mentre lo scambio tra Bonucci e Caldara sarà puro: la valutazione di entrambi è di 40 milioni.

Gonzalo Higuain

Higuain-Milan, ore calde: domani è in Italia per incontrare Leonardo. Le ultimissime

Gonzalo Higuain pronto a rientrare dalle vacanze: Leonardo proverà a convince lui e il fratello-agente ad accettare l’offerta del Milan

Sarà una domenica rovente per il mercato del Milan. Domani, infatti, può essere il giorno decisivo per la chiusura della maxi operazione imbastita con la Juve ormai da 4-5 giorni. L’evento che può dare il là definitivo è l’arrivo in Italia di Gonzalo Higuain insieme al fratello-agente Nicolas per incontrare di persona Leonardo, provare a trovare l’intesa e mettere a posto l’ultima tessa mancante per completare il puzzle biancorossonero. Nel dettaglio: i due club hanno un’intesa per lo scambio tra Bonucci e Caldara (ed entrambi hanno già accettato la destinazione) e per il prestito oneroso con diritto/obbligo di riscatto per il Pipita, ma per completare l’operazione serve anche l’intesa tra il Diavolo e l’ex Napoli. Seppur indirettamente, sono operazioni legate, in quanto la Vecchia Signora è dispsota a chiudere lo scambio solo se il Milan riuscisse a “liberarlo” dal problema Higuain.

Le indiscrezioni che sono circolate nelle ultime settimane hanno parlato di un Pipita in linea di massima ben predisposto nei confronti del Milan, pista gradita tanto quanto quella che porterebbe al Chelsea del mentore Sarri, ma manca l’intesa tra le parti su alcuni punti sostanziali. In primis sullo stipendio, col giocatore che non intende scendere dai 7,5 milioni a stagione che gli assicura la Juve (e che anzi punterebbe a un leggero rialzo), ma anche sulla formula dell’operazione e sulla “bontà” della soluzione rossonera: l’argentino non gradirebbe un trasferimento in prestito senza la certezza del riscatto, nemmeno se subordinato al raggiungimento di un risultato sportivo (il piazzamento Champions). Un escamotage, quello del prestito molto oneroso (15-20 milioni) con diritto di riscatto per una cifra complessiva di 55 milioni (cioè quanto serve alla Juve per non fare una minusvalenza), necessario per non appesantire troppo il bilancio in vista delle prossime negoziazioni con l’UEFA sul Fair Play Finanziario.

Ecco perché domani potrebbe essere una giornata potenzialmente risolutoria. Higuain rientrerà dalle vacanze e col fratello-agente incontrerà direttamente Leonardo, il quale cercherà di convincere l’attaccante sia dal punto di vista economico sia sportivo. Non c’è una bozza di accordo, anche se la quadra potrebbe trovarsi su queste direttrici: un contratto quadriennale (uno in più rispetto a quello attualmente in vigore con la Juve) e la prospettiva di diventare l’uomo franchigia del nuovo corso targato Elliott, a prescindere dalla formula del trasferimento. Basterà? Milan e Juve restano ottimiste, anche se non è da sottovalutare lo spauracchio Chelsea: i Blues non hanno avanzato al momento proposte allettanti né alla Juve né al giocatore, ma da qui a domani può succedere di tutto.

Leonardo Bonucci esulta dopo il proprio gol in Juventus-Milan

Milan-Juve, che intreccio! Bonucci, Caldara, Higuain: si tratta. E Pjaca…

Leonardo e Marotta discuotono di più profili: Bonucci verso la Juve, Caldara il grimaldello per sbloccare la trattativa, Higuain prediletto per l’attacco. Occhio a Pjaca

Un’incredibile notizia di mercato che diventa sempre più concreta. Leonardo Bonucci vuole lasciare il Milan e tornare alla Juventus, appena un anno dopo il clamoroso trasferimento che lo aveva vestito di rossonero: troppo forte la voglia di vincere quella Champions League sfiorata due volte, così come i dubbi nati su un Diavolo che, passato nelle mani di Elliott, ha cambiato totalmente pelle nel giro di pochi giorni. E nulla importa se oggi, in via Aldo Rossi, si respira finalmente aria di stabilità societaria e finanziaria: Bonucci desidera tornare a Torino e finire l’opera lasciata incompleta dodici mesi fa, divorziando da un progetto di cui era capitano e uomo simbolo.

Il Milan ha accolto la richiesta del proprio (ormai ex) capitano, ma non è disposto a svendere né facilitare il suo trasferimento in bianconero. La strategia del nuovo d.t. Leonardo è chiara: sfruttare la volontà della Juve di vincere nel breve periodo, riaccogliendo a casa un campione di 31 anni, per strappargli un prospetto di 24 anni come Mattia Caldara. Superare la resistenza della Vecchia Signora non sarà facile, ma il brasiliano sta mantenendo la propria posizione: i rossoneri vogliono solo l’ex Atalanta come pedina di scambio per Bonucci. Non che Higuain non piaccia, anzi, ma questa è un’operazione slegata e da finanziare con le cessioni in attacco: i 55-60 milioni necessari per il Pipita dovranno arrivare dalle partenze di Kalinic, Bacca e André Silva.

Non solo Bonucci, Caldara e Higuain nell’incontro a tre di ieri tra Leonardo, Marotta e Paratici e nei contatti continui tra le dirigenze. La Juve ha provato a inserire nella trattativa altri nomi come Benatia, trovando il “no” del Milan, mentre un profilo caldo che potrebbe rientrare nella maxi operazione è quello di Marko Pjaca. Già cercato in passato e vicino nel 2016 a vestire la nostra maglia, il croato è chiuso dai tanti giocatori offensivi a disposizione di Allegri e dovrà partire: il Milan può sfruttare le titubanze di Fiorentina e Sampdoria e infilarsi, regalando a Gattuso (o chi per lui) il fantasista che manca per completare il pacchetto con Suso e Calhanoglu. Da definire la formula: la Juve non sembra volerlo cedere in prestito con diritto di riscatto.

Leonardo Bonucci esulta dopo il gol in Milan-Crotone

Bonucci: “Col derby abbiamo svoltato. Io via dal Milan? Solo chiacchiere”

Le dichiarazioni di capitan Bonucci dopo l’1-0 di San Siro

Così il capitano Leonardo Bonucci al triplice fischio di Milan-Crotone, match terminato 1-0 per i rossoneri proprio con gol del numero 19:

“Era un po’ che mi dicevano che dovevo far gol e finalmente ho ripagato la fiducia di tutti con una buona prestazione, ma soprattutto è positivo lo spirito visto nel primo tempo e il saper soffrire tutti insieme nel finale.

Dopo il derby un Milan diverso? Nella stagione ci sono partite-svolta – ha dichiarato Bonucci a Sky Sport – in noi c’era già prima la voglia di svoltare, ma eravamo stati sfortunati negli episodi: il derby ci ha fatto crescere in fiducia e autostima e si vede quando rischiamo per giocare.

Ho avuto la fortuna sempre di guardare il campo. Ovvio che gli applausi fanno piacere ma dobbiamo meritarci e conquistare questo popolo che crede in noi e ce l’ha dimostrato anche nei momenti peggiori. Io via? Ho un contratto con il Milan sino al 2022, non vedo il motivo per cui devo dar retta a chiacchiere e spifferi. Tv e giornali sono da riempire, sono chiacchiere e basta”.

Leonardo Bonucci in posa con l'a.d. Marco Fassone e il d.s. Massimiliano Mirabelli

Il Milan tuona su Bonucci: “Illazioni davvero irricevibili”

È il futuro di Leonardo Bonucci il tema più caldo del 21 dicembre rossonero. Il sito ufficiale del Milan, nel consueto commento mattutino ai quotidiani, ha chiosato così sulle voci che vorrebbero il numero 19 tentato dall’addio:

Ma che bella la riscoperta di Bonucci! Improvvisamente, si passa dagli sfottò sugli equilibri alla minaccia di un abbandono improvviso del Milan e all’interesse di grandi club. In soldoni, sono illazioni davvero irricevibili. La realtà è che Leo ha già smentito informalmente. Non solo: lo farà anche formalmente. Perché Leonardo Bonucci crede totalmente nel progetto Milan e questo dimostra che le storie pre-natalizie sono assolutamente basate sul nulla. Il capitano rossonero sta lavorando duro, come tutti i suoi compagni, in ritiro, per riscattarsi con tutto il Milan da una posizione di classifica molto negativa“.

Insomma: i rumors di mercato sul capitano milanista, privi di fondamento, non sono affatto piaciuti dalle parti di via Aldo Rossi. La speranza è che Bonucci e compagni riescano con le prestazioni sul campo a zittire le illazioni dei giornali e a far tornare il sereno sul cielo di Milanello.

Leonardo Bonucci durante Lazio-Milan di campionato

Bonucci: “Questo pari di Benevento è come una sconfitta. Ora lottiamo tutti insieme”

L’analisi di capitan Bonucci nel post partita di Benevento-Milan

Così ha parlato Leonardo Bonucci al termine della sfida del Vigorito tra Benevento e Milan, finita 2-2 allo scadere del recupero:

“In tanti possono dire di non aver mai visto un finale di gara così in carriera. Ci spiace, volevamo iniziare col mister in un’altra maniera, abbiamo lavorato tanto dal punto di vista fisico e tattico ma ci manca qualcosa, ma abbiamo voglia di riprenderci. C’è da lavorare a prescindere – ha dichiarato Bonucci a Sky Sport – mettere la testa sul campo giorno dopo giorno e migliorare le situazioni. Ci sono state scelte arbitrali dubbie, ma dobbiamo pensare a cosa fare sul campo, sull’aggressività.

Quando cambia l’allenatore c’è sempre dispiacere, ma ci siamo poi subito buttati a seguire i dettagli messi in campo da mister Gattuso. Dobbiamo continuare a lavorare, a sacrificarci uno per l’altro e lottare tutti insieme. Il mister ha tanto carisma, carattere ed esperienza per trasmetterci le parole giuste per invertire questo trend, oggi è stato un brutto pareggio, dobbiamo compattarci insieme e guardare avanti con positività. Peggio di così non può essere. È come una sconfitta? Sì, contavano i tre punti e prendere gol così al 95° è brutto. Mettiamo un punto e ripartiamo”.

Leonardo Bonucci entra a San Siro

Bonucci: “Ho lasciato indietro tutte le pressioni. Oggi dobbiamo solo vincere”

Le dichiarazioni rese da capitan Bonucci prima di Sassuolo-Milan

A pochi minuti dal fischio d’inizio di Sassuolo-Milan le parole di Leonardo Bonucci, pronto a tornare in campo dopo la squalifica di due turni:

Ho lasciato indietro tutto il caos mediatico seguito all’espulsione col Genoa e le pressioni arrivate dal 14 luglio in poi. Son riuscito a prepararmi fisicamente e togliermi qualche responsabilità di dosso. Tornare a vincere oggi è un obbligo.

Se giocheremo anche per Montella? Credo nel Milan e nel progetto – ha dichiarato il capitano rossonero a Sky Sport -. È compito nostro aiutare l’allenatore, noi stessi e la società. Oggi il solo obiettivo è vincere“.

Milan-Genoa, le pagelle: disastro Bonucci, Borini encomiabile. Romagnoli monumentale

A San Siro si è giocato Milan-Genoa, match pomeridiano della nona giornata di campionato.

Le pagelle di Milan-Genoa, nona giornata di Serie A 2017/2018.

Donnarumma: 6
Una bella parata su Rigoni nel primo tempo, un disimpegno sbagliato che innesca il Genoa nel secondo.

Zapata: 6,5
Grande incognita della vigilia, stavolta non ha tradito. Anzi, regala un paio di interventi niente male.

Bonucci: 4
Volente o nolente, l’ingenuità che lascia in Milan in 10 per un’ora ha indirizzato la partita. Salterà almeno due turni.

Rodriguez: 6
Confermato nei tre dietro, regge senza grandi problemi l’urto dello – scarso – reparto offensivo rossoblu.

Borini: 6,5
Continua a giocare in un ruolo non suo, uscendo dal campo sempre tra i migliori. Sfiora anche il gol in più di un’occasione. Encomiabile.

Kessié: 6
Corre come un forsennato per tutta la partita, coprendo tutto il campo per sopperire all’uomo in meno. Pecca sempre nell’ultimo passaggio, ma stavolta è più che giustificato.

Biglia: 5
Sicuramente l’inferiorità numerica lo condiziona, ma non riesce mai a metterci del suo. Ha una buona occasione nei primi minuti, ma sparacchia malamente a lato.

Bonaventura:  5,5
Mezzo voto in più di Biglia per l’impegno profuso, anche lui non riesce ad incidere come sa. Lascia il campo anzitempo per l’ennesimo guaio muscolare.

dal 67′ Calabria: 6
La sua interpretazione dell’esterno a tutta fascia è decisamente differente da quella di Borini e Bonaventura.

Suso: 6,5
Sempre più imprescindibile, nei momenti difficili è l’uomo a cui si affida l’intera squadra. Serve il pallone della partita a Kalinic, che spreca.

Calhanoglu: s.v.
Viene sacrificato da Montella dopo venti minuti, sull’altare dell’uomo in meno.

dal 26′ Romagnoli: 6,5
Escluso eccellente di giornata, entra dopo la follia di Bonucci e alla fine è forse il migliore in campo. Si piazza in mezzo alla difesa e non perde un contrasto.

Kalinic: 5
Con l’uomo in meno viene completamente abbandonato alle cure dei difensori genoani, uscendone con le ossa rotte. Non gioca male, ma ha l’occasione della partita e non è riuscito a mettere la zampata.

dall’84’ Cutrone: s.v.
Troppo poco, troppo tardi.

Montella: 5,5
L’interessante esperimento dei tre trequartisti naufraga subito, e non per demeriti personali – se non quelli di Bonucci che si fa buttare fuori lasciando i suoi in dieci per un’ora e passa. Davvero difficile valutare una prestazione del genere, si rischia di eccedere nel facile entusiasmo per il gioco espresso in 10 o viceversa nel catastrofismo più nero dopo uno 0-0 nella partita che doveva essere del dentro-fuori. Unico appunto sensato è sul solito, tardivo, ingresso in campo di Cutrone. Esame rimandato a mercoledì.

Montella: “Bonucci? È un rosso televisivo. E io mi gioco la carriera…”

Vincenzo Montella ha parlato nel post partita di Milan-Genoa, terminata 0-0 e condizionata dall’espulsione diretta rimediata da Bonucci nel primo tempo. Di seguito le sue dichiarazioni rese a Sky Sport.

Sugli episodi arbitrali: “Se devo analizzare la partita sono estremamente soddisfatto, non del risultato. In dieci contro undici abbiamo fatto una partita esemplare, ci siamo andati vicino a vincerla, meritavamo qualcosa in più. Mi porto a casa l’anima e lo spirito della squadra in questo momento delicato.

Gli episodi non ci girano a favore, ma vorrei capire se siamo in un mondo televisivo o di campo. Il VAR lo accetto, ma le situazioni di campo non sono televisive. Accetto l’espulsione di Bonucci, ma chi sta in campo cerca di prendere posizione con il gomito, io da attaccante prendevo posizione con il gomito e non venivo mai espulso perché essendo basso non prendevo mai il volto. Lui è alto e lo ha preso, questa per me è stata un’espulsione televisivo. Non è intenzionale, l’avversario non la guarda mai.

Se così fosse ci sarebbe anche il rigore su Bonaventura. Mi gioco la mia carriera, se l’arbitro mi dà rigore me la cambia. Se siamo in un mondo televisivo questo è calcio di rigore. Se siamo in un mondo televisivo non si può sbagliare”.

Sul momento rossonero: “Non sto a sindacare l’onestà e la bravura degli arbitri, sto vedendo che ci stanno dando contro episodi che arrivano uno vicino all’altro. I ragazzi sono stati splendidi, hanno usato ogni energia contro una squadra che non ti lascia giocare. Oggi avremmo meritato di vincere e l’avremmo potuto fare con un episodio”.

Sul suo futuro: “Ho parlato un po’ dopo la partita, vedo grande fiducia, sono valutato quotidianamente, sento fiducia e unione. Dopo questa prestazione abbiamo bisogno di stringerci ancora più forte – riporta MilanNews.it – siamo lì e sta nascendo qualcosa”.

Fassone: “Manca la scintilla. Montella? Ha la nostra fiducia. Ora vietato sbagliare”

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa.

Sulla crisi rossonera: “Nessuno aveva pensato che con una squadra così rinnovata non ci sarebbero stati problemi, ma di sicuro siamo indietro rispetto ai programmi. Quanto? Di 5-6 punti. L’obiettivo era tenere a corta gittata il quarto posto per tutto il girone di andata, assestarci e dare la scalata alla zona Champions nel ritorno. Chiaro che i margini di recupero ci sono, ma non possiamo più permetterci di sbagliare”.

Su Montella: “È stato scelto da noi e ha tutta la nostra fiducia. Panchina a rischio in caso di nuova sconfitta? Inutile ragionare sui se e sui ma, qui dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per trovare una via di uscita. Manca la scintilla, il gol che fa invertire la rotta. Ma sono convinto che ce la faremo”.

Sulle parole di Mirabelli: “Non è questione di pressione. Il Milan è stato costruito per ottenere certi risultati: non stanno arrivando e abbiamo il dovere di essere trasparenti con i nostri tifosi. Siamo tutti a tempo. Compreso il sottoscritto. Montella-Mirabelli? Non si è strappato niente – ha assicurato l’a.d. Fassone -. Stiamo tutti dalla stessa parte”.

Su Bonucci: “Ci sono persone contente quando togli loro delle responsabilità e altre che invece sono nate per averne. Bonucci appartiene alla seconda categoria. È vero, non sta rendendo per quello che è il suo valore. Ma anche lui sta pagando la situazione generale”.

L’a.d. Fassone analizza l’inaspettata crisi rossonera a 360°

Sull’obbligo di andare in Champions: “Piano con la parola obbligo. La Champions è fondamentale per il nostro progetto: mancarla, però, non blocca i piani. Ritarderemo di un anno e troveremo il sistema di equilibrare la mancata entrata degli introiti Champions con la cessione di uno-due top player”.

Sul debito con Elliott: “Il progetto, parlo per quello che riguarda il Milan, è di farlo in anticipo, già in primavera. Abbiamo sul tavolo svariate opzioni che stiamo valutando con attenzione. Diciamo che il fascicolo Milan è su molte scrivanie, per avere un percorso di rientro meno sfidante dell’attuale”.

Su Yonghong Li: “Questo scetticismo è anche un po’ fastidioso, se fossimo in Inghilterra in pochi ci farebbero caso. Io dico solo che la proprietà quest’anno ha fatto un aumento di capitale di 49 milioni e non sono soldi prestati all’A.C. Milan. E presto ne farà un altro. L’obiettivo è triennale, far crescere i ricavi e poi mettere sul mercato azionario, alla Borsa di Hong Kong, una fetta della società”.

Sul piano commerciale della società: “Normalmente ci sono tre gambe che sostengono un club. I diritti tv, i ricavi dallo stadio e dal merchandising. Noi ne abbiamo una quarta, il lavoro sul territorio cinese. Il nostro lavoro partirà dal basso, un lavoro con gli istituti scolastici governativi compatibile con il modello didattico cinese. Noi guadagneremo con merchandising e licensing. La scelta delle scuole è appena partita, se ne sta occupando una newco con sede a Pechino, la AC Milan Beijing Sport development”.

Sul Fair Play Finanziario: “A luglio i nostri progetti erano frecce tracciate sui fogli di carta. Ora è tutto più definito – ha concluso Fassone – siamo fiduciosi”.

Milan-AEK, le pagelle: Bonucci traballante, Suso fondamentale. Male Calhanoglu

A San Siro si è giocato il Milan-AEK Atene, terzo turno di Europa League.

Le pagelle di Milan-AEK Atene, terzo turno di Europa League 2017/2018.

Donnarumma: 6-
Interviene una sola volta, respingendo la punizione potente di Bakasetas. Rischia l’autogol sfiorando col piede una conclusione dal fondo.

Musacchio: 5,5
Combina un mezzo pasticcio con Donnarumma regalando la migliore occasione della partita ai greci, che per fortuna non ne approfittano.

Bonucci: 5
Traballante, continua a palesare le solite incertezze di questo inizio di campionato. E San Siro non gradisce.

Rodriguez: 6
Parte terzo di sinistra, ruolo che interpreta senza problemi ma che lo limita fortemente. Meglio da terzino.

Calabria: 5,5
Prima partita in Europa, crossa molto ma spesso in modo impreciso.

Suso: 6
Prova ad accendere la luce con le solite iniziative personali, va vicino al gol più volte ma Anestis è in serata. Fondamentale.

dall’83’ Borini: s.v.
Ingiudicabile.

Locatelli: 5,5
Torna titolare davanti alla difesa, svolge il compitino senza strafare. Va spesso alla conclusione, senza centrare la porta.

Calhanoglu:  4,5
Ennesimo ruolo diverso in campo, ennesima prova deludente. Sfiora il gol su punizione e impegna Anestis con un bel tiro da fuori, un po’ poco.

Bonaventura: 5
Esterno a tutta fascia, non incide come potrebbe. Un paio di giocate interessanti, ma anche lui deve dare di più.

dal 72′ Kessié: 5,5
Venti minuti per ridare ossigeno alla squadra.

Cutrone: 6+
Tra i più positivi, segna un gran gol (purtroppo in fuorigioco) e dà sempre l’impressione di poter essere pericoloso.

André Silva: 5,5
Gioca una buona partita presentandosi più volte in zona gol, mancando però nel guizzo decisivo. Bello, ma non balla.

dal 63′ Kalinic: 5,5
Torna in campo dopo l’infortunio. Fine delle buone notizie.

Montella: 5
In un San Siro semi deserto, anche il Milan stasera sembra non essersi presentato. Ennesima formazione inedita, primi quarantacinque minuti soporiferi, ripresa leggermente più positiva (più per demeriti degli avversari che altro). Il gioco continua a latitare, ora che mancano anche i risultati la situazione inizia a farsi davvero complicata.

Nazionali rossoneri: il bilancio finale

Poker di gol nell’ultimo turno. Italia testa di serie nei playoff, André Silva, Biglia e Zapata al Mondiale

Dalla Macedonia all’Albania, per l’Italia è cambiato il risultato ma non il minutaggio dei rossoneri: Bonucci ha giocato tutta la gara, mentre Donnarumma è rimasto in panchina. La Nazionale, vincendo 1-0 in trasferta, si è garantita la condizione di essere testa di serie nei playoff mondiali. Playoff che riguarderanno anche la Svizzera di Rodriguez, titolare nel ko (0-2) contro il Portogallo di André Silva. L’attaccante ha segnato ancora, nella ripresa, prima di lasciare il campo al 75′, contribuendo in maniera decisiva alla qualificazione dei rossoverdi a Russia 2018.

Sorridono Biglia (90′) e Zapata (a riposo): l’Argentina e la Colombia, battendo l’Ecuador (3-1) e pareggiando con il Perù (1-1), hanno ottenuto il pass diretto per la massima competizione. Niente da fare, invece, per Gomez, espulso all’89’ di Paraguay-Venezuela 0-1; e per Calhanoglu, impiegato dall’inizio alla fine in Finlandia-Turchia 2-2.

Terminano il bilancio complessivo i giovani italiani. Dopo la doppietta contro l’Ungheria, Cutrone ha fatto gol anche nell’amichevole dell’Under 21 contro il Marocco (4-0). Sia Patrick che Locatelli e Calabria sono stati sostituiti nella ripresa. In conclusione Gabbia è stato grande protagonista, grazie a una doppietta, nel 3-2 esterno ai danni della Svezia nella fase iniziale dell’Europeo U19.

Fonte: acmilan.com

L'ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi

Berlusconi: “Montella sbaglia, la squadra non va. Bonucci capitano? Era meglio Montolivo”

Il leader di Forza Italia (come Salvini) boccia l’allenatore rossonero. E poi dà un consiglio: “Bisogna prendere un top player”

“Sono a vostra disposizione per qualsiasi cosa”, aveva detto Silvio Berlusconi al momento del commiato. Ma da allora, dal passaggio di testimone, c’è stata come una cesura tra i nuovi proprietari del Milan e quello che Arrigo Sacchi definisce “l’artefice del rinascimento del calcio italiano”. Trent’anni di storia rossonera sembrano siano stati dimenticati in pochi mesi, insieme alla simbologia di un’era che non ha avuto eguali nel mondo del pallone. Il Cavaliere conosce le regole del mercato, anche la loro efferatezza, tuttavia non è riuscito a nascondere il proprio dolore quando in estate ha raccontato agli amici che “il mio club” aveva deciso di cancellare il trofeo Berlusconi, da lui dedicato al padre Luigi: immaginava venisse confermato, sperava di venir chiamato per la premiazione.

Invece niente. La scorsa settimana, ricevendo gli auguri di compleanno, gli è stata fatta notare la cura con cui i Suning coltivano mediaticamente i rapporti con Massimo Moratti, che resta il testimonial dell’Inter, una sorta di garante della linea di continuità per i tifosi nerazzurri. “Il Milan è un pezzo del mio cuore e della mia vita”, è la risposta data da Berlusconi: “Vorrei almeno che la squadra andasse bene. È questo il mio rammarico, il mio dispiacere”. C’è un motivo se vuole evitare che nulla trapeli del suo stato d’animo: la cortina di silenzio è insieme un gesto d’amore verso i suoi colori e un atto di correttezza verso i nuovi vertici.

Però nelle conversazioni riservate emerge la preoccupazione del Cavaliere per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: “E la squadra non va…”. Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che “ci vuole pazienza” all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: “Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?”. Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna presidente-allenatore. E non si ferma.

D’altronde nessuno si sente di fermare uno che ha imbottito di coppe la bacheca, che ha scommesso prima su Sacchi e poi su Capello tra lo scetticismo generale, che ha comprato i Van Basten, i Gullit, i Kakà, i Nesta e gli Shevchenko, che andava in tv a vantarsi di disegnare gli schemi ad Ancelotti, che si dannava se un allenatore non gli schierava il trequartista dietro le due punte. E se, parlando di politica, non manca di ricordare a ogni interlocutore i colpi di Stato che ha subìto, appena inizia a parlare del Milan fa lo stesso. Parte dai tempi del closing, quando la trattativa coi cinesi stava per fallire e lui — “con tutti i miei figli contro” — stava per ripensarci. Poi torna alla scelta dell’allenatore: “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella”.

Se c’è una cosa, forse l’unica, che unisce il Cavaliere a Matteo Salvini è il giudizio sul tecnico. “Non mi piace come sta facendo giocare la squadra, non c’è un’idea”, ha detto l’altro giorno in pubblico il segretario della Lega, tifoso rossonero piegato da “tre sconfitte clamorose e imbarazzanti”. Non è dato sapere se ne abbia discusso con Berlusconi l’ultima volta che l’ha sentito, ma è certo che in privato l’ex presidente del Milan si è addentrato fin nei dettagli tattici della crisi: “Spiegatemi come possono finire spesso in panchina Suso e Bonaventura, che sono poi i due calciatori tecnicamente più dotati. E come si può fare sempre il solito gioco sulle fasce, per il solito cross in area. Mah… Per andare in rete andrebbero invece sfruttate le qualità dei due, cercando le linee di passaggio interne”.

Un tempo la vittima designata di queste intemerate era Adriano Galliani, che domenica scorsa si è trovato allo stadio — come Barbara Berlusconi — a vedere il Milan battuto dalla Roma. Ah, nostalgia canaglia. Ci fosse stato ancora lui, sarebbe entrato negli spogliatoi per risolvere il problema. Anche se aveva sperimentato quanto — a suo dire — fosse limitato il dialogo con Montella: “Gli davo consigli e lui mi rispondeva ‘Sì presidente, ma la formazione la faccio io’“. Una cosa che lo faceva imbestialire più delle battute di Salvini, quando solidarizzava con quei tifosi rossoneri, indignati davanti ad Arcore per la crisi di risultati della squadra.

Erano gli anni dell’austerity, degli acquisti a parametro zero, della giostra di vecchie glorie che avevano fatto grande il Milan in campo ma che in panchina non potevano far grande un Milan senza più campioni. Perché così era giunta alla fine l’epopea berlusconiana, quella degli scudetti che valevano un punto percentuale nei sondaggi di Forza Italia. Tale era ormai il malcontento che alle Amministrative di Milano migliaia di elettori rossoneri avevano scritto Kakà sulla scheda, in segno di protesta dopo la cessione dell’asso brasiliano. La vendita del Milan fu per Berlusconi “un modo per farlo ritornare grande”, e in virtù di quell’ultima promessa la Curva gli riconobbe i meriti per il passato e l’intuizione per il futuro.

Ora quella promessa il Cavaliere vorrebbe fosse mantenuta. Da tifoso spera che la squadra inverta la tendenza. Perché sta per arrivare il derby, e c’è una storia da difendere, sebbene nel cambio di gestione una antica tradizione sia andata smarrita. Cosa che Berlusconi ha preso male quanto i risultati e l’assenza di gioco: “È stata data la fascia da capitano a un calciatore che è stato per anni la bandiera della Juventus”. Nel solco dei Rivera, dei Baresi e dei Maldini, è una scelta che gli appare insopportabile e non certo per le indiscutibili qualità umane e calcistiche di Bonucci: “C’è Montolivo. La fascia andava affidata a lui”. Quanti errori, insomma. Non che lui non ne abbia commessi. “Quando gli consigliai Sarri per la panchina — ha raccontato di recente Sacchi — lui scelse Mihajlovic. E se ne pentì”. Forse l’era di Berlusconi al Milan avrebbe avuto un altro epilogo. O forse non avrebbe avuto epilogo, chissà.

Fonte: Corriere della Sera

Cutrone suona la sveglia a un Milan quiescente

Tre punti, una reazione d’orgoglio e Cutrone. Non c’è molto da salvare nella seconda serata europea del Milan di Montella, se non il risultato finale e l’ennesimo exploit della più bella sorpresa di questo inizio di stagione. Perché tra il 2-0 firmato André Silva-Musacchio sino al lampo al 94′ di bomber Patrick, valso il 3-2 finale, sono suonati altri inquietanti campanelli d’allarme, contro un Rijeka sicuramente dignitoso e grintoso, ma modesto nei valori tecnici. Alla vigilia erano attesi miglioramenti nel gioco e nella tenuta difensiva, soprattutto grazie al trio titolare Musacchio-Bonucci-Romagnoli: non è arrivato niente di tutto questo. E il blackout degli ultimi dieci minuti, a un passo dal costare una vittoria già in banca, invita a importanti riflessioni.

La partita è andata come nelle previsioni: al Milan il pallino del gioco e la volontà di creare occasioni, in verità senza riuscirci granché, con il Rijeka desideroso di impostare una gara fisica e accorta nella speranza di difendersi e ripartire. I rossoneri non riescono a sbloccarsi nei meccanismi di gioco, poco fluidi e inefficaci, ma sbloccano la gara con una giocata di André Silva: scatto in profondità, rientro sul destro e cannonata sul palo lontano da gran centravanti. Quindi il raddoppio su calcio piazzato, con Musacchio che ribadisce in rete due deviazioni rossonere. Ma poi si stacca la spina. Il Milan esce dalla partita, concede un gol evitabile e subisce anche un beffardo 2-2 su ingenuità di Romagnoli (uno dei tanti errori di singoli della serata). Ma al 94′ ecco il cuore di bomber Cutrone, che piazza la zampata giusta e regala al Milan tre punti e una reazione d’oro.

Vincere al fotofinish, a maggior ragione dopo aver subito una rimonta di due reti, è sempre sintomo di orgoglio e carattere. E il Milan di Montella, rappresentato nella serata di San Siro dalla rabbia agonistica di Cutrone, ha dimostrato di averne già l’anno scorso, quando riprese tante partite complicate. Ma i pochi passi avanti nel gioco e soprattutto nell’equilibrio di squadra e nella fase difensiva turbano. È vero: serve tempo per conoscersi e per prendersi le misure, a maggior ragione non potendo mai lavorare in settimana, ma la mancanza cronica di attenzione e concentrazione non è accettabile. E oltre agli automatismi di reparto, preoccupano gli errori e le disattenzioni di uomini di qualità (su tutti Bonucci e Romagnoli) e la scarica mentale della squadra, sottotono e poco in partita. Oggi come all’indomani di Samp-Milan, è il gruppo a dover dare una risposta mentale prima che tecnica, ad iniziare dal capitano: questo 3-2 last minute può servire come scossa, ma la chiave per svoltare sarebbe vincere e convincere in un big match. Sbloccato di “testa”, questo Milan farà molto meglio di così.

Fonte: di Nicolò Esposito per “SpazioMilan.it

Milan-Rijeka, le pagelle: Bonucci insicuro, Cutrone salva tutto. Bene André Silva

Le pagelle di Milan-Rijeka, seconda gara del Gruppo D di Europa League 2017/2018.

Donnarumma:  5+
Non irreprensibile nell’uscita sul gol di Acosty, forse poteva fare meglio sul brutto rigore del momentaneo pareggio.

Musacchio: 6
Tornato in campo dopo due panchine consecutive, non sbaglia quasi nulla e mette a segno il suo primo gol in rossonero.

Bonucci: 5
Anche non considerando il clamoroso errore su Acosty, la sua partita non può considerarsi positiva: troppi errori in fase di costruzione, e la solita insicurezza generale.

Romagnoli: 5,5
Un solo calo di tensione, quando causa goffamente il fallo da rigore, macchia una prestazione tutto sommato positiva.

Abate: 6-
Senza infamia e senza lode, non incide particolarmente. Sia in un senso, che nell’altro.

Kessié: 6
Un passo avanti rispetto alle orribili prestazioni di Roma e Genova, due indietro rispetto alle migliori prestazioni offerte in questo inizio di stagione.

dal 70′ Mauri: s.v.
Apporto praticamente nullo alla gara.

Locatelli: 6
Fa il suo senza strafare, non soffrendo particolarmente il pressing croato ma senza nemmeno inventare chissà cosa. Partita ordinata, quasi scolastica.

Calhanoglu: 5
Metà partita per lui, costretto ad uscire per una brutta botta che ne pregiudica la prestazione. Non che prima stesse facendo molto, onestamente parlando.

dal 45′ Bonaventura: 6-
Stavolta l’atteggiamento è quello giusto, ma negli anni ci ha abituato a ben altro.

Borini: 6+
Non esattamente una partita da incorniciare la sua, ha però il merito di mettere in porta Cutrone in occasione del gol vittoria.

Cutrone: 7
Mezzo voto in più per il gol che salva capra e cavoli. Per il resto, il solito Cutrone: tanta grinta e la sensazione che possa sempre creare pericolo.

André Silva: 6,5
Si inventa un gol praticamente da solo, impegna la difesa croata e regala giocate preziose. Ecco a volte esagera un po’, ma per ora va bene così.

dall’82’ Suso: s.v.
Entra e dopo due minuti il Milan si sgretola, anche non per colpa sua.

Montella: 6-
Un tranquillo giovedì di paura. Gara in completo controllo che rischia di trasformarsi in uno psicodramma nel giro di cinque minuti, ma per fortuna c’è Cutrone (e Borini).

Montella: “Che gioia questo 3-2, portiamo a casa esperienza ed energia”

Le parole di mister Montella nel post partita di Milan-Rijeka, vinta nel recupero dai rossoneri per 3-2:

Dobbiamo crescere nella gestione delle partite. E abbiamo avuto l’esperienza che le partite vanno gestite anche al 70′ – ha dichiarato l’Aeroplanino a Sky Sport – oltre che il cuore che ha portato alla vittoria. È un grande passo che ha fatto la squadra.

Dopo il 3-2 è stata una gioia indescrivibile vedere l’orgoglio e l’energia della squadra. Con Bonucci ce l’avevo perché è il capitano e il più esperto e deve trasmettere come gestire la partita.

Dobbiamo crescere nella fase difensiva e negli automatismi, abbiamo avuto un inizio difficile soffrendo un po’ questo momento e le ultime prestazioni per approccio e temperamento. La squadra ha provato a fare la partita, anche se il Rijeka ha giocato aggressivo e continuo. Potevamo fare comunque meglio.

Sulla postura del corpo dei difensori ci lavoriamo. È da capire i cali a cosa siano dovuti, se a un rilassamento o altro: sono cose su cui lavorare, anche se arrivano cose pure positive. Stiamo crescendo, dobbiamo crescere, a volte ci illudiamo che la crescita sia duratura ma non è così. Siamo qui per lavorare.

Questo 3-2 ci fa portare a casa più esperienza ed energia rispetto a quanto non sarebbe accaduto con un 2-0 o col rigore parato da Donnarumma. Vedo il bicchiere pieno, perché abbiamo vinto e perché portiamo a casa esperienze.

I problemi tutti in trasferta? Non ci avevo pensato, ma è vero che a San Siro le abbiamo vinte tutte“.

Montella: “Il Milan vale tanto”. Bonucci: “Devo fare meglio”

Vigilia di Europa League a Milanello, ma soprattutto un momento complicato alla luce della seconda brutta sconfitta della stagione. Mister Montella e Leo Bonucci hanno parlato in conferenza stampa verso Milan-Rijeka, parlando del match di domani e soprattutto delle difficoltà incontrate dai rossoneri in questo avvio di campionato. Di seguito le dichiarazioni integrali dell’allenatore e del capitano del Milan, nella diretta proposta dal profilo Facebook ufficiale del club.

Fassone: “Il Milan avrà un futuro d’oro”

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, è stato ospite di un forum nella redazione del Corriere dello Sport, in cui ha parlato a 360° del momento rossonero. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Sulla debacle contro la Lazio: “Questa è la prima giornata di down dall’inizio della stagione, ma giocare subito ci aiuterà: non avremo tempo per rimuginare e per fare tanti discorsi. Se questa sconfitta ha minato le nostre certezze? Qualche dubbio ci è venuto, ma Montella è stato bravo nel post partita a sottolineare che le scon­fitte fanno parte di un progetto di crescita. Magari non di queste dimensioni… Ecco perché quando mi hanno inquadrato in tribuna dopo il 4-0 avevo quell’espressione terribile (sorride, ndr). Contro il Cagliari non avevamo giocato bene, ma erano arrivati i tre punti. Contro la Lazio invece…”.

Sugli attacchi di Raiola: “Mi è dispiaciuto che abbia detto certe cose. Raiola è l’agente di Donnarumma, ma anche di Bonaventura, Abate e altri giovani. Ammetto però che Mino è coerente e questa sua s­fiducia l’ha espressa ­fin da aprile perché vede come oscuro e nebuloso il futuro del club. Gli ho spiegato il nostro progetto che si svilupperà in 4-5 anni. Dalle sue ultime frasi deduco che, nonostante gli investimenti, nutre ancora perplessità, ma sono felice che Gigio abbia scelto di rimanere: vuol dire che lui ci crede”.

Sulle “vedove” di Berlusconi: “Pensavo che questo scetticismo fosse ancora più pesante perché Berlusconi è stato al Milan 31 anni, 27 dei quali caratterizzati da grandi successi. Con Galliani ci sentiamo e tra noi il rapporto è buono. In una situazione del genere essere nel mirino della gente è normale e anche per questo abbiamo adottato una tipologia di comunicazione molto diretta: spieghiamo tutto ai tifosi con grande trasparenza sui social. Ho notato che la gente apprezza. Il numero di abbonamenti rispetto allo scorso anno è quasi raddoppiato e intorno al Milan sento tanto calore anche in trasferta”.

Sul debito col fondo Elliott: “Ho detto che al 99% la società rimarrà all’attuale proprietà lasciando però un minimo dubbio? Avrei potuto anche dire al 99,9%, ma come manager, in presenza di un ri­finanziamento non ancora certo, un minimo margine di dubbio va lasciato. Spero di poter dire che saremo a posto al 100% nella primavera del 2018, forse addirittura a febbraio-marzo, con 6 mesi di anticipo sulla scadenza del debito con Elliott. La mia frase voleva dare una rassicurazione ai tifosi, far capire loro che il Milan non porterà comunque i libri in tribunale e continuerà ad avere una proprietà solida anche nella più sciagurata e remota delle ipotesi. Stanco di sentire insinuazioni sulla proprietà? A volte sì. Nel mondo del calcio spesso le proprietà orientali vengono viste come poco trasparenti e poco comunicative. Noi, dove possibile, abbiamo deciso di rispondere con i fatti e con i numeri”.

Sui ricavi dalla Cina: “I top club lì fatturano poche decina di milioni di euro, 20-25, anche il Manchester United che è il leader assoluto in quel mercato. La nostra scommessa è arrivare nei prossimi anni a 60-70-100 milioni. Come? In Cina abbiamo una società locale, non un semplice ufficio, e manager cinesi che possono sviluppare il nostro business conoscendo la cultura e sapendo come muoversi”.

Sugli obiettivi della stagione: “C’è un piano economico che va di pari passo con quello sportivo. L’obiettivo è la zona Champions League: vogliamo conquistarla per poi crescere ancora e vincere. Non riuscirci, però, non sarebbe un dramma. Alla UEFA ho presentato anche dei piani che non prevedono la partecipazione alla Champions e quindi 40 milioni in meno di ricavi. Se arriveremo ‘solo’ in Europa League non chiuderemo la baracca, ma non nascondiamo che gli azionisti ci hanno chiesto di tornare subito a giocare la coppa più prestigiosa”.

Sulla corsa alla Champions League: “Juventus e Napoli hanno qualcosa in più delle altre perché sono solide e collaudate. La corsa va fatta su Inter, Roma e Lazio che mi sembrano più alla nostra portata come rose. Se cresciamo come squadra, possiamo dar fastidio a tutti”.

Sull’Europa League: “Per noi è una competizione importante, anzi prioritaria. Non la faremo schierando le riserve perché vogliamo arrivare il più lontano possibile e migliorare il nostro ranking. Se da febbraio avremo un po’ di fortuna nei sorteggi…”.

Sull’Inter: “Loro lo scorso anno in classi­fica sono ­finiti dietro di noi, ma il Milan ha cambiato molto. Ce la giocheremo senza paura, con loro e con le altre. Al derby e, ancora prima, allo scontro con la Roma arriveremo più rodati rispetto a ora.

Il mio derby con l’Inter? Ho buoni ricordi degli anni all’Inter. Il più grande rammarico è quello dell’ultima stagione con Mancini: eravamo primi, stavamo volando, poi qualcosa si è rotto (tra lui e Bolingbroke, allora CEO nerazzurro, e Fassone se n’è andato, ndr). Peccato perché avremmo potuto vincere il campionato. Roberto (Mancini, ndr) è un fuoriclasse e gli auguro ogni successo perché lo merita.

Mercato estivo? L’Inter era soggetta al Fair Play dell’UEFA, noi lo saremo il prossimo anno, ma non mi permetto di entrare nei loro affari. Tra la nostra proprietà e la loro c’è grande rispetto”.

Sul Fair Play Finanziario: “A maggio abbiamo ottenuto lo slittamento della sottoscrizione del Voluntary Agreement. Siamo stati convocati in un momento in cui i nostri piani erano ancora super­ficiali. Ci rivedremo a novembre e speriamo che tutto vada a posto”.

Sul mercato: “Trovare l’accordo per il Voluntary Agreement potrebbe darci dei vantaggi, ma dei vincoli con l’UEFA li avremo. Quest’anno la proprietà ha accettato perdite forti che nel prossimo bilancio saranno coperte da aumenti di capitale e abbiamo inserito in rosa 11 nuovi giocatori. Nel 2018 niente rifondazioni: l’idea è quella di aggiungere 2-3 elementi e migliorarci dove ne abbiamo bisogno. Faremo mercati importanti anche senza cessioni di spessore”.

Sul parco attaccanti: “Siamo felici di Kalinic. Montella lo voleva ­fin dall’inizio e puntavamo su di lui. Ci siamo tenute aperte delle altre piste perché non sapevamo cosa avrebbe fatto la Fiorentina”.

Su Bonucci: “Eravamo partiti per costruire una squadra di un certo tipo e nella nostra idea base Leo non c’era. A inizio luglio Montella e Mirabelli mi hanno prospettato l’acquisto Bonucci, spiegandomi che era il giocatore che avrebbe completato la nostra rosa. Su di lui siamo andati dritti per dritti anche se a me sembrava impossibile prenderlo. E invece al primo incontro con Marotta abbiamo trovato l’accordo in mezzora. Leo è un leader, ma anche lui deve ambientarsi”.

Su Raiola e la promessa della fascia di capitano a Gigio: “Non voglio fare polemiche. Dico solo che da quando ha sposato il nostro progetto, immaginiamo che Gigio diventerà capitano del Milan. Dargli la fascia adesso sarebbe stata una cosa prematura, ma se rimarrà a lungo con noi come speriamo…”.

Su Montella: “Non lo abbiamo mai messo in discussione e sarebbe rimasto anche senza la quali­ficazione all’Europa League. Mi è piaciuto tantissimo come ha lavorato la scorsa stagione, caratterizzata dalle difficoltà del cambio di proprietà. Ha grandi doti gestionali del gruppo”.

L'amministratore delegato del Milan Marco Fassone

Fassone: “Sorpresi dalle dimensioni della sconfitta. Siamo una squadra in costruzione, ci vuole tempo”

All’indomani del pesante ko con la Lazio, l’amministratore delegato del Milan Marco Fassone ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport.

Sulla sconfitta di Roma: “Non me lo sono ancora spiegato, lascio che le spiegazioni giuste se le diano Mirabelli e Montella. Devo dire che tutti noi ci aspettavamo prima poi questa marcia dei sei successi consecutivi si sarebbe potuta interrompere. Siamo consapevoli che la squadra è in costruzione, che ci vogliono i tempi eccetera. Ci ha un po’ sorpreso la proporzione e le dimensioni con le quali questa sconfitta è maturata”.

Sugli obiettivi: “Gli obiettivi assolutamente non cambiano: quest’anno, noi riteniamo di avere le carte in regola per potercela giocare e per poter competere per conquistare uno dei quattro posti che danno l’accesso all’Europa. È un obiettivo manifesto, è un obiettivo dichiarato, lo abbiamo sempre detto. I capitomboli come quelli di ieri sono importanti a nostro giudizio ed è importante che sia maturato anche in questo modo proprio per toglierci gli alibi, per guardarci dentro e per capire cosa non funzionato e ripartire proprio da giovedì, almeno con uno spirito diverso”.

Sulle critiche a Bonucci: “Mi è un po’ spiaciuto quando ho visto stamattina che le critiche si sono accentrate magari più su di lui che su altri. Ieri c’è stata una prestazione negativa della squadra in generale. Bonucci è il capitano, il leader, non è solo un acquisto fortemente voluto ma è un perno, un puntello, ha una credibilità assoluta e totale. Il giocatore che alla fine della partita ha deciso di metterci la faccia e di andare a parlare. Ha tutto il nostro apprezzamento e la partita di ieri non intacca nemmeno dello 0,1% la stima che abbiamo in lui”.

Sull’esordio di giovedì e sulle ambizioni in Europa League: “La giocheremo con una buona ambizione, quanto meno con l’idea di avere una competizione internazionale importante che ci accompagna a rifamiliarizzare con questo tipo di competizioni. Sappiamo che è difficile e non ci lasciamo ingannare dal fatto che apparentemente il gruppo sia alla nostra portata. Andiamo per step: il primo obiettivo è qualificarsi, qualificarsi bene e se ci riusciamo da primi nel girone perché questo da punti, dà valore e permette un sorteggio migliore. Dopo se avremo la capacità di raggiungere la fase ad eliminazione diretta cercheremo di andare il più avanti possibile. Certamente quello che garantiamo è il massimo impegno per una competizione che riteniamo importante”.

Leonardo Bonucci durante Lazio-Milan di campionato

Lazio-Milan, le pagelle: disastro Calabria, Bonucci irriconoscibile. Male Suso e Kessié

Le pagelle di Lazio-Milan, terza giornata di Serie A 2017/2018.

Donnarumma: 6
Quattro tiri in porta, quattro gol subiti. Ma non ha colpe, anzi per poco non arriva sul rigore del vantaggio di Immobile.

Calabria: 4
Disastro totale, viene costantemente scherzato da Lulic prima e da Lukaku (non) partecipando in tre gol. Descigliesco.

Musacchio: 5
Naufraga insieme al resto della retroguardia, assistendo impotente allo show biancoceleste.

Bonucci: 4,5
Immobile fa quello che vuole, incluso saltarlo come un birillo in campo aperto. Irriconoscibile.

Rodriguez: 5,5
Non riesce mai a spingere, ma gli va dato atto che dal suo lato la Lazio non sfonda.

Kessié: 4,5
Fallo da rigore stupido che sblocca la partita, palloni persi a ripetizione. Tanto rumore per nulla(?).

Biglia: 5
Costantemente fischiato dal suo ex pubblico, prova a mettere ordine ma intorno a lui è il caos.

Montolivo: 5+
Fatica tremendamente, sprecando molti palloni in fase di costruzione. Mezzo voto in più per il gol, anche se inutile.

Suso: 4,5
Non pervenuto per quasi un’ora, dopo il gol della bandiera si sveglia cinque minuti. Non basta.

dal 73′ Bonaventura:  s.v.
Entra quando ormai la partita è ampiamente chiusa.

Cutrone: 5,5
Idem come Suso. Non entra mai nel vivo, però almeno finché la squadra è in partita si sbatte e perlomeno cerca di dare una mano.

dal 55′ Calhanoglu: 6
Entra e pronti-via calcia la punizione dalla quale scaturisce il gol di Montolivo. Sarà anche in ritardo di condizione, ma la qualità non si discute.

Borini: 5
Tremendamente confusionario, nei primi minuti getta alle ortiche un paio di contropiedi. Poi più nulla.

dal 55′ Kalinic: 6
Leggermente meglio di Cutrone, ma comunque poca roba. Non per colpa sua.

Montella: 4
Quattro, come i goal presi in cinquanta minuti. Non funziona nulla: il modulo, i singoli, il gioco, il risultato. Domenica da dimenticare.

Fascia a Bonucci, ma il vice capitano è Biglia

Bonucci capitano, Biglia vice. In occasione della gara di questo pomeriggio tra Lazio e Milan sono state annunciate le gerarchie per la fascia, con Leo successore confermato di Montolivo e l’argentino “secondo”. Per Biglia, d’altronde, è una gara speciale, avendo indossato la maglia biancoceleste per quattro stagioni ed essendone anche stato capitano per due.

Bonucci, rientro in anticipo a Milanello

Rientro a Milanello in anticipo per Leonardo Bonucci. Impegnato con la Nazionale italiana nelle gare di qualificazione ai Mondiali, il capitano milanista è già tornato a lavorare nel Centro Sportivo rossonero – riferisce MilanNews.it: Bonucci, infatti, non è disponibile per la gara di questa sera tra Italia e Israele per squalifica.

Sconcerti: “Il Milan ha speso 230 milioni ma, escluso Bonucci, non ha comprato top player”

Mario Sconcerti ha rilasciato alcune dichiarazioni a Libero commentando il mercato appena concluso, a partire proprio da quello dei rossoneri: “Squadre di Serie A tornate a investire? In linea di principio sì, ma mi dica lei, di grandi giocatori chi è arrivato? Mi spiego: il Milan ha speso 230 milioni, ma a parte Bonucci che ha avuto una sua eco particolare nei nostri confini non è riuscito ad arrivare a nessun top player”.

La storica firma del Corriere ha poi continuato: “L’Inter ha dovuto prendere i centrocampisti della Fiorentina. La Roma ha venduto giocatori più importanti di quelli che ha preso”.

Infine un commento sui campioni d’Italia uscenti: “Juve più vulnerabile? A me sembra invece che l’assenza di Bonucci sia stata riequilibrata dall’arrivo di altri grossi giocatori. Se devo pensare a quale sia la squadra più completa penso ancora alla Juve, senza dubbio”.

Bossi (Banca Ifis): “Fideiussioni Milan? Ordinaria amministrazione”

A margine del Workshop Ambrosetti di Cernobbio, ai microfoni di Business Insider l’amministratore delegato di Banca Ifis Giovanni Bossi ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle famose fideiussioni concesse al Milan nell’ambito delle operazioni che hanno portato Bonucci e Biglia in rossonero.

“Perché noi abbiamo rilasciato al Milan le fideiussioni legate agli acquisti di Leonardo Bonucci e Lucas Biglia e altre banche no? Beh, dovete domandarlo agli altri istituti di credito. In una operazione di questo tipo è centrale prendere rischi in maniera consapevole e noi lo abbiamo fatto. Abbiamo guardato tutta l’operazione e abbiamo deciso che ci stava perfettamente. Per noi si è trattato di normale amministrazione. Abbiamo chiuso in tempi stretti, visto che in questi casi la rapidità premia”.

“Non è stata una cifra enorme e in ogni caso noi da quasi venti anni lavoriamo con le squadre di calcio di serie A e B. E’ un filone di cui ci siamo sempre occupati: ogni anni finanziamo e/o garantiamo fino a sei club e non per 500 mila euro ma per importi ben maggiori. Sappiamo fare le nostre valutazioni e lo abbiamo fatto anche nel caso di Bonucci e Biglia. Il nostro costo del rischio di credito è tra i più bassi del sistema mentre la qualità del credito è tra le più alte”.

L'ex allenatore del Milan Vincenzo Montella

Ora tocca a Montella: dai “3” dietro al 4-2 fantasia, le varianti tattiche del Milan 2017-18

Dopo tre mesi infuocati di calciomercato e ben undici nuovi arrivi, è (finalmente) tempo di pensare solo ed esclusivamente al campo. Mai come quest’anno l’entusiasmo e l’interesse attorno al Milan e al suo allenatore è alle stelle: i rossoneri sono attesi da quella che dovrà essere l’annata del riscatto, con una rosa attrezzata per lottare convintamente per un posto in Champions League. Ma soprattutto, stuzzica il laboratorio tattico e cantiere aperto che sarà Milanello nei prossimi mesi, con i tanti acquisti da inserire e le alchimie tattiche da trovare il prima possibile per mettere insieme punti e bel gioco.

Adesso, dopo il lavoro importante fatto dalla proprietà e dalla dirigenza, “palla” a Montella. L’Aeroplanino avrà il difficile compito di trovare la quadra e di far rendere al meglio una rosa vasta e importante: uno stimolo e un privilegio da una parte, ma anche un’enorme pressione dall’altra, per uno degli allenatori più “invidiati” della nostra Serie A. La curiosità su come il sarto taglierà e cucirà questa stoffa di prima qualità è alta: come schiererà la squadra? Quale sarà il modulo di riferimento? Ci saranno scossoni rispetto ai principi di gioco visti la scorsa stagione? A sei giorni dalla ripresa del campionato, abbiamo provato a ipotizzare le diverse soluzioni a disposizione del nostro mister.

DIFESA A QUATTRO

1°- 4-3-3
Il modulo di base della scorsa stagione e di questo avvio di campionato ed Europa League, il 4-3-3 fu scelto da Montella dodici mesi fa per esaltare le qualità dei calciatori della rosa – soprattutto il tridente offensivo – e dare compattezza alla squadra. Riproposto all’inizio di quest’anno, sarà un sistema di gioco sempre pronto all’uso perché ormai collaudato, ma probabilmente non sarà quello di riferimento: lo sconsigliano la mancanza di esterni alti di livello (Deulofeu e Niang sono stati sostituiti con giocatori con caratteristiche diverse) e di una mezzala completa oltre a Kessie. Centrata la qualificazione all’Europa League e il punteggio pieno in Serie A, col tempo ci si dovrà evolvere verso altri sistemi.

2°- 4-2-3-1
È la scelta più gettonata dai tifosi ultra offensivisti e innamorati dei fantasisti. Suso-Calhanoglu-Bonaventura, tutti insieme, dietro a un centravanti di manovra come Kalinic o André Silva con cui dialogare e che permetta il loro inserimento senza palla: una soluzione intrigante e affascinante, anche se decisamente ardimentosa. La mediana a due Kessie-Biglia e gli esterni Conti-Rodriguez potrebbero soffrire la mancanza di equilibrio in fase di non possesso, pesando anche su una coppia centrale a forte rischio infilate. Difficile da vedere dal 1′, il 4-2 e fantasia di leonardiana memoria può essere un’ottima carta da giocare a gara in corso quando si dovranno riprendere risultati sfavorevoli.

3°- 4-3-1-2
Il rombo marchio di fabbrica del primo Milan di Carletto Ancelotti, ma anche il modulo prediletto dal presidente Silvio Berlusconi con un trequartista e due punte. Il 4-3-1-2 è il modulo dei più “nostalgici”, ma anche di coloro i quali apprezzano la densità di uomini di qualità in mezzo al campo e il palleggio a ogni costo: può essere un’idea da sviluppare per permettere la coesistenza di Bonaventura (da interno sinistro), di Calhanoglu (da “10” classico) e di due vere punte senza snaturare troppo le caratteristiche dei giocatori. Ad oggi, però, è solo una suggestione e niente più.

DIFESA A TRE

4°- 3-5-2
Utilizzato da Montella nella fortunata parentesi alla Fiorentina, è in pole position per diventare il modulo base del Milan 2017/18. “Merito” della scelta di puntare così tante fiches su un regista difensivo del calibro di Bonucci, della presenza di altri due centrali di qualità e funzionali al modulo come Musacchio e Romagnoli, di due esterni formidabili in proiezione offensiva (ma non altrettanto in fase difensiva) come Conti e Rodriguez e delle tante punte centrali nella rosa, oltre all’assenza di esterni alti di ruolo: tutte tessere di un puzzle che portano inesorabilmente verso la difesa a tre. Ma il mancato arrivo di una mezzala potrebbe portare a scelte leggermente diverse…

5°- 3-4-2-1
Detto sopra dell’indirizzo dato dalla società con il mercato verso la difesa a tre, si dovrà capire come strutturare il resto dell’undici. Fosse arrivato il centrocampista ricercato nell’ultima parte del mercato (Renato Sanches, ndr) ci sarebbe stato lo sbocco naturale verso il 3-5-2, ma in mediana la coperta è un po’ corta: manca un vice Kessie e un uomo che possa completare al medio il trio in mezzo con Biglia. Ma in compenso, Montella ha a disposizione mezzepunte di talento come Suso, Calhanoglu e Bonaventura: si potrebbe andare verso il 3-4-2-1, un sistema con un interno in meno e due uomini ad accendere la luce sulla trequarti. Anche se la sostanza non cambierebbe granché – Jack può disimpegnarsi bene anche da interno sinistro e abbassandosi renderlo una sorta di 3-5-1-1 – è un’idea per valorizzare la qualità dei fantasisti.

6°- 3-4-1-2
Tra la scelta di strutturarsi con la difesa a tre, la mancanza di un secondo centrocampista tuttofare oltre a Kessie e tre centravanti a sgomitare per un posto in campo, un compromesso ideale potrebbe essere anche quello del 3-4-1-2: un “10” dietro a due punte, per sfruttare la tanta qualità presente nella zona centrale. Ma soprattutto può rappresentare una buona scelta per valorizzare al meglio Calhanoglu: il turco ha un piede raffinato e una visione di gioco straordinaria, ma in questo avvio di stagione è risultato opaco per il lavoro obbligato nella doppia fase da mezzala. Liberarlo di qualche compito difensivo e, partendo da trequartista puro, consegnargli la libertà di svariare su tutto il fronte d’attacco può essere la chiave giusta per esaltarne al meglio il talento.

Rossoneri in nazionale: il primo blocco

Vittorie per Rodriguez, André Silva e Kessié. Bene Biglia. Solo Bonucci in campo in Spagna-Italia

È andato in archivio il primo blocco di partite dei rossoneri in Nazionale. Tanti i minuti giocati dai nostri 17 calciatori convocati: qualificazioni mondiali e amichevoli, vittorie, pareggi e sconfitte, non è mancato davvero niente. In ordine di tempo, giovedì hanno aperto le danze Rodriguez e André Silva: lo svizzero è stato impiegato 90′ nel successo per 3-0 sull’Andorra; il portoghese, titolare, è stato sostituito all’81’ partecipando alla festa di gol (5-1) contro le Far Oer.

Poi è toccato ai sudamericani: 90′ per Biglia in Uruguay-Argentina 0-0, per Zapata in Venezuela-Colombia 0-0 e per Gomez in Cile-Paraguay nel sorprendente 0-3 finale. Da Lucas, in particolare, sono arrivati ottimi segnali soprattutto sulla condizione fisica dopo il ritorno in campo in Milan-Cagliari. Venerdì, invece, è stato il turno delle formazioni giovanili italiane. Nonostante il ko contro la Spagna (3-0 in amichevole), i milanisti dell’Under 21 si sono messi in evidenza: Cutrone e Calabria titolari, 86′ ciascuno, mentre Locatelli è subentrato dopo la metà della ripresa. E nel primo tempo dell’amichevole Italia-Turchia (1-1), con l’Under 19, c’è stato spazio per Gabbia.

Ovviamente il big match della giornata di sabato era Spagna-Italia, allo stadio Santiago Bernabeu, terminata con una sconfitta per la squadra del CT Ventura. Lo 0-3 costringerà quasi certamente gli azzurri a passare dagli spareggi per ottenere il pass per il Mondiale 2018. Da segnalare i 90′ di Leonardo Bonucci ma anche la sua ammonizione, che lo costringerà a saltare per squalifica la gara di martedì con Israele. Panchina, invece, per Donnarumma, Conti e Montolivo, come dall’altra parte per Suso. Infine, 68′ per Calhanoglu in Ucraina-Turchia 2-0 e 90′ per Kessié in Gabon-Costa d’Avorio 0-3. È rimasto a riposo Nikola Kalinic: Croazia-Kosovo è stata sospesa per maltempo e riprenderà domenica alle 14.30.

Fonte: AC Milan

Italia travolta dalla Spagna, Bonucci insufficiente come tutti gli azzurri

L’Italia crolla in casa contro la Spagna e con essa affonda anche il baluardo e il leader della difesa. È stato un Leonardo Bonucci insufficiente quello visto ieri sera al “Bernabeu”: provoca la punizione del vantaggio spagnolo – rimediano peraltro un giallo che gli costerà la gara con Israele –, balla insieme ai compagni di reparto sulle folate delle fenomenali Furie Rosse ed è insolitamente impreciso anche in fase di impostazione, in una gara decisamente negativa.

In una serata da dimenticare per tutti gli azzurri, anche Bonucci non è stato all’altezza della situazione. Ma se la Nazionale avrà modo di riscattarsi subito martedì, nell’altra gara di qualificazione ai Mondiali contro Israele, per il capitano del Milan è già tempo di tornare a pensare ai colori rossoneri e in particolare alla delicata trasferta in casa della Lazio di domenica: l’ammonizione rimediata contro Isco e compagni, da diffidato, gli costerà un turno di squalifica.

Ambrosini: “Giusta la fascia a Bonucci? Chiedete a Montolivo…”

L’ex capitano del Milan e oggi commentatore sportivo, Massimo Ambrosini, ha rilasciato un’intervista ai taccuini di Tuttosport. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Sul Milan in generale: “Mi piace l’entusiasmo, la disponibilità dei giocatori. Mi piacciono le variabili che sono a disposizione di Montella. Cosa mi preoccupa? Mettere insieme tutti questi giocatori comporta delle incognite naturali. E in più c’è da considerare l’impegno dell’Europa League, che l’Inter, una delle probabili rivali per la qualificazione in Champions, ad esempio non avrà”.

Sull’attacco: “È lì che si gioca la stagione del Milan. Lì si farà la differenza per andare in Champions League. Non si può pretendere che Cutrone faccia 20 gol, André Silva avrà bisogno di tempo per adattarsi e adesso è arrivato anche Kalinic. Vedremo…”.

Sull’arrivo di Bonucci: “È un’operazione che mi ha sicuramente stupito nelle tempistiche. Bonucci è un professionista e non si farà spaventare. In ogni caso arrivare al Milan alla sua età e con quel passato in bianconero è una gran bella sfida”.

Sulla fascia a Leo: “Bisognerebbe chiedere a Montolivo se è stato giusto. Immagino l’abbiano avvisato e gli abbiano spiegato bene la scelta. I modi, in questi casi, sono fondamentali”.

Su Romagnoli: “È un anno fondamentale per lui. È arrivato che era una promessa, adesso deve crescere ulteriormente. Con Bonucci, dovrà riuscire a legare l’eleganza di gioco all’abilità nella marcatura: se cresce nell’uno contro uno, diventa un campione a tutti gli effetti”.

Su Donnarumma: “La vicenda del rinnovo poteva essere gestita in maniera differente, ma non avevo dubbi che la soluzione più logica sarebbe stata rimanere al Milan. Non lo conosco personalmente, ma so che è un ragazzo sensibile e come tale può avere avuto qualche tentennamento. Ma ha qualità tecniche che non si discutono e che non saranno minate da quel che è successo a giugno. Allo stesso modo, anche sui tifosi non avevo dubbi che lo avrebbero riaccolto come un idolo”.

 

Suso: “Il Milan mi ritiene incedibile. Anche per 80 milioni…”

In occasione della sua convocazione con la seleccion in vista di Spagna-Italia, Suso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca.

Ti senti una stella?
“Per una parte dei tifosi lo sono. L’appoggio che mi danno allo stadio, sui social, per strada… Mi danno una spinta che prima non avevo”.

Il tuo club è stato un grande protagonista del mercato. Potete vincere il campionato?
“Penso che sia molto difficile. Per ora non dobbiamo pensarci,  l’anno scorso ci siamo qualificati per l’Europa League. Ora l’obiettivo è quello di entrare in Champions. La Juve e Napoli sono due squadre molto forti. Dopo il mercato che ha fatto il club l’obiettivo è quello di entrare nei Champions”.

Come si vive da dentro la crescita che ha avuto il Milan? Passare da una squadra che non fa le coppe a competere per tutto.
“Quando sono arrivato non c’era lo spirito che dovrebbe avere una squadra. Montella ha fatto molto bene sotto questo aspetto. Ha unito molto il gruppo, non eravamo mai stati così. Ha dato uno stile di gioco alla squadra che è molto poco “italiano”, il mister ama molto giocare da dietro. L’altro giorno abbiamo preso un gol per giocare palla con il portiere, ma queste cose non lo preoccupano”.

Uno dei colpi più discussi è quello di Bonucci. Cosa puoi dirci di lui?
“Si vede che è un leader, che ha molta esperienza. Ha vinto quasi tutto con la Juventus, e per tanti anni di fila… Ha quell’esperienza che per noi, che siamo un gruppo giovane, serve molto”.

E che dire di Donnarumma? E’ il miglior portiere del mondo?
“Credo di sì. Ogni mattina in allenamento arriva, fa il suo lavoro, quello che gli dicono di fare lui lo fa. Se continua così può arrivare davvero lontano. Quando proviamo le punizioni lo vedo dietro le sagome della barriera, sembra molto grande e quando apre le braccia copre metà della porta. Se non tiri forte e preciso, con lui non segni”.

Ancora non hai rinnovato. Perché?
“Ne avevamo già discusso con Galliani quando c’era il proprietario precedente, Berlusconi, ma abbiamo deciso di riparlarne quando sarebbero arrivati i nuovi. Ora che sono entrati in società stiamo parlando, ci siamo incontrati pochi giorni fa e tutto va nella giusta direzione”.

Si è parlato dell’interesse di Napoli e Inter. Pensi di avere una fama migliore in Italia che in Spagna?
“Naturalmente, nel paese in cui giochi ti vedono di più e ti conoscono meglio, sanno cosa puoi dare in quel campionato. E’ vero: Inter, Napoli e anche la Roma hanno chiesto informazioni, ma il Milan ha risposto che non aveva alcuna intenzione di vendermi e che non ero sul mercato né per 25, né per 30 o per 80 milioni. Sapere che il club conta molto su di te è un altro motivo di orgoglio”.

Sembra allora che rimarrai a Milano. E’ davvero impossibile vederti tornare in Spagna?
“Tornare in Spagna non è nei miei piani. Sono molto contento, anche la mia famiglia lo è, nel club, nella città… Mi sento a casa”.

Leonardo Bonucci entra a San Siro

Bonucci: “Milan scelta di coraggio e palle, immeritato darmi dell’infame, traditore e mercenario”

Il capitano del Milan, Leonardo Bonucci, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro della Nazionale italiana a Coverciano. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Sul ritrovare gli ex colleghi in bianconero: “Ritrovare compagni di vita e di campo fa sempre piacere. Rimangono degli amici e dei compagni perché condividiamo l’azzurro. Resta il rapporto creato in sette anni di spogliatoio, da loro ho imparato tanto: Buffon, Chiellini e Barzagli sono tre campioni che mi hanno aiutato a crescere”.

Sull’episodio di Joao Pedro e della fascia di capitano: “Non mi dà fastidio che si parli di nessuno dei due. Sono sempre stato abituato a stare al centro di polemiche e di episodi positivi, Vuol dire che ho aggiunto un livello importante, come calciatore e come persona”.

Sulla BBC: “Credo che un mese di distanza non cambi l’intesa di un trio che ha lavorato quotidianamente per sette anni”.

Sul VAR e se la Juve avrà più rigori: “Sinceramente penso che si debba dare il tempo ai Var per permettere a tutti di capire questa variazione e per far sì che gli episodi dubbi e meno dubbi siano compresi. Non è questione di squadre, ma il fatto che siamo all’inizio. Dobbiamo abituarci e dare tempo agli arbitri”.

Sullo Scudetto: “La favorita resta la Juve per la qualità dei singoli e per quello che ha costruito nel tempo, poi il Napoli per il gioco: sono un gradino sopra tutti”.

Se manca più la Juve a lui o lui alla Juve: “La Juve è fatta di grandi giocatori e anche a loro rode subire gol. Se io non avessi avuto la fortuna di giocare con loro avrei potuto fare ben poco. Ora a me interessa il Milan – riporta l’edizione online di Tuttosport – la Juve farà il proprio percorso e spero che il Milan possa dare fastidio all’idea di vincere il settimo scudetto”.

Sulle similitudini tra Milan di oggi e prima Juve di Conte: “Ci sono molte similitudini tra questo Milan e la Juve che era reduce dai settimi posti: molti giovani, una mentalità vincente da trasmettere. Abbiamo la fortuna di giocare in Europa e per il Milan è importante. Sono due grandissime società che hanno fatto la storia e simili nell’importanza. Sono fortunato ad avere fatto parte di Juve vincente e spero di esserlo nel Milan”.

Su quando ha capito che avrebbe lasciato la Juve per il Milan: “’è stato un momento esatto che mi ha portato a fare valutazioni diverse da quelle della società: si è andati d’amore e d’accordo fino a fine anno e poi ognuno per la propria strada”.

Su come vuole essere ricordato: “Come un vincente, le chiacchiere le porta via il vento. Ho messo trofei in bacheca con la Juve, ora voglia farlo con il Milan e la Nazionale”.

Su cosa gli ha dato più fastidio sui social del suo trasferimento in rossonero: “Essere etichettato come infame, traditore e mercenario. Sono aggettivi pesanti da mettere addosso a un giocatore che ha sempre dato il massimo per la maglia che ha indossato: non li meritavo. Non sono un mercenario: non sono andato via per i soldi perché quello che guadagnavo l’ultimo anno alla Juve è molto simile a ciò che percepisco ora. Traditore no perché è una scelta dettata da altre scelte precedenti: non ho tradito nessuno. Infame nemmeno, perché ho scelto un progetto e ci voleva coraggio, servivano le palle per fare le scelte che ho fatto. Non mi sono tirato indietro di fronte a queste responsabilità. La fascia per me è onore una grandissima responsabilità, mi sono buttato con il massimo di me stesso”.

Bonucci: “Milan, ora dobbiamo diventare squadra. San Siro? Ci ha aiutato”

Il capitano del Milan, Leonardo Bonucci, ha parlato nel post partita del match tra i rossoneri e il Cagliari.

Sull’essere più milanista da capitano: “Mi sento ancor più responsabile della strada intrapresa come capitano e come simbolo scelto dalla società per il cambiamento. Devo portare entusiasmo ed esperienza a un gruppo solido, che ha sofferto e rischiato, ma alla fine ha ottenuto tre punti fondamentali per crescere. Abbiamo iniziato un percorso, ma c’è tanto da migliorare: le altre le avevamo vinte facilmente, oggi abbiamo dimostrato che abbiamo qualcosa”.

Sul nuovo corso: “Abbiamo le qualità per diventare una grande squadra, ora sta a noi. Sono arrivati in tanti, ma per primo dobbiamo essere squadra: stiamo dimostrando di diventarlo in campo. Il pubblico di San Siro ci ha aiutato, è importante così come tutto l’ambiente perché si torni a essere una società rispettata in Italia e in Europa”.

Sul paragone con la prima Juve di Conte: “È molto simile. Arrivò un top player, Pirlo, che fece la differenza in campo e un top in panchina come Conte che ci trasmise la mentalità. Abbiamo la fortuna di avere al Milan una squadra con grandi giocatori e un grande allenatore: è dovere nostro fare squadra il prima possibile e che si cominci a vedere questa voglia di ogni singolo di fare parte del gruppo. Sono molto contento di far parte di questo gruppo perché c’è tanto entusiasmo, giovani, nuovi arrivati: è bello, mi piace”.

Su San Siro: “Oggi mi son sentito meglio rispetto all’esordio in Europa League: lì ho avuto dieci minuti di tensione, perché questo è uno stadio e una tifoseria che te la trasmette. Qui hanno fatto la storia grandi campioni. Il merito è di essere partiti alla grande – ha dichiarato Bonucci a Sky Sport – è bello giocare con entusiasmo qui intorno e starà a noi mantenerlo per tutta la stagione”.

Sul ritrovare nell’Italia gli ex compagni in bianconero: “Non è un cambio di maglia che modifica i rapporti. È normale che abbiamo preso strade diverse, ma ho la fortuna di rincontrarli in Nazionale ed è sempre un piacere giocare con campioni come Gigi, Giorgio e Andrea”.

Milan-Cagliari, le gerarchie della fascia: Bonucci capitano, Suso vice

Novità importante e significativa dalla distinta di Milan-Cagliari. Per i rossoneri, infatti, c’è un nuovo vice capitano: alle spalle di Leo Bonucci, titolare della fascia, è stato designato come “secondo” Suso. Un attestato di stima notevole per lo spagnolo, oltre che l’ennesima dimostrazione della sua centralità nel progetto tecnico di Montella.

Cassano: “Bonucci? Forte grazie a Barzagli e Chiellini, è grave l’addio di Dani Alves”

L’ex calciatore del Milan, Antonio Cassano, ha rilasciato un’intervista sulle colonne de La Gazzetta dello Sport. Di seguito gli stralci in cui ha parlato di temi di attualità rossonera.

Su Bonucci: “È diventato forte grazie a Barzagli e Chiellini. Piuttosto è grave la partenza di Dani Alves. Ha detto che lo spogliatoio Juve era triste, evidentemente non mi sbagliavo quando dissi che alla Juve erano dei soldatini”.

Sul nuovo Milan: “Montella è bravo e il Milan ha speso tanto ma San Siro non è per tutti”.

L'amministratore delegato del Milan Marco Fassone

Fassone: “Con Kalinic abbiamo completato la spina dorsale, ha un amore sconfinato per il Milan”

Con Nikola completiamo di fatto una squadra, siamo arrivati a undici nuovi acquisti quest’anno“. Queste le prime parole di Marco Fassone, durante la presentazione di Nikola Kalinic, ultimo acquisto di questa estate.

L’ad rossonero ha raccontato la lunga trattativa che ha portato l’attaccante croato in rossonero: “Nikola è stata una storia lunga più di due mesi, se oggi siamo qui a presentarlo ufficialmente è perché lui ha voluto fortemente diventare rossonero. Ha questo amore sconfinato, familiare e storico per la nostra maglia che ha permesso di sbloccare questa lunga negoziazione che Massimiliano – Mirabelli, ndr – e io abbiamo avuto con la Fiorentina. Penso che i primi contatti che abbiamo avuto con la squadra e con il suo entourage era metà giugno, sono passati due mesi”.

Sul “progetto” di nuovo Milan che la società sta mettendo in pratica con questa campagna acquisti: “Lui era il giocatore che volevamo per completare la rosa, perché ha l’esperienza e la qualità. Abbiamo sempre detto che vogliamo fare un mix di giocatori giovani talentuosi ed esperti, costituire questa spina dorsale con giocatori d’esperienza: abbiamo messo Bonucci, abbiamo messo Biglia, abbiamo messo Nikola”.

Gigio: “Ho rinunciato a tanto per il Milan. Il primo no? “Colpa” degli Europei. Ero preoccupato per San Siro, e invece…”

Il portiere del Milan e della Nazionale, Gigio Donnarumma, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del Corriere della Sera. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese dal “99” rossonero.

Sul dividere la camera col fratello Antonio: “Sono io che russo! Quando dormo io, neanche una bomba mi sveglia. Scherzi a parte, dopo tanti anni passati lontano, è proprio bello stare sempre assieme, come facevamo da piccolini. Condividere poi il ruolo di portiere è ancora più stimolante”.

Sull’etichetta di “raccomandato” ad Antonio: “Ne ha già parlato lui. Allenarmi con Antonio aiuta anche me a crescere e guardate che qui, con mister Magni, si fa un ottimo lavoro. Certo si scherza anche, perché lavorare senza scherzare è pesantissimo”.

Su Bonucci: “Devo dire che mi ha fatto una grandissima impressione. Sono sincero, quando ho saputo che sarebbe arrivato sono rimasto sorpreso, l’ad Fassone e il ds Mirabelli stanno facendo un lavoro incredibile. Sono sicuro che Leo ci darà una grande mano, anche sul piano della personalità”.

Sul PSG: “Nella mia testa c’è sempre stato solo il Milan. Ho ricevuto tante offerte, dico la verità, e ho rinunciato a tanto per restare in quella che considero casa mia”.

Sul “no” iniziale al Milan e sulla contestazione: “In quel periodo ero concentrato solo sugli Europei Under 21 che stavano per iniziare. Ho 18 anni, ero in un momento importante che poteva indirizzare la mia carriera. Non avevo la testa per decidere, volevo aspettare almeno la fine del torneo. Come ho detto, in quel momento sono anche arrivate molte offerte, avrei potuto guadagnare persino di più, ma non è stata una questione di soldi. Durante gli Europei, poi, si è scatenato un putiferio, sono stato molto male, c’è stato quell’episodio dei dollari falsi lanciati dai tifosi. Non è stato un momento facile”.

Sull’Europeo Under 21: “Io ho cercato sempre di lavorare al massimo, ho dato la mia totale disponibilità al c.t. Di Biagio, mi dispiace tanto per il risultato. Poi, sa, le prestazioni dipendono da tante cose”.

Su San Siro e sull’accoglienza: “Sì, ero un po’ preoccupato, lo ammetto, avevo paura di una reazione negativa del pubblico, ero un po’ pessimista. Invece sono stati bravissimi, mi hanno accolto esattamente come avevano chiuso lo scorso anno”.

Sui social: “Non ho cambiato il modo di usarli. Certi giorni sono socialissimo, certi altri non posto niente. Li uso per distrarmi dopo l’allenamento, per non pensare solo al campo. Se ho pensato che fossero esagerazioni? Massì, ma se si fosse parlato solo di calcio non ci sarebbero stati problemi. Invece sono stati espressi giudizi sulla mia famiglia, sono state dette cose molto brutte, che hanno fatto stare molto male i miei».

Sul cognato molto “social”: “Sono molto legato a lui, perché ha cominciato a frequentare casa nostra quando io ero piccolino e Antonio era già partito. Mi ha cresciuto come un fratello”.

Sull’esame di maturità: “So bene quanto è importante lo studio e che mi dispiace ma in quel momento non mi sentivo pronto, come credo succeda ad altri ragazzi. Non avevo studiato, è stato un anno impegnativo. Ma è una sfida importante: ho promesso alla mia famiglia e a me stesso che la affronterò più avanti”.

Su Montella e sul ruolo che ha avuto per farlo restare: “Ma quello è stato solo un caffè, niente di che, non si è parlato di mercato. Ma sì, ci lega il fatto che veniamo entrambi dalla Terronia. A parte le battute, con il mister ho un rapporto ottimo, scherziamo sempre in napoletano. Ed è vero, per la sua esperienza, lui poteva capire la mia situazione meglio di tanti altri”.

Sulla sua terra d’origine: “Appena vedo il cartello che indica la fine del Lazio e l’inizio della Campania io sto già meglio, sento odore di mare, mi sento a casa”.

Sulle ambizioni del Milan: “L’obiettivo è tornare in Champions. È vero che abbiamo cambiato tanto, dobbiamo cercare di fare gruppo e far ambientare al meglio i giocatori nuovi. Stiamo tutti ascoltando il mister. Speriamo di fare grandi cose”.

Sulla Juve: “È per forza la favorita. Cerchiamo di battere tutte le altre e poi quando incontriamo la Juve cerchiamo di battere anche lei. Ma ci siamo anche noi tra le squadre da battere”.

Se il Milan è il suo “esame di maturità”: “In un certo senso… Credo che quest’estate “bellissima” mi abbia fatto crescere molto. Sì, mi sento più maturo”.

Barzagli: “Bonucci? Non è Maradona, non sposta gli equilibri”

Leo Bonucci è il nuovo capitano del Milan, dopo sette anni importanti trascorsi alla Juventus da leader e colonna della difesa. Uno dei suoi ex compagni in bianconero nonché collega nella cosiddetta BBC, Andrea Barzagli, ha però già superato il “trauma” di questo inaspettato addio:

“Sono andati via due giocatori che sono stati molto importanti (si riferisce anche a Dani Alves, ndr), tra l’altro Bonucci ha fatto sette anni alla Juve ed è stato importantissimo. Ma in una squadra ci sono 23 giocatori e ne vanno in campo 11, nessuno ha mai destabilizzato o fatto la differenza – ha dichiarato Barzagli a Premium Sport HDtranne Maradona o forse Messi e Cristiano Ronaldo. Uno o due giocatori non ti spostano l’equilibrio, diciamo che i nuovi e noi più vecchiotti dobbiamo tornare con la mentalità giusta per affrontare di nuovo il campionato”.

Fassone: “Kalinic-Milan, lavori in corso. Un regalo? Se ci sarà l’occasione…”

L’a.d. del Milan, Marco Fassone, ha parlato in mix zone nel post partita del match casalingo contro lo Shkendija.

Sul suo compleanno: “Ho fatto qualche anno in più oggi, ma le sei candeline di stasera mi hanno reso felice comunque (ride, ndr)”.

Su André Silva: “Siamo felici, sta prendendo confidenza con il gol. Ma sono felice per tutti, anche per Montolivo. È un bel gruppo, sono soddisfatto”.

Su Kalinic: “Inutile nascondere che lo trattiamo da tempo, siamo in fase avanzata. Lavori in corso per lui”.

Su Niang: “Come ci sono entrate, alcuni ci hanno chiesto di uscire. Mirabelli sta portando avanti delle operazioni in uscita, non dico di più”.

Sul pubblico di San Siro: “Un orgoglio del Milan questi tifosi. Riempiono lo stadio per gare non attraenti e in un momento particolare come metà agosto. Raccogliamo la prima parte della nostra semina ma dobbiamo restare piedi per terra, da domenica iniziano le cose vere. Sperando di festeggiare a maggio”.

Su Bonaventura: “La macchiolina della serata. C’era la soddisfazione di tutti per la gara e poi Jack ha sentito questo dolore, si spera sia lieve”.

Sull’avvio di campionato: “Sensazioni buone, con la consapevolezza di venire da partite di Europa League e non amichevoli. Non ci facciamo illusioni, la strada è lunga ed il gruppo nuovo. Ci saranno momenti delicati, è normale”.

Su un regalo ai tifosi: “I tifosi sono contenti di quello che stiamo facendo. Abbiamo avuto modo in questi giorni di considerare cosa manchi ancora e lo stiamo cercando senza fretta. Se ci sarà la giusta occasione, la prenderemo. Altrimenti siamo competitivi così”.

Su Bonucci e sulla fascia di capitano: “Ne abbiamo discusso tutti, parlandone a lungo. Credo sia la scelta giusta, serviva uno con personalità ed abitudine alla vittoria”.

Sull’incontro di oggi con Raiola: “Ha avuto un incontro con Mirabelli, non con me. Avrà parlato dei suoi assistiti e del loro futuro. Ibrahimovic? Non so”.

Su come sarà il Milan tra quattro anni: “Bonucci e Montella si sono sbilanciati, è un bel segnale di fiducia. Le costruzioni si fanno in un arco temporale. C’è la voglia di tornare sul tetto del mondo ma andiamo per gradi, rientriamo prima in Champions League”.

Sui tre nomi fatti in Cina: “Li hanno fatti i colleghi i nomi, e io ho detto che sono tutti interessanti. Li seguiamo tutti e anche altri non nominati. Il mercato è aperto e non ci sono ancora state le condizioni per chiudere – riporta MilanNews.it -, ma magari si sblocca qualcuno in un momento e lo si prende”.

Su una possibile deadline per Kalinic: “Mi pare sia fissata alle 23 del 31 agosto, ma non vorrei sbagliarmi con l’orario (ride, ndr)”.

Leonardo Bonucci entra a San Siro

Bonucci: “Emozionante l’esordio a San Siro, ma c’è da migliorare. Scudetto? Serve lavorare”

Il neo capitano del Milan, Leonardo Bonucci, ha parlato al termine del match di playoff di UEL vinto 6-0 contro lo Shkendija:

È stata una belilssima emozione l’esordio a San Siro, soprattutto nei primi minuti l’ho sentita, ma l’ho superata anche grazie alla squadra e con un ottimo lavoro abbiamo portato a casa una vittoria importante. C’è da migliorare in fase di non possesso, ma siamo sulla strada giusta.

Un Milan spettacolare? Ci prendiamo gol e occasioni, ma c’è da migliorare. Prendiamo ciò che c’è di buono – ha dichiarato capitan Bonucci ai microfoni di Canale 5 -, ma bisogna migliorare le cose negative.

Sul discorso alla squadra prima della partita ho cercato di dire che non esistono partite facili e che ogni partita si gioca per la vittoria, ma sono cose che sapevano già.

Marotta dice che per lo Scudetto sarà Milan-Juve? Sono parole che fanno piacere, vuol dire che ci temono, ma bisogna lavorare per arrivare al livello della Juve”.

Milan-Shkendija, la probabile formazione: prima per Bonucci, spazio a Silva e Calha

La prima a San Siro di capitan Bonucci, ma anche il probabile esordio al Meazza da titolare per Calhanoglu e André Silva, due calciatori tra i più attesi della sontuosa campagna acquisti rossonera. E naturalmente Milan-Shkendija: sulla carta agevole andata dei playoff di Europa League, ma da approcciare nel migliore dei modi per ipotecare la qualificazione ai gironi. Domani inizierà un filotto che vedrà il Diavolo giocare, tra Serie A e UEL, quattro partite nel giro di appena dieci dieci giorni: un avvio di stagione intenso che consiglierà Montella di centellinare le forze guardando anche alla trasferta di Crotone del 20 agosto.

Al netto di qualche calciatore ancora indisponibile (Romagnoli è guarito, ma non convocato) e di un mercato ancora in divenire, il Milan non si schiererà dunque con l’undici ideale. Al fianco di Bonucci potrebbe così giocare Zapata – Musacchio tornerebbe titolare in campionato – e anche Bonaventura può partire in panchina, con Calhanoglu dal 1′ nel ruolo di mezzala sinistra con licenza di offendere e con Locatelli da vice Biglia. In avanti, con Silva in pole su Cutrone, spazio sicuramente a Suso e Borini, mentre nel resto della formazione largo ai titolari: Gigio in porta, Conti-Rodriguez sulle fasce, Kessie da leader della mediana.

Ecco il probabile undici rossonero in vista di Milan-Shkendija:

Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Conti, Zapata, Bonucci, R. Rodriguez; Kessie, Locatelli, Calhanoglu; Suso, A. Silva, Borini.

Montella: “Il playoff dipende da noi. Kalinic? Molto gradito, ma non è un bomber. André Silva…”

Dopo il preliminare, è arrivata l’ora del Playoff. Avanziamo in Europa League, si avvicina Milan-Shkendija. Questa volta la prima partita si giocherà a San Siro, alle 20.45, con il ritorno fissato per giovedì 24. Alla vigilia della sfida, a Milanello, si è svolta la conferenza stampa di Vincenzo Montella. Ecco tutte le dichiarazioni del nostro allenatore:

PRESENTE
“Il prossimo mini-ciclo sarà importante, c’è in palio una competizione preziosa come l’Europa League e l’inizio del campionato. Mi aspetto una crescita costante del gruppo: nell’atteggiamento vorrei che la mia squadra non sbagliasse mai. È già un momento importante della stagione”.

SULLO SHKENDIJA
“Hanno più partite ufficiali nelle gambe. Hanno superato 3 turni preliminari e nel campionato macedone hanno appena battuto i campioni in carica. Hanno chiare idee di gioco e un giocatore di talento e imprevedibilità in attacco come Ibraimi. Loro sono molti organizzati, ma dobbiamo pensare al nostro obiettivo. Dipende da noi, dalla nostra prestazione”.

RITORNO DECISIVO
“Non sono dell’idea che le qualificazioni in Europa si possano decidere all’andata: è sempre decisivo il ritorno. In campo internazionale, anche a livello temperamentale, non ci sono mai partite facili. Non mi dispiaceva giocare la prima fuori casa, con la trasferta di Crotone spostata a lunedì: alla fine non è stato possibile e va bene così”.

SULLA SQUADRA
“Stiamo crescendo molto fisicamente, arriviamo da 3 allenamenti molto buoni in termini qualitativi. Adesso aspettiamo il campo. Difesa? È molto più importante l’armonia di squadra, che deve difendere e attaccare al meglio come reparti. Abbiamo 4 partite consecutive, non mi aspetto giocatori che possano già essere in grado di giocarle tutte senza cali. Dovrò gestire bene le energie della rosa. Giovedì mi aspetto una squadra più risolutiva. Il vecchio gruppo si sta comportando in maniera eccellente, si è messo a grande disposizione”.

ATTACCO
“Cutrone è in uno stato di forma straordinario. Chiaramente devo gestire tutti gli attaccanti in base alle partite ravvicinate e all’avversario. Con lo Shkendija vorrei insistere su André Silva perché ha bisogno di giocare e di familiarizzare con San Siro. Anche se mi dispiacerebbe per Cutrone, ma avrà spazio e magari in futuro potranno agire anche insieme. Per i giocatori offensivi ci vuole più adattamento per prendere le misure del campionato italiano, ma Silva è un giocatore di grandissime potenzialità. Sta già crescendo moltissimo. Il mio consiglio è di giocare in serenità, senza fare scelte sbagliate”.

BONUCCI CAPITANO
“La società voleva un nuovo acquisto come capitano. La scelta è caduta su Bonucci perché ha carisma ed esperienza internazionale: incarna perfettamente il ruolo di capitano. Ha un ottimo rapporto anche con i giocatori che potevano ambire alla fascia. Scelta ponderata ma facile. Leo ha detto che vuole vincere la Champions League entro 4 anni? Dobbiamo arrivarci. Se siamo bravi, possiamo riuscirci anche prima”.

I SINGOLI
“Mi dispiace molto per le assenze di Biglia e Romagnoli. Alessio si sta allenando per tornare presto a disposizione, vediamo nei prossimi giorni. Lucas smania già per recuperare. Con le caratteristiche di Romagnoli c’è anche la possibilità di giocare a 3, come di rimanere a 4: abbiamo più opzioni. Suso? La stima nei suoi confronti è totale, viene da un campionato importantissimo. Per sua e nostra fortuna può ancora migliorare, segnando un po’ di più e potendo fare più ruoli, anche a centrocampo. Bacca ha dato un grosso contributo per portarci in Europa. Tutti ci aspettavamo un po’ più da lui, e magari viceversa. Parliamo di un giocatore internazionale: gli faccio l’in bocca al lupo. Ringrazio pubblicamente Paletta e Sosa per la professionalità e il massimo impegno dimostrato, ad oggi sono fuori dal progetto per vicende di mercato. Niang? Ha avuto un piccolo problema, la società sa quello che penso e la situazione è in continua evoluzione”.

MERCATO
“Kalinic? È un giocatore funzionale al nostro calcio, altruista e che sa muoversi in ogni situazione di gioco. Se potrebbe giocare domenica? No, lo escludo, nel caso dovesse arrivare. Magari non è un bomber puro ma è molto gradito. Con il d.s. Mirabelli ci vediamo sempre, quindi le mie idee e le mie aspirazioni sono chiare. Non posso che ritenermi soddisfatto da questo mercato. Ringrazio pubblicamente Paletta e Sosa per la professionalità sempre dimostrata, ad oggi sono fuori dal progetto per vicende di mercato. Paletta ha fatto una grande stagione, ma numericamente i difensori non ci mancano: siamo a posto”.

Fonte: AC Milan

Bonucci: “Io come Pirlo alla Juve. Milan, in quattro anni voglio la Champions”

Il nuovo capitano del Milan, Leonardo Bonucci, ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport.

Sul ko della Juve in Supercoppa Italiana: “Mi ha fatto un po’ strano vedere la Juve davanti la tv, ma ormai quello è il passato. Il presente ed il futuro si chiama Milan”.

Sul futuro debutto a San Siro da capitano: “Credevo ci sarebbe stato un po’ più di scetticismo nei miei confronti. Questo entusiasmo mi spinge a dare ancora di più. Non vedo l’ora di debuttare in questo stadio. Confesso che ho addosso un po’ di agitazione: San Siro è la storia ed il giorno del preliminare, anche se non giocavo, è stata una delle poche volte che mi sono emozionato entrando in uno stadio. Mi piacerebbe tanto rivedere la stessa cornice di pubblico”.

Sulle responsabilità di avere la fascia: “È una responsabilità importante: darò tutto me stesso per difendere questa maglia dal primo all’ultimo minuto di ogni partita. L’importante, però, è che ci sia un gruppo trainante ed il Milan è un club fortunato perché qui c’è gente che sa fare gruppo. Sono rimasto piacevolmente sorpreso anche dallo spirito di sacrificio dei sudamericani. Sono molto contento dello spogliatoio: ci sono belle persone”.

Su Montolivo e la cessione a lui della sua fascia: “È stata una scelta condivisa da club, allenatore e squadra. Con Riccardo ho parlato sin dal primo giorno di quanto sarebbe potuto succedere. Lui è una grande persona ed un grande giocatore, nessuno vuole passare sopra nessuno, l’intenzione è quella di fare squadra. Conta il bene comune, quello è davvero importante. Non il capitano”.

Sull’essere leader: “Io posso mettere a disposizione carisma ed esperienza, ma è la squadra che ti fa diventare tale. Ho avuto la fortuna di aver imparato da grandi leader come Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini. Per il resto, il segreto è fare gruppo nelle piccole cose, nei dettagli. Il Milan merita di tornare in alto ed è questo che la società ci ha chiesto”.

Sugli anni alla Juve e sul rapporto con Allegri: “Per me conta solo il Milan ora e la Juve è il passato. La ringrazio per quello che mi ha dato, con loro sono diventato uno dei più migliori difensori al mondo, ma quando fai certe scelte poi ti prendi la responsabilità e hai le tue conseguenze. La Juve ed Allegri durante l’ultima stagione hanno fatto scelte ben precise ed io le ho fatte di conseguenza. Di certo le mie valutazioni non erano più quelle del passato, ma la scelta è stata condivisa con il club, quindi non è solo farina del mio sacco. Tutto parte da Oporto, ma c’erano stati alcuni episodi già prima, magari meno eclatanti. Ritrovarmi Allegri in Nazionale? Se così dev’essere, sarà. Siamo tutti professionisti, nessun problema. Rapporti con gli ex compagni? Certo, ho fatto ieri gli auguri a Chiellini e poi con alcuni di loro c’è un percorso comune in Nazionale”.

Sul trasferimento dalla Juve al Milan: “Spero di fare nel Milan quello ciò che Andrea Pirlo ha fatto alla Juventus con il percorso inverso”.

Sul perché abbia scelto il Milan: “Perché aveva il progetto più ambizioso. Ed io vivo di sfide. Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli mi hanno fatto sentire importante e mi volevano fortemente, altrimenti la trattativa non sarebbe durata solo 48 ore. D’altra parte, gli amori o nascono subito o non nascono mai. E non è certo una questione di soldi: a chi mi dà del mercenario rispondo che avevo richieste anche dall’estero dove avrei guadagnato di più”.

Sulle similitudini tra la Juve del 2010 e il Milan di oggi: “Ne trovo molte. Infatti ho scelto il Milan anche perché nella mia testa c’è l’idea di ripetere il percorso vissuto in bianconero, dove eravamo partiti da una rifondazione come in questo caso e siamo arrivati in alto. Ecco, qui voglio arrivare ancora più in alto. Nell’arco di quattro anni spero di arrivare a vincere la Champions. Voglio portare a casa tutto”.

Sulle impressioni sui rossoneri e sul ritorno a Milano: “Questa è la mia nuova casa e già mi piace. Fin da subito ho avuto l’impressione di sentirmi a casa. Per ora sono ancora in hotel, a settembre saremo dentro casa. Conduco una vita normale, qualche sera fa in Versilia sono andato alle giostre con mio cognato. E voglio che anche i miei figli vivano nella normalità. L’altro giorno ho preso la metro: Milano è cambiata, evoluta. Molto bella”.

Sugli obiettivi della squadra: “Sono carico ed affamato più che mai, darò sempre più dei miei limiti. Il mio obiettivo è far sì che il Milan torni nell’Olimpo del calcio mondiale. Ho scelto questo club per ripartire, sono qui per vincere. Scudetto? La Juve resta la favorita, il Napoli ha ottime chance di giocarsi il titolo. Ora come ora siamo un gradino sotto entrambe, ma non dobbiamo porci limiti. Dopo di loro, vedo a pari merito Roma, Inter e Milan”.

Sul possibile arrivo di Belotti o Aubameyang: “Belotti è uno che trascina, che lavora tanto. Non so se arriverà lui, ma chi dovesse arrivare si deve mettere a disposizione nelle due fasi. Una punta di alto livello ti facilita in tante cose, sarebbe la chiusura perfetta di un mercato stimolante ed entusiasmante”.

Sulla reazione dei tifosi della Juve sui social al suo addio: “In questo club mi ci vedo a lungo e questo mi stimola ad essere ancora più ‘cattivo’. Se mi facessi condizionare dai commenti sui social, nel 2011 avrei lasciato la Juve ed oggi non sarei qui al Milan. Mi hanno insultato perché ho cambiato maglia, ma sui social la gente è libera di dire la propria e non provo rancore”.

Su Montella: “In lui vedo tanta voglia di migliorarsi e di trasmettere voglia di vincere. È un tecnico molto intelligente, ha un futuro da grande allenatore. Spero di poter vincere con lui. La sua idea di calcio è molto buona, non avevo mai visto nessuno impostare così il gioco con una difesa a quattro”.

Sulla difesa a tre: “Sono sincero: per me a tre o a quattro è uguale. Anzi, a tre c’è molto più campo da difendere. Sapete quante volte mi sono ritrovato uno contro uno?”.

Sul futuro dopo il calcio giocato: “Mi vedo assolutamente allenatore. Sono già 4-5 anni che ci penso. Gioco ancora 6-7 anni, poi alleno. È qualcosa che mi ha trasmesso Antonio Conte, mi vedo un po’ come lui. E poi voglio alzare un trofeo anche da tecnico”.

Allegri: “Bonucci? Dispiace, sarebbe stato il futuro capitano della Juve”

Leo sarebbe stato il futuro capitano della Juventus, un uomo spogliatoio che nel futuro avrebbe insegnato e trasmesso il dna bianconero”. Massimiliano Allegri si dice “dispiaciuto” per l’addio di Bonucci alla Juventus. “Ha fatto una scelta e di questo non ne va fatta una colpa a nessuno: né a lui, né alla società e nemmeno all’allenatore”, aggiunge il tecnico bianconero in una intervista a Premium Sport in occasione dei suoi cinquant’anni.

“Dico solo che il 7 è un bel numero. I ragazzi ormai hanno un dna vincente e soprattutto c’è una grande disciplina, ci sono delle regole da rispettare”. Massimiliano Allegri non pone limiti per la sua Juventus, a caccia del settimo scudetto consecutivo nella stagione ormai alle porte.

Fonte: ANSA.it

No a Bonucci, sì a Jack: nasce l’hashtag #bonaventuracapitano

Leo Bonucci viene designato ufficialmente come nuovo capitano, una parte del tifo rossonero si “ribella”. Niente di sovversivo, ovviamente, ma solo un endorsement via social a un giocatore diverso dall’ex Juve per il post Montolivo. Su Twitter – riporta La Gazzetta dello Sport è nato l’hashtag #bonaventuracapitano, perorato da tifosi che ritengono Jack più adatto di Bonucci a vestire la fascia a causa della sua più lunga militanza in rossonero.

Al netto dell’affetto che il tifo rossonero prova verso Bonaventura, la scelta di affidare i galloni di capitano al centrale della Nazionale italiana è stata sostanzialmente inevitabile: l’input di dare la fascia a un nuovo acquisto è arrivato direttamente da via Aldo Rossi, in modo che venisse sancito l’inizio del nuovo corso anche su questo fronte. E Montella ha optato per il più esperto, carismatico e mediatico del lotto: una scelta ponderata e lucida, che nulla toglie però a chi, come Jack, Montolivo e Abate ha lottato per il Milan in questi anni di transizione.

Milan-Betis, le pagelle: Calha croce e delizia, Antonio “alla Gigio”. Silva c’è

Le pagelle di Milan-Betis Siviglia, ultima amichevole estiva dell’anno.

Storari: 6
Praticamente inoperoso.

dal 45′ A. Donnarumma: 6,5
Incolpevole sul primo goal, sfodera invece una parata notevole sulla punizione deviata da Calhanoglu che porterà (via VAR) al rigore del definitivo 1-2.

Calabria: 6
Discretamente bene in fase offensiva, pecca ancora di ingenuità dietro e rischia spesso di combinare la frittata.

dal 92′ Simic: sv
“Gioca” meno di un minuto.

Bonucci: 6
Nei primi minuti ogni pallone che tocca scatena l’ovazione del pubblico siciliano e, nonostante fosse solo un’amichevole, striglia più volte i compagni. Leader.

Zapata: 6
Ordinaria amministrazione, certo che con Bonucci affianco sembra tutto più facile.

dal 63′ Gomez: 6
Sfiora due volte il goal su corner, e sempre sugli sviluppi di un corner si procura il rigore del momentaneo pareggio.

Antonelli: 5,5
Partita abbastanza incolore, ci si ricorda di lui principalmente per il tocco che mette fuorigioco André Silva nell’azione del goal annullato col VAR.

dal 45′ Abate: 6
Senza infamia e senza lode, gioca un tempo senza particolari problemi.

Montolivo: 6+
In un colpo solo perde fascia e posto davanti alla difesa, ma questo non sembra turbarlo. Anzi: il lancio che mette André Silva davanti al portiere è pregevole.

dall’82’ Cutrone: s.v.
Ingiudicabile.

Locatelli: 6,5
Buona prova del giovane centrocampista che – se mai ce ne fosse bisogno – si candida per il posto da vice Biglia.

dal 63′ Mauri: 5,5
Mezzora scarsa di gioco, sostanzialmente inutile.

Calhanoglu: 6+
Teoricamente sarebbe la mezzala, ma in pratica gioca regista a tutto campo. Delizia la platea con qualche giocata pregevole, ma commette anche il fallo da rigore che regala la partita agli spagnoli.

Suso: 6
Per lunghi tratti il più propositivo del Milan, peccato quando si intestardisce palla al piede.

dal 63′ Kessié: 5,5
Prova abbastanza anonima, si segnala solo per un fallo stupido a centrocampo che gli costa il giallo.

André Silva: 6+
Netto passo avanti rispetto alle scorse fugaci apparizioni: al netto del rigore e del goal annullato, sembra stia entrando in palla.

Borini: 6
Corre tantissimo, spesso anche a vuoto, e prende una caterva di falli. Necessario.

Montella: 5,5
Tra la formazione rattoppata, il caldo, un avversario tutt’altro che amichevole e un VAR che fa e disfa a piacimento, decisamente una serata storta. Che dire, meglio ora che più avanti.

Abbiati: “Bonucci capitano? Ha il carisma e la personalità giusti. Ibrahimovic…”

Il club manager rossonero, Christian Abbiati, ha parlato a pochi minuti dal fischio d’inizio di Milan-Betis:

La fascia del Milan pesa, essere il capitano qui pesa molto, ma Leo ha la personalità e il carisma giusto. La nuova società ha deciso che il nuovo capitano dovesse essere un nuovo acquisto e così è.

Milan-Betis è un’amichevole importante per far mettere minuti nelle gambe chi ha giocato meno contro un’ottima squadra, anche se ha giocato ieri un’amichevole, ma è un test importante in vista della partita dei playoff di Europa League.

Ibrahimovic? Non so se possa tornare o meno, non me ne occupo, ma sono ben voluti i campioni: se la società deciderà di prendere altri campioni per migliorare la rosa, ben vengano”.

Bonucci-Milan, prima da titolare e capitano

Sarà una serata importante per Leo Bonucci e per tutto il nuovo corso del Milan. Contro il Betis, infatti, il difensore della Nazionale farà il proprio esordio dal 1′ in maglia rossonera, ma soprattutto indosserà per la prima volta la fascia di capitano – riferisce stamane il Corriere della Sera. A meno di sorprese, dunque, Bonucci erediterà per la prima volta i gradi di capitano.

Mirabelli: “Lavoriamo per l’attaccante, non possiamo sbagliare. Aubameyang? È nel mio destino…”

Massimiliano Mirabelli, d.s. del Milan, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del QS.

Sul rapporto con Fassone: “Avevamo già un rapporto splendido quando lavoravamo insieme all’Inter, poi lui è uscito ingiustamente dal club nerazzurro, mi ha chiesto di stare insieme e mantenuto la promessa affidandomi l’area tecnica del Milan, dicendomi ‘ti ho visto lavorare, so chi sei…’ Be’, ho sposato più lui che il Milan, rischiando grosso nei giorni dell’attesa del closing che non arrivava mai. Ma io ho sempre creduto che ce l’avremmo fatta, alla faccia di quelli che adesso non riescono a mandarla giù…”.

Sul ruolo di d.s.: “Faccio un lavoro che mi piace. Questi sono stati mesi bellissimi, abbiamo fatto qualcosa di grande, di inedito, ma il bello viene adesso: appena finita la squadra ecco tanti ragazzi da vedere, da seguire in un torneo che si gioca tre/quattro volte alla settimana, e all’estero, sempre aggiornati sulle tecniche che cambiano, sulle idee nuove da cogliere e trasmettere. Crescono gli impegni, cresce la cultura…”.

Su Aubameyang e sull’attaccante: “Aubameyang è nel mio destino: è stato il primo giocatore che sono andato a vedere dal vivo, il mio primo viaggio fu proprio per lui.

Nuovo attaccante? Ci stiamo lavorando e non possiamo sbagliare: anche Nikola Kalinić e Diego Costa sono nella nostra lista. L’attaccante ci vuole ma non possiamo sbagliare. Io non posso sbagliare per questi tifosi che mi apprezzano per quel che si è fatto, per la trasparenza del mio lavoro. L’ho visto qui, l’ho visto in Cina dove c’è un entusiasmo come a San Siro”.

Sulla questione fideiussioni di Bonucci e Biglia: “Ma ci rendiamo conto di che discorsi vengono fatti? Se decidi di prendere Bonucci e Biglia, e te li danno, saprai quello che stai facendo o no?”.

Sul rinnovo di Gigio Donnarumma: “Un’esperienza intensa, dura. Non era facile tenere Donnarumma, prima ci avevano provato altri, inutilmente, eppure ce l’abbiamo fatta noi, perché era importante, una conquista su cui costruire il resto. Come si è puntualmente verificato. E l’ha capito anche Raiola”.

Sui tifosi rossoneri e su Berlusconi: “Silvio Berlusconi ha fatto una scelta meditata e noi abbiamo realizzato tutti i suoi sogni. Anche di più. Noi abbiamo messo al centro del nostro progetto i tifosi: eccoli, li mostriamo orgogliosi. Per loro abbiamo lavorato in trincea, senza mollare mai, evitando le pillole avvelenate… Dove vogliamo arrivare? Primo traguardo, il tifo entusiasta, mai spegnerlo; e per questo bisogna realizzare qualcosa d’importante. Quei 67 mila dell’altra sera per Milan-Craiova ci assegnano una responsabilità straordinaria, da oggi alla Champions è il programma, ci vogliono risultati importanti ma è innegabile che abbiamo fatto una campagna scientifica: tanti giovani, pensando al domani, con Bonucci e Biglia i maestri che li aiutano a maturare, non solo per vincere oggi ma per realizzare un ciclo”.

Milan-Betis, la probabile formazione: Bonucci titolare, spazio per Calhanoglu e André Silva

Amichevole internazionale di rodaggio per il Milan di Vincenzo Montella. Tra il preliminare coi rumeni del Craiova e il playoff con i macedoni dello Shkendija, i rossoneri faranno “scalo” domani a Catania per un test contro il Betis Siviglia: un ritorno a casa per l’Aeroplanino, protagonista all’ombra dell’Etna di una straordinaria stagione 2011/2012 da allenatore dei rossazzurri, ma soprattutto una buona occasione per tanti “nuovi” per prendere confidenza con gli schemi e con i compagni. Non sarà ancora il Milan ideale – tanti titolari sono rimasti a Milanello a lavorare -, ma ci sarà comunque molto da vedere.

Esordirà da titolare l’acquisto copertina dell’estate, Leonardo Bonucci, pronto a prendere le redini della difesa completata da Gomez, Abate e Antonelli (ma Calabria è in lizza per una delle due corsie) e a ereditare i galloni di capitano. Chance dal 1′ anche per altri due attesissimi acquisti, Calhanoglu e André Silva: il turco agirà da mezzala sinistra, mentre il “9” giocherà da centravanti affiancato da Suso e Borini. Più dubbi a centrocampo, dove non è ancora tempo per Biglia – l’argentino è rimasto fuori dai convocati in via precauzionale per un problema muscolare: in cabina di regina probabile spazio per Montolivo, mentre da interno destro Mauri potrebbe far rifiatare Kessie. In porta, ballottaggio tra Storari e Antonio Donnarumma.

Di seguito il probabile undici rossonero in vista di Milan-Betis:

Milan (4-3-3): Storari; Abate, Gomez, Bonucci, Antonelli; Kessie, Montolivo, Calhanoglu; Suso, André Silva, Borini.

Milan, in 30 nella lista UEFA per l’Europa League: ecco Bonucci e Biglia

A meno di dieci giorni dalla sfida contro i macedoni del KF Shkëndija, ecco l’elenco completo dei 30 rossoneri che potranno scendere in campo nei preliminari di Europa League.

Lista A
Abate 20
Antonelli 31
Biglia 21
Bonaventura 5
Bonucci 19
Borini 11
Conti 12
Calhanoglu 10
Donnarumma A. 90
Gomez 15
Kessie 79
J.Mauri 4
Montolivo 18
Musacchio 22
Niang 94
Paletta 29
Rodriguez 68
Romagnoli 13
André Silva 9
Sosa 23
Storari 30
Suso 8
C. Zapata 17

Lista B
Calabria 2
Cutrone 63
Donnarumma G. 99
Gabbia 46
Guarnone 75
Locatelli 73
Zanellato 45

Fonte: AC Milan

Il direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli

Mirabelli: “Ora parola al campo. Mercato? Sappiamo cosa fare. Ibrahimovic…”

Il direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, ha rilasciato un’intervista esclusiva a La Domenica Sportiva. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Le sensazioni sul nuovo Milan: “Abbiamo acceso l’entusiasmo e vogliamo far sì che non venga meno nei prossimi mesi: dobbiamo darci da fare. Abbiamo fatto una squadra nuova, Montella non ha potuto ancora fare un allenamento con tutti, quindi ora dobbiamo costruirla bene sul campo, dopo averla fatta bene sulla carta. Ora la parola passa al campo”.

Sul closing: “È stata lungo ed estenuante. È stato un closing lunghissimo, forse il più lungo della storia di un club, peraltro importante come il Milan. Ma non ci siamo neanche accorti che sia iniziato perché abbiamo iniziato a lavorare a capofitto e ancora non ci siamo resi conto di dove siamo”.

Sulla squadra: “Spero che questo mercato finisca al più presto, perché ad oggi ogni giorno i giornalisti chiedono continuamente notizie sul Milan, ma bisogna fermarsi. Abbiamo preso giovani forti, per aprire un ciclo importante, poi con Bonucci e Biglia sono chiocce che servono agli altri otto acquisti: è importante avere una guida”.

Su Biglia: “È un giocatore che in quel reparto ci dà le caratteristiche e il carisma che serve al nostro nuovo Milan”.

Su Bonucci: “Non è un colpo programmato come Biglia e gli altri, ma un’occasione da cogliere al volo. Parlavo con Lucci per altri giocatori e lui mi continuava a fare la battuta con Bonucci. I primi giorni neanche lo dissi a Fassone, poi parlai col ragazzo, il quale voleva indossare la maglia del Milan: la cosa si è fatta seria e velocissimamente l’abbiamo chiusa”.

Su altri colpi da qui a fine agosto: “Noi sappiamo quello che dobbiamo fare, siamo attenti sul fatto che dovremo fare qualcosa lì davanti. Il mercato degli attaccanti ancora non si è mosso”.

Su possibili ritorni: “Guarderemo a qualcosa di nuovo, nella vita non si sa mai che qualche vecchia conoscenza o ex giocatore possa tornare, ma non è questo il caso e non alludo a Ibrahimovic. Siamo con i piedi per terra e valutiamo le cose che dobbiamo fare e penso che lo faremo dopo Ferragosto”.

Su Raiola: “Ci siamo scontrati su alcune cose, ma rimane la possibilità di affrontare altri argomenti. È uno dei più potenti manager che ci sono, forse un giorno ci siederemo per qualcos’altro, anche se sappiamo quanto è dura trattare con lui. E lui sa quanto è dura trattare con noi”.