Ruben Cazzola – Milanismo

Autore: Ruben Cazzola

La fine della Baccanovela?

Si, lo so, è il terzo articolo che scrivo su Carlos Bacca e nei due precedenti (ultimo in ordine di tempo che ho scritto un mese fa) avevo parlato di una sua cessione.

È passato un mese da allora e Bacca è ancora un giocatore del Milan. Il colombiano non rientra più nei piani del prossimo Milan, la dirigenza si sta muovendo ottimamente sul mercato e ha già acquistato il suo sostituto: il portoghese André Silva che ha già infiammato i cuori dei tifosi e sta facendo dimenticare rapidamente il suo compagno di reparto con la maglia numero 70.

Il difficile però riguarda proprio la cessione del colombiano. Finora non ci sono state offerte appetibili per il Milan, che vorrebbe incassare almeno 20 milioni cedendolo, avvicinandosi così ai 30 spesi per acquistarlo dal Siviglia 2 anni fa. È più facile a dirsi che a farsi.

Il suo agente Sergio Barila sta lavorando per trovare una nuova squadra al suo assistito e la notizia delle ultime ore riguarda un interessamento al giocatore da parte dell’Olympique Marsiglia. Interesse che è stato confermato dal direttore sportivo dei francesi Andoni Zubizarreta.

El Peluca giocherà in Francia la prossima stagione? Staremo a vedere. L’unica certezza è che questa “Baccanovela” sta giungendo al tanto atteso finale di stagione come era stato previsto, ovvero con il colombiano lontanissimo dal Milan e offuscato dai nuovi acquisti che apriranno la nuova stagione rossonera.

Questione di valori, non di valore

Prendete questo pezzo come uno sfogo personale dato che lo è. L’argomento di riferimento ovviamente riguarda Donnarumma.

Sono due settimane che non si parla d’altro che del suo rinnovo, del suo procuratore e della trattativa trasformatasi in braccio di ferro tra Gigio e la società Milan. Le due parti sembravano aver trovato un accordo e c’erano i presupposti perchè si verificasse la tanto sperata fumata bianca. Invece nei giorni scorsi abbiamo letto che le due parti non sarebbero così d’accordo tra loro e il Milan ha di fatto dato un ultimatum al ragazzo e a Raiola: o accetta il rinnovo proposto, oppure il giovane portiere rossonero potrebbe trovarsi un’altra destinazione.

Online ovviamente, si è scatenato il putiferio legato a questa situazione, i social sono esplosi di commenti, analisi e lettere dirette a Gigio in cui gli si chiede di metterci la faccia e accantonare l’attuale procuratore per comunicare le sue intenzioni ai tifosi e chiarire una volta per tutte la situazione. Finora, gli appelli non hanno dato i frutti sperati e la situazione resta in stallo.

I motivi di tanta attesa e incertezza riguardo il futuro del giovane portiere rossonero sono legati al vil denaro.  È una questione di valore, non di valori umani. Peccato che per i tifosi e chi ha a cuore il Milan nel vero senso della parola, i discorsi legati alle cifre non contino più di tanto, ma si consideri molto più importante il valore umano e morale del giocatore.

Nel calcio italiano ci sono diversi esempi di grandi giocatori che hanno legato le loro prestazioni sportive sempre alla stessa maglia e squadra: Francesco Totti ha annunciato il suo ritiro davanti ad uno stadio Olimpico tutto esaurito e pieno di gente commossa che lo tributava dopo una carriera con la maglia giallorossa. Antonio Di Natale ha rifiutato grandi squadre che l’hanno sempre cercato in favore della piccola Udinese in cui si è sempre trovato benissimo anche dal punto di vista ambientale e di vita per la sua famiglia. Franco Baresi, beh era Franco Baresi, non serve spiegare la sua fedeltà ai colori rossoneri.

Insomma, ci sono esempi in cui anche di fronte a cifre faraoniche, alla possibilità di fare una carriera sicuramente vincente, alcuni uomini abbiano preferito elevarsi a leggende, legandosi ad una maglia, senza lasciarla fino al termine della carriera.

Detto questo, un po’ capisco i tormenti del giovane Gigio: da un lato la tentazione di cambiare squadra, guadagnare molto e diventare “uno dei tanti” seppur vincente, dall’altro entrare nella leggenda di una squadra, di una città ed essere idolatrato dai propri tifosi come pochissimi altri dèi del calcio hanno saputo fare.

Non dev’essere certo una scelta facile per un ragazzo così giovane, capisco bene. Pensaci bene Gigio, io tra le due opzioni proprio non avrei dubbi.

Il nuovo romanzo rossonero – Introduzione

È il 30 maggio 2017, siamo nel pieno della cosiddetta “bella stagione”, le giornate si sono allungate, comincia a farsi sentire una certa calura e il Milan ha già ufficializzato due acquisti…

Quello che ho appena scritto potrebbe essere un incipit perfetto per un romanzo a tinte rossonere. Non abbiamo neanche fatto in tempo a salutare la vecchia stagione calcistica che già ci ritroviamo a commentare le scatenate manovre di mercato della nuova dirigenza milanista.

La notizia della giornata è l’ufficialità dell’acquisto da parte del Milan del difensore Musacchio e del centrocampista ormai ex Atalanta, Kessie che era corteggiato da diverse squadre.

Se fino a una settimana fa questi acquisti erano solo un’ipotesi e una speranza, oggi sono diventati realtà e sono andati a comporre i primi tasselli del nuovo corso rossonero. Se ciò non bastasse (e per i tifosi che sperano di esser sempre più competitivi, non basta) i nomi che il Milan sembra intenzionato a trattare nel prossimo futuro sono ancora più invitanti. Si sono fatti i nomi di: Morata, Tolisso, Biglia e Zaza, ma per vedere se indosseranno la maglia rossonera l’anno prossimo è necessario attendere.

Quel che è certo è che tutti i tifosi rossoneri hanno ritrovato l’entusiasmo che avevano perso da tempo e l’ambiente è carichissimo. C’è un’aria frizzante attorno all’operato della nuova società che si sta muovendo in maniera molto risoluta e cosciente degli obiettivi alla portata delle tasche e dell’attuale appeal dei rossoneri.

La seconda notizia di giornata è il rinnovo di Vincenzo Montella, il quale ha firmato un prolungamento di contratto di un altro anno. Prolungamento di contratto che è stato comunicato ai tifosi tramite una diretta su Facebook, un’assoluta novità dal punto di vista comunicativo.

Dopo anni in cui il Milan non è riuscito a confermare un allenatore per più di una stagione, anche questo aspetto sembra risolto e la ritrovata stabilità da questo punto di vista non può che giovare tutto l’ambiente.

Finita questa introduzione, il primo capitolo è ancora tutto da scrivere, ma come detto, l’incipit del nuovo romanzo rossonero promette bene. Sono molto curioso di scoprire se il resto della trama sarà all’altezza già dal primo capitolo.

23 maggio 2007. Per la settima volta sul tetto d’Europa

Esattamente 10 anni fa il Milan diventava campione d’Europa per la settima volta nella sua storia battendo il Liverpool in quella che è stata definita “la rivincita di Istanbul”.

Abbiamo ancora negli occhi quella partita, la tensione, la paura dell’avversario che appena due anni prima ci aveva sfilato dalle mani una coppa che sembrava già nostra, gli sguardi dei nostri campioni, i vari Ambrosini, Maldini, Oddo, Kakà, Pirlo, Seedorf, Inzaghi, Gattuso, Dida, Nesta, Jankulovski, senza ovviamente dimenticare il sapiente manovratore Ancelotti in panchina.

La formazione del Milan che ha battuto il Liverpool il 23 maggio 2007.

Abbiamo visto e rivisto gli highlights di quel giorno: l’attimo in cui Inzaghi tocca con la spalla il pallone calciato da Pirlo sul finire del primo tempo e lo manda in rete per il vantaggio rossonero, il passaggio filtrante di Kakà ancora per Inzaghi che accarezza il pallone con una dolcezza incredibile e lo fa rotolare lentamente, quasi troppo lentamente oltre la linea della porta difesa da Reina, il gol del Liverpool segnato da Kuyt che fa riapparire per più di qualche istante, vecchi fantasmi che credevamo estinti, ma soprattutto ricordiamo la festa, la totale gioia che ci ha pervaso alla fine dei 90 minuti di partita.

Non voglio ripercorrere la cronaca della partita o le statistiche varie della competizione, dato che tutti ricordiamo bene quella partita e le precedenti con Manchester United, Bayern Monaco e il difficilissimo ottavo di finale contro il Celtic. Ci tengo però a condividere un ricordo che è legato a quella serata fantastica e che mi fa sorridere quando lo rievoco.

All’epoca avevo 17 anni e il periodo di maggio, come ogni liceale disperato sa bene, è caratterizzato dalle ultime interrogazioni e verifiche prima della fine del quadrimestre, soprattutto in materie in cui si è un po’ deboli e in cui si tenta il recupero in extremis.

Una delle mie bestie nere al liceo è sempre stata latino (l’altra è da sempre matematica), il caso ha voluto che il giorno dopo la finale di Champions fosse in programma l’ultima versione di latino del quadrimestre e, ironia della sorte, ricordo che ero teso molto di più per quella che per la finale di Champions. Il piano prevedeva di ripassare con un amico prima della partita, goderci la finale e tutto quello che sarebbe successo dopo, per poi usare come giustifica eventuale ad un insuccesso scolastico: “Ma prof. c’è stata la finale di Champions!”.

Non ricordo la versione di latino, ricordo molto bene i caroselli per la strada, bandiere rossonere ovunque, Piazza Duomo vestita con l’abito da sera, quello più bello, a tinte rossonere. Ricordo gioia infinita, urla, esaltazione mistica e un rientro più che tardivo a casa.

E la versione?

Non so ancora come a 10 anni di distanza, ma presi 7, stesso numero della coppa alzata al cielo da Paolo Maldini la sera del 23 maggio 2007. Il caso non esiste.

Il Milan studia il modulo del futuro

La stagione del Milan è ormai agli sgoccioli, ma i lavori di ricostruzione della squadra sono già iniziati e non interessano solamente il prossimo mercato estivo. L’allenatore dei rossoneri, Montella è già all’opera per risolvere una questione non da poco per una squadra di calcio: quella legata al modulo da schierare in campo.

Per quasi tutto il campionato, il Milan è sceso in campo con un 4-3-3 con interpreti intercambiabili. Donnarumma in porta, De Sciglio e Abate terzini, Romagnoli e Paletta coppia di difensori centrali. A centrocampo tre giocatori: Kucka, Pasalic e Sosa, in attacco tridente composto da Suso, Bacca punta centrale e Deulofeu. Dalla formazione citata ho volutamente omesso alcuni giocatori come per esempio Bonaventura e Montolivo, infortunati da molto tempo.

La partita di sabato sera contro l’Atalanta (pareggiata con un gol in fuorigioco di Deulofeu) ha visto un cambio di modulo per Montella, che sembra stia facendo le prove generali per la prossima stagione. Il Milan si è schierato con un insolito 3-5-2 composto da: Donnarumma; Gomez, Zapata, Romagnoli; Kucka, Suso, Montolivo, Pasalic, De Sciglio; Deulofeu, Bacca.

Rispetto all’offensivo 4-3-3, il modulo visto contro l’Atalanta è più conservativo e il Milan ha concesso molto meno spazio e manovra agli avversari. Se è vero che la difesa si è dimostrata più solida rispetto al solito, è altrettanto vero che la manovra d’attacco è stata meno incisiva e le ripartenze dei rossoneri non sono state rapide e letali come accadeva con il modulo precedente. Per ora è stato solo un esperimento questo cambio di modulo da parte di Montella, ma non è detto che nelle due prossime partite (Bologna e Cagliari) non venga riproposto.

Per quanto riguarda il futuro, molto dipenderà dagli innesti estivi che si spera siano di buon livello e funzionali all’idea di gioco dell’allenatore. I nomi accostati al Milan per la prossima stagione sono diversi. Nella foto seguente tratta da Mediaset Premium, si ipotizza il Milan del futuro che, stando alla grafica, dovrebbe essere riproposto con il 4-3-3 in base alle caratteristiche tattiche dei nuovi innesti. Sarà davvero così?

Prosegue la Baccanovela

In un precedente articolo avevamo analizzato la situazione legata al centravanti colombiano, che dopo la sua involuzione in termini di rendimento in campo è stato accantonato da Montella in favore di Lapadula. (altro…)

2 Maggio 2007. Dieci anni fa il Milan giocava la partita perfetta

Il 2 Maggio 2007 è una data indimenticabile per tutti i tifosi rossoneri. Esattamente dieci anni fa il Milan giocava una delle partite più belle della sua storia recente.

Dieci anni dopo, il Milan è completamente diverso rispetto a quella sera e la strada da fare per avvicinarsi a quei  livelli è ancora lunghissima. Nel giorno dell’anniversario di questa partita, proviamo a far rivivere quelle emozioni ricordando come il 2 Maggio 2007 il Milan annientò i red devils del Manchester United.

A San Siro si affrontano Milan e Manchester United, per la Semifinale di ritorno di Champions League. Il Milan è reduce da una sconfitta nella gara d’andata, nonostante l’ottima partita giocata dai giocatori di Ancelotti, su tutti Kakà. La squadra rossonera si è dovuta arrendere alla legge dell’Old Trafford, ed è uscita dallo stadio con un’immeritata sconfitta per 3-2.

Al ritorno Ancelotti spera di segnare almeno un gol e di tenere il risultato. La preoccupazione numero 1 per tutti è un certo ragazzo portoghese, che sta facendo ammattire le difese avversarie, e che di lì a pochi anni diventerà uno dei giocatori più forti di sempre, un giovanissimo Cristiano Ronaldo.

Oltre a Ronaldo in quel Manchester militavano: Vidic, Evra, Giggs, Rooney, Carrick, le eterne bandiere dei Diavoli Rossi.

Il Milan è sfavorito dai pronostici, visto il vantaggio del risultato ottenuto all’andata dallo United, nessuno ha però fatto i conti con il Diavolo.

Anche le condizioni meteo sono da inferno, su Milano si abbatte un temporale memorabile e fuori stagione, San Siro è un vero e proprio catino, in tutti i sensi.

La partita comincia con il Milan che parte fortissimo, pressando e manovrando palla molto bene, fino ad arrivare al primo gol di Kakà. Oddo crossa dal limite dell’area, Seedorf gira di testa il pallone verso Kakà, che con un tiro al volo fulmina il portiere del Manchester United Van Der Saar. 1-0 Milan.

La reazione del Manchester United non c’è, soprattutto per merito dei giocatori di Ancelotti, che fermano ogni iniziativa di Cristiano Ronaldo e compagni.

Poco dopo il primo gol, Kakà ricambia il favore a Seedorf e gli fornisce il passaggio giusto. Clarence non si fa pregare, salta un difensore al limite dell’area e insacca con un destro micidiale il 2-0 per il Milan.

Nel secondo tempo ancora Milan, soprattutto in contropiede, mentre il Manchester cerca disperatamente il gol sbilanciandosi in avanti. E infatti viene punito ancora, questa volta da Gilardino, entrato al posto di Inzaghi. Ambrosini recupera palla a centrocampo e lancia il compagno che ha tanto campo libero di fronte a sè e conclude l’azione battendo Van Der Saar, segnando il 3-0.

Il Milan dunque stravolge il pronostico e si qualifica per la finale di Atene che giocherà contro il Liverpool a distanza di due anni dalla tragedia sportiva di Istanbul. 

Quello che resta impresso nella memoria di tutti i tifosi rossoneri è una prestazione incredibile da parte dei ragazzi di Ancelotti, che sono stati in grado di annientare lo United, forti anche di un Kakà straordinario il quale, grazie alle prestazioni di quella stagione, vincerà il Pallone d’Oro 2007.

La speranza dei tifosi più romantici, come il sottoscritto, è che si torni presto a disputare gare del genere, perché il Milan che ricordiamo tutti è quello del 2 maggio 2007, quello che sotto il diluvio, ha annientato i super campioni di Sir. Alex Ferguson.

De Sciglio addio

Sono ore caldissime per Mattia De Sciglio. Il terzino classe ’92 è al centro di un vero e proprio ciclone che lo riguarda e che sembra trascinarlo lontanissimo dal Milan del futuro.

Calcisticamente, De Sciglio nasce nel 2001- 2002 quando a soli 10 anni, inizia a giocare nei pulcini del Cimiano prima di passare alla primavera del Milan.

Nella stagione 2011-2012 entra a far parte della prima squadra rossonera e grazie a prestazioni sempre più convincenti, arriva a garantirsi la titolarità come terzino sinistro.

La stagione della sua consacrazione è quella 2012-2013 nella quale gioca 33 partite, di cui 27 in Serie A e tra queste 25 partendo da titolare.

A questo punto, il Milan sembra aver trovato un grande terzino come ai tempi d’oro tanto che, secondo alcuni, De Sciglio potrebbe essere l’erede naturale nientemeno che di Paolo Maldini.

Questa speranza sembra confermarsi maggiormente in occasione della prima volta da capitano del Milan per De Sciglio: il 27 Settembre 2015 indossa per la prima volta la fascia di capitano durante la partita Genoa-Milan in seguito alla sostituzione del capitano Riccardo Montolivo, che gli cede la prestigiosa fascia.

Fino ad ora, quanto detto sembra portare ad un bellissimo lieto fine con il Milan che almeno sulla fascia sinistra, pare aver risolto per un bel po’ il problema terzino.

Stando alle ultime vicende che lo coinvolgono però, il futuro di De Sciglio sembra tutt’altro che stabile al Milan.

Il rapporto con il Milan e i suoi tifosi si incrina in seguito a ripetute prestazioni poco convincenti del terzino rossonero e a causa di quello che sembra un complicato rinnovo di contratto. Ad aggravare la situazione ci sono i fischi di San Siro nei suoi confronti, soprattutto dopo la prestazione a dir poco opaca nell’ultima partita contro l’Empoli.

I tifosi hanno individuato De Sciglio come capro espiatorio e lo accusano di non meritarsi la fascia di capitano del Milan, a causa di un atteggiamento troppo molle e poco grintoso in campo. Secondo altri invece, De Sciglio giocherebbe svogliato e senza impegno perchè già impegnato a pensare al suo futuro e a cercare una nuova squadra per la prossima stagione.

Come se non bastasse, il giovane terzino rossonero, come ha riportato il Corriere della Sera, è stato vittima di un’aggressione nei suoi confronti all’uscita dal parcheggio dello stadio di San Siro, dimostrazione fin troppo esagerata, del fatto che il rapporto con l’ambiente Milan sia ormai compromesso.

Nella giornata di ieri il nuovo ds rossonero Mirabelli ha avuto un colloquio con De Sciglio per manifestare solidarietà al ragazzo dopo i fatti recenti, ma anche per cercare di capire in anticipo le sue intenzioni alla fine della stagione. Le risposte del giovane rossonero però sembrano essere state fin troppo fredde, segno che un divorzio a fine stagione sia ormai quasi certo.

Sul mercato è forte già da tempo l’interesse della Juventus per il giocatore. Non è escluso che la Juve provi a portarlo in bianconero nel corso della prossima sessione di mercato.

Vedremo come andrà a finire, quel che è certo è che il giocatore, da erede di Paolo Maldini si è trasformato in problema da risolvere. La sua avventura con la maglia del Milan sembra essere arrivata alla fine, sperando che De Sciglio non si trasformi in rimpianto una volta cambiata casacca.

“Carlos, que pasò?”

“Carlos, che ti è successo?”. Vedendo le ultime prestazioni dell’attaccante rossonero è questa la domanda che si pongono molti tifosi del Milan.

Il rendimento del colombiano è calato vistosamente in questo finale di stagione e il Milan ha perso quello che doveva essere il punto di riferimento per l’attacco della squadra di Montella, costringendo i rossoneri a fare affidamento sulle invenzioni di Suso, Deulofeu e della riserva Lapadula.

Anche nell’ultima partita di campionato contro i rivali di sempre dell’Inter, Bacca è apparso a tutti stanco, imbolsito, quasi svogliato. Atteggiamento che fa infuriare i tifosi, i quali si attendono tutt’altro spirito dal numero 70 specialmente quando si sta giocando un derby, partita molto sentita per la città di Milano.

L’avvio di stagione del colombiano aveva fatto sperare tutti i tifosi. Con una tripletta nella prima giornata di campionato contro il Torino, Bacca sembrava aver ripreso il lavoro dove l’aveva interrotto nella stagione 2015-2016 terminata con 18 gol in 38 presenze in campionato. La realtà dei fatti però, è diversa: Il colombiano non ha saputo ripetersi non tanto nei numeri, quanto nell’atteggiamento in campo cosa che i tifosi rossoneri non riescono a digerire.

Tra andata e ritorno, Bacca ha segnato solo una tripletta contro il Torino all’esordio nella stagione 2016-2017 e una doppietta contro il Chievo nella partita giocata il 4 Marzo 2017. Per il resto ha realizzato una sola rete contro: Sampdoria, Lazio, Sassuolo (1 gol a San Siro e 1 gol nel ritorno), Cagliari, Torino, Juventus e Palermo. In totale ha realizzato 13 reti in 26 presenze.

Una possibile spiegazione di questa involuzione nel rendimento del giocatore colombiano può essere legata a un calo di motivazioni e al fatto che si senta sempre più lontano dal progetto Milan, visto che non sono mancate le voci di mercato che lo riguardano anche nel corso della stagione. Ovviamente questa non vuole essere una giustificazione e i tifosi soprattutto, si aspettano sempre il 100% da ogni giocatore che indossa la gloriosa maglia rossonera.

Bacca sembra essere lontanissimo dai grandi attaccanti che hanno scritto la storia del Milan a suon di gol. La speranza è che possa in parte riscattarsi nelle rimanenti partite, fondamentali per centrare l’obiettivo dell’Europa League. A prescindere da questo però, sembra che per lui non ci sia più spazio nel Milan della prossima stagione e sarà importante vedere come vorrà procedere la nuova proprietà sul mercato e nei confronti del reparto offensivo rossonero.

L’avventura dell’attaccante colombiano con la maglia rossonera sembra dunque giungere alla fine.

Suerte, Carlos.