Buon compleanno Ricky!
Un video speciale per festeggiare il 33esimo compleanno di Riccardo Montolivo
Un video speciale per festeggiare il 33esimo compleanno di Riccardo Montolivo
“Sono a vostra disposizione per qualsiasi cosa”, aveva detto Silvio Berlusconi al momento del commiato. Ma da allora, dal passaggio di testimone, c’è stata come una cesura tra i nuovi proprietari del Milan e quello che Arrigo Sacchi definisce “l’artefice del rinascimento del calcio italiano”. Trent’anni di storia rossonera sembrano siano stati dimenticati in pochi mesi, insieme alla simbologia di un’era che non ha avuto eguali nel mondo del pallone. Il Cavaliere conosce le regole del mercato, anche la loro efferatezza, tuttavia non è riuscito a nascondere il proprio dolore quando in estate ha raccontato agli amici che “il mio club” aveva deciso di cancellare il trofeo Berlusconi, da lui dedicato al padre Luigi: immaginava venisse confermato, sperava di venir chiamato per la premiazione.
Invece niente. La scorsa settimana, ricevendo gli auguri di compleanno, gli è stata fatta notare la cura con cui i Suning coltivano mediaticamente i rapporti con Massimo Moratti, che resta il testimonial dell’Inter, una sorta di garante della linea di continuità per i tifosi nerazzurri. “Il Milan è un pezzo del mio cuore e della mia vita”, è la risposta data da Berlusconi: “Vorrei almeno che la squadra andasse bene. È questo il mio rammarico, il mio dispiacere”. C’è un motivo se vuole evitare che nulla trapeli del suo stato d’animo: la cortina di silenzio è insieme un gesto d’amore verso i suoi colori e un atto di correttezza verso i nuovi vertici.
Però nelle conversazioni riservate emerge la preoccupazione del Cavaliere per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: “E la squadra non va…”. Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che “ci vuole pazienza” all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: “Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?”. Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna presidente-allenatore. E non si ferma.
D’altronde nessuno si sente di fermare uno che ha imbottito di coppe la bacheca, che ha scommesso prima su Sacchi e poi su Capello tra lo scetticismo generale, che ha comprato i Van Basten, i Gullit, i Kakà, i Nesta e gli Shevchenko, che andava in tv a vantarsi di disegnare gli schemi ad Ancelotti, che si dannava se un allenatore non gli schierava il trequartista dietro le due punte. E se, parlando di politica, non manca di ricordare a ogni interlocutore i colpi di Stato che ha subìto, appena inizia a parlare del Milan fa lo stesso. Parte dai tempi del closing, quando la trattativa coi cinesi stava per fallire e lui — “con tutti i miei figli contro” — stava per ripensarci. Poi torna alla scelta dell’allenatore: “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella”.
Se c’è una cosa, forse l’unica, che unisce il Cavaliere a Matteo Salvini è il giudizio sul tecnico. “Non mi piace come sta facendo giocare la squadra, non c’è un’idea”, ha detto l’altro giorno in pubblico il segretario della Lega, tifoso rossonero piegato da “tre sconfitte clamorose e imbarazzanti”. Non è dato sapere se ne abbia discusso con Berlusconi l’ultima volta che l’ha sentito, ma è certo che in privato l’ex presidente del Milan si è addentrato fin nei dettagli tattici della crisi: “Spiegatemi come possono finire spesso in panchina Suso e Bonaventura, che sono poi i due calciatori tecnicamente più dotati. E come si può fare sempre il solito gioco sulle fasce, per il solito cross in area. Mah… Per andare in rete andrebbero invece sfruttate le qualità dei due, cercando le linee di passaggio interne”.
Un tempo la vittima designata di queste intemerate era Adriano Galliani, che domenica scorsa si è trovato allo stadio — come Barbara Berlusconi — a vedere il Milan battuto dalla Roma. Ah, nostalgia canaglia. Ci fosse stato ancora lui, sarebbe entrato negli spogliatoi per risolvere il problema. Anche se aveva sperimentato quanto — a suo dire — fosse limitato il dialogo con Montella: “Gli davo consigli e lui mi rispondeva ‘Sì presidente, ma la formazione la faccio io’“. Una cosa che lo faceva imbestialire più delle battute di Salvini, quando solidarizzava con quei tifosi rossoneri, indignati davanti ad Arcore per la crisi di risultati della squadra.
Erano gli anni dell’austerity, degli acquisti a parametro zero, della giostra di vecchie glorie che avevano fatto grande il Milan in campo ma che in panchina non potevano far grande un Milan senza più campioni. Perché così era giunta alla fine l’epopea berlusconiana, quella degli scudetti che valevano un punto percentuale nei sondaggi di Forza Italia. Tale era ormai il malcontento che alle Amministrative di Milano migliaia di elettori rossoneri avevano scritto Kakà sulla scheda, in segno di protesta dopo la cessione dell’asso brasiliano. La vendita del Milan fu per Berlusconi “un modo per farlo ritornare grande”, e in virtù di quell’ultima promessa la Curva gli riconobbe i meriti per il passato e l’intuizione per il futuro.
Ora quella promessa il Cavaliere vorrebbe fosse mantenuta. Da tifoso spera che la squadra inverta la tendenza. Perché sta per arrivare il derby, e c’è una storia da difendere, sebbene nel cambio di gestione una antica tradizione sia andata smarrita. Cosa che Berlusconi ha preso male quanto i risultati e l’assenza di gioco: “È stata data la fascia da capitano a un calciatore che è stato per anni la bandiera della Juventus”. Nel solco dei Rivera, dei Baresi e dei Maldini, è una scelta che gli appare insopportabile e non certo per le indiscutibili qualità umane e calcistiche di Bonucci: “C’è Montolivo. La fascia andava affidata a lui”. Quanti errori, insomma. Non che lui non ne abbia commessi. “Quando gli consigliai Sarri per la panchina — ha raccontato di recente Sacchi — lui scelse Mihajlovic. E se ne pentì”. Forse l’era di Berlusconi al Milan avrebbe avuto un altro epilogo. O forse non avrebbe avuto epilogo, chissà.
Fonte: Corriere della Sera
AC Milan comunica che Riccardo Montolivo, come da programma prestabilito, ha effettuato esami clinici che hanno evidenziato una minima lesione di alcune fibre dei flessori della coscia destra. Il giocatore verrà tenuto monitorato per alcuni giorni.
Fonte: A.C. Milan
Il responsabile medico del Milan, il Dottor Gianluca Melegati, ha fatto il consueto punto del martedì sugli infortunati rossoneri nel report caricato sul sito ufficiale del club.
Andrea Conti – “È il problema più importante che abbiamo. Ha avuto trauma distorsivo al ginocchio venerdì, a piede fermo, con una torsione innaturale che ha provocato la lesione al legamento crociato anteriore. Ma è stata una lesione isolata, quindi ci ha permesso di affrontarla con un’operazione in tempi rapidissimi. L’intervento è perfettamente riuscito. Andrea era molto carico e ha affrontato la prima fase del riposo, dove è importante che il ginocchio smaltisca il dolore e il gonfiore del trauma e dell’operazione. Per 10-12 giorni rimarrà a casa assistito e con qualche esercizio, poi dovrà progressivamente aumentare la frequenza e l’intensità. I tempi di recupero sono quelli classici di ricostruzione di un crociato: attorno a sei mesi, con variazioni individuali”.
Luca Antonelli – Ha avuto un affaticamento muscolare dopo la gara di Europa LEague. Ci ha riferito di aver avuto proprio un affaticamento. Gli esami dell’indomani non hanno evidenziato lesioni, ma solo un affaticamento e sta recuperando progressivamente”.
Riccardo Montolivo – “Ha avuto uno sfortunato affaticamento muscolare durante l’allenamento di ieri. Lo stiamo valutando e lo faremo anche nei prossimi giorni, ma non ci aspettiamo lesioni”.
Rieccoti, Serie A. E rieccoti Milan, pronto a tornare protagonista in Italia – e si spera in Europa – con una squadra finalmente attrezzata per lottare per le prime posizioni della classifica. Chiuso il mercato – e archiviati i turni preliminari di Europa League e le prime giornate di campionato – è tempo di pensare al campo: Montella dovrà trovare il prima possibile risultati e gioco, partendo già dalla delicatissima trasferta di domani in casa della Lazio. Una partita ostica, contro una delle squadre più organizzate di tutto il torneo e con tanti singoli talentuosi, prima gara di un filotto italo-europeo che consentirà al Diavolo di testare le proprie ambizioni Champions.
Per vedere sostanziali novità di formazione, però, bisognerà attendere. Non ci sarà il cambio di modulo verso la difesa a tre e nemmeno l’inserimento di acquisti come André Silva o Kalinic: il mister andrà a giocare sul campo della Lazio con un undici molto simile a quelli già visti in stagione. Spazio dunque alla linea a quattro Calabria, Musacchio, Bonucci e Rodriguez – Abate è in svantaggio per sostituire l’infortunato Conti, attenzione alla possibile sorpresa Romagnoli – e all’ormai solito tridente d’attacco Suso-Cutrone-Borini, con l’ex Sunderland confermato ancora titolare. Novità sostanziale in mediana, dove dovrebbero giocare sia Biglia sia Montolivo: Ricky giocherà da mezzala sinistra opposta a Kessie, mentre l’argentino agirà il playmaker davanti alla difesa. In porta, ovviamente, ci sarà Gigio.
Ecco di seguito il probabile undici rossonero di vista di Lazio-Milan, match valevole per la 3^ giornata di Serie A:
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Musacchio, Bonucci, Rodriguez; Kessie, Biglia, Montolivo; Suso, Cutrone, Borini.
Al termine della vittoria interna col Cagliari, Vincenzo Montella ha parlato ai microfoni di Premium Sport.
Sulla partita: “È stata un gara difficile e lo sapevamo. Venivamo da un ciclo di partite ravvicinate e forse abbiamo sofferto un po’ questo. La vittoria comunque è meritata, siamo partiti bene e abbiamo trovato il gol. Poi siamo calati, il Cagliari ha preso campo ma penso che questo tipo di vittorie siano pesanti nell’arco del campionato e spero che ne arrivino altre così”.
Sul match winner di giornata, Suso: “Fa parte del nostro progetto, è un giocatore importantissimo e stimatissimo dalla parte tecnica. Ha raggiunto la Nazionale e ne siamo felici e non è mai stato messo sul mercato. Ma se devo fare un elogio per questa gara lo voglio fare a Montolivo che ha fatto una prestazione straordinaria, che ha sancito un grande inizio di stagione. Chissà che non sia stata anche questa decisione di cambiare il capitano che lo ha reso un po’ più sereno. Sta di fatto che sta giocando in maniera eccellente”.
Sulla contestazione della curva a Niang: “Non ho letto, il pubblico ha il diritto di esprimere la sua opinione. Io devo fare l’allenatore”.
Sull’esclusione di André Silva: “C’è posto per tutti e tre, magari anche insieme se ci fanno giocare in 12. E’ una rotazione normale, non tutti possono giocare tutte le partite”.
Sui margini di miglioramento della squadra: “Ci serve continuità di gioco e nella gestione della partita. Dobbiamo allungarci meno anche se in questa fase penso sia normale”.
Ritorno al 4-3-3 e rientro in campo di tanti titolari a riposo con lo Shkendija, con un undici di partenza molto vicino a quello visto nella gara d’esordio in Serie A a Crotone. Dopo la vittoria nei playoff e i sorteggi dei gironi di Europa League, per il Milan è tempo di rituffarsi nel campionato: avversario a San Siro il Cagliari di Rastelli, nell’ultima gara d’agosto prima della (sosta per le Nazionali. Una gara importante per chiudere al meglio il primo filotto della stagione e confermare l’ottimo inizio di stagione: solo vittorie, tanti gol, nessun gol al passivo.
Montella è pronto dunque a rimettere nel cassetto la difesa a tre per affidarsi alla più collaudata linea a quattro. Verso Milan-Cagliari, la linea arretrata dovrebbe tornare Conti-Musacchio-Bonucci-Rodriguez, mentre in avanti si rivedrà il tridente visto nella trasferta di sei giorni fa allo Scida: Suso a destra, Borini sull’out mancino, bomber Cutrone al centro dell’attacco, con André Silva e Kalinic destinati a partire inizialmente dalla panchina. Possibile una novità in mediana: Montolivo è stato provato tra i titolari ed è in pole su Locatelli per prendersi la cabina di regia. Sicuri di due maglie, al suo fianco, Kessie e Calhanoglu. Rientro tra i pali per Gigio Donnarumma.
Ecco dunque il probabile undici rossonero in vista di Milan-Cagliari, match valevole per la 2^ giornata di Serie A:
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Conti, Musacchio, Bonucci, R. Rodriguez; Kessie, Montolivo, Calhanoglu; Suso, Cutrone, Borini.
Il ct della Nazionale italiana di calcio, Gian Piero Ventura, ha convocato – apprende l’Ansa – 25 giocatori in vista della sfida di sabato prossimo contro la Spagna, a Madrid, per le qualificazioni mondiali. Del gruppo fa parte il milanista Riccardo Montolivo, rientrato in azzurro nel giugno scorso, non c’è invece l’interista Gagliardini. Torna dopo lunga assenza il portiere del Genoa, Mattia Perin. L’elenco dei convocati sarà ufficializzato a breve.
Fonte: ANSA.it
L’angolo del dottore, al martedì su Milan TV, sarà un appuntamento fisso nel corso di tutta la stagione rossonera. Un aggiornamento dall’infermeria realizzato dal direttore medico del Diavolo, il dott. Gianluca Melegati, il quale ieri ha aggiornato sulle condizioni cliniche di tutti i calciatori di Montella attualmente fermi ai box per infortunio: Biglia e Bonaventura su tutti, ma anche Montolivo e l’ex lungodegente Romagnoli.
Buone notizie dal Principito. Il recupero ai flessori procede bene, con anticipo rispetto ai programmi, anche se sarà osservata la massima cautela: l’ex Lazio che potrebbe tornare in campo dopo la sosta. Calma anche per Jack e per il suo quadricipite, con tempi di recupero stimati attorno alle 2/3 settimane, mentre Montolivo è alle prese “solo” con un affaticamento dovuto alle fatiche delle ultime settimane. Romagnoli, invece, è completamente guarito grazie alla terapia conservativa al ginocchio ed è già in gruppo coi compagni.
Le pagelle di Milan-Shkendija, andata del play-off di Europa League 2017/2018.
Donnarumma: 6
Spettatore non pagante.
Conti: 6+
Sempre propositivo, complice l’avversario non proprio irreprensibile.
dal 69′ Abate: 6
Entra quando ormai la partita è già ampiamente chiusa.
Zapata: 6
Ennesima serata tranquilla, si segnala solo per il ritardo al ritorno in campo dopo l’intervallo.
Bonucci: 6
Debutto da capitano a San Siro, con tanto di discorso motivazionale nel riscaldamento.
Antonelli: 7
Praticamente un attaccante aggiunto, gioca tutta la partita nella metà campo avversaria. Il gol è solo l’inevitabile conseguenza.
Kessié: 7,5
Più che sull’età, il dubbio è che non abbia un fratello gemello che corre per il campo insieme a lui. Letteralmente ovunque.
Montolivo: 7,5
Non segnava da più di 1000 giorni, si consola con una doppietta. Ormai è ufficiale: senza fascia è un altro giocatore.
Calhanoglu: 6,5
Confermato mezzala, ha sprazzi di classe pura che deliziano i tifosi. Sfiora più volte il goal.
dal 61′ Bonaventura: 6
Mezzora di partita per lui: un tunnel, un giallo e un infortunio, si spera non grave, che lascia il Milan in 10 negli ultimi minuti.
Suso: 6,5
Il solito folletto imprendibile. Sua la punizione sulla cui respinta si avventa Montolivo.
dal 75′ Cutrone: 6
Un palo e una rovesciata fuori di poco.
André Silva: 7,5
Due goal, almeno altrettante occasioni clamorose create e una quasi-tripletta con colpo di tacco che per poco non fa venire giù San Siro. Alla faccia dei critici.
Borini: 6,5
La solita dose di corsa, coronata dal goal che chiude definitivamente il discorso qualificazione.
Montella: 7
Ci si aspettava una prova di spessore, oltre alla quasi inevitabile vittoria visto il livello dell’avversario. Obiettivo centrato.
È un Milan incontenibile quello visto nell’andata dei playoff di Europa League. I macedoni dello Shkendija non trovano il miracolo e soccombono in casa del Diavolo, rimediando una pesante sconfitta per 6-0: a segno André Silva e Montolivo (doppietta per entrambi), Borini e Antonelli. A San Siro è stata una festa del gol e delle giocate, con i rossoneri di Milano padroni del campo, del gioco e delle occasioni per tutta la gara, mai in discussione per tutti e 90 i minuti.
Milan-Shkendija non è stato un test particolarmente probante, data la scarsa competitività dell’avversario, ma comunque utile per saggiare la forma e l’inserimento di alcuni singoli di Montella. Molto bene capitan Bonucci alla prima ufficiale e soprattutto André Silva, chirurgico sotto porta e funzionale alla manovra della squadra con sponde e movimenti senza palla, mentre piace la prestazione di Montolivo: il 18 ha risposto sul campo alle critiche gratuite che spesso gli arrivano con una prestazione importante e due gol. Promosso anche Calhanoglu: fuori ruolo e non al meglio della condizione, ha giocato con generosità e intensità, meritandosi gli applausi di San Siro.
La gara di ritorno, prevista tra sette giorni a Skojpe, si annuncia dunque come una formalità. Il Milan doveva vincere e possibilmente ipotecare la qualificazione ai gironi con un risultato rotondo: missione pienamente compiuta. La trasferta in Macedonia, collocata tra la prima di Serie A a Crotone e la seconda giornata a San Siro col Cagliari, si annuncia come un’occasione per fare massiccio turnover e concedere minuti a chi giocherà meno nell’avvio di campionato.
Il nuovo capitano del Milan, Leonardo Bonucci, ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport.
Sul ko della Juve in Supercoppa Italiana: “Mi ha fatto un po’ strano vedere la Juve davanti la tv, ma ormai quello è il passato. Il presente ed il futuro si chiama Milan”.
Sul futuro debutto a San Siro da capitano: “Credevo ci sarebbe stato un po’ più di scetticismo nei miei confronti. Questo entusiasmo mi spinge a dare ancora di più. Non vedo l’ora di debuttare in questo stadio. Confesso che ho addosso un po’ di agitazione: San Siro è la storia ed il giorno del preliminare, anche se non giocavo, è stata una delle poche volte che mi sono emozionato entrando in uno stadio. Mi piacerebbe tanto rivedere la stessa cornice di pubblico”.
Sulle responsabilità di avere la fascia: “È una responsabilità importante: darò tutto me stesso per difendere questa maglia dal primo all’ultimo minuto di ogni partita. L’importante, però, è che ci sia un gruppo trainante ed il Milan è un club fortunato perché qui c’è gente che sa fare gruppo. Sono rimasto piacevolmente sorpreso anche dallo spirito di sacrificio dei sudamericani. Sono molto contento dello spogliatoio: ci sono belle persone”.
Su Montolivo e la cessione a lui della sua fascia: “È stata una scelta condivisa da club, allenatore e squadra. Con Riccardo ho parlato sin dal primo giorno di quanto sarebbe potuto succedere. Lui è una grande persona ed un grande giocatore, nessuno vuole passare sopra nessuno, l’intenzione è quella di fare squadra. Conta il bene comune, quello è davvero importante. Non il capitano”.
Sull’essere leader: “Io posso mettere a disposizione carisma ed esperienza, ma è la squadra che ti fa diventare tale. Ho avuto la fortuna di aver imparato da grandi leader come Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero e Giorgio Chiellini. Per il resto, il segreto è fare gruppo nelle piccole cose, nei dettagli. Il Milan merita di tornare in alto ed è questo che la società ci ha chiesto”.
Sugli anni alla Juve e sul rapporto con Allegri: “Per me conta solo il Milan ora e la Juve è il passato. La ringrazio per quello che mi ha dato, con loro sono diventato uno dei più migliori difensori al mondo, ma quando fai certe scelte poi ti prendi la responsabilità e hai le tue conseguenze. La Juve ed Allegri durante l’ultima stagione hanno fatto scelte ben precise ed io le ho fatte di conseguenza. Di certo le mie valutazioni non erano più quelle del passato, ma la scelta è stata condivisa con il club, quindi non è solo farina del mio sacco. Tutto parte da Oporto, ma c’erano stati alcuni episodi già prima, magari meno eclatanti. Ritrovarmi Allegri in Nazionale? Se così dev’essere, sarà. Siamo tutti professionisti, nessun problema. Rapporti con gli ex compagni? Certo, ho fatto ieri gli auguri a Chiellini e poi con alcuni di loro c’è un percorso comune in Nazionale”.
Sul trasferimento dalla Juve al Milan: “Spero di fare nel Milan quello ciò che Andrea Pirlo ha fatto alla Juventus con il percorso inverso”.
Sul perché abbia scelto il Milan: “Perché aveva il progetto più ambizioso. Ed io vivo di sfide. Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli mi hanno fatto sentire importante e mi volevano fortemente, altrimenti la trattativa non sarebbe durata solo 48 ore. D’altra parte, gli amori o nascono subito o non nascono mai. E non è certo una questione di soldi: a chi mi dà del mercenario rispondo che avevo richieste anche dall’estero dove avrei guadagnato di più”.
Sulle similitudini tra la Juve del 2010 e il Milan di oggi: “Ne trovo molte. Infatti ho scelto il Milan anche perché nella mia testa c’è l’idea di ripetere il percorso vissuto in bianconero, dove eravamo partiti da una rifondazione come in questo caso e siamo arrivati in alto. Ecco, qui voglio arrivare ancora più in alto. Nell’arco di quattro anni spero di arrivare a vincere la Champions. Voglio portare a casa tutto”.
Sulle impressioni sui rossoneri e sul ritorno a Milano: “Questa è la mia nuova casa e già mi piace. Fin da subito ho avuto l’impressione di sentirmi a casa. Per ora sono ancora in hotel, a settembre saremo dentro casa. Conduco una vita normale, qualche sera fa in Versilia sono andato alle giostre con mio cognato. E voglio che anche i miei figli vivano nella normalità. L’altro giorno ho preso la metro: Milano è cambiata, evoluta. Molto bella”.
Sugli obiettivi della squadra: “Sono carico ed affamato più che mai, darò sempre più dei miei limiti. Il mio obiettivo è far sì che il Milan torni nell’Olimpo del calcio mondiale. Ho scelto questo club per ripartire, sono qui per vincere. Scudetto? La Juve resta la favorita, il Napoli ha ottime chance di giocarsi il titolo. Ora come ora siamo un gradino sotto entrambe, ma non dobbiamo porci limiti. Dopo di loro, vedo a pari merito Roma, Inter e Milan”.
Sul possibile arrivo di Belotti o Aubameyang: “Belotti è uno che trascina, che lavora tanto. Non so se arriverà lui, ma chi dovesse arrivare si deve mettere a disposizione nelle due fasi. Una punta di alto livello ti facilita in tante cose, sarebbe la chiusura perfetta di un mercato stimolante ed entusiasmante”.
Sulla reazione dei tifosi della Juve sui social al suo addio: “In questo club mi ci vedo a lungo e questo mi stimola ad essere ancora più ‘cattivo’. Se mi facessi condizionare dai commenti sui social, nel 2011 avrei lasciato la Juve ed oggi non sarei qui al Milan. Mi hanno insultato perché ho cambiato maglia, ma sui social la gente è libera di dire la propria e non provo rancore”.
Su Montella: “In lui vedo tanta voglia di migliorarsi e di trasmettere voglia di vincere. È un tecnico molto intelligente, ha un futuro da grande allenatore. Spero di poter vincere con lui. La sua idea di calcio è molto buona, non avevo mai visto nessuno impostare così il gioco con una difesa a quattro”.
Sulla difesa a tre: “Sono sincero: per me a tre o a quattro è uguale. Anzi, a tre c’è molto più campo da difendere. Sapete quante volte mi sono ritrovato uno contro uno?”.
Sul futuro dopo il calcio giocato: “Mi vedo assolutamente allenatore. Sono già 4-5 anni che ci penso. Gioco ancora 6-7 anni, poi alleno. È qualcosa che mi ha trasmesso Antonio Conte, mi vedo un po’ come lui. E poi voglio alzare un trofeo anche da tecnico”.
Le pagelle di Milan-Betis Siviglia, ultima amichevole estiva dell’anno.
Storari: 6
Praticamente inoperoso.
dal 45′ A. Donnarumma: 6,5
Incolpevole sul primo goal, sfodera invece una parata notevole sulla punizione deviata da Calhanoglu che porterà (via VAR) al rigore del definitivo 1-2.
Calabria: 6
Discretamente bene in fase offensiva, pecca ancora di ingenuità dietro e rischia spesso di combinare la frittata.
dal 92′ Simic: sv
“Gioca” meno di un minuto.
Bonucci: 6
Nei primi minuti ogni pallone che tocca scatena l’ovazione del pubblico siciliano e, nonostante fosse solo un’amichevole, striglia più volte i compagni. Leader.
Zapata: 6
Ordinaria amministrazione, certo che con Bonucci affianco sembra tutto più facile.
dal 63′ Gomez: 6
Sfiora due volte il goal su corner, e sempre sugli sviluppi di un corner si procura il rigore del momentaneo pareggio.
Antonelli: 5,5
Partita abbastanza incolore, ci si ricorda di lui principalmente per il tocco che mette fuorigioco André Silva nell’azione del goal annullato col VAR.
dal 45′ Abate: 6
Senza infamia e senza lode, gioca un tempo senza particolari problemi.
Montolivo: 6+
In un colpo solo perde fascia e posto davanti alla difesa, ma questo non sembra turbarlo. Anzi: il lancio che mette André Silva davanti al portiere è pregevole.
dall’82’ Cutrone: s.v.
Ingiudicabile.
Locatelli: 6,5
Buona prova del giovane centrocampista che – se mai ce ne fosse bisogno – si candida per il posto da vice Biglia.
dal 63′ Mauri: 5,5
Mezzora scarsa di gioco, sostanzialmente inutile.
Calhanoglu: 6+
Teoricamente sarebbe la mezzala, ma in pratica gioca regista a tutto campo. Delizia la platea con qualche giocata pregevole, ma commette anche il fallo da rigore che regala la partita agli spagnoli.
Suso: 6
Per lunghi tratti il più propositivo del Milan, peccato quando si intestardisce palla al piede.
dal 63′ Kessié: 5,5
Prova abbastanza anonima, si segnala solo per un fallo stupido a centrocampo che gli costa il giallo.
André Silva: 6+
Netto passo avanti rispetto alle scorse fugaci apparizioni: al netto del rigore e del goal annullato, sembra stia entrando in palla.
Borini: 6
Corre tantissimo, spesso anche a vuoto, e prende una caterva di falli. Necessario.
Montella: 5,5
Tra la formazione rattoppata, il caldo, un avversario tutt’altro che amichevole e un VAR che fa e disfa a piacimento, decisamente una serata storta. Che dire, meglio ora che più avanti.
L’ex centrocampista rossonero e oggi opinionista sportivo, Massimo Ambrosini, ha parlato del momento del Milan ai microfoni di Sky Sport.
Su Bayern-Milan: “Va preso tutto con le pinze il calcio d’estate: noi prendevamo mazzate, eppure… Conta il giusto, per le motivazioni, i viaggi e tutto il resto. I tifosi però fanno bene a essere felici per la squadra, vedremo che succederà ma i presupposti per far bene ci sono tutti. Però calma”.
Su Fassone e Mirabelli: “Hanno riportato entusiasmo con gli acquisti e al marchio Milan, che è sempre stato forte nonostante negli ultimi 3-4 anni non abbia fatto bene. Stanno operando bene, era giusto dare segnali forti”.
Su Belotti e Kalinic: “Il fiorentino mi piace moltissimo, più di Belotti può avere la capacità di adattarsi a un compagno: riuscirebbe ad adattarsi ad André Silva o a un altro giocatore. Ma anche Belotti è forte, fa reparto da solo. Non so se abbiano un colpo in canna diverso da quello che ci si aspetta”.
Sulla fascia di capitano a Bonucci: “Sono scelte che vanno condivise con la squadra e soprattutto con chi deteneva la fascia. Voglio sperare che qualunque tipo di scelta sia stata fatta di comune accordo con Montolivo, che è stato capitano in momenti difficili ed era giusto coinvolgerlo. Io non lo avrei fatto di dare la fascia a Bonucci, il capitano è Montolivo e se non giocasse Riccardo ce ne sarebbero altri come Abate. Non vedo la necessità di farlo e di dargli ancora più responsabilità in un momento del genere”.
Su un possibile Milan da Scudetto: “Fassone è stato intelligente a dire che lo Scudetto è difficile, anche se non è detto che non ci si possa arrivare. Attenzione al Napoli che ha tenuto tutti i giocatori: il gap è da colmare anche con loro e con la Roma e non è facilissimo, ma il mercato che è stato fatto ha sorpreso tutti”.
Su Calhanoglu: “Mi piaceva già quando era in Germania. È interessante e moderno, sa interpretare diversi ruoli e capire al di là della rigidità dello schema ciò che bisogna fare. Potrà essere molto efficace”.
Queste, invece, le parole rilasciate in conferenza stampa da Riccardo Montolivo.
SULLA TOURNEE
“Siamo molto contenti di essere tornati qui in Cina, vedere sempre questo affetto da parte dei tifosi ci fa molto piacere. Siamo qui per lavorare e per crescere a livello fisico. Affrontiamo avversari molto competitivi, saranno test molto interessanti in vista del Preliminare di Europa League”.
MERCATO
“Penso che la società stia facendo un lavoro importante, a tratti sorprendente. Siamo molto felici di questo. Il nostro obiettivo deve essere quello di entrare in Champions, e questa sfida è molto stimolante, soprattutto visti gli ultimi acquisti”.
SU BIGLIA E BONUCCI
“Sono entrambi grandi giocatori. Per fare bene una squadra deve avere 22-23 titolari, e la società sta andando in quella direzione. Sono contento per Bonucci, è stata una trattativa sorprendente. È un giocatore di spessore e sono sicuro che alzerà il livello del nostro gioco”.
OBIETTIVI
“Per noi il nostro primo obiettivo è il Preliminare, che si può già considerare un crocevia della stagione. Con questo mercato sicuramente abbiamo maggiori pressioni, ci saranno grosse aspettative, ma sono sicuro che i giocatori di maggior esperienza riusciranno a guidare la squadra nella giusta direzione”.
Fonte: AC Milan
Montolivo ragiona sul proprio futuro. E medita anche di lasciare il Milan. La dirigenza rossonera si sta muovendo sul mercato con decisione e vuole piazzare un colpo importante anche per il ruolo di regista: in pole position c’è Biglia, con Krychowiak alternativa. Il capitano, con un altro arrivo di questo calibro, rischierebbe seriamente la panchina.
L’entourage del giocatore e Montolivo stesso – racconta La Gazzetta dello Sport – vogliono valutare bene la questione e capire bene cosa fare: restare al Milan da riserva o cercare maggior spazio altrove? E anche la società, dal canto suo, ragiona se tenere o meno il giocatore. Ci sono le possibilità affinché Montolivo resti in rossonero, ma il Diavolo potrebbe avere presto un nuovo capitano.
Nel centrocampo della prossima stagione, d’altronde, ci sarà da sgomitare parecchio. Oltre al nuovo Kessié e al futuro regista, Montella avrà a disposizione tanti uomini: Sosa, Kucka, Locatelli, Bertolacci, José Mauri (di rientro dall’Empoli) e il jolly Bonaventura, utilizzabile come mezzala sinistra. Oltre ai fine prestiti Pasalic-Mati e a Poli, sempre più verso il Bologna, qualcun altro dovrà lasciare il Milan. E chissà che anche Montolivo non sia tra questi.
Il capitano del Milan, Riccardo Montolivo, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo Italia-Uruguay:
“È stato un ritorno emozionante, un terzo esordio dopo il mio primo da ragazzo e quello dopo l’altro grave infortunio. Sono molto felice. Cosa chiedo? La salute, poi la continuità di impiego. Ora c’è una partita importante contro il Liechtenstein, apparentemente facile, ma ci vorrà la testa giusta.
Belotti-Milan? Ne abbiamo parlato, qualche battuta mi è scappata con lui (ride, ndr). La società si sta muovendo bene, mi auguro che la squadra sia competitiva. A Gigio ho già detto ciò che penso: mi auguro che sia a lungo il nostro portiere, ora dovrà prendere una decisione.
Il 4-2-4? Abbiamo esterni di qualità, ma anche con attitudine difensiva. Si può affrontare così anche una squadra forte: dipende sempre dall’approccio degli attaccanti”.
Dopo Kessié, il Milan è pronto a piazzare un altro colpo a centrocampo con Lucas Biglia. E Montolivo, titolare del ruolo sino a questa stagione, si interroga sul proprio futuro: il capitano – svela il Corriere della Sera – si chiede se sia il caso di restare oppure di cercare un’altra squadra in virtù del fatto che al Milan farebbe la riserva. L’ipotesi dell’addio del capitano non è affatto da scartare.
Montolivo è uno di quei giocatori, come Thiago Motta, che dividono il pubblico. Qualcuno gli imputa una certa lentezza. Ma, come spiega in questa conversazione, forse anche nel calcio moderno è importante che le idee, la visione siano più veloci delle gambe. Tutti i suoi allenatori lo hanno amato per una invisibile virtù, quella di dare equilibrio, dal centro del campo, a tutta la squadra. Ma il nostro tempo ama le cose esplicite, non ha la pazienza di cercare le virtù nascoste. In Montolivo io ho sentito una grande maturità, la sensazione di trovarsi di fronte a un ragazzo che è già un uomo. E lo dimostra il modo in cui reagì alla brutale aggressione subita sui social dopo il suo drammatico incidente di gioco. Pensa in campo, Montolivo. Ma non solo in campo.
Di che squadra era da bambino?
«Milan. Mio padre è milanista, grande tifoso del Milan, grande tifoso di Rivera. Mi racconta sempre del giorno, lui era presente sugli spalti, in cui Rivera con il microfono chiese ai tifosi di spostarsi perché c’era il pericolo per la fragilità della struttura della tribuna e le autorità avrebbero potuto interrompere la partita. Me lo racconta sempre, a testimoniare l’autorevolezza di Rivera. Quindi tutta la famiglia milanista, mio fratello compreso. L’appuntamento fisso che avevamo in famiglia era quello del “Novantesimo minuto” sulla Rai: io, mio fratello e mio padre ci ritrovavamo lì dopo le partite. Eravamo affezionati a quella trasmissione, oggi ne siamo un po’ nostalgici».
Che cosa ha l’Atalanta di particolare per riuscire a sfornare sempre dei giocatori di primissima qualità dal suo vivaio?
«Si cerca di dare importanza all’aspetto tecnico, tattico, calcistico, ma dà la stessa importanza anche all’aspetto umano del ragazzo, quindi la scuola, l’educazione. Ovviamente c’è una rete di osservatori che è molto forte. Serve ovviamente la materia prima, il talento, per tirar fuori dei giocatori di valore. Però credo che la forza dell’Atalanta sia quella di far crescere i ragazzi anche sotto l’aspetto umano».
C’è un regista nella storia del calcio al quale lei si è ispirato o che comunque è stato un riferimento?
«Io ho sempre ammirato moltissimo Gerrard per la sua completezza. Perché era un giocatore fantastico sotto tutti i punti di vista, sapeva fare tutte le fasi di una gara. E poi ho avuto la fortuna di giocare insieme in Nazionale, per tanti anni, con De Rossi e Pirlo che sono due registi davvero fantastici».
Quanto conta il pensiero nel calcio?
«La testa arriva prima di qualsiasi altra cosa. Prima delle gambe, prima dei piedi, prima di tutto. La partita uno la prepara, la vince anche, in molti casi prima di giocarla, nella testa. L’approccio alla partita è tutto di testa. In campo sì, ci sono momenti d’istinto, momenti in cui l’abilità tecnica ovviamente è fondamentale, ma se non c’è una predisposizione mentale, il resto non serve a niente. A questo proposito, il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, il mitico Mino Favini, ci ripeteva sempre che la categoria la fa la testa, non la fanno i piedi».
Cosa pensa della vicenda di Totti? Forse domani sarà la sua ultima partita…
«Con Francesco non ho avuto il piacere di giocare insieme perché il mio arrivo in Nazionale coincide con il suo addio. Stiamo parlando di uno dei giocatori più importanti nella storia del calcio italiano, ma anche internazionale. La fine della carriera arriva per tutti ma pensare ad una Roma senza Totti è veramente difficile, anche perché io Totti l’ho visto quando ero un bambino e ho cominciato ad ammirarlo allora. Non vederlo più con la maglia della Roma sarà strano per tutti i romanisti e anche per tutta Italia».
Fonte: di Walter Veltroni per il Corriere dello Sport
Per la gara amichevole contro l’Uruguay e per quella valida per le European Qualifiers World Cup 2018 contro il Liechtenstein – la prima in programma il 7 giugno a Nizza e la seconda l’11 giugno a Udine – il Commissario tecnico Gian Piero Ventura ha convocato oggi 26 Azzurri. La squadra si radunerà entro le ore 12 di venerdì 2 giugno, mentre il programma dettagliato verrà ufficializzato lunedì 29 maggio.
Tornano in gruppo il centrocampista del Milan Riccardo Montolivo, dopo l’infortunio subìto lo scorso 6 ottobre nel match con la Spagna, e Stephan El Shaarawy, già convocato dal Ct in occasione dell’ultimo stage. I cinque giocatori della Juventus (Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli e Marchisio), che il 3 giugno a Cardiff saranno impegnati nella finale della UEFA Champions League, si aggregheranno al gruppo lunedì 5 giugno, giorno in cui altri Azzurri lasceranno a loro volta il ritiro.
Per la seconda volta nella sua storia la Nazionale giocherà a Nizza; all’Allianz Riviera scenderanno in campo due tra le squadre più titolate: 4 Mondiali, 1 Europeo, 1 Medaglia d’oro Olimpica per l’Italia; 2 Mondiali, 15 Coppa America, 2 Medaglie d’oro Olimpiche per l’Uruguay. L’unico precedente degli Azzurri a Nizza risale all’amichevole con l’Austria del 20 agosto 2008, una gara disputata al vecchio Stadio Municipale ‘du Ray’ e terminata con il risultato di 2-2.
Sono 10 invece gli scontri diretti con l’Uruguay e il bilancio per la nostra Nazionale è negativo: 2 successi, 4 pareggi e 4 sconfitte, tra le quali il ko in semifinale alle Olimpiadi del 1928 e quello nell’ultima sfida giocata il 24 giugno 2014 a Natal decisivo per l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale brasiliano. Sarà questo il quinto confronto tra Italia e Uruguay disputato in campo neutro, dopo quelli in Olanda, Messico e Brasile; solo una volta gli Azzurri hanno affrontato la ‘Celeste’ in Uruguay, nello ‘Stadio Centenario’ di Montevideo nel Mundialito (Coppa d’Oro dei Campioni del Mondo) nel gennaio del 1981.
Per quanto riguarda la gara di qualificazione, gli Azzurri giocheranno per l’ottava volta nella loro storia a Udine, dove sono imbattuti avendo collezionato 5 successi e 2 pareggi, compreso l’1-1 in amichevole con la Spagna nell’ultimo incontro disputato lo scorso 24 marzo. L’unico precedente dell’Italia con il Liechtenstein risale invece alla gara giocata due mesi fa a Vaduz, terminata con il successo per 4-0.
L’elenco dei convocati
Portieri: *Gianluigi Buffon (Juventus), Gianluigi Donnarumma (Milan), Simone Scuffet (Udinese);
Difensori: Davide Astori (Fiorentina), *Andrea Barzagli (Juventus), *Leonardo Bonucci (Juventus), **Mattia Caldara (Atalanta), **Federico Ceccherini (Crotone), *Giorgio Chiellini (Juventus), Danilo D’Ambrosio (Inter), Matteo Darmian (Manchester United), Emerson Palmieri dos Santos (Roma), Leonardo Spinazzola (Atalanta);
Centrocampisti: Daniele De Rossi (Roma), *Claudio Marchisio (Juventus), Riccardo Montolivo (Milan), **Lorenzo Pellegrini (Sassuolo), Marco Verratti (Paris Saint Germain);
Esterni: Federico Bernardeschi (Fiorentina), Antonio Candreva (Inter), Stephan El Shaarawy (Roma), Lorenzo Insigne (Napoli);
Attaccanti: Andrea Belotti (Torino), Eder Citadin Martins (Inter), Manolo Gabbiadini (Southampton), Ciro Immobile (Lazio).
*dal 5 giugno
**fino al 5 giugno
Fonte: FIGC
Questo il commento del capitano del Milan, Riccardo Montolivo, sul ritorno dei rossoneri in Europa:
“Ci tenevamo tantissimo. Il sesto posto conta, per una squadra giovane come noi fare un’esperienza europea. Un po’ lunghi nel primo bene nella ripresa. La mano di Montella si è sempre vista, l’identità si è sempre vista. Ci siamo resi conto che potevamo giocarcela con l’Inter – ha dichiarato il centrocampista a Premium Sport – alla fine non conta quanto spendi ma il campo. Noi non ci accontentiamo di quanto fatto.
La Nazionale? So che ci vuole tempo, devo prima riconquistarmi il posto nel Milan, ma spero che la partita allo Stadium con la Spagna non sia l’ultima in azzurro. Su Bacca, è uscito sullo 0-0 perciò è normale che abbia ricevuto i fischi, ma penso abbia fatto bene con Lapadula in coppia, e i suoi gol sono stati importanti nella stagione, anch’io ero stato fischiato. La società farà bene“.
Il capitano del Milan, Riccardo Montolivo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SportMediaset. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese dal centrocampista di Caravaggio.
Sul ritorno in campo: “E’ stato il mio terzo esordio. Dopo il primo da ragazzo e quello dopo la rottura della tibia c’è stato anche il terzo. Le emozioni si assomigliano molto. Rivivere l’aria di una gara vera, respirare l’erba ed essere di nuovo protagonista in campo sono emozioni che ti mancano molto quando stai fuori: sono molto felice di averle rivissute”.
Sulla vicinanza durante i mesi di infortunio: “Ho avuto tanti attestati di stima e quelli che mi hanno fatto più piacere sono stati quelli dei miei colleghi, dei miei compagni di squadra, del mister e degli allenatori che ho avuto”.
Sul Mondiale 2018: “Non voglio che la mia ultima apparizione con la maglia azzurra sia stata quella allo Juventus Stadium quando sono uscito in barella. Il pensiero di andare in Russia lo avevo in testa allora e ce l’ho anche adesso. Un passo alla volta ma l’obiettivo è quello”.
Sulla stagione del Milan: “Credo che sia stata una stagione in cui abbiamo messo delle basi importanti. Dal punto di vista caratteriale questa squadra non è mai mancata e questo è stato apprezzato molto anche dai tifosi. In più abbiamo riportato un trofeo a Milanello dopo alcuni anni. In queste ultime partite i risultati e il gioco dovevano essere migliori però la valutazione della stagione è assolutamente positiva”.
Sulle parole di Del Piero, convinto che i titolari di oggi non avrebbero fatto panchina nel Milan di Ancelotti: “Da un certo punto di vista è un’opinione condivisibile perché la squadra di qualche anno fa era sicuramente di un altro livello rispetto al Milan di oggi. Detto questo, non sono completamente d’accordo con lui perché in questa rosa ci sono dei giovani di grande valore, ma parliamo di una squadra che 10 anni fa era una delle più forti al mondo: non dobbiamo prendere in giro nessuno”.
Su Cassano, che ha definito il Milan “squadra di scappati di casa”: “Il suo commento mi interessa poco”.
Sul 6^ posto: “Dovremo saltare addosso al Bologna. Sono già salvi ma se pensiamo che sarà facile partiamo già sconfitti. L’obiettivo europeo? Tornare a giocare in Europa è importante per il blasone del club anche se non è la Champions. Con la Fiorentina ho giocato l’Europa League, siamo stati eliminati in semifinale ai rigori e comune quando arrivi in fondo ci sono avversari di grande livello. L’obiettivo del Milan è tornare in Champions, ma non possiamo assolutamente non valorizzare l’Europa League”.
Sulla nuova proprietà: “La squadra e l’ambiente hanno percepito grande entusiasmo e grande ambizione dalla nuova proprietà. Però non dobbiamo farci distrarre perché il futuro passa dal presente e il presente dipende da noi e dalle prossime sfide”.
Dopo il lavoro personalizzato alla ripresa, dopo l’Atalanta e in vista del match casalingo con il Bologna, Riccardo Montolivo è tornato in gruppo nel mercoledì di Milanello. Per Antonelli, invece, sempre a livello di singoli, prosegue il programma di recupero.
I rossoneri hanno iniziato al mattino, in palestra e poi sul ribassato per svolgere della tattica con il pallone, la prima delle due sessioni previste al centro della settimana. Nel pomeriggio, spazio a possesso palla ed esercizi basati sulla tecnica individuale. In chiusura, sul rialzato, tutta la squadra ha giocato una serie di partitelle su campo ridotto.
Per giovedì è in programma un solo allenamento, a partire dalle 14.30.
Fonte: AC Milan
Riccardo Montolivo è tornato a giocare in Serie A 223 giorni dopo la clamorosa rimonta interna del Milan sul Sassuolo. A distanza di 7 mesi, il capitano rossonero è sceso in campo dal primo minuto, e ai microfoni di Milan TV ha raccontato le sue sensazioni al termine del pareggio contro l’Atalanta.
SUL RISULTATO
“Un punto molto importante. Adesso è tutto aperto, abbiamo due partite non facili da giocare e dobbiamo assolutamente vincere. Perdere oggi sarebbe stato molto complicato, invece abbiamo preso un punto con le unghie perché ci abbiamo creduto fino alla fine. Un punto che pesa”.
LA GARA
“Dal punto di vista caratteriale la squadra ha risposto molto bene nel secondo tempo, forse nel primo siamo stati un po’ troppo remissivi e bassi, non riuscivamo ad essere aggressivi. Abbiamo preso un gol ingenuo. Nella ripresa abbiamo alzato il baricentro, rendendoci pericolosi anche se ci manca ancora l’ultimo passaggio per concretizzare al meglio la mole di gioco”.
IL MODULO
“È stata una strategia dell’allenatore. Nel secondo tempo abbiamo interpretato la partita come l’avevamo preparata. Qua hanno vinto pochissimi, sapevamo sarebbe stata una battaglia”.
PRESTAZIONE PERSONALE
“Sono molto stanco, dopo più di 7 mesi è difficile giocare tutta la gara. Ti mancano le distanze e le pressioni della partita: i miei compagni mi hanno aiutato e li ringrazio. In mezzo al campo ho cercato come sempre di dare il mio contributo e di guidare la squadra. Ringrazio tutti. Il Mister mi ha chiesto di dare una carica in più ai giocatori in campo. Eravamo qui per vincere, ma ci prendiamo questo punto”.
SULLE PROSSIME PARTITE
“Le difficoltà sono quelle di fine stagione: affrontiamo due squadre salve, ma perderemmo in partenza se pensassimo di trovare degli avversari non agguerriti. Dobbiamo prepararle come due finali. Fisicamente stiamo bene, lo dimostrato perché abbiamo recuperato alla fine. Anche mentalmente abbiamo risposto presente, potevamo crollare e invece c’è stata la reazione che ha portato al pari”.
Fonte: AC Milan
Onore al grande merito. Stasera l’Atalanta, felice per la firma di Gasperini (fino al 2020) e per l’acquisto dello stadio, può mettere un piede nella piccola grande storia del calcio italiano.
Perché con un punticino può garantirsi il quinto posto e in particolare arrivare davanti a Milan e Inter che è un record assoluto stabilito l’ultima volta dalla Cremonese ma a fine anni 20, un secolo prima, altro calcio, altra epoca, altro mondo. «È una squadra modello, i miei sinceri complimenti», l’elogio pubblico di Vincenzo Montella che ha colto l’occasione per rendere omaggio a Gasperini e cancellare qualche acido commento («troppi falli») firmato la sera della sfida di San Siro. «L’Atalanta ha un grandissimo spirito, è una squadra solida», aggiunge per chiudere l’incidente diplomatico. Non solo. Dinanzi al quesito secco «Lazio e Atalanta sono più forti del Milan?» la risposta è lapidaria: «Sì, io credo nella classifica». Con queste premesse l’impresa tentata dal Milan che, secondo Montella, «vale come una finale» si presenta sempre più complicata specie se si prende come riferimento il Milan maltrattato dalla Roma domenica scorsa con 4 schiaffi sul viso. «Fisicamente il gruppo sta molto bene, deve giocare mentalmente più libero» è la sua diagnosi che fa a pugni con la realtà inquietante segnalata dallo strapotere di Dzeko e Salah, di De Rossi e Nainggolan. Sarà.
«L’occhio inganna» è la replica garbata alle critiche inevitabili ricevute dall’interessato che nell’occasione riabbraccia Riccardo Montolivo, il capitano titolare finalmente restituito al calcio dopo l’incidente subito in azzurro a Torino, contro la Spagna, collisione con Sergio Ramos, ai primi di ottobre, sette mesi e spiccioli dopo. «Ci è mancato, da 10 giorni era pronto» le ultimissime sul suo stato di forma: quando il gioco si fa duro, si fa ricorso a un discusso duro che dalle parti di Bergamo (Caravaggio, gennaio 1985) ha le radici e molti ammiratori schietti. Alle sue spalle c’è anche il recupero di Romagnoli che di questi tempi e con mezza difesa fuori uso tra squalifica (Paletta) e infortuni (Abate, Calabria) può essere una delle rare garanzie da esibire: «Sta stringendo i denti, vuole esserci» è il resoconto sul conto del difensore che ha una sofferenza al menisco con cui convivere prima del probabile intervento. Rivedremo anche Bacca in attacco dopo tre esclusioni e questa forse è l’altra novità.
Il vero nodo di questo maggio malinconico del nuovo Milan che riconquista invece un posto d’onore tra le cronache di calciomercato, è invece il futuro di Vincenzo Montella che si nega, con dribbling diabolici, a dichiarazioni nette. «Sento la stima della società espressa sia in pubblico che in privato, non mi turba giocare per la vittoria, ahimè stiamo programmando il futuro, e dico ahimè perché dobbiamo concentrarci sul presente, non sono il tipo che tenta di arruffianarsi il pubblico dicendo non vado ad allenare qui o lì, sono un professionista, non c’è frenesia, ci siamo detti che ne parleremo dopo» è il giro di parole utilizzato da Montella per sfuggire alla presa delle domande perentorie sull’argomento. Invece al verdetto di Bergamo stasera non si può sfuggire.
Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale“
Rivoluzione montelliana. Trovano conferma le indicazioni di formazione di ieri: l’Aeroplanino pensa seriamente di stravolgere la squadra in vista di Atalanta-Milan, match valevole per la 36^, ma soprattutto crocevia (forse) decisivo nella volata all’Europa. Il Diavolo, infatti, si dovrebbe schierare con un sorprendente 3-5-2 e una inedita difesa a tre Gustavo Gomez-Zapata-Romagnoli a protezione dell’intoccabile Donnarumma. Non è escluso che possa essere pretattica – soprattutto se Romagnoli dovesse giocare -, ma al momento l’abbandono del canonico 4-3-3 appare l’ipotesi più probabile verso la gara di Bergamo.
Novità, ovviamente, anche tra centrocampo e attacco. Montolivo tornerà in campo dopo il ko al ginocchio e riprenderà posto davanti alla difesa dal 1′, coadiuvato ai lati da Pasalic e da Suso: lo spagnolo dovrebbe agire da mezzala destra, con licenza di avanzare e di accendere la luce sulla trequarti. Sulle fasce spazio al tandem Kucka-De Sciglio e in avanti attesa un’altra importante novità: Bacca è in vantaggio su Lapadula per affiancare Deulofeu. Il colombiano, se schierato, tornerebbe titolare dopo tre panchine consecutive.
Ecco il probabile undici rossonero in vista di Atalanta-Milan:
Milan (3-5-2): Donnarumma; G. Gomez, Zapata, Romagnoli; Kucka, Suso, Montolivo, Pasalic, De Sciglio; Deulofeu, Bacca.
In attesa di capire se Montella stravolgerà veramente la squadra proponendola contro l’Atalanta col 3-5-2 (clicca qui per i dettagli), il Milan ritroverà in ogni caso una pedina importante dal 1′: Riccardo Montolivo. Il capitano rossonero tornerà titolare a Bergamo a sette mesi di distanza dall’incidente avuto in Nazionale, costatogli la rottura del legamento crociato: il “18” riprenderà posto davanti alla difesa, coadiuvato ai lati da Pasalic e uno tra Suso e Bertolacci.
L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato ai giornalisti nella consueta conferenza stampa di vigilia a Milanello. Di seguito le parole più importanti rilasciate dal mister verso Atalanta-Milan.
Su Atalanta-Milan: “Arrivare in Europa è fondamentale, abbiamo le possibilità di qualificarsi. Siamo concentrati sull’Atalanta, che è una squadra che è maturata tanto in questa stagione. Sono molto stimolato, domani sarà come una finale. L’Europa League ti può dare tante opportunità. E’ una competizione che nella seconda parte diventa molto interessante. Giocare una finale è sempre una grande aspirazione per un giocatore”.
Sugli ultimi risultati negativi: “È stata una settimana di presa di coscienza. Abbiamo cercato di prepararci alla gara di domani contro una squadra in forma. Dobbiamo farci trovare pronti. Abbiamo lavorato soprattutto sulla testa dei ragazzi, serve maggiore spensieratezza. La gara di deciderà sui duelli individuali”.
Su Montolivo: “Sta molto bene sia fisicamente che mentalmente. Non so se ha i 90 minuti nelle gambe e nella testa, ma si sta avvicinando alla condizione ottimale”.
Su Romagnoli: “Non sta benissimo, sta provando a stringere i denti, valuteremo domani, non posso dire altro per questioni di privacy del giocatore”.
Su Bacca o Lapadula: “Non ho ancora deciso, ma Bacca lo vedo molto arrabbiato…”.
Su Zeman, che oggi compie 70 anni: “Ha segnato un’epoca sia per i giocatori che per gli allenatori. Gli faccio i miei migliori auguri”.
Sulla gara di andata: “Alla fine mi ero lamentato forse un po’ troppo perchè era stata una gara troppo spezzettata e quindi me ne scuso. Dobbiamo resettare la testa, per vincere le partita saranno fondamentali i duelli individuali, quindi servirà una grande condizione fisica”.
Sul futuro: “Io sono felicissimo di allenare il Milan, sono in un club glorioso e sento la totale fiducia della società, che si è esposta anche con la stampa. Ci sentiamo tutti i giorni e stiamo programmando il futuro, la Roma ad oggi non è una possibilità”.
Sull’addio di Galliani: “È stata una serata molto toccante, mi è apparsa ancora più evidente la grandezza di questo club”.
Grandi novità di formazione nella gara attualmente più importante della stagione, con l’obbligo di portare a casa punti da Bergamo per mantenere il sesto posto in vista dei match delle ultime due giornate contro Bologna e Cagliari. Vincenzo Montella è pronto a rivoluzionare il suo Milan, con sorprese annunciate, in vista della sfida contro l’Atalanta, tra assenze in difesa e recuperi: secondo quanto raccolto da Peppe Di Stefano per Sky Sport, infatti, l’allenatore rossonero sarebbe intenzionato dopo le prove odierne, con il più che possibile recupero di Alessio Romagnoli post allenamenti sostenuti in gruppo ieri ed oggi, a schierare la propria squadra con un 3-5-2 tutto nuovo.
Provvisorio addio al 4-3-3 e riflettori puntati, nella possibilità paventata di un cambio di modulo, sulla grande novità Riccardo Montolivo, che tornerebbe in campo da titolare dopo 7 mesi: ultima gara disputata il 2 ottobre scorso, contro il Sassuolo, prima della rottura del legamento crociato anteriore con la maglia della Nazionale e contro la Spagna, e possibile ritorno in quello che è stato per anni il “suo” stadio, con la maglia di un’Atalanta in cui è cresciuto e grazie a cui ha debuttato in Serie A.
Provato in questi giorni da titolare da Montella nel 3-5-2 e nel 4-3-3, Montolivo tornerebbe dunque ad occupare il proprio posto davanti alla difesa, in un undici che potrebbe essere schierato con due idee a discrezione della posizione occupata da Suso (trequartista o mezzala): davanti a Donnarumma, ecco il trio Zapata-Romagnoli-Gustavo Gomez, con il paraguaiano pronto a sostituire Paletta (squalificato); a centrocampo, Kucka con Bertolacci, Montolivo, Pasalic e De Sciglio, con Suso in appoggio a Deulofeu (nel ruolo di “falso nueve”) in avanti. In caso di presenza dal 1′ di Lapadula, invece, Suso potrebbe andare ad occupare la posizione di interno di centrocampo al posto di Bertolacci, con Deulofeu al fianco dell’ex Pescara davanti. Ecco, dunque, le due idee che Montella potrebbe mettere in pratica all'”Atleti Azzurri d’Italia:
3-5-2: Donnarumma; Zapata, Romagnoli, Gustavo Gomez; Kucka, Bertolacci, Montolivo, Pasalic, De Sciglio; Suso, Deulofeu.
o
3-5-2: Donnarumma; Zapata, Romagnoli, Gustavo Gomez; Kucka, Suso, Montolivo, Pasalic, De Sciglio; Deulofeu, Lapadula.
Fonte: Gianluca Di Marzio
Tornato tra i convocati di Montella dopo il lungo infortunio al ginocchio, Riccardo Montolivo ha parlato nel pre partita di Milan-Empoli: “È stata lunga, ma la cosa più importante era guarire bene – ha dichiarato il capitano a Sky Sport -. Ora sono a disposizione, deciderà il mister se e quando utilizzarmi“.