Locatelli: "Non sono né Messi né da terza categoria: serve equilibrio. Io e Montolivo…"
E’ lunga e personale l’intervista rilasciata da Manuel Locateli a Rolling Stone. Dal tempo libero ai gusti, passando naturalmente per tematiche più inerenti al campo come lo scoppiettante esordio col Milan e il rapporto coi compagni, il giovane centrocampista rossonero si è raccontato a tutto tondo. Di seguito sono riportate le dichiarazioni salienti (per il backstage dell’intervista clicca qui).
Sul passaggio dalle “stelle” di ottobre alle “stalle” odierne: “Credo di avere realizzato più sogni durante quei giorni, che in tutto il resto della mia vita. Sono stato catapultato dentro questo mondo, e un periodo più normale ci sta, nella carriera di un giocatore. Non ero Messi prima di ottobre, e adesso non sono un giocatore di terza categoria. Devo dimostrare e migliorare ancora tantissimo. Non voglio fare polemiche, ma credo che in Italia si guardi solo all’errore, e non alla crescita di un giocatore. Speriamo che da adesso in avanti vada meglio. Ma io sono tranquillo – ha dichiarato Loca – il mister è tranquillo, dobbiamo solo cercare di vincere“.
Su qualche consiglio in particolare arrivato sulla gestione dell’esordio: “Prima di tutto la mia famiglia, senza di loro non sarei qui. Ho un rapporto bellissimo con i miei due fratelli e con mia sorella, lei ha sempre una parola giusta per me. Oltre a mia mamma, con lei posso confidarmi su tutto e con mio papà… Mi sono stati tutti molto vicini. Ma anche i miei compagni di squadra mi hanno aiutato, ripetevano di tenere i piedi per terra – ha svelato il numero 73. Se qualche “senatore” mi ha preso sotto l’ala? Mi trovo benissimo con tutti, ma con Abate ho un bellissimo rapporto, è uno dei leader di questa squadra insieme a Bonaventura, a Paletta… E ho sempre ammirato Montolivo, ricordo che la prima volta che sono venuto qui a Milanello gli ho chiesto una foto. Ho sempre voluto giocare con lui. Se posso giocare insieme a Montolivo? Penso di sì, abbiamo già giocato insieme. Poi ovviamente deciderà il mister, ma io credo sia possibile“.
Sul rapporto con la stampa: “Una cosa l’ho capita: in questo mondo non c’è equilibrio. Un giorno sei il futuro di questa squadra, il giorno dopo è crisi nera. Ma è normale avere questa visibilità, se giochi nel Milan: stanno tutti col fucile puntato, per vedere cosa farai“.
Su cosa avrebbe fatto se non fosse stato calciatore: “Penso che avrei fatto l’investigatore privato. Ho una passione per ogni tipo d’indagine. Potrà sembrare strano, ma dato che i bambini sognano di fare il calciatore, e io quel sogno l’ho realizzato… Ora posso immaginare quello che voglio!“.
Sulla patente: “Ho passato la teoria, ma devo dare l’esame di pratica. Faccio le guide in zona San Siro, è abbastanza tranquillo. L’unico problema è che devo guidare una Panda… Ci sono auto peggiori per imparare? È vero“.
Sull’impegno nel sociale: “È così, ma non mi piace parlarne, non ce n’è bisogno. Lo faccio perché mi reputo un ragazzo fortunato, e voglio donare un po’ del bene che ho ricevuto io anche alle altre persone. Soprattutto ai bambini in difficoltà”.
Sulle vacanze: “L’anno scorso non ne ho fatto molte, perché avevo l’Europeo Under 19. Però sono andato qualche giorno in Liguria con gli amici di sempre, uno di loro ha una casa vicino a Lavagna… Ce ne siamo stati lì tranquilli. Ho 19 anni, ho tutto il tempo per andare a Ibiza e Formentera“.
Sul tempo libero: “Cerco di rilassarmi il più possibile, perché in allenamento do sempre il massimo, non mi rimangono troppe energie… Sto con la mia ragazza, i miei amici, oppure mi metto a letto e guardo le serie tv. Ho appena finito Prison Break, bellissima. Non vedo l’ora che arrivi la nuova stagione. Anche Narcos mi è piaciuta un sacco. La musica? Ascolto un po’ di tutto, dipende dal momento. Mi piace Otto Knows, il dj svedese che fa house… Ma anche Alessandra Amoroso, ha una voce fantastica“.