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Il Milan sonda le banche italiane: nuove linee di credito in attesa del rifinanziamento

In attesa del derby con l’Inter di domenica 15, il Milan prende contatti con le principali banche italiane per valutare l’opportunità di richiedere nuove linee di credito. E’ in questo senso che si sta muovendo, proprio in questi giorni, il cfo del club rossonero, Valentina Montanari, che, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ha messo in agenda una serie di appuntamenti coi manager degli istituti di credito per valutare l’evolversi della situazione e magari sfruttare le positive condizioni di mercato.

Il tutto mentre i vertici del Milan stanno trattando da mesi con Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch la possibilità di ottenere la finanza che serve per andare a rimborsare i 300 milioni prestati a vario titolo dall’hedge fund USA Elliott che ha in pegno il 100% del club e della holding dell’imprenditore cinese Yonhgong Li e che incasserà 56 milioni di interessi entro il 2018. E se questa delicata e decisiva partita dovrebbe chiudersi nel mese di novembre, Montanari (ex RCS, Sole24Ore, A2A e Gefran) sta sondando il mercato del credito nazionale per testare la disponibilità in vista di una operazione di natura finanziaria sul debito. Fino allo scorzo marzo le banche italiane avevano a che fare con la Fininvest dei Berlusconi, mentre ora devono interfacciarsi con Mr Li. Una situazione differente visto il patrimonio e le partecipazioni di via Paleocapa rispetto alle potenzialità dell’imprenditore cinese accreditato di un patrimonio di oltre 500 milioni di euro.

E che in casa Milan ci sia attenzione ai conti, insieme alle performance sportive, lo confermano le valutaizoni dell’ad Marco Fassone rilasciate al periodico Guerin Sportivo. “Non andare in Champions League non sarebbe un dramma perché alla UEFA ho presentato anche piani che non prevedono la qualificazione alla Champions, ma avere 40 milioni di euro di fatturato in più sarebbe positivo e ci consentirebbe di non pensare alla cessione di un giocatore”, ha dichiarato il top manager rossonero. Il tutto in vista dell’assemblea del club che deve approvare la semestrale e che è slittata, per motivi tecnici, al mese di novembre. La società deve effettuare alcuni aggiustamenti contabili, conseguenza del cambio di riferimento temporale del bilancio.

Fonte: MF-Milano Finanza

L'amministratore delegato del Milan Marco Fassone

Milan, questioni tecniche: slitta l’approvazione del bilancio

Proproga di 60 giorni per l’ok al consuntivo del primo semestre 2017, che come annunciato dal club rossonero era atteso entro fine ottobre

Slitterà probabilmente a novembre l’assemblea dei soci del Milan per l’approvazione del bilancio del primo semestre 2017, attesa entro ottobre come era stato annunciato dal club a fine agosto, quando il consiglio d’amministrazione aveva approvato un pre-consuntivo. Nell’ultima riunione, a fine settembre, con l’accordo del collegio sindacale, il Cda si è preso più tempo per finalizzare il documento contabile, che copre il periodo fra gennaio e giugno. Secondo fonti societarie, non ci sono criticità dietro il rallentamento ma alcune problematiche di trasposizione contabile e recenti significativi cambiamenti di principi contabili a livello normativo.

In questi casi, chiariscono le stesse fonti, è possibile avvalersi di un termine più lungo, di 180 giorni invece che di 120 dalla chiusura dell’esercizio. Il Milan ha la necessità di approvare il consuntivo del primo semestre 2017 per allineare l’anno fiscale della società con le cadenze della stagione calcistica che si chiude a giugno, in base alla modifica dello statuto voluta dalla nuova proprietà cinese dopo il closing. In precedenza l’anno fiscale chiudeva al 31 dicembre per esigenze di consolidamento del gruppo Fininvest.

Fonte: Tuttosport

Galliani: “Campagna acquisti importante, sono soddisfatto”

In occasione del suo 73esimo compleanno, l’ex a.d. rossonero Adriano Galliani ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Sportiva.

Sul mercato: “Sono sereno, abbiamo venduto a un acquirente che sta facendo una campagna acquisti importante e sono soddisfatto. Giovedì sera (per Milan-Craiova, ndr) sarò a San Siro”

Sulla permanenza di Donnarumma: “Non commento l’operazione di mercato, ma da tifoso del Milan sono felice che sia rimasto e anche in Romania è stato determinante”.

Sul rapporto della vecchia proprietà con il club: “Il Presidente Berlusconi si informa della situazione, il Milan ci resterà sempre nel cuore. Ogni vittoria sarà una grande soddisfazione”.

Sul nuovo ruolo di presidente di Mediaset Premium: “Sono stato nel Milan tanti anni, poi Fininvest ha venduto e io sono uscito con essa. Non andrò mai via dal nostro gruppo. Il calcio mi manca, certo, ma mi mancherebbe di più la nostra televisione”.

Milan, Galliani riparte senza calcio dopo 42 anni: nuova vita in Fininvest

A 72 anni Adriano Galliani è pronto a ripartire. Fuori dal calcio. Ieri è stato nominato presidente delle società immobiliari del gruppo Fininvest, martedì trascorrerà la sua prima giornata di lavoro nella sede della holding in via Paleocapa a Milano. Niente più trattative per i calciatori, blitz a Milanello per caricare la squadra, riunioni in Lega, ma una full immersion in un settore nuovo, quello del mattone, che già da un paio di settimane sta studiando con l’entusiasmo di un ragazzino. È chiaro che il core business di Fininvest è un altro – cioè i media -, ma la gestione e lo sviluppo delle proprietà immobiliari sono da sempre un pallino della famiglia Berlusconi. La parabola di Silvio è cominciata proprio da lì: la Edilnord, Milano 2, Milano 3…

QUARTA VITA — A Galliani piace l’idea di cominciare una quarta vita con Fininvest. Tutto cominciò il primo novembre 1979 con la stretta di mano con Silvio: la sua Elettronica Industriale entrò nell’orbita di Fininvest, Galliani cedette le antenne all’imprenditore rampante e fu quello il primo passo della rivoluzione dei media in Italia. La prima vita è maturata, quindi, nel settore delle telecomunicazioni. Poi è arrivata la tv, con Galliani a ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Mediaset. Quindi l’approdo nel calcio, al Milan. Ed eccoci al quarto step in Fininvest, con l’incarico di coltivare gli asset immobiliari, anche se non è escluso che Galliani possa occuparsi di altro all’interno del gruppo.

LEGA — La sua posizione non è incompatibile con un’eventuale presidenza di Lega, ma per ora Galliani non vuole nemmeno pensarci, anche perché si è appena insediato il commissario Tavecchio e ci vorranno mesi prima delle elezioni. E poi bisognerà capire che tipo di statuto i club voteranno, se ci sarà o meno un presidente di garanzia con compiti esclusivamente istituzionali, se si creeranno le condizioni politiche per una sua nomina. Nel frattempo l’ex a.d. rossonero continuerà a seguire le sue squadre del cuore: il Milan, il Monza e l’Olimpia Milano di pallacanestro. Dopo le dimissioni, ha già osservato in tv il derby e allo stadio la partita con l’Empoli, il prossimo evento calcistico dal vivo sarà Milan-Roma del 7 maggio. Ciò che non cambierà è il trasporto e la passione con cui ha sempre vissuto le partite. Tifoso rossonero, né più né meno di prima.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Marina Berlusconi: “La vendita del Milan? Inevitabile, una sconfitta per tutti”

Durante una lunga intervista rilasciata al Corriere Della Sera, Marina Berlusconi ha commentato la recente cessione del club rossonero da parte di Fininvest:

“La vendita del Milan ha rappresentato una sconfitta per tutti. Quello del closing non è stato un gran giorno né per mio padre né per la nostra famiglia. Ma non si poteva fare altrimenti, mio padre l’ha spiegato in quella bellissima lettera di congedo. E, se guardiamo al nostro gruppo, l’impatto positivo della vendita sui conti, tra l’incasso e gli esborsi annui che non dovremo più sostenere, è davvero rilevante“.

Fonte: Corriere Della Sera

Elliott Management

Il Milan emette un bond da 123 milioni

Di Carlo Festa per Il Sole 24 Ore

Si sta finalizzando tutta l’architettura finanziaria che ha portato il nuovo proprietario del Milan, Yonghong Li, a rilevare da Fininvest il club rossonero per la valutazione di 740 milioni di euro (compresi i debiti).

E uno dei passaggi fondamentali sarà l’emissione, da parte del club di via Aldo Rossi, di un bond da circa 123 milioni di euro: comprendenti i 73 milioni che sono stati rimborsati alle banche italiane (un pool composto da BancoBpm, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Cariparma e altri istituti) e un’altra cinquantina di milioni necessari per il calcio mercato. Il bond verrà quotato a Vienna e sarà interamente sottoscritto dal fondo Elliott, cioè il gruppo guidato dal finanziere Paul Singer che ha lanciato un salvagente all’uomo d’affari Yonghong Li grazie a un prestito da 303 milioni di euro senza il quale probabilmente la cessione del Milan non sarebbe andata in porto. Questi stessi soldi dovranno essere rimborsati ad Elliott entro i prossimi 18 mesi, scaduti i quali il fondo americano diventerà il nuovo proprietario del Milan tramite l’escussione del pegno sulle azioni del club rossonero e sul veicolo lussemburghese a monte, cioè il neo-costituito Rossoneri Champion.

Proprio in questi giorni, secondo i rumors, il team di Yonghong Li, costituito dal braccio destro David Li e dal nuovo amministratore delegato Marco Fassone, sarebbe al lavoro per definire la scaletta futura della strategia finanziaria e industriale.

In programma, a metà maggio, ci dovrà essere l’assemblea dei nuovi soci che dovrà deliberare l’aumento di capitale per ricapitalizzare le finanze milaniste: non sarebbe ancora stato definito l’ammontare dell’aumento di capitale, anche se è prevedibile una somma attorno ai 100 milioni di euro.

L’altro grande filone è appunto quello industriale strettamente correlato a quello finanziario. L’obiettivo è accelerare lo sviluppo del fatturato in Asia e arrivare a definire i tempi di un eventuale sbarco borsistico, entro i prossimi 18 mesi mesi al termine dei quali sarà necessario rimborsare il prestito di Elliott. Alcune banche d’affari asiatiche, fra le quali Citic, si sarebbero già fatte avanti per studiare le modalità di un’eventuale quotazione ad Hong Kong.

Ma Mr Li potrebbe anche sperare in uno scongelamento dei fondi che, nelle sue intenzioni, sarebbero dovuti arrivare per l’acquisto del Milan da una serie di soggetti: capitali poi bloccati dal veto del governo di Pechino agli investimenti in settori non considerati core per le aziende cinesi, come appunto l’entertainment o anche il real estate.

Fonte: Il Sole 24 Ore