Inzaghi – Milanismo

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Lazio-Milan, le formazioni ufficiali: gioca Calabria, confermato Borini

Di seguito le formazioni ufficiali di Lazio-Milan, match valevole per la 3^ giornata di Serie A:

Lazio (3-4-2-1): Strakosha; Wallace, de Vrij, Radu; Basta, Parolo, Leiva, Lulic; Luis Alberto, Milinkovic-Savic; Immobile. All.: Inzaghi.

Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Abate, Musacchio, Bonucci, Rodriguez; Kessie, Biglia, Montolivo; Suso, Cutrone, Borini. All.: Montella.

S. Inzaghi: “Milan costruito per vincere. Biglia? Gli auguro il meglio da lunedì”

Alla vigilia del match contro il Milan, il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi è intervenuto in conferenza stampa dal Centro Sportivo di Formello.

Con Montella ho un bel rapporto, siamo stati in Nazionale insieme da giocatori ed ora ci siamo incontrati diverse volte da allenatori. L’allenatore rossonero detto parole giuste in conferenza: nei confronti da allenatore con lui sono in credito. Contro le sue compagini abbiamo sempre fatto ottime gare meritando di più di quel che abbiamo raccolto. Sappiamo che avversario affronteremo domani, il Milan è costruito per vincere, avendo investito tantissimo su grandi giocatori. Dovremo fare una gara importante, altrimenti sarà dura.

Ci attende una partita delicata, abbiamo defezioni importanti ma ci è già capitato lo scorso anno. Avrei preferito affrontare il Milan con il gruppo al completo, ma non sarà possibile. Ho visto bene i miei ragazzi e ci siamo preparati nel migliore dei modi. Il campo dirà se saremo più squadra del Milan: la formazione rossonera ha subìto finora solo un gol contro il Cagliari, hanno già un’identità e sanno cosa fare nelle due fasi. Abbiamo mantenuto il nostro organico e dovremo mettere in campo una grande prova.

Bastos è in crescita e nelle prossime partite giocherà. Ho ancora l’allenamento di oggi pomeriggio per decidere. Il quinto difensore è Luiz Felipe, sta capendo i nostri automatismi e troverà spazio anche lui perché si sta impegnando tanto. Felipe Anderson ha un problema che sta cercando di risolvere insieme ai fisioterapisti ed ai dottori. Deve rientrare al meglio senza sottovalutare l’infortunio, tornerà in campo a fine settembre.

Ho una squadra a disposizione, ora io ed il mio staff dovremo farla rendere al meglio. Nani è un grandissimo calciatore, è molto disponibile ma è reduce da un problema importante patito al collaterale nello scorso luglio con il Valencia. Sta lavorando due volte al giorno molto bene, tra due settimane potremo averlo a disposizione. I due giovani portoghesi sono stati un’intuizione della Società, non li conoscevo, ma li sto valutando. Avranno bisogno di un periodo d’ambientamento, ma quando saranno pronti avranno la loro chance.

Posso solo augurare il meglio a Biglia: con me è stato straordinario, è sempre stato a mia disposizione. Voleva sempre giocare, anche quando non stava al meglio. Domani sarà un osservato speciale, lo considero nel ruolo il migliore in Europa. Da lunedì gli augurerò il meglio per tutto. Milinkovic deve continuare a migliorarsi perché il calcio non ti aspetta: quest’anno sarà molto più complicato per noi con tante partite da affrontare e lui dovrà allenarsi al meglio come lo scorso anno perché è uno dei migliori calciatori della nostra rosa.

Immobile è partito nel migliore dei modi, ha la giusta determinazione e la giusta cattiveria proprio come lo scorso anno. Al di là delle prestazioni, è molto positivo come ragazzo ed è molto importante per noi averlo. Il Milan è la squadra che si è mossa meglio sul mercato facendo grandi investimenti; hanno anticipato i loro inserimenti perché stanno facendo bene disputando tante gare anche in Europa League, vantano grandi individualità. Keita è stato sostituito ed ora sarà compito nostro inserire nel gruppo Nani. Per quanto riguarda il difensore, avevamo individuato un difensore per il quale c’è stato un dietrofront nelle ultime ore di mercato. Ora avremo tante gare fino a dicembre e anche Luiz Felipe dovrà accelerare il suo inserimento: entrerà a far parte del turnover perché abbiamo bisogno del suo aiuto.

Quest’anno le nostre dirette avversarie si sono incredibilmente rinforzate. Il nostro compito sarà quello di rimanere tra i piani alti della classifica. Lo scorso anno avevamo tempo per preparare le gare, quest’anno non lo avremo. Viaggeremo di continuo per giocare e, di conseguenza, dovremo crescere giocando. Borini ci è sempre piaciuto, sembrava potesse venire, ma si è inserito il Milan.

È un piacere giocare l’Europa League, abbiamo dato tutto per raggiungerla. Sappiamo che sarà più difficile perché anche lo scorso anno abbiamo trovato difficoltà nelle settimane in cui abbiamo fronteggiato tre impegni. Noi dello staff siamo carichi e faremo in modo che la squadra ci possa seguire. Leiva si è inserito benissimo, è molto disponibile e dopo 10 giorni già chiamava i compagni per nome. Il brasiliano, dopo 10 anni di Liverpool, ha acquisito grande carisma: è un leader.

Lukaku è un giocatore importante che doveva risolvere e sta risolvendo il problema avuto a Firenze. Non ha svolto il ritiro ed è subentrato in Supercoppa, risultando decisivo, ma ha rallentato il suo inserimento a causa di piccoli problemi scaturiti dal precedente infortunio. Dovrà farsi trovare pronto come ha già fatto perché sta arrivando il suo momento. Dovrà alzare il suo minutaggio aiutandoci nell’arco di ogni sfida.

Domani faremo la nostra partita: il Milan a volte lascia campo, a volte ti viene a prendere. Vedremo come si svilupperà il match perché anche loro giocano per fare la partita. Al di là dei moduli conta l’interpretazione della sfida da parte della squadra. Ho giocatori maturi che, in ogni evenienza, si fanno trovare pronti tatticamente.

Adesso ci attende un ciclo importantissimo di sfide: abbiamo carenze in attacco viste le assenze di Felipe Anderson e Nani. Cambierò qualcosa perché con tre gare ravvicinate di grande livello, determinati giocatori in determinati ruoli faticano a mantenere la stessa intensità in più partite. Non sarà un problema schierare il tridente composto da Nani, Immobile e Felipe Anderson. Anche lo scorso anno ho schierato più volte il tridente, ma di partita in partita sceglierò nel migliore dei modi.

Se la Lazio quest’anno è più forte dovrà deciderlo in campo, ma ognuno può fare le proprie valutazioni. Noi ce la metteremo tutta per condurre un’ottima stagione, sperando che i miei uomini interpreteranno al meglio ogni sfida come lo scorso anno”.

Fonte: S.S. Lazio

Inzaghi incorona Cutrone: “È lui il vero colpo del Milan”

Cutrone ha stupito e impressionato tutti. Un’estate rossonera da protagonista assoluto, con tante presenze e soprattutto gol e prestazioni maiuscole, lo ha incoronato come la rivelazione di questo primo scorcio di stagione milanista e ha allontanato gli spifferi di mercato, che avrebbero voluto Patrick lontano dal Diavolo.

Patrick Cutrone promosso a pieni voti, dunque, nelle prime uscite dell’anno con la prima squadra. Anche una leggenda milanista del passato, Pippo Inzaghi, ha voluto incoronare il bomberino rossonero: “Il Milan ha fatto un grandissimo acquisto: il vero colpo è lui, Patrick Cutrone. Fatto in casa. Il mercato? È ottimo – ha dichiarato Super Pippo al Corriere dello Sport – lo promuovo”.

Andando più nel dettaglio, Inzaghi ha parlato così del nuovo bomber milanista: “Sono felice di avere avuto l’intuizione giusta. Quando allenavo la Primavera, facevo giocare Cutrone, anche se era fuori età. Nel senso che aveva due anni in meno rispetto ai compagni e agli avversari: la sua categoria erano gli Allievi, ma Patrick ha il gol nel sangue. Nessuna ne ha segnati tanti quanti lui nell’intera storia del settore giovanile rossonero: 110 reti. E vedo che non ha nessuna intenzione di fermarsi.

Ha grinta, umiltà, tenacia. Sa che cosa siano il sacrificio e la volontà di sfondare. Non è facile per nessuno indossare la maglia rossonera, giocare titolare a San Siro e segnare davanti a 65 mila spettatori. Cutrone può arrivare molto lontano, può conquistare la Nazionale: continui a giocare come sa, ad essere generoso e altruista, a con vivere con gli effetti di una notorietà improvvisa che, certamente, lo lusinga, ma non lo cambia né lo cambierà mai. E’ questa la sua forza. Cutrone ha in testa il gol e il Milan“.

Nesta: “Al Milan sono stato meravigliosamente bene. Il mio erede? Romagnoli”

L’ex fuoriclasse del Milan, Alessandro Nesta, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del Corriere dello Sport. Ecco le dichiarazioni più salienti.

Su cosa gli manca di Roma: “In primo luogo mia madre. Poi mio fratello. A Roma sono cresciuto, mi manca Roma, la sua anima, i suoi colori, la passeggiata al centro. Quando torno l’apprezzo ancora di più, rispetto a quando ci vivevo. Adesso sono più di dieci anni che sono fuori, ma quando torno mi sembra di non essere mai andato via. Abitavo a Cinecittà e prima non c’era la PlayStation, non c’era l’iPad, non c’erano le partite su Sky, in verità non c’era niente, perciò giocavamo a calcio sotto casa, partite che non finivano mai. C’era solo quello allora, non c’era tennis, tanto meno piscine per il nuoto, non c’era nessun altro sport e come tutti i bambini giocavo a calcio. Poi sono andato nella squadra del mio quartiere a Cinecittà, che era collegata alla Roma. Ma la mia famiglia era laziale e mio padre lo era in modo molto convinto, per usare un eufemismo. La Roma mi voleva e c’era stata un’offerta per andare in giallorosso. Ma scattò il veto biancazzurro di papà e così ho preferito aspettare la Lazio. Perché era così che doveva andare”.

Sulla Lazio: “Sul Corriere dello Sport c’era l’annuncio che la Lazio faceva dei provini. Mio padre subito ha preso la palla al balzo, ha chiamato e quel giorno sono andato come tanti, non so quanti. Centinaia di bambini. Sono andato e mi hanno preso”.

Sul primo incontro con Totti: “Che storia! Il primo incontro fu in un Lodigiani-Lazio. Avevamo otto anni. Ricordo che nella capitale, quando eravamo piccoli, Totti era già Totti, a otto anni. Perciò tutti già sapevano quanto fosse forte. E tutti avevano molte aspettative, incredibili per un bambino, però tutti ne parlavano. Ci ho giocato contro quando era alla Lodigiani, per due anni. Poi è passato alla Roma e abbiamo avuto tanti incontri. Ho avuto sempre un buon rapporto anche da piccolo con la madre, con il padre. Eravamo già capitani delle nostre squadre. Poi io allora giocavo a centrocampo. Lui era numero 10 già a otto anni e ricordo che in tutte e due le partite nelle quali ci siamo affrontati lui rompeva le scatole, calcisticamente. Era fortissimo”.

Un consiglio a Totti: “Lo sto seguendo. Credo che quel momento arrivi per ciascuno. E credo che anticipare tutti da parte del giocatore sia la cosa migliore da fare. Quando si sente che il corpo non va più come prima e c’è un po’ di perplessità da parte della società, allora è meglio anticipare tutti. Decidere da soli, non far decidere ad altri. Alla sua età è ancora competitivo, cosa rara. Poi gli direi di uscire alla grande, di dire belle parole e chiudere quest’anno, fare una grande festa. L’uscita migliore che possa fare un campione del calcio come lui”.

Sul rifiuto alla Juventus e l’arrivo poi al Milan: “Non volevo andare via dalla Lazio. Io avevo giocato solo lì e pensavo che avrei finito alla Lazio. Due anni prima ero stato richiesto dal Real Madrid e avevo rifiutato. Oggi se ci penso… Però il destino mi ha premiato e sono finito al Milan, quasi costretto. Ma oggi ringrazio Dio: ho vinto quello che ho vinto, sono stato meravigliosamente a Milano. Ma andare via dalla Lazio e da Roma è stato comunque come strappare delle radici, profonde”.

Sui problemi avuti in Nazionale: “Non credo sia stata sfortuna, io credo che il mio corpo riuscisse a tenere una stagione importante con squadre importanti ma poi cedesse. Io giocavo sempre tutte le partite della stagione e quando arrivavo alle competizioni estive con la Nazionale ero, come dire, un po’ usurato. Arrivavo a fine stagione un po’ cotto e quando ripartivo con il Mondiale mi infortunavo, e non era sfortuna. Finale del 2006? Mi pesa tantissimo non averla giocata. Ho fatto, e bene, la fase eliminatoria. Ma poi mi sono infortunato e non ho giocato le più importanti. Ma quella coppa è anche mia, come di tutta la squadra”.

Il calciatore più forte affrontato: “Sempre lo stesso. Dico Ronaldo, il brasiliano. Io in vecchiaia ho giocato contro Messi, contro Cristiano Ronaldo, però Ronaldo è stato qualcosa di superiore, qualcosa veramente di diverso rispetto a tutti. Giocarci contro per me è stato molto difficile”.

Sul nuovo Nesta: “Mi pare Romagnoli. Spero che faccia una carriera importante. Io credo però che un giocatore per affermarsi debba giocare la Champions League, debba fare i Mondiali, debba fare stagioni in vetta e poi credo che possa essere valutato per quello che è. Deve competere al top per essere classificato al top”.

Sul futuro: “Tornare in Italia? Per adesso no perché ho un contratto qua e sto bene qua. Anche come crescita, qui ho più tempo, mi danno più tempo per provare, per crescere. In Italia devi arrivare pronto, perché tanta pazienza non c’è: o sei pronto o ti cacciano via, perciò, per la mia formazione personale, preferisco stare qui per adesso. Un domani magari sì”.

Sulla Lazio di Inzaghi: “Io credo che Simone abbia fatto un lavoro impressionante, è riuscito a convincere i giocatori a giocare in ruoli che prima non avevano provato, tipo Felipe Anderson. Io credo che la Lazio abbia anche un gran gioco e calciatori forti, molto forti. Poi Keita, perché Keita ha delle qualità rarissime. Ha un tesoretto in casa, la mia Lazio”.

Inzaghi: “Berlusconi non ha avuto pazienza con me. Il Milan? Spero di tornare”

Il Milan, Berlusconi, Galliani, sono stati la mia fortuna in assoluto. Io ho fatto 15 anni lì fantastici, ho vinto tutto, mi hanno dato questa grande possibilità di allenare il Milan. Penso che quell’anno sarà l’anno fondamentale per la mia carriera da allenatore perché è stato si un anno difficile, ma lì è stato difficile per Allegri, per Mihajlovic, è stato difficile per chiunque, per cui non è che quell’anno abbia scalfito le mie convinzioni. Anzi, le ha rafforzate, perché io fino all’ultima giornata ho tenuto il gruppo. Nelle ultime tre partite abbiamo battuto anche la Roma, che lottava per andare in Champions League, per cui quello mi ha rafforzato l’idea che potesse essere questo il mestiere del mio futuro. Per cui assolutamente io sarò sempre grato al Milan e a Berlusconi”, parla così Filippo Inzaghi, allenatore del Venezia, a ‘I Signori del Calcio’ (intervista esclusiva che andrà in onda integralmente sabato 6 maggio, alle 23.15 su Sky Supercalcio HD e alle 24.30 su Sky Sport 1 HD).

Dal Milan al Venezia

“Il Milan mi aveva già dato tanto, mi aveva fatto comunque allenare il Milan, io ero un allenatore giovane, avevo già fatto bene negli allievi e nella Primavera, per cui poteva anche non darmi questa possibilità. Io vado avanti per la mia strada, non mi piace guardare indietro. Come ho detto prima, per me è stata un’annata fortificante, sotto tutti i punti di vista, anche per le mie convinzioni. Per cui, mi sono rimesso in gioco, sapevo che se avessi trovato un ambiente giusto, che mi avesse fatto lavorare come facevo negli allievi e in primavera, mi avesse fatto lavorare nel mio staff, mi avesse dato il modo di trasmettere le mie idee e le mie convinzioni, probabilmente sarei tornato a vincere. Poi, è stato così e sono contento, ma io vado avanti per la mia strada”, prosegue Pippo Inzaghi, fresco di promozione in Serie B con i suo Venezia.

Sul futuro

“Quel che sarà il mio futuro vedremo ma io sono molto convinto, spero di tornare, spero di togliermi queste soddisfazioni, perché per me questo sarà un anno che ricorderò per tutta la vita; abbiamo fatto un “double”, possiamo fare un “triplete”, e sono cose che non capitano tutti i giorni. Anche perché la Lega Pro è difficile da vincere, ne vince solo una. Rispetto alla Serie B, per esempio, in cui vanno su tre squadre, la Lega Pro, se non vinci, devi fare, poi, gli spareggi e ne va su una su più di 25, poi diventa difficile. Nelle grandi squadre non c’è pazienza, ma è normale che sia così. Quello non era un Milan che poteva vincere, non avevamo uomini per vincere, però le aspettative del presidente erano quelle di vincere, ed era impossibile…però questa è una scelta sua, io non ho problemi. E chiaro che spero adesso, quando arriverò ancora lì, e spero di arrivarci, di avere la possibilità di poter lavorare, di poter esprimermi e di poter dimostrare le mie qualità, tutto qua. Altri problemi non ne vedo, sinceramente. L’obiettivo è tornare a quei livelli. Poi, è chiaro che il Milan mi ha dato tanto, però se uno pensa al futuro non si può pensare cosa ci prospetti, per cui la cosa più bella per me è poter lavorare bene. D’ora in avanti cercherò sempre degli ambienti adatti. Anche questo mi è servito da lezione; io penso che non ci siano allenatori fenomeni, anzi, non mi piacciono quelli che pensano che i loro schemi facciano vincere. Io devo avere una società forte alle spalle, devo avere una squadra forte. Poi, insieme al mio staff che, secondo me, è di grande livello, riesco a fare la differenza. Per allenare dovrò avere tutti questi presupposti, se no sto a casa, non correrò più nessun rischio. Vedremo di andare avanti come abbiamo fatto quest’anno”, le parole rilasciate da Inzaghi a Sky Sport nel corso della trasmissione ‘I Signori del Calcio’.

Fonte: Sky Sport

Milan-Ajax, Inzaghi: “Ancora oggi ho paura che sia solo un sogno”

Sono passati quattordici anni esatti da quell’emozionante Milan-Ajax del 23 aprile 2003, quarti di ritorno della Champions League 2002/2003. Filippo Inzaghi, protagonista assoluto della serata con un gol e con la giocata decisiva per la terza rete rossonera, ha ricordato così quel match:

È successo tutto in un modo così incredibile. Sul 2-2, in campo pensavo a tante cose, pensavo ai tifosi, li vedevo. Era come se mi sentissi sfuggire di mano un’avventura fin lì esaltante. Sarebbe stato terribile. Ero avvilito, però Paolo Maldini ha fatto il cross giusto, Massimo Ambrosini ha toccato di testa nel modo giusto, io sono andato sulla palla, vuol dire che ci credevamo tutti. Doveva andare bene per noi per una volta un finale di gara in quella stagione – ha dichiarato Super Pippo al sito ufficiale del Milan – fino a quel momento era andata sempre bene alle nostre avversarie. Ma ci pensate? Se Ambro avesse toccato di testa in un altro modo… se Chivu non fosse scivolato… ancora oggi ho paura che quello che è successo sia solo un sogno e se ci penso mi viene ancora un po’ d’ansia. Comunque tutte e tre le azioni dei nostri gol in quella partita mi hanno dato emozioni. Il 2-1, ad esempio, era importante farlo subito. Al 2-2 una mazzata tremenda, poi la reazione. E’ venuto a galla il cuore di quella squadra“.

Milan-Ajax: Inzaghi, senza discussioni

È il 14′ compleanno del gol mozzafiato di Superpippo ai lancieri: “Ancora oggi ho paura che quello che è successo sia solo un sogno…”

Inzaghi! Inzaghi! E’ il gol più importante dell’intera stagione del Milan! Inzaghi! Anche Tomasson ha toccato il pallone, ma il gol è di Superpippo! Non voglio sentire discussioni“, era stato questo il 23 aprile 2003, 14 anni fa, il commento in diretta di Sandro Piccinini, impegnato su Canale 5 nella telecronaca della gara di ritorno dei Quarti di finale di Champions League fra Milan e Ajax a San Siro, dopo lo 0-0 di Amsterdam. Ma per arrivare a quelle frasi, emozionate ed emozionanti, i rossoneri erano dovuti passare attraverso una trama tanto palpitante quanto spietata. Bisognava essere disposti a dare tutto, anche quello che non si aveva, pur di passare attraverso quel pertugio strettissimo che dava sulle semifinali: anche solo preservare un solo goccio dell’anima, avrebbe significato l’eliminazione.

PIÙ CON IL CUORE CHE CON LE GAMBE
Il Milan 2002-2003 era partito molto forte. In forma già a settembre, la squadra rossonera fa un girone d’andata da urlo, con 39 punti. Non solo: batte due volte il Bayern Monaco campione del mondo in carica e una volta il Real Madrid di Zidane e Ronaldo, conquistando già a febbraio, dopo un duro turno preliminare e ben due fasi a gruppi, la qualificazione ai quarti. Il Milan di inizio primavera però inizia ad avvertire la fatica, fisica e mentale. Nelle prime 12 giornate del girone di ritorno, quelle disputate prima di Milan-Ajax, erano arrivati solo 16 punti in campionato: tanta fatica contro le medio-piccole e due vittorie importanti contro Juventus e Inter a San Siro. Stesso film sull’agone europeo, tanto che quella di Mosca contro la Lokomotiv del 25 febbraio era stata l’ultima vittoria in Champions, prima delle sconfitte, a qualificazione ormai acquisita, contro Real Madrid e Borussia Dortmund, e prima del pareggio senza reti nell’andata dei quarti ad Amsterdam. E i rossoneri dovevano prepararsi ad affrontare il ritorno contro la squadra di Koeman, senza Pirlo e Seedorf, i tessitori di quel Milan insieme a Rui Costa.

IL GOL DI INZAGHI: “ANCORA OGGI HO PAURA CHE SIA STATO SOLO UN SOGNO
Il Milan che scende in campo nel ritorno contro l’Ajax ha perso quattro giorni prima in casa, in campionato, contro l’Empoli. Lo scudetto è ormai perduto e la squadra di Ancelotti si gioca tutto il destino stagionale in Champions League. Segna Inzaghi e si va all’intervallo qualificati. Poi pareggia Litmanen, poi segna Sheva, poi pareggia ancora Pienaar al 78′ minuto di gioco. E adesso? 2-2 ragazzi, il Milan è fuori. Ma al 90’… il racconto di Pippo Inzaghi è nitido ancora oggi:

“È successo tutto in un modo così incredibile. Sul 2-2, in campo pensavo a tante cose, pensavo ai tifosi, li vedevo. Era come se mi sentissi sfuggire di mano un’avventura fin lì esaltante. Sarebbe stato terribile. Ero avvilito, però Paolo Maldini ha fatto il cross giusto, Massimo Ambrosini ha toccato di testa nel modo giusto, io sono andato sulla palla, vuol dire che ci credevamo tutti. Doveva andare bene per noi per una volta un finale di gara in quella stagione; fino a quel momento era andata sempre bene alle nostre avversarie. Ma ci pensate? Se Ambro avesse toccato di testa in un altro modo… se Chivu non fosse scivolato… ancora oggi ho paura che quello che è successo sia solo un sogno e se ci penso mi viene ancora un po’ d’ansia. Comunque tutte e tre le azioni dei nostri gol in quella partita mi hanno dato emozioni. Il 2-1, ad esempio, era importante farlo subito. Al 2-2 una mazzata tremenda, poi la reazione. E’ venuto a galla il cuore di quella squadra“.

L’ULTIMO GOL PRIMA DI MANCHESTER
Il destino volle che quella contro l’Ajax fosse l’ultima rete di Inzaghi, nella Champions del sesto storico trionfo rossonero. Proprio lui, reduce da tre doppiette contro Lens e Bayern Monaco, dalla tripletta contro il Deportivo La Coruna e dal gol pesantissimo di Dortmund contro il Borussia, non avrebbe più segnato, nè in semifinale nè all’Old Trafford. Quasi che il guizzo dell’anima contro gli olandesi, dovesse essere definitivamente qualcosa da ricordare. Il gol cruciale nel momento più duro, lo spartiacque della storia del Milan. Come dire, adesso fate voi. Anzi fai tu, Sheva. E così accadde.

IL TABELLINO

MILAN – AJAX 3-2

MILAN: Dida, Simic (40’st Tomasson), Maldini, Nesta, Costacurta, Brocchi, Rui Costa (40’st Redondo), Ambrosini, Kaladze (35’st Rivaldo), Inzaghi, Shevchenko. All. Carlo Ancelotti.
AJAX: Lobont, Trabelsi, Pasanen, Chivu, Van Damme (1’st Litmanen), Yakubu, Sneijder, O’Brien, Pienaar (39’st De Jong), Ibrahimovic, Van der Meyde (44’st Bergdolmo). All. Ronald Koeman.
Arbitro: Mejuto Gonzales (Spagna).
Gol: 30′ Inzaghi (M), 18’st Litmanen (A), 20’st Shevchenko (M), 33’st Pienaar (A), 45’st Tomasson (M).

Fonte: acmilan.com

Nesta: “Donnarumma fuoriclasse, può arrivare al livello di Buffon”

L’ex difensore del Milan, Alessandro Nesta, ha parlato a Extra Time. Di seguito riportiamo le dichiarazioni più importanti.

Sui nuovi talenti italiani: “Andrei piano sulla parola “talenti”: magari tre o quattro. Gli altri sono giocatori bravi. Il vero fuoriclasse è Donnarumma: può arrivare al livello di Buffon. Fra i difensori vedo Rugani e Romagnoli. Me li porterei volentieri con me a Miami.”

Sulla Juve: “Mi piace molto il mix che ha dietro: i veterani Bonucci, Chiellini, Benatia e l’allievo Rugani. Ha un’occasione imperdibile per imparare dai grandi. Come successe a me al Milan. La prima volta che mi trovai dentro al Bernabeu ero emozionatissimo, mi girai e vidi le facce rassicuranti di Maldini e Costacurta: bastavano quegli sguardi per insegnarti ad affrontare certe situazioni”.

Sugli Inzaghi: “La sorpresa di quest’anno è Simone Inzaghi e la sua Lazio. Gioca un bel calcio ed è andato al di là delle aspettative. Sono felice pure per Pippo, che con il Venezia ha già ottenuto la promozione. Non avrei mai immaginato per loro una carriera da allenatori”