Hanno detto – Pagina 8 – Milanismo

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Niang conferma: “Non resto al Watford. Torno al Milan, poi vedremo”

M’Baye Niang, attaccante del Watford di proprietà del Milan, ha rilasciato un’intervista a l’Equipe. Di seguito le sue parole.

Sull’esperienza in Premier: “Non traggo che cose positive. Sono migliorato in un club che mi ha dato fiducia e ho avuto a disposizione il minutaggio che avevo cercato di avere. Da un punto di vista collettivo abbiamo rispettato le aspettative, anche se avremmo potuto fare meglio. In ogni caso, è stato un piacere scoprire la Premier, che rappresentava uno dei miei sogni”.

Sul Watford: “Devo molto al club che mi ha fatto scoprire un campionato, una nuova mentalità e mi ha permesso di avere la regolarità alla quale aspiravo. Mi è piaciuto molto scoprire questo livello di calcio, ma anche se il Watford ha a disposizione un’opzione di acquisto che i dirigenti vogliono esercitare, non resterò. E questo unicamente per ragioni personali. Tutto questo non ha nulla a che vedere con i tifosi, che voglio ringraziare sinceramente, ma con il club: non è andata come avrei voluto. Anche se mi colpisce davvero sapere che i dirigenti volevano acquistarmi dopo qualche settimana: eppure, ho deciso di prendermi del tempo per riflettere, ho valutato i pro e i contro e malgrado la bella opportunità offerta dal Watford, non credo che il mio futuro possa essere là. Comprendo la delusione del club che contava su di me, ma chiedo loro di essere comprensivi e di accettare la mia decisione irrevocabile: non cambierò idea”.

Sul futuro: “Penso innanzitutto a tornare al Milan per incontrare la nuova dirigenza del club e fare il punto con loro, studiando ogni possibilità. Poi, prenderemo una decisione tutti insieme nell’interesse generale delle parti. Sono aperto a tutte le opzioni: se per il bene del club e della mia carriera resterò al Milan, lo farò con grande piacere. Altrimenti, cercheremo una soluzione che possa essere soddisfacente per tutti. Ma questi discorsi e questa riflessione avverrà a tempo debito”.

Montella scherza con gli sponsor: “Belotti-Morata insieme se ci date più soldi”

Morata o Belotti? Magari entrambi. Mentre dirigenti e tifosi del Milan sfogliano la margherita, Vincenzo Montella lancia una provocazione al workshop rossonero di questi giorni in Sardegna, rivolgendosi agli sponsor presenti:

“Se non avete domande approfitto per chiedervi qualcosa di più a livello economico, così ci togliete dall’imbarazzo di scegliere tra Morata e Belotti: se date più soldi possiamo prenderli tutti e due (sorride, ndr)”, riporta MilanNews.it.

Montella: “Milan molto ambizioso per il futuro. Deulofeu? Chissà che…”

A margine del workshop al Forte Village, Vincenzo Montella ha rilasciato queste parole sul Milan. Di seguito le dichiarazioni raccolte da MilanNews.it.

Sulla stagione: “E’ un bilancio estremamente positivo. Ovviamente non possiamo accontentarci in futuro, dobbiamo aspirare a fare qualcosa in più. Nella situazione generale credo sia stato fatto un buon lavoro, è aumentato il valore dei giocatori e i tifosi hanno visto quello che volevamo proporre”.

Su Honda: “Ha giocato poco, ma ha dimostrato di essere un grande professionista. Sono felice del gol a San Siro e della fascia di capitano di ieri, ha chiuso al meglio la sua avventura”.

Su Deulofeu: “Ha avuto un impatto importante. Ora ci ha salutato, ma chissà che non possa tornare. Ha avuto sei mesi importanti, noi come Milan gli abbiamo dato qualcosa e lui ha dimostrato le sue qualità”.

Su Pasalic: “E’ cresciuto molto, ma può migliorare ancora. Non è un nostro giocatore e quindi quando è così ci sono delle dinamiche di mercato da valutare”.

Su Totti: “L’addio di ieri di Totti è stato qualcosa di straordinario, è stata una grande emozione che vale più di molte coppe. Ha rinunciato a tante squadre importanti per vivere un momento così”.

Sul mercato: “Non abbiamo finito in maniera adeguato la stagione, ora pensiamo al futuro. La società conosce i miei pensieri, io posso dare le mie valutazioni sul singoli, poi tocca alla società fare le scelte. Io voglio fare solo l’allenatore. Top player in attacco? Forse sono venuto qui per convincere gli sponsor a prenderne tre (sorride, ndr)”.

Su Donnarumma: “L’altro giorno gli ho fatto fare una firma su un foglio bianco, io la sua firma ce l’ho (ride, ndr)”.

Sul suo contratto: “Ho ancora un contratto in essere. Sono a disposizione della società, c’è fiducia reciproca, non c’è nessun problema”.

Sul futuro: “La nostra ambizione è arrivare nelle prime quattro posizioni. Non sarà facile perché Juventus, Napoli e Roma sono molto avanti, e anche l’Inter ha tanti giocatori importanti. Poi c’è la Lazio che se è arrivata prima di noi vuol dire che ha qualcosa in più. Sarà difficilissimo, ma noi abbiamo grandi ambizioni”.

Fassone: “Ogni sforzo per Gigio. Morata? Possono arrivare 1-2 giocatori così”

L’a.d. del Milan, Marco Fassone, è tornato a parlare dei programmi della squadra per il futuro e in vista del mercato. Di seguito le dichiarazioni rese ai microfoni di Radio Uno.

Sugli obiettivi: “Il ritorno in Europa League è un passaggio fondamentale per tornare a grandi livelli e nel calcio che conta il prima possibile. Dal prossimo anno vogliamo tornare in Champions”.

Su Donnarumma: ”C’è la speranza di trattenerlo, il desiderio nostro è di trattenerlo e siamo disponibili a fare ogni sforzo, dai suoi occhi trapela la volontà di restare. Ma se andasse via stiamo già pensando ad un piano B”.

Su Morata: ‘Tra poco vedrete i nomi nuovi. Ci stanno mettendo a disposizione un budget importante, ma dobbiamo cercare di spenderlo bene. Diversamente dal passato, saranno investimenti oculati così da ottenere un vantaggio economico. E’ possibile che uno o due giocatori di quel livello possano arrivare. Per la difesa prenderemo due giocatori nuovi”.

Sul prossimo campionato: ”Juventus, Napoli e Roma sono lontane attualmente, ma ho trovato una super macchina pronta che va rimessa in corsa”

Su Montella: “E’ il tecnico giusto per noi, lui e Mirabelli hanno le idee chiare”.

Fassone: “Donnarumma? Non possiamo più aspettare. Montella ci riporterà in alto”

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ha parlato ai microfoni di Sky Sport.

Su Donnarumma: “Non c’è una partita a scacchi, manca una risposta per il momento. Lo consideriamo un giocatore importantissimo, lo abbiamo detto al suo procuratore. Lui sa che noi siamo disposti a fare sacrifici ragionevoli per tenerlo. Ci aspettiamo una risposta a breve, spero che arrivi presto perché sarebbe difficile gestire un portiere a scadenza”

Su Montella: “Si lavora molto bene con Vincenzo. È il nostro allenatore e lo sarà certamente anche nella prossima stagione. Sono convinto che sarà l’allenatore che ci riporterà in alto”.

Sul ko di Cagliari: “Perdere è sempre fastidioso, soprattutto per come è arrivato questo ko. L’Europa lo consideriamo un passaggio chiave, bisogna riconoscere i meriti a chi c’è stato prima di noi e a Montella per esserci arrivato. Noi abbiamo fatto solo da spettatori in queste ultime partite. Ho trovato una società importante, strutturata, adeguata a pensare in grande. Proviamo a costruire qualcosa di importante per riportare il Milan tra i top del calcio europeo. Obiettivi? Sarà un mercato intenso. Ci sono tanti incontri e anche tante idee. Se avremo la possibilità di fare degli investimenti importanti è grazie al budget che ci mettono a disposizione i nuovi proprietà nonostante i ricavi non siano aumentati dal passato”.

Sui tifosi: “I nostri due riferimenti sono la proprietà e i tifosi, a tutti gli effetti i veri azionisti del Milan. Nei loro confronti cerchiamo di avere un occhio di grande attenzione. Spero ci perdoneranno qualche errore ma lavoreremo sempre con trasparenza”.

Ancora su Donnarumma: “Raiola è uno dei procuratori più bravi, non mi permetto di discutere ciò che fa. Gigio è per noi un pilastro su cui costruire la squadra del prossimo anno. L’abbiamo detto a lui e al suo procuratore. Stiamo chiarendo. Quando guardo Donnarumma mi pare di percepire nei suoi occhi la voglia di rimanere. Quello che non possiamo fare è aspettare: abbiamo bisogno di dare a Montella la squadra, vogliamo sapere se abbiamo un portiere o un portiere a scadenza. I nostri tempi sono più rapidi di quelli che può avere Raiola. Sono sicuro che troveremo una soluzione. Al momento non c’è nessun incontro in programma”.

“Nessuna società potrebbe avere in mente qualcosa del genere. Non vogliamo un portiere con il contratto in scadenza. Faremo le nostre valutazioni, sono fiducioso. Dobbiamo avere un piano B nel caso in cui le cose non andassero come speriamo”, ha concluso l’a.d. milanista.

Montella: “Gigio? Lasciamolo stare. Locatelli vorrei allenarlo ancora, Bacca…”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato a Premium Sport nel post partita di Cagliari-Milan.

Sul ko col Cagliari: “Siamo partiti male, il Cagliari aveva più ritmo, poi dopo il loro primo gol siamo migliorati e nel secondo tempo abbiamo fatto bene, abbiamo giocato con più inerzia. Poi è stata una gara di fine stagione, mi dispiace molto aver perso”.

Su Donnarumma: “Lasciamolo stare e lasciamolo sbagliare. Qualche mezzo errore a volte ci può stare, ha fatto una grande gara anche oggi, ci può stare di non essere sempre impeccabile. Raiola ha detto che sto facendo il manager come in Inghilterra? Non commento, ognuno fa il gioco delle parti. Io faccio l’allenatore, Mirabelli fa il direttore sportivo e Fassone l’amministratore delegato. Ma non è certo a Raiola che devo dare delle spiegazioni”.

Su Bacca: “Ha un’età importante, non è un ragazzino che si fa condizionare dalle voci di mercato. Io potevo fare qualcosa in più per lui come allenatore e anche lui poteva fare di più. C’è sempre stata la grande volontà di tutte e due di fare il massimo, anche se nessuno dei due è riuscito. E’ un grande calciatore e sono contento di allenarlo”.

Su Locatelli: “La stagione di Locatelli? E’ partito benissimo, poi si è un po’ fermato. E’ del 1998 e io vorrei allenarlo ancora: ha qualità importanti, può essere una risorsa per il futuro e anche per il presente. Io devo dare la mia valutazione tecnica sui giocatori, c’è un confronto continuo con Mirabelli, con lui c’è grande sintonia e insieme stiamo decidendo i possibili cedibili, in funzione a eventuali nuovi acquisti. Questa valutazione sarà sempre in divenire”.

Sul campionato del Milan: “Voto? Non lo so, a parte questa gara che non è valutabile, è stata una stagione ampiamente positiva. Siamo tornati in Europa, abbiamo alzato una coppa, abbiamo lanciato molti ragazzi e dato un’identità a questa squadra”.

Su Totti: “Se è il più forte giocatore con cui ho giocato? Se faccio prevalere il sentimento di questa giornata dico sì. Però ho giocato anche con altri grandi giocatori come Mancini, Batistuta e Cassano che se no si offende. E’ un campione indimenticabile per il popolo giallorosso e per gli amanti del calcio”.

Montolivo: “Tifo Milan sin da bambino. Modello? Gerrard, era fantastico”

Montolivo è uno di quei giocatori, come Thiago Motta, che dividono il pubblico. Qualcuno gli imputa una certa lentezza. Ma, come spiega in questa conversazione, forse anche nel calcio moderno è importante che le idee, la visione siano più veloci delle gambe. Tutti i suoi allenatori lo hanno amato per una invisibile virtù, quella di dare equilibrio, dal centro del campo, a tutta la squadra. Ma il nostro tempo ama le cose esplicite, non ha la pazienza di cercare le virtù nascoste. In Montolivo io ho sentito una grande maturità, la sensazione di trovarsi di fronte a un ragazzo che è già un uomo. E lo dimostra il modo in cui reagì alla brutale aggressione subita sui social dopo il suo drammatico incidente di gioco. Pensa in campo, Montolivo. Ma non solo in campo.

Di che squadra era da bambino?
«Milan. Mio padre è milanista, grande tifoso del Milan, grande tifoso di Rivera. Mi racconta sempre del giorno, lui era presente sugli spalti, in cui Rivera con il microfono chiese ai tifosi di spostarsi perché c’era il pericolo per la fragilità della struttura della tribuna e le autorità avrebbero potuto interrompere la partita. Me lo racconta sempre, a testimoniare l’autorevolezza di Rivera. Quindi tutta la famiglia milanista, mio fratello compreso. L’appuntamento fisso che avevamo in famiglia era quello del “Novantesimo minuto” sulla Rai: io, mio fratello e mio padre ci ritrovavamo lì dopo le partite. Eravamo affezionati a quella trasmissione, oggi ne siamo un po’ nostalgici».

Che cosa ha l’Atalanta di particolare per riuscire a sfornare sempre dei giocatori di primissima qualità dal suo vivaio?
«Si cerca di dare importanza all’aspetto tecnico, tattico, calcistico, ma dà la stessa importanza anche all’aspetto umano del ragazzo, quindi la scuola, l’educazione. Ovviamente c’è una rete di osservatori che è molto forte. Serve ovviamente la materia prima, il talento, per tirar fuori dei giocatori di valore. Però credo che la forza dell’Atalanta sia quella di far crescere i ragazzi anche sotto l’aspetto umano».

C’è un regista nella storia del calcio al quale lei si è ispirato o che comunque è stato un riferimento?
«Io ho sempre ammirato moltissimo Gerrard per la sua completezza. Perché era un giocatore fantastico sotto tutti i punti di vista, sapeva fare tutte le fasi di una gara. E poi ho avuto la fortuna di giocare insieme in Nazionale, per tanti anni, con De Rossi e Pirlo che sono due registi davvero fantastici».

Quanto conta il pensiero nel calcio?
«La testa arriva prima di qualsiasi altra cosa. Prima delle gambe, prima dei piedi, prima di tutto. La partita uno la prepara, la vince anche, in molti casi prima di giocarla, nella testa. L’approccio alla partita è tutto di testa. In campo sì, ci sono momenti d’istinto, momenti in cui l’abilità tecnica ovviamente è fondamentale, ma se non c’è una predisposizione mentale, il resto non serve a niente. A questo proposito, il responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, il mitico Mino Favini, ci ripeteva sempre che la categoria la fa la testa, non la fanno i piedi».

Cosa pensa della vicenda di Totti? Forse domani sarà la sua ultima partita…
«Con Francesco non ho avuto il piacere di giocare insieme perché il mio arrivo in Nazionale coincide con il suo addio. Stiamo parlando di uno dei giocatori più importanti nella storia del calcio italiano, ma anche internazionale. La fine della carriera arriva per tutti ma pensare ad una Roma senza Totti è veramente difficile, anche perché io Totti l’ho visto quando ero un bambino e ho cominciato ad ammirarlo allora. Non vederlo più con la maglia della Roma sarà strano per tutti i romanisti e anche per tutta Italia».

Fonte: di Walter Veltroni per il Corriere dello Sport

Montella: “Milan, stagione positiva. Gigio? Un patrimonio, è incedibile”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato alla vigilia dell’ultima gara di campionato contro il Cagliari. Di seguito le dichiarazioni rese dal mister a Milan TV.

Su Donnarumma: “E’ un patrimonio della società e un patrimonio tecnico per la squadra. E’ incedibile per noi. Ci sono tanti rumours, qualche giorno fa l’avevo un po’ stuzzicato perché c’è un affetto forte verso di lui da parte nostra. Ci auguriamo che il ragazzo possa andare in vacanza serenamente e farci stare un po’ più sereni”.

Su Gattuso: “Mi sono confrontato, gli do il mio grandissimo in bocca al lupo. Da parte mia avrà la massima disponibilità, le porte del mio spogliatoio saranno sempre aperte per lui”.

Su Bonaventura: “E’ guarito, deve tornare ad abituarsi al campo. Continuerà a lavorare nei prossimi giorni anche se noi andremo in vacanza. Credo che per lui sia bello assaporare quanto meno la panchina”.

Sulla stagione agli sgoccioli: “E’ stata stagione positiva, arrivo alla fine di questo campionato meno stanco rispetto ad altri campionati. L’aria del Milan e di Milanello mi fa bene. Andiamo a giocarci una partita volendo finire bene. E’ stata una stagione in cui abbiamo avuto un rendimento più o meno costante, anche se abbiamo avuto dei periodi difficili, anche perché ci son stati tanti cambiamenti. E’ stata un’esperienza importante. Sono contento di tutte le componenti. Sono contento di come stiamo programmando”.

Gattuso: “Orgoglioso di tornare a casa”

Gennaro Gattuso è ufficialmente il nuovo allenatore della Primavera del Milan. Campione e bandiera rossonera per tredici anni, Rino ha tenuto una conferenza stampa di presentazione a Casa Milan, al fianco dell’a.d. Marco Fassone, del d.s. Max Mirabelli, del responsabile del Settore Giovanile Filippo Galli e di Franco Baresi. Di seguito il video integrale con tutte le dichiarazioni rese da mister Gattuso.

Gattuso: “Il Milan vuole tornare grande. Gigio? Può diventare una bandiera. Morata…”

L’ex centrocampista e bandiera rossonera, Gennaro Gattuso, è pronto a tornare a casa, al Milan, nelle vesti di allenatore della Primavera. Di seguito le parole rilasciate in un’intervista a Premium Sport sul suo nuovo incarico e non solo.

Sul ritorno al Milan coi giovani: “La proposta è arrivata tre settimane fa, ho parlato con Mirabelli e Fassone, ci siamo incontrati tre volte e ci ho pensato bene. Secondo me è la scelta giusta, nessun passo indietro: torno in una società gloriosa che vuole essere di nuovo grande. Allenerò i giovani: spero di trasmettere il senso di appartenenza e farli migliorare. Mi è piaciuta la proposta: mi sono gasato ed eccomi qui. In questi due anni a Pisa abbiamo fatto crescere tanti ragazzi: Del Fabbro, Peralta, Birindelli, Cardelli. Questa esperienza mi ha convinto. Ho capito di poter lavorare con i giovani: bisogna stare attenti alle parole e non essere molto duri”.

Sul mercato: “Il Milan sarà rafforzato, ci saranno acquisti e qualcosa verrà fatto anche nel settore giovanile. Il responsabile è Filippo Galli, io sarò solo allenatore della Primavera a stretto contatto con la prima squadra: bisogna giocare con lo stesso modulo. Ascolterò i consigli di Montella: è un tecnico preparatissimo, c’è solo da imparare. Non vedo l’ora di iniziare”.

Sui suoi tre anni da allenatore: “Sia all’Ofi Creta che a Pisa sono state stagioni complicate, a livello societario non era il massimo, ho dovuto fare un po’ di tutto ma dopo queste esperienze ho più conoscenze, ne esco più maturo e rafforzato con una mentalità diversa da quando ho iniziato quattro anni fa”.

Sulla Juventus: “Era impensabile un po’ di anni fa che una squadra italiana potesse fare una finale di Champions League, spero che la Juve vinca perchè per il nostro calcio sarebbe fondamentale: è un motivo di orgoglio la presenza dei bianconeri a Cardiff. Allegri non si piange mai addosso, ha coraggio e lo sta dimostrando. E’ riuscito a far giocare la squadra con il 4-2-3-1: tutti si sacrificano ed è questo il segreto. Del resto se non fosse un grande tecnico non avrebbe vinto così tanto”.

Su Donnarumma: “Sa che può diventare una bandiera del Milan. Ha 20 anni di carriera davanti: gli consiglio di rimanere qui. Può scrivere la storia del Milan. Mi auguro che resti”.

Su Morata: “Ha grandissima classe e talento, è un goleador, fa giocare benissimo la squadra. Sarebbe un’operazione importante se andasse in porto. Ma il Milan ne farà tante di operazioni significative”.

Gattuso annuncia il bis: “Non l’avrei fatto per nessun’altra destinazione, ma il Milan è il Milan”

Gennaro Gattuso è pronto a tornare al Milan. Per l’ex numero 8 rossonero è tutto definito: sarà l’allenatore della Primavera (clicca qui per tutti i dettagli).

Rino ha commentato così la scelta di tornare al Diavolo e in particolare di allenare una squadra giovanile: “Non l’avrei fatto per nessun’altra destinazione. Ma il Milan è il Milan“, la dichiarazione rilasciata da Gattuso all’edizione online de la Repubblica.

Nesta: “Montella grande allenatore, ha fatto giocare bene un Milan mediocre”

L’ex difensore del Milan, Alessandro Nesta, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport.

Al termine di Milan-Bologna c’è chi ha ritenuto eccessivi i festeggiamenti rossoneri. Per altri invece il sesto posto va celebrato. Lei che ha vinto due Champions, da che parte si colloca?

“Mi schiero dalla parte di chi ha festeggiato. È giusto farlo quando si raggiunge un traguardo, e il Milan l’ha raggiunto. Ovvio, rispetto alla mia epoca gli obiettivi si sono abbassati molto, ma il Milan adesso è questo. Quindi, in quest’ottica, è un passo importante e un grande traguardo. E poi, pensateci un attimo: l’Inter farebbe carte false per trovarsi dove si trova ora il Milan…”.

Sì, ma stiamo parlando di un preliminare di Europa League.

“Occorre solo avere tanta umiltà e smettere di pensare al Milan di Berlusconi, perché quel Milan non c’è più. Umiltà è la parola chiave, è con quella che devi affrontare una trasferta a fine luglio in qualche posto semisconosciuto”.

Che effetto le fa il Milan senza Berlusconi?

“Tristezza. Io sono un nostalgico, rimpiango anche Moratti… Gente che guidava i club per passione e non per soldi”.

Però l’addio di Berlusconi era inevitabile.

“Negli ultimi anni c’è stato tanto caos e il club non era abituato a programmare in condizioni di emergenza. C’è stata confusione nei ruoli in società e così è stato molto più facile cambiare gli allenatori. Hanno sempre pagato loro, ingiustamente. Mi chiedo: al quarto, quinto tecnico che non funziona, magari dovrebbe venirti in mente che non può essere sempre e solo colpa di chi sta in panchina”.

Che futuro attende il Milan cinese?

“Questo dev’essere un punto di partenza, adesso occorre cambiare marcia rispetto al passato. Non so, per giudicare prima bisogna capire come lavorano. Addosso mi resta una sensazione di perplessità, mi pare che la proprietà interista si muova di più. Di certo riportare il Milan in Champions sarà dura, dovranno spendere molto”.

Lei da dove ripartirebbe?

“Da un gruppo di italiani mentalmente forte. E chi arriva dopo, si allinea. Com’era ai miei tempi e com’è ora nella Juve”.

Come si può dilapidare un patrimonio sportivo, dopo aver vinto una Champions, in così pochi anni?

“Semplice: i giocatori invecchiano e devi avere la forza di rimpiazzarli con altri dello stesso valore. Se non puoi permettertelo, inizi a perdere terreno. Un segnale pessimo, ad esempio, erano state le cessioni di Ibra e Thiago. Io e tanti altri abbiamo smesso per motivi anagrafici, loro se ne sono andati per scelte economiche del club. Un segnale di debolezza”.

Lei però potrà sempre raccontare di aver vissuto un decennio fantastico in rossonero.

“Il segreto di quel Milan era la mentalità, più che la tecnica: eravamo sempre pronti a giocare partite come quella di Atene. Voglio dire che eravamo sempre pronti alla massima tensione e a sapere come gestirla”.

Quali sono i ricordi più nitidi di quel 23 maggio?

“Il più bello è stato rientrare nello spogliatoio con la coppa. Ce lo eravamo promessi dopo Istanbul, e potrebbero sembrare quelle frasi fatte. Ma esserselo promessi ed esserci riusciti significa essere al top. Mi ricordo che Ronaldo ci aspettava dentro con le birre (risata, ndr), poi abbiamo festeggiato in piscina fino a notte fonda. Vincere è come una droga, hai sempre bisogno di rivivere le stesse emozioni e quando non le provi più vai fuori di testa”.

Se vincerà il campionato Nasl (la Serie B Usa) a Miami, sarà il suo primo successo da tecnico: com’è la panchina?

“Giocare mi manca da morire, ma voglio fortemente fare l’allenatore. Lavoro 12 ore al giorno e per me è l’unico modo di restare davvero nel calcio. La scrivania non mi interessa”.

Di tornare in Italia non se ne parla? Magari prima o poi al Milan.

“Beh, mai dire mai. E poi mica posso vivere per sempre a Miami. L’ambizione è mettermi in gioco anche in Italia, quando sarà il momento”.

Al Milan negli ultimi anni è stata duretta per gli allenatori.

“E’ stato un vero tritacarne. Debuttanti come Seedorf, Inzaghi e Brocchi non possono essere giudicabili”.

Montella è l’uomo giusto per aprire questo ciclo?

“È un allenatore di livello, a tratti ha fatto giocare bene una squadra con giocatori mediocri. Ha un’ottima idea tattica”.

Ci sono state polemiche sulla “bandiera” da portare nel nuovo club: per lei che lo è stato, sarebbe un ruolo utile? Maldini ha rifiutato bruscamente.

“Avere una bandiera in società serve, altrimenti si perderebbe tutta la tradizione. Occorre avere qualcuno che sappia cosa significa stare in un club del genere. Il no di Maldini comunque non mi ha stupito, per lui non c’erano le condizioni”.

Che cosa le manca maggiormente del Milan?

“Tutto. Soprattutto Milanello, con tutti i suoi personaggi. La governante, il giardiniere, l’autista. Persone spettacolari. A Milanello sono stato meglio che in un hotel a cinque stelle”.

Galliani: “Milan, esulto esattamente come prima. L’Europa? Sono contento. Berlusconi…”

Presente alla cena organizzata dagli ex milanisti per celebrare i 10 anni dalla vittoria della Champions League 2007, l’ex a.d. rossonero Adriano Galliani ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Sto bene, mi sto occupando di altre cose. Quando vedo le partite del Milan, la mia emotività è la stessa ed esulto esattamente come prima a ogni gol. Sono contento che il Milan sia tornato in Europa League. Oggi – ha svelato Galliani – ho pranzato con Berlusconi: stasera aveva altri impegni, altrimenti sarebbe venuto anche lui. Mi ha chiesto di salutare tutti perché ha un grande ricordo di quella serata di 10 anni fa”.

Gattuso: “Champions? Tifo Juve tutta la vita”

Dieci anni fa, il 23 maggio 2007, Rino Gattuso alzava al cielo la Champions League nella finale vinta dal suo Milan 2-1 sul Liverpool, in quella che era una rivincita di Istanbul. A dieci anni di distanza (con in mezzo l’Inter nel 2010), un’altra italiana può vincere di nuovo la coppa.

“Da italiano, sono tutta la vita dalla parte della Juventus nella finale contro il Real Madrid – dice Ringhio, ormai ex allenatore del Pisa, a Sky Sport24 -. Abbiamo bisogno di tornare sul tetto d’Europa e speriamo che una squadra italiana possa riportare la Champions in Italia. Fino a due, tre anni fa sembrava qualcosa di impensabile, invece adesso questa Juve, con lo stadio nuovo e con la società ha costruito una squadra importante. Non sembra un club italiano, è un qualcosa che fa bene al nostro calcio“.

Quanto al suo Milan, passato in mani cinesi, Gattuso dice: “adesso arriva il momento del mercato e la tifoseria si aspetta acquisti importanti e lo faranno. È chiaro che dopo il passaggio di mano della società, vedremo il campo che risposte darà. Il Milan ha una storia importante che dovrà essere onorata e mai dimenticata.

Fonte: Tuttosport

Ancelotti ricorda Atene: “La vittoria di un gruppo di uomini. Inzaghi…”

L’ex allenatore del Milan, Carlo Ancelotti, ha ricordato così il trionfo in Champions League di Atene, avvenuto esattamente dieci anni fa:

“Volevo il Liverpool in finale, lo volevo io e lo volevano i ragazzi. Troppo bello potersi prendere la rivincita due anni dopo Istanbul. E troppo bello arrivare in fondo alla Champions dopo che nessuno, a inizio stagione, avrebbe scommesso un euro su di noi. La verità è che quella fu la vittoria di un gruppo di uomini. Uomini veri, gente che si aiuta in campo e fuori, che lotta per un obiettivo comune. Non eravamo favoriti, forse non eravamo nemmeno i più forti, però abbiamo alzato la coppa e questo significa che eravamo una squadra.

Ad Atene eravamo andati nel girone, contro l’Aek, io mi ero lasciato andare a una dichiarazione che poteva apparire da presuntuoso: ‘Siamo venuti qui per misurare il campo in vista della finale’. E lo pensavo. Perché l’obiettivo di tutti, dal presidente al magazziniere, era quello: un’altra Champions – ha raccontato Ancelotti a La Gazzetta dello Sport.

Il 3-0 al Manchester United, in semifinale, fu magnifico. La partita perfetta. Sapevo che quella vittoria ci avrebbe dato ancora più sicurezze in vista di Atene. La formazione ce l’avevo in testa da molto, ma proprio alla vigilia mi venne un dubbio. Inzaghi era a pezzi, non faceva gol neanche nelle partitelle d’allenamento. Gilardino, invece, era su di giri e aveva segnato allo United. Ci pensai un po’ e poi decisi: Inzaghi. Perché? Semplice, ho puntato sul fiuto di Pippo e sulla sua capacità di essere decisivo in una partita così. Per fortuna non mi sono sbagliato…”.

Belotti: “Io, con la passione per il Milan grazie a mio fratello”

Attaccante del Torino e della Nazionale italiana, ma vero e proprio sogno di mercato del Milan, Andrea Belotti ha parlato così della propria fede rossonera:

“Mio fratello è un milanista sfegatato e mi portava a veder le partite del Milan. Da lì è nata questa passione – ha dichiarato il Gallo a inizio stagione, in un’intervista riproposta oggi da Sky Sport 24 – ma quando ho iniziato a giocare a livelli professionistici si è un po’ spenta perché dovevo pensare alla squadra in cui giocavo“.

Sacchi: “Contento del ritorno del Milan in Europa. Spero…”

L’ex tecnico del Milan Arrigo Sacchi, presente a Chieti per ritirare un riconoscimento assegnatogli dalla Giuria, nell’ambito del Premio Nazionale “Giuseppe Prisco”, ha salutato con piacere il ritorno in Europa dei rossoneri:

È una bella notizia, ma mi auguro che arrivino altre notizie positive. Mi fa piacere per l’ambiente e i tifosi. Auguro al Milan ancora tanti successi, e alla nuova proprietà di poter ricalcare quello che ha fatto Silvio Berlusconi, visto che sotto la sua gestione in trent’anni, il Milan è riuscito a vincere 5 Coppe dei Campioni, cosa mai accaduta nella storia del calcio italiano a nessuna altra formazione”.

Fonte: ANSA.it

Montella: “Gigio, ora devi fare una scelta. Keita? Se ne parlo il prezzo si alza. Deu…”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato a 360° del mercato del Milan. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese dal mister.

Su Donnarumma: “La società sta facendo degli sforzi enormi per riconoscere le sue grandi qualità – dice l’Aeroplanino a Premium Sport -. Gli voglio bene come a un figlio, ma ora deve fare una scelta e capire cosa vuole fare da grande. Ma con la massima serenità perché il club sta facendo di tutto per tenerlo”.

Su Keita: “Ci sono tanti Keita bravi nel mondo. Quello della Lazio è un giocatore molto interessante ma ogni volta che parliamo di un giocatore si alza il suo valore, poi con Lotito ancora di più”.

Sul futuro numero 9 tra Keita, Kalinic e Morata: “Forse nessuno dei tre. La maglia numero 9 è di Lapadula e per il momento se la tiene lui. Quando giocavo e arrivava un attaccante forte che voleva il 9 non gliel’ho dato”.

Su Musacchio: “È un giocatore che ha il gradimento da tutte le parti”.

Su Deulofeu: “Ci ha dato tanto e ha avuto un grande impatto. Non è un giocatore del Milan quindi il suo destino non lo decidiamo noi ma io penso che tutti i giocatori sono sostituibili, così come gli allenatori”.

Suso: “Morata-Milan? Sarei molto felice. Sul rinnovo…”

Il trequartista del Milan, Suso, ha parlato di futuro e di mercato:

Se dovesse arrivare Morata sarei molto felice, poi se arrivassero anche altri calciatori lo sarei ancora di più perché vorrebbe dire che il livello della squadra si alzerebbe”, ha dichiarato lo spagnolo a Sky Sport.

Il mio rinnovo? Ho sempre detto che sono felice qua, mancano due anni di contratto e possiamo stare tranquilli. Alla fine credo che la società si muoverà sul mercato, se arrivassero i nomi che si fanno saremmo una squadra molto competitiva pronta a vivere un’annata migliore di questa”.

Honda ai saluti: “Lascio il Milan. Spero di tornare non da calciatore”

Addio con gol per Keisuke Honda. Ai suoi ultimi giorni milanisti prima della scadenza del contratto, il giapponese è stato decisivo contro il Bologna con una bella prestazione e con la rete del 2-0: una delle pochissime gioie, forse l’unica, di una stagione trascorsa praticamente tutta in panchina. Honda ha salutato il Milan con queste parole riportate sul proprio profilo twitter:

Cari Milanisti, grazie. Grazie perché questi 3 anni e mezzo sono stati una sfida continua ma mi hanno permesso di migliorare come uomo. Lascerò’ il Milan termine di questa stagione ma spero di rivedervi presto, magari in in veste diverse da quelle di calciatore. Nel frattempo continuerò’ a impegnarmi giorno dopo giorno per raggiungere i miei obbiettivi. Forza Milan, sempre!

Con affetto, Keisuke”.

Gattuso: “Milan cinese? Una realtà a cui dobbiamo abituarci”

L’ex centrocampista del Milan, Gennaro Gattuso, ha parlato di Milan sulle colonne del Corriere di Bologna:

L’arrivo dei cinesi? È una realtà alla quale tutti noi dobbiamo abituarci. Se questo è l’unico modo per riportare il nostro calcio a grandi livelli in Europa evviva i cinesi, i canadesi e tutti quelli che vengono a investire nelle nostre società.

L’importante è che percorrano le strade giuste. Serve la passione, la programmazione, l’organizzazione. Quello che ha fatto la Juve deve essere seguito da tutte le altre come il Vangelo. Quando parlavano Maldini, Costacurta li ascoltavo in silenzio, perché le regole che dettavano a tutti noi le rispettavano proprio loro per primi”.

Montella: “Orgoglioso dei miei ragazzi, il Milan ha raggiunto gli obiettivi fissati. La Juve…”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato così al termine del match tra il Diavolo e il Bologna, che ha consegnato ai rossoneri l’aritmetica dell’Europa.

Sull’obiettivo raggiunto: “Sono molto soddisfatto, sono stati raggiunti gli obiettivi di inizio anno con la Supercoppa. Peccato per la Coppa Italia, ma abbiamo perso con onore. Ora siamo più sereni, sono contento del risultato e ringrazio tutti, anche le anime dietro alla squadra.

Sulla rosa che serve per il doppio impegno Italia-Europa: “Sono esperto dell’EL e siamo arrivati anche abbastanza avanti alla Fiorentina. Ora ci siederemo e vedremo che fare, ora si potrà lavorare con più tranquillità”.

Su Honda e Bacca: “Si è battuto con Lapadula, era un modulo inedito oggi e c’erano rischi. Non erano colpevoli né Bacca né Bertolacci, ma ho dovuto fare una scelta e l’ho fatta tirando una monetina. Mi dispiace, ma non ha colpe particolari oggi. Honda è entrato col passo giusto e la mentalità giusta di chi vuole determinare”.

Sul 6^ Scudetto della Juve: “Complimenti. Vedremo se riusciremo a cambiare la tendenza, sono diventati noiosi. Il Milan deve avere ambizioni, anche loro quando hanno vinto il primo scudetto erano arrivati al 6^ posto. Per chi ha la storia come la nostra è più facile, anche se Roma e Napoli sono attrezzate”.

Sul carattere della squadra: “Nelle difficoltà ci vogliono valori che i ragazzi han dimostrato di avere. È una squadra che non molla, orgogliosa, con un’anima, che nelle difficoltà gioca libera. È un gran valore per una squadra – ha dichiarato il mister a Premium Sport – sono orgoglioso di quanto hanno fatto i ragazzi, sempre presenti nelle difficoltà e con equilibrio. Non è facile, sono soddisfatto”.

Sulla campagna acquisti: “C’è totale sintonia con la dirigenza. Non volevo mandare messaggi alla squadra diversi dall’attualità e ho detto delle bugie bianche, ma con Mirabelli c’è confronto quotidiano, ci trasferiamo idee e sogni”.

Su Lapadula e Gomez: “Non faccio e non conosco il mercato, ma quando chiedono attaccanti agli altri chiedono da 50 milioni in su. Quindi anche Lapadula vale tanto”.

Sui tifosi: “Ci tengo a ringraziarli, ci hanno accompagnato tutto l’anno. Per chi è abituato a giocare al top, accompagnare la squadra per obiettivi diversi degli altri anni è motivo d’orgoglio per me e per i ragazzi: il loro sostegno è molto sentito e ci hanno dato aiuto per fare delle imprese”.

Sull’Inter: “Mi fa piacere arrivare davanti, ma non ci avevo ancora pensato”.

Seedorf: “I cinesi? Non so cosa porteranno al Milan. Buona la concorrenza con l’Inter”

L’ex centrocampista e allenatore del Milan, Clarence Seedorf, ha parlato delle nuove proprietà cinesi del Diavolo e dell’Inter:

“Non so cosa porterà questa dirigenza cinese al Milan, la cosa buona è la concorrenza cinese tra Inter e Milan, le rivalità fanno sempre sperar bene, speriamo che le due società tornino al posto che gli compete per la loro storia. Investire significa non solo soldi, ma anche puntare sulle persone, sui progetti a lungo termine.

Il tempo – ha dichiarato Seedorf a Rai Radio Due – è un fattore fondamentale per costruire. Spero che si portino avanti delle idee, perseguendole per tanti anni e non solo per qualche mese”.

Pasalic: “L’Europa è troppo importante. Futuro? Al Milan sto bene, ma…”

Il centrocampista del Milan, Mario Pasalic, ha rilasciato un’intervista sulle colonne de Il Giorno. Di seguito le dichiarazioni più importanti.

Sulla corsa all’Europa: “Iniziamo a vincere, poi faremo i calcoli. Il nostro obiettivo deve essere fare sei punti con Bologna e Cagliari così possiamo evitare di guardare gli altri campi. È banale, lo so, ma sono due finali e così dovremo affrontarle. Tornare in Europa era il nostro obiettivo dichiarato, era troppo importante dopo 4 anni di nulla. L’Europa League è il primo passo, poi vedremo di tornare in Champions”.

Sul futuro: “Le carezze del mister fanno piacere. E un allenatore che sa parlare ai giocatori e ha un grande futuro davanti. Io al Milan sto bene, ma non so cosa riserverà il futuro. AI Chelsea ci sono grandi giocatori e giocare diventa difficile. Il mio sogno? Uno l’ho già realizzato. Ho giocato, segnato e vinto un Derby con il mio Hajduk contro la Dinamo. Poi vorrei vincere una Champions,un Europeo o un Mondiale”.

Sul rigore di Doha e sul gol all’andata col Bologna: “Sono stati grandi emozioni. Ho solo preso la mira e il resto è storia. Al Dall’Ara invece abbiamo fatto un miracolo, in nove uomini. Eravamo stremati. Ma è stata una vittoria fondamentale, basta guardare la classifica per capire quanto. Eravamo in un momento poco fortunato e ci siamo sbloccati”.

Sul calo nella stagione: “Siamo un gruppo giovane e abbiamo commesso qualche errore. Abbiamo sbagliato qualche partita, soprattutto con le piccole. Forse ha pesato un po’ la pressione di dover fare risultato a tutti i costi e in qualche momento è mancata un po’ di concentrazione”.

Kakà: “Strano il Milan cinese. Non posso che ringraziare Berlusconi e Galliani”

L’ex fuoriclasse del Milan, Kakà, ha parlato del passaggio di consegne al Milan tra Silvio Berlusconi e i cinesi:

“Un po è strano. Io non posso che ringraziare Berlusconi e Galliani per avere fatto diventare il Milan un top club a livello mondiale, per quello che hanno fatto negli anni per la squadra, che resta sempre nel mio cuore”, ha dichiarato il brasiliano a La Gazzetta dello Sport.

Milanello, visita di Campbell: “Mi piacerebbe allenare in Italia”

L’ex difensore e leggenda dell’Arsenal, Sol Campbell, ha visitato il Centro Sportivo di Milanello. Una visita molto gradita quella dell’ex centrale inglese, che ha parlato ai microfoni di Milan TV: “Prima volta che vengo qui, è fantastico, ho sempre sentito ottime cose su Milanello. Conosco diversi giocatori che hanno giocato qui, come Muntari, Flamini e Beckham – ha detto Campbell, che poi ha aggiunto – Sto studiando molto il calcio italiano, mi piacerebbe allenare in Italia”.

Infine un giudizio sulla squadra di Montella: “Ci sono diversi giocatori di alto livello, sono tutti ottimi giocatori per me”.

Fonte: Premium Sport

Crespo: “Il mio Milan squadra incredibile, ma Istanbul fu terribile…”

L’ex attaccante del Milan, Hernan Crespo, ha ricordato così i propri trascorsi in rossonero: 

“Era una squadra incredibile, ovunque ti giravi c’era un Pallone d’Oro. Ricordo Istanbul, fu terribile. Era tutto troppo perfetto per essere vero: la doppietta, il gol di Maldini… alla fine uscii dallo spogliatoio per vedere con i miei occhi la premiazione del Liverpool e solo lì realizzai“, ha dichiarato il Valdanito a Premium Sport.

Ancelotti: “Milan, le idee contano ma servono i soldi. Addio Berlusconi? Tutto ha inizio e fine”

Carlo Ancelotti ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini del Corriere della Sera. Di seguito le dichiarazioni sul Milan rese dal tecnico di Reggiolo.

Sulle delusioni stagionali delle milanesi: “Il Milan non è partito per vincere il campionato, mentre l’Inter ha fatto investimenti importanti. E ha deluso”.

Sul Milan senza Berlusconi: “Mi fa pensare che tutte le cose hanno un inizio e una fine: anche il miglior presidente nella storia rossonera. Mi auguro che i nuovi abbiano le potenzialità per riportare in alto il Milan e per farlo servono i soldi: le idee contano, ma sei vuoi Higuain e non hai i soldi, come lo prendi?”.

Sulla Juve, destinata a vincere se Milan e Inter continueranno a fallire: “Le squadre che vincono sono quelle col fatturato più alto, di lì non si scappa”.

Per leggere l’intervista integrale clicca qui.

L'amministratore delegato del Milan, Marco Fassone

Fassone: “Faremo investimenti importanti”

L’amministratore delegato del Milan Marco Fassone ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Milan TV.

Sulla prossima campagna acquisti:  “Gli investimenti nella stagione 2017/18 saranno importanti perché la squadra va rinforzata, dobbiamo essere immediatamente competitivi”.

Sull’ennesimo passivo con cui si è chiuso il bilancio: “Con ogni probabilità anche i prossimi due bilanci non saranno straordinari dal punto di vista economico. Tutte le società in fase di ripartenza devono fare investimenti”.

Sul monte ingaggi: “C’è stata una compressione del monte ingaggi della squadra, in particolare in questa stagione, coinciso anche con risultati sportivi non di primissimo livello. Abbiamo la sensazione che nell’aggiungere giocatori di un certo peso, questo monte possa crescere negli anni prossimi e così sarà”

Infine, sulla possibile qualificazione alle coppe con relativi obblighi del Fair Play Finanziario: “L’ Uefa prevede una certa percentuale dei ricavi da destinare agli stipendi della prima squadra, e la rispetteremo”.

Montolivo: “Milan, stagione positiva. Il mio rientro? Il terzo esordio della carriera”

Il capitano del Milan, Riccardo Montolivo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SportMediaset. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese dal centrocampista di Caravaggio.

Sul ritorno in campo: “E’ stato il mio terzo esordio. Dopo il primo da ragazzo e quello dopo la rottura della tibia c’è stato anche il terzo. Le emozioni si assomigliano molto. Rivivere l’aria di una gara vera, respirare l’erba ed essere di nuovo protagonista in campo sono emozioni che ti mancano molto quando stai fuori: sono molto felice di averle rivissute”.

Sulla vicinanza durante i mesi di infortunio: “Ho avuto tanti attestati di stima e quelli che mi hanno fatto più piacere sono stati quelli dei miei colleghi, dei miei compagni di squadra, del mister e degli allenatori che ho avuto”.

Sul Mondiale 2018: “Non voglio che la mia ultima apparizione con la maglia azzurra sia stata quella allo Juventus Stadium quando sono uscito in barella. Il pensiero di andare in Russia lo avevo in testa allora e ce l’ho anche adesso. Un passo alla volta ma l’obiettivo è quello”.

Sulla stagione del Milan: “Credo che sia stata una stagione in cui abbiamo messo delle basi importanti. Dal punto di vista caratteriale questa squadra non è mai mancata e questo è stato apprezzato molto anche dai tifosi. In più abbiamo riportato un trofeo a Milanello dopo alcuni anni. In queste ultime partite i risultati e il gioco dovevano essere migliori però la valutazione della stagione è assolutamente positiva”.

Sulle parole di Del Piero, convinto che i titolari di oggi non avrebbero fatto panchina nel Milan di Ancelotti: “Da un certo punto di vista è un’opinione condivisibile perché la squadra di qualche anno fa era sicuramente di un altro livello rispetto al Milan di oggi. Detto questo, non sono completamente d’accordo con lui perché in questa rosa ci sono dei giovani di grande valore, ma parliamo di una squadra che 10 anni fa era una delle più forti al mondo: non dobbiamo prendere in giro nessuno”.

Su Cassano, che ha definito il Milan “squadra di scappati di casa”: “Il suo commento mi interessa poco”.

Sul 6^ posto: “Dovremo saltare addosso al Bologna. Sono già salvi ma se pensiamo che sarà facile partiamo già sconfitti. L’obiettivo europeo? Tornare a giocare in Europa è importante per il blasone del club anche se non è la Champions. Con la Fiorentina ho giocato l’Europa League, siamo stati eliminati in semifinale ai rigori e comune quando arrivi in fondo ci sono avversari di grande livello. L’obiettivo del Milan è tornare in Champions, ma non possiamo assolutamente non valorizzare l’Europa League”.

Sulla nuova proprietà: “La squadra e l’ambiente hanno percepito grande entusiasmo e grande ambizione dalla nuova proprietà. Però non dobbiamo farci distrarre perché il futuro passa dal presente e il presente dipende da noi e dalle prossime sfide”.

Maldini: “No ai cinesi perché troppi dubbi su progetto e ruolo. Gigio? Uno così nasce ogni 20 anni. Verratti come Pirlo, mi piace Belotti”

L’ex capitano e bandiera del Milan, Paolo Maldini, è tornato a parlare di Milan. 

Sul rifiuto di entrare nella nuova dirigenza rossonera: “Non lo so perché non solo al Milan, sono stato vicino al ritorno, sia con Berlusconi, sia con i cinesi. Ho parlato con la nuova proprietà. Ho parlato con loro – ha dichiarato Maldini a RMC – ma avevo troppo dubbi sul progetto e sul ruolo che mi hanno proposto. Sono molto curioso di vedere cosa succederà al Milan con questa nuova proprietà”.

Sull’ipotesi PSG: “Basta che non sia un club italiano. È normale sia così per la mia storia col Milan”.

Su Donnarumma: “Uno così ne nasce ogni 20 anni, di lui se ne parla da quando aveva 12 anni”.

Sul mercato: “Verratti è un grandissimo giocatore, mi ricorda Pirlo. Se fossi il Barcellona o l’Inter lo comprerei subito. Mi piace anche Belotti”.

Sulla sua carriera: “Rimpianti? Potevo firmare col Chelsea ed il Real Madrid, ma volevo sempre vincere col Milan, anche dopo le sconfitte. Se avessi dovuto cambiare maglia, sarei andato al Real Madrid, il club che più si avvicina al mio Milan”.

Su chi ha fatto fatica al Milan: “Gourcuff non si è mai ambientato. Ha avuto troppe difficoltà, non ha mai imparato la nostra lingua. Succede…”.

Antognoni: “Milan meno da Scudetto dell’Inter. Donnarumma…”

Giancarlo Antognoni, ex calciatore e oggi dirigente della Fiorentina, ha parlato anche di Milan e del mister Montella:

Vincenzo sta portando i rossoneri in Coppa. Non è un’impresa da poco. Il Milan è davanti all’Inter in classifica, ma è indietro rispetto ai nerazzurri nella costruzione di una squadra da scudetto. Mi piace il giovane Locatelli. Terrei Deulofeu e Suso.

Non mi sorprende se Donnarumma vale 100 milioni – ha dichiarato Antognoni a La Gazzetta dello Sport – è un mostro di bravura. Certo, se dovesse lasciare il Milan chi può spendere quelle cifre? Arabi, cinesi, magnati russi. In Italia solo la Juve“.

Galliani: “Milan? Da tifoso non commento”

“Non sono in silenzio stampa sul Milan ma credo sia giusto che quando si ceda un’azienda non si debba più parlarne. Da tifoso mi astengo dai commenti”. Così l’ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, a margine del ‘Candido Day’ e del premio internazionale ‘Il Bello del Calcio’, dribbla le domande sul Milan.

Il cuore e la passione per il Milan – prosegue Galliani – sono quelli di prima, come la mia emozione e il mio tifo quando guardo le partite“. “Se volete parliamo di basket o di questioni immobiliari”, aggiunge riferendosi all’EA7 e al suo nuovo ruolo in Fininvest.

Fonte: ANSA.it

Bonaventura: “Torno ad allenarmi entro fine stagione. Gli infortuni hanno pesato”

Il centrocampista del Milan, Jack Bonaventura, ha parlato ai microfoni di Premium Sport:

“Sto lavorando e penso che per la fine del campionato riuscirò a fare qualche allenamento con la squadra. Sto bene. Il nostro obiettivo è quello di andare in Europa. Sono contento per l’Atalanta. Di sicuro, adesso, vedendo le partite ho visto la squadra con un’ottica diversa.

Quest’anno abbiamo avuto tantissimi infortuni e ci hanno costretto a cambiare tanti uomini. Quando hai un impegno a settimana, ci vuole continuità nei giocatori. Ora dobbiamo fare un grande finale di stagione per centrare l’obiettivo”.

Sacchi: “Avevo poche idee, ma chiare. Per me il calcio si gioca con la mente”

L’ex allenatore e leggenda del Milan, Arrigo Sacchi, ha parlato ai microfoni di TMW Radio:

“Quando arrivammo mi portai dietro il mio secondo che avevo al Parma Carminati e il professor Piccolini e lavorammo molto meno rispetto a quanto avevamo fatto a Parma. Ho sempre cercato poche idee ma chiare, ho sempre pensato che il calcio fosse uno sport di squadra e non uno sport individuale e che il gioco fosse paragonabile alla trama nella cinematografia, al copione nella prosa, allo spartito nella musica, fosse quello che serviva ai giocatori a migliorarsi. Anche qui cercavo però persone affidabili, con grande intelligenza ed entusiasmo perché noi viviamo in un paese dove la filosofia dei giochi di squadra è difficile che si affermino per via di un individualismo e protagonismo eccessivo a invidie eccessive, quindi l’entusiasmo permetteva di essere generoso e di fare le cose con divertimento e l’intelligenza permetteva di uscire dal proprio egocentrismo e di avere una visone più ampia dell’attività che si stava svolgendo e quindi essere più in sintonia con le filosofie degli sport di squadra. Ho sempre pensato che il calcio si facesse con la mente e non con i piedi. La mia didattica era orientata sulla squadra, sul gioco e sull’intelligenza, facevo simulazioni con tanto regole. Michelangelo diceva che i quadri si dipingono con la mente, le mani sono un mezzo, per il calcio vale la stessa cosa, i piedi sono solo un mezzo.

Quando arrivai al Milan, insistetti molto per avere Ancelotti anche se si era già rotto due menischi e due crociati, aveva il ginocchio che il nostro medico dopo aver fatto esami con il venti per cento di affidabilità. Berlusconi mi chiedeva come potesse prendere un calciatore in quelle condizioni ma io risposi che quello che contava era la mente. Sommando tutto questo, quando si ha la fortuna di trovare una società ben organizzata ed intelligente, che ti fa crescere e ti da tranquillità ed entusiasmo, la società viene prima della squadra, io mettevo le cose nella loro giusta misura e pensavo anche che la strategia fosse più importante del tatticismo e giocavo in questo modo”.

Nesta: “Al Milan sono stato meravigliosamente bene. Il mio erede? Romagnoli”

L’ex fuoriclasse del Milan, Alessandro Nesta, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del Corriere dello Sport. Ecco le dichiarazioni più salienti.

Su cosa gli manca di Roma: “In primo luogo mia madre. Poi mio fratello. A Roma sono cresciuto, mi manca Roma, la sua anima, i suoi colori, la passeggiata al centro. Quando torno l’apprezzo ancora di più, rispetto a quando ci vivevo. Adesso sono più di dieci anni che sono fuori, ma quando torno mi sembra di non essere mai andato via. Abitavo a Cinecittà e prima non c’era la PlayStation, non c’era l’iPad, non c’erano le partite su Sky, in verità non c’era niente, perciò giocavamo a calcio sotto casa, partite che non finivano mai. C’era solo quello allora, non c’era tennis, tanto meno piscine per il nuoto, non c’era nessun altro sport e come tutti i bambini giocavo a calcio. Poi sono andato nella squadra del mio quartiere a Cinecittà, che era collegata alla Roma. Ma la mia famiglia era laziale e mio padre lo era in modo molto convinto, per usare un eufemismo. La Roma mi voleva e c’era stata un’offerta per andare in giallorosso. Ma scattò il veto biancazzurro di papà e così ho preferito aspettare la Lazio. Perché era così che doveva andare”.

Sulla Lazio: “Sul Corriere dello Sport c’era l’annuncio che la Lazio faceva dei provini. Mio padre subito ha preso la palla al balzo, ha chiamato e quel giorno sono andato come tanti, non so quanti. Centinaia di bambini. Sono andato e mi hanno preso”.

Sul primo incontro con Totti: “Che storia! Il primo incontro fu in un Lodigiani-Lazio. Avevamo otto anni. Ricordo che nella capitale, quando eravamo piccoli, Totti era già Totti, a otto anni. Perciò tutti già sapevano quanto fosse forte. E tutti avevano molte aspettative, incredibili per un bambino, però tutti ne parlavano. Ci ho giocato contro quando era alla Lodigiani, per due anni. Poi è passato alla Roma e abbiamo avuto tanti incontri. Ho avuto sempre un buon rapporto anche da piccolo con la madre, con il padre. Eravamo già capitani delle nostre squadre. Poi io allora giocavo a centrocampo. Lui era numero 10 già a otto anni e ricordo che in tutte e due le partite nelle quali ci siamo affrontati lui rompeva le scatole, calcisticamente. Era fortissimo”.

Un consiglio a Totti: “Lo sto seguendo. Credo che quel momento arrivi per ciascuno. E credo che anticipare tutti da parte del giocatore sia la cosa migliore da fare. Quando si sente che il corpo non va più come prima e c’è un po’ di perplessità da parte della società, allora è meglio anticipare tutti. Decidere da soli, non far decidere ad altri. Alla sua età è ancora competitivo, cosa rara. Poi gli direi di uscire alla grande, di dire belle parole e chiudere quest’anno, fare una grande festa. L’uscita migliore che possa fare un campione del calcio come lui”.

Sul rifiuto alla Juventus e l’arrivo poi al Milan: “Non volevo andare via dalla Lazio. Io avevo giocato solo lì e pensavo che avrei finito alla Lazio. Due anni prima ero stato richiesto dal Real Madrid e avevo rifiutato. Oggi se ci penso… Però il destino mi ha premiato e sono finito al Milan, quasi costretto. Ma oggi ringrazio Dio: ho vinto quello che ho vinto, sono stato meravigliosamente a Milano. Ma andare via dalla Lazio e da Roma è stato comunque come strappare delle radici, profonde”.

Sui problemi avuti in Nazionale: “Non credo sia stata sfortuna, io credo che il mio corpo riuscisse a tenere una stagione importante con squadre importanti ma poi cedesse. Io giocavo sempre tutte le partite della stagione e quando arrivavo alle competizioni estive con la Nazionale ero, come dire, un po’ usurato. Arrivavo a fine stagione un po’ cotto e quando ripartivo con il Mondiale mi infortunavo, e non era sfortuna. Finale del 2006? Mi pesa tantissimo non averla giocata. Ho fatto, e bene, la fase eliminatoria. Ma poi mi sono infortunato e non ho giocato le più importanti. Ma quella coppa è anche mia, come di tutta la squadra”.

Il calciatore più forte affrontato: “Sempre lo stesso. Dico Ronaldo, il brasiliano. Io in vecchiaia ho giocato contro Messi, contro Cristiano Ronaldo, però Ronaldo è stato qualcosa di superiore, qualcosa veramente di diverso rispetto a tutti. Giocarci contro per me è stato molto difficile”.

Sul nuovo Nesta: “Mi pare Romagnoli. Spero che faccia una carriera importante. Io credo però che un giocatore per affermarsi debba giocare la Champions League, debba fare i Mondiali, debba fare stagioni in vetta e poi credo che possa essere valutato per quello che è. Deve competere al top per essere classificato al top”.

Sul futuro: “Tornare in Italia? Per adesso no perché ho un contratto qua e sto bene qua. Anche come crescita, qui ho più tempo, mi danno più tempo per provare, per crescere. In Italia devi arrivare pronto, perché tanta pazienza non c’è: o sei pronto o ti cacciano via, perciò, per la mia formazione personale, preferisco stare qui per adesso. Un domani magari sì”.

Sulla Lazio di Inzaghi: “Io credo che Simone abbia fatto un lavoro impressionante, è riuscito a convincere i giocatori a giocare in ruoli che prima non avevano provato, tipo Felipe Anderson. Io credo che la Lazio abbia anche un gran gioco e calciatori forti, molto forti. Poi Keita, perché Keita ha delle qualità rarissime. Ha un tesoretto in casa, la mia Lazio”.

Ag. Paletta: “Non so se resta al Milan”

Martin Guastadisegno, agente di Paletta, ha parlato così del proprio assistito e del futuro al Milan:

“Fin qui ha disputato 30 partite. Molto bene nella prima parte, più altalenante nella seconda come il resto della squadra. Se resterà? Questo non lo so – ha ammesso il procuratore di Paletta a tuttomercatoweb.com – non mi sono ancora confrontato sulla questione con la nuova società. Si sono insediati da quattro settimane e, probabilmente, avranno altre priorità. Ma non abbiamo fretta.

C’è bisogno di chiarezza, su questo non c’è dubbio. Nel momento in cui ci confronteremo, la nostra volontà sarà quella di capire se la società vorrà ancora puntare su un difensore che, per rendimento, negli ultimi anni ha dimostrato di essere tra i migliori della Serie A. Se si vorrà andare avanti insieme bene, altrimenti ci guarderemo intorno”.

Cassano: “Montella merita 10, il Milan è una squadra di scappati di casa”

Antonio Cassano, ex calciatore del Milan, ha parlato di attualità rossonera e dell’altro ex milanista Balotelli:

Il Milan di quest’anno? Montella è da dieci, sta facendo un lavoro eccezionale con una squadra di scappati di casa, ai miei tempi non sarebbero entrati nemmeno nemmeno a Milanello. Ora sono sesti in classifica e hanno pure vinto una Supercoppa italiana. Lo staff medico mi aiutò tanto quando ho visto la morte con gli occhi, da quel momento sono cambiato, poi nacque anche mio figlio.

Balotelli dice che gli amici nel calcio non esistono? Se lui si è offeso è un problema suo – ha dichiarato Cassano a Tiki Taka – io dico quello che penso. Resta un grande giocatore, oltre che un bravo ragazzo”.

Montella: “L’Europa è fondamentale. Futuro? Al Milan sono felice. Su Monto e Romagnoli…”

L’allenatore del Milan, Vincenzo Montella, ha parlato ai giornalisti nella consueta conferenza stampa di vigilia a Milanello. Di seguito le parole più importanti rilasciate dal mister verso Atalanta-Milan.

Su Atalanta-Milan: “Arrivare in Europa è fondamentale, abbiamo le possibilità di qualificarsi. Siamo concentrati sull’Atalanta, che è una squadra che è maturata tanto in questa stagione. Sono molto stimolato, domani sarà come una finale. L’Europa League ti può dare tante opportunità. E’ una competizione che nella seconda parte diventa molto interessante. Giocare una finale è sempre una grande aspirazione per un giocatore”.

Sugli ultimi risultati negativi: “È stata una settimana di presa di coscienza. Abbiamo cercato di prepararci alla gara di domani contro una squadra in forma. Dobbiamo farci trovare pronti. Abbiamo lavorato soprattutto sulla testa dei ragazzi, serve maggiore spensieratezza. La gara di deciderà sui duelli individuali”.

Su Montolivo: “Sta molto bene sia fisicamente che mentalmente. Non so se ha i 90 minuti nelle gambe e nella testa, ma si sta avvicinando alla condizione ottimale”.

Su Romagnoli: “Non sta benissimo, sta provando a stringere i denti, valuteremo domani, non posso dire altro per questioni di privacy del giocatore”.

Su Bacca o Lapadula: “Non ho ancora deciso, ma Bacca lo vedo molto arrabbiato…”.

Su Zeman, che oggi compie 70 anni: “Ha segnato un’epoca sia per i giocatori che per gli allenatori. Gli faccio i miei migliori auguri”.

Sulla gara di andata: “Alla fine mi ero lamentato forse un po’ troppo perchè era stata una gara troppo spezzettata e quindi me ne scuso. Dobbiamo resettare la testa, per vincere le partita saranno fondamentali i duelli individuali, quindi servirà una grande condizione fisica”.

Sul futuro: “Io sono felicissimo di allenare il Milan, sono in un club glorioso e sento la totale fiducia della società, che si è esposta anche con la stampa. Ci sentiamo tutti i giorni e stiamo programmando il futuro, la Roma ad oggi non è una possibilità”.

Sull’addio di Galliani: “È stata una serata molto toccante, mi è apparsa ancora più evidente la grandezza di questo club”.

Vangioni: “Atalanta-Milan è come un finale”

Il terzino del Milan, Leonel Vangioni, ha parlato della sfida di sabato tra i rossoneri e l’Atalanta:

“La squadra si sta allenando bene per sabato: una partita difficile, ma dobbiamo fare tre punti perché è importante per il nostro obiettivo. L’Atalanta gioca bene, corre tanto, non dobbiamo essere intelligenti e fare insieme una gran partita, molto tattica. Ci stiamo allenando nei dettagli per arrivare bene a sabato. Manca poco alla fine del campionato, sabato è come una finale e dovremo stare concentrati al 100%.

Quest’anno ho giocato abbastanza, mi sento bene, mi alleno sempre per stare a disposizione del mister. E’ importante partecipare a una competizione bella come l’Europa League e stiamo lavorando per quello: c’è ancora l’opportunità, dobbiamo essere intelligenti, forti di testa e andare avanti.

Gomez? Il Papu è un giocatore importante, bravo e veloce: dovremo stare attenti e concentrati – ha concluso l’argentino a Milan TV – è uno che fa la differenza”.

Berlusconi: “Milan, mi mancherai. Perché i cinesi? Un italiano credibile non esiste”

L’ex presidente del Milan, Silvio Berlusconi, è tornato sulla cessione del club rossonero ai cinesi:

“Chi non vota è rassegnato. La stessa rassegnazione che porta i nostri migliori giovani a cercare un avvenire all’estero, la stessa rassegnazione che porta molti imprenditori a chiudere o che li costringe a vendere agli stranieri, quando devono cedere un’attività, perché non esiste più un acquirente italiano credibile.

È successo anche a me, con il Milan. Il mio Milan mi mancherà enormemente, ma ora che i soldi del petrolio hanno cambiato il calcio, nessuna famiglia per quanto benestante ha più la forza economica per mantenere una squadra ai livelli che il Milan merita – ha ragionato il Cavaliere sulle colonne di Panorama -. Rimarrò il primo tifoso del Milan, pronto ogni domenica a gioire e a soffrire, come facevo da bambino quando mio padre mi portava allo stadio”.

Dzeko: “Shevchenko il mio idolo, era speciale”

L’attaccante della Roma e della Bosnia, Edin Dzeko, ha parlato della propria ammirazione giovanile (e non solo) per Shevchenko e della sua bella prestazione in campionato contro il Milan:

Sheva era speciale, era il mio idolo, volevo sempre vederlo e conoscerlo. Ricordo quando giocammo col Milan in Coppa UEFA col Wolfsburg a San Siro e gli chiesi la maglia: probabilmente è la maglia più preziosa. La mia doppietta a San Siro? È uno dei migliori stadi, il Milan uno dei migliori club del mondo. È stato bello andare lì, vincere la partita e segnare due bei gol. Sono stato felice per me e per i miei compagni, mio padre era lì”.

Mancini: “Milan? Al momento non c’è assolutamente niente”

Accostato di recente alla panchina del Milan, Roberto Mancini ha commentato così l’ipotesi di vestirsi di rossonero:

“Non voglio parlare perché si parla di niente. In questi mesi è il classico scrivere tantissime cose, poi alla fine qualche volta si azzecca perché si scrive di tutto. Per me al momento non c’è assolutamente niente – ha dichiarato il Mancio a fcinter1908.it – con Fassone è un po’ che non parlo. Finché non sono cose reali è inutile andare dietro a questi falsi scoop che non esistono”.

Tacchinardi: “A Manchester eravamo più forti del Milan, ma quel giallo a Nedved…”

La Juventus ha staccato il pass per la finale di Champions League e la mente è tornata a un atto finale della coppa del passato: Manchester 2003, in cui i bianconeri furono sconfitti ai rigori dal Milan. Alessio Tacchinardi, ex centrocampista della Juve, ricorda così quella finale: “Eravamo superiori al Milan – ha dichiarato a Premium Sportma l’ammonizione di Nedved e la sua assenza in finale ha inciso. E alla fine abbiamo perso ai rigori”.

Galliani: “Nemmeno un euro di liquidazione dal Milan”

Nessuna buonuscita milionaria per Adriano Galliani. L’ex a.d. del Milan, dirigente rossonero nel corso di tutta l’epopea di Silvio Berlusconi, ha smentito categoricamente di aver percepito i 30 milioni che si vociferano nell’ambiente:

“Non è vero. Non ho preso un euro di liquidazione dopo il 14 aprile scorso. Il mio – riporta il blog di Carlo Festa de Il Sole 24 ORE – non era un incarico con un contratto classico, ma nato in virtù del rapporto storico instauratosi con Silvio Berlusconi ben prima dell’ingresso nel Milan”.

Weah fa outing: “Tifo Juve da sempre, avrei tanto desiderato giocarci”

George Weah esce allo scoperto e rivela la propria fede bianconera. L’ex attaccante del Milan ha confessato di tifare per la Juventus:

E’ la mia squadra del cuore fin da bambino. In Liberia giocavo con la maglia bianconera: vedere Platini alla tv mi ha fatto innamorare di questa squadra. Non avrei mai immaginato di incontrarlo dal vivo: quando lo incontrai per la prima volta non smettevo di sorridere. Ho la Juve nel sangue – ha proseguito Weah all’Equipe – ma non ho mai avuto la possibilità di giocare in bianconero: lo desideravo tanto, ma non è stato possibile. Dopo il Monaco, se avessi potuto scegliere tra PSG e Juventus sarei andato dai bianconeri“.

Montella: “Siamo in difficoltà, ma c’è voglia di rivalsa. Berlusconi…”

Nutro grande rispetto per Berlusconi. Per me rimane sempre il presidente, anche se non è più il proprietario del club proprio per quanto ha fatto nel calcio e nel Milan. Il suo pensiero lo conosco perfettamente ed è quello che aveva quando eravamo secondi nella prima parte del campionato”. Così Vincenzo Montella, a margine della premiazione al Trofeo Dossena di Crema, risponde a Berlusconi che nel pomeriggio aveva auspicato un “cambio tattico” per centrare un posto in Europa.

Siamo in difficoltà rispetto all’inizio – ammette Montella -, ma c’è sempre grande spirito e impegno da parte di tutti. La delusione c’è perché potevamo fare qualcosa in più nelle ultime partite. Dobbiamo concentrare le forze, che sono tante, verso il nostro target che è l’Europa. Ho voglia di rivalsa e dovrò essere bravo a trasmetterla ai giocatori”.

Fonte: ansa.it

Ausilio: “Io al Milan? Mai”

Mai al Milan. Piero Ausilio, d.s. dell’Inter, ha escluso di poter passare sull’altra sponda del Naviglio, come invece è accaduto di recente con due ex nerazzurri come Fassone e Mirabelli:

“Se il Milan ha pensato a me? Non mi risulta, ma avrei sicuramente risposto di no: dopo 30 anni di Inter, non andrei mai al Milan”.