Cagliari-Milan 1-1, le pagelle: Calha spuntato, Kessie ovunque
Si è giocata Cagliari-Milan, quarta giornata di campionato
Le pagelle di Cagliari-Milan, quarta giornata di Serie A 2018/2019.
G. Donnarumma: 5,5
Mediamente attento, bene sul tiro di Pavoletti e in un paio di uscite. Peccato per il gol di Joao Pedro.
Calabria: 5,5
Troppo impreciso nell’ultimo passaggio, getta alle ortiche – e a Cragno – una marea di cross.
Musacchio: 6
Riesce a non sfigurare contro un osso duro come Pavoletti, risultando tra i migliori in campo.
Romagnoli: 6-
Si perde Pavoletti dopo pochi minuti, incertezza che purtroppo risulterà fatale nell’economia del match.
Rodriguez: 6
Molto presente nel primo tempo, perde sempre più terreno col passare dei minuti.
dall’85’ Laxalt: s.v.
Entra troppo tardi.
Kessie: 7
Gioca praticamente a tutto campo, lotta su ogni pallone e ingaggia un duello d’altri tempi con Barella. Suo il break che porta al pareggio rossonero.
Biglia: 5,5
Molto imballato, vive momenti di puro terrore nel minuti di massimo splendore del Cagliari. Con l’abbassarsi del ritmo riesce a tornare sui suoi livelli.
Bonaventura: 5
Ha sulla coscienza almeno un paio di occasioni, e in generale gioca una gara sottotono. Esce dopo poco più di un’ora.
dal 66′ Bakayoko: 5
Il suo ingresso porta gran confusione, in una situazione – e in un reparto – che viceversa necessita di gente che sappia quel che fa. Non si siamo (ancora?).
Suso: 5,5
Come Bonaventura, per buona parte della gara sbaglia quasi tutto. Meglio nella ripresa, chiude la gara con un ottimo tiro che Cragno devia in corner.
Higuain: 7
La butta dentro alla sua maniera al primo – mezzo – pallone giocabile, rischia la doppietta in altre due occasioni nonostante la penuria di rifornimenti.
Calhanoglu: 5
Altra delusione di serata, non riesce a garantire la solita dose di giocate davanti. Spuntato.
dal 73′ Castillejo: 6
Dovrebbe entrare per accendere il finale, missione riuscita a metà.
Gattuso: 6
L’inizio terribile dei sardi spaventa una squadra ancora fragile, bene la reazione ma da alcuni elementi ci si aspetta decisamente di più. E poi c’è Higuain: vedere il Pipita pascolare sbattersi alla disperata ricerca di un pallone fa male al cuore, soprattutto visto cosa è in grado di fare quando viene servito – anche non bene. C’è tanto da lavorare.