Donnarumma ora fa l’esame: prima a Raiola e poi a scuola
Gigio aspetta il vertice col manager. E in giugno il diploma Milan pronto a tutto per lui. In casa c’è già l’erede: Plizzari
Gli esami (dei famosi) non finiscono mai. È il caso classico di Gigio Donnarumma, 18 anni appena compiuti a febbraio.
I prossimi due, a ben riflettere, forse sono ancora più importanti e decisivi del suo esordio in Nazionale e della sua prima stagione vissuta da titolare conclusa con un voto da lode piena nonostante lo sfondone di Pescara. Il bambino-portiere-prodigio è atteso a metà giugno in quel di Vigevano per guadagnare il diploma da ragioniere dopo una vita vissuta nel collegio rossonero a studiare da fenomeno e a spendere qualche ora a studiare matematica. Sembra uno sbocco scontato per un ragazzone di 18 anni e invece testimonia l’interesse, suo e della famiglia, a immaginare un futuro che non faccia soltanto rima con calcio. Il secondo esame che tutto il mondo Milan attende con ansia è riferito al contratto, in scadenza nel giugno del 2018, quindi tra poco più di un anno.
Sulla materia le posizioni, simili a una partita di poker, sono note da tempo. Raiola, il suo ricco e potente agente, dopo aver spalmato l’arrivo dei nuovi azionisti con qualche frase non proprio carina («i cinesi dell’Inter sono ricchi, quelli del Milan fanno solo figure di m…») ha fatto sapere che prima di sedersi comodo al tavolo di una trattativa vuole vedere quali programmi abbia il nuovo Milan. Anche lui, in compagnia di molti scettici, dev’essere rimasto spiazzato dalla partenza di Fassone e Mirabelli: acquistati Musacchio, Rodriguez e Kessiè, trattati Keita e Biglia, fari puntati su Morata e magari anche su Belotti. Nuova dirigenza a tutto campo: da ieri Gattuso è il nuovo allenatore della Primavera.
La società ha fatto sapere a Raiola e alla famiglia di Donnarumma che è sua intenzione puntare sul portiere con una proposta economica molto onerosa (3 milioni netti l’anno contro gli attuali 250 mila, dieci volte tanto insomma) e l’aggiunta (non condivisa da Montella) della fascia di capitano. Sempre Montella, lunedì sera, incalzato a Tiki taka, ha chiamato il suo portiere a fare un passo avanti. «Adesso tocca a lui parlare, è diventato maggiorenne e deve dire cosa vuol fare in futuro», la frase del tecnico. Che non è stata ancora raccolta dall’interessato. Perché la strategia di Raiola e della famiglia è quella di sottrarre Gigio a un ruolo in prima linea. Già a Torino, dopo il polemico finale con la Juve, baciò la maglia e disse, rivolto alla curva bianconera «sempre con loro succede».
Dicono i suoi intimi: Donnarumma non è un juke-box, a tempo debito lo farà e non pubblicamente ma nel colloquio preliminare con Raiola prima dell’incontro con il Milan. Come per dire: non esiterà a esprimere il proprio parere favorevole a restare a Milanello almeno per due-tre anni. Il vertice, a sentire certe voci, non è così lontano. Perciò la suggestione che Donnarumma possa essere subito ceduto avendo ammiratori dichiarati (Guardiola del Manchester City) e non (Real Madrid e Juventus) è e rimane una suggestione. Suggestione resa credibile dal fatto che alle spalle di Donnarumma si allena, studia da Gigio e promette prodezze Alessandro Plizzari, 17 anni, già eletto a terzo portiere. E Donnarumma alla Juve? Il passaggio è bloccato da Buffon che è restio a mollare la porta mentre Fassone e Mirabelli sono disposti a rischiare la partenza del loro gioiello a zero pur di non passare alla storia come i dirigenti che han ceduto il portiere dei prossimi 20 anni.
Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale“