Ibrahimovic – Milanismo

Taggato: Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic.

Milan, si studia il clamoroso ritorno di Ibrahimovic

A Casa Milan si lavora per affiancare un altro centravanti a Higuain e Cutrone: Leo e Maldini lavorano per Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic torna al Milan. Una suggestione a dir poco clamorosa, rilanciata dal Corriere della Sera proprio stamane, giorno del 37° compleanno dello svedese. A Casa Milan si starebbe segretamente studiando il bis del campione di Malmo in vista del prossimo mercato di gennaio, quando Gattuso potrebbe chiedere alla società un rinforzo in attacco. Higuain e Cutrone assicurano i gol, ma le ultime settimane hanno certificato che due soli centravanti di ruolo sono pochi: ecco che nasce l’ipotesi Z.

La pista è tutt’altro che semplice, ma Leonardo e Maldini stanno provando a capirne la fattibilità. Ibrahimovic è legato ai Los Angeles Galaxy sino al dicembre 2019, ma sarebbe pronto a chiudere in anticipo il legame coi californiani per intraprendere l’avventura del ritorno in rossonero. D’altronde non è un mistero che Zlatan si sia trovato benissimo al Milan e che se ne sia andato a malincuore, ceduto nella nefasta estate del 2012 per meri motivi economici. I sondaggi sono già iniziati: per Ibra – informa il quotidiano meneghino – sarebbe pronto un contratto di sei mesi, da gennaio a giugno 2019, per riportare il Milan in Champions e poi ridirsi addio.

Mancano ancora tre mesi pieni di partite ed impegni prima del prossimo calciomercato, ma l’idea Ibrahimovic è tutt’altro che assurda. Il Diavolo ha la necessità di rimpolpare la batteria delle punte per evitare le emergenze totali viste con Empoli e Sassuolo e lo svedese si sente ancora un calciatore di alto livello, voglioso di giocare altri due anni in un top club come il Milan prima di chiudere la carriera in patria al Malmo. Senza dimenticare il parere fondamentale della famiglia e in particolare della moglie Helena, entusiasta di un possibile ritorno a Milano.

Zlatan Ibrahimovic con la divisa della Svezia in Nazionale

Ibrahimovic presenta Italia-Svezia: “Sarà difficile per entrambe. Quel biscotto del 2004…”

Zlatan Ibrahimovic presenta Italia-Svezia. È tempo di playoff Mondiali e Sky Sport ha voluto intervistare un opinionista d’eccezione come il gigante di Malmo, anello di congiunzione perfetto tra i due mondi che si giocheranno un posto al Mondiale di Russia: perché leggenda del calcio svedese, ma ovviamente anche perché con un passato glorioso in Italia tra le fila di Juventus, Inter e Milan, dove in due anni ha vinto uno Scudetto e una Supercoppa italiana.

Il primo pensiero dopo il playoff: Ibrahimovic presenta Italia-Svezia: “Il mio primo pensiero è stato che quelle tra Svezia e Italia saranno due belle partite. Difficili per entrambe le squadre, che ovviamente hanno una grande voglia di andare al Mondiale. La Svezia farà di tutto per passare, l’Italia uguale, ma la cosa più importante è che saranno due grandi partite, due finali praticamente. Non sarà facile per nessuno, vedremo cosa succede”.

Su cosa aspettarsi da una Svezia senza Ibrahimovic: “Ora che non sono più in Nazionale secondo me la Svezia gioca con molta meno pressione. La gente ora si aspetta meno, quando c’ero invece io tutti si aspettavano che potessimo vincere il Mondiale o l’Europeo. Questa è l’impressione che ho, anche dalle cose che sento dire da fuori, dai media, dagli addetti ai tifosi. Le reazioni, ora che non ci sono io, sono nettamente diverse. Per questo giocheranno senza pressione, senza nulla da perdere”.

Sulle parole di Florenzi secondo cui è più facile giocare contro una Nazionale senza Ibrahimovic: “Se devo ascoltare il mio ego devo risponderti che ovviamente con me in campo la Svezia sarebbe più forte. Ma questa squadra finora anche senza di me ha fatto un gran lavoro, conquistando un secondo posto in un girone complicato e ottenendo la possibilità di giocare questo playoff”.

Scatta l’ora dei playoff per Russia 2018: Ibrahimovic presenta Italia-Svezia

Se esiste un nuovo Zlatan nella Svezia: “Non so, ma credo sia difficile. La forza di questa Nazionale in ogni caso è il gruppo, il collettivo e come ti ho detto la possibilità di giocare con meno pressione, proprio perché io non ci sono più. Ora tutti hanno la possibilità di farsi vedere, ci sono nuovo giocatori e abbiamo cominciato un nuovo ciclo. Dobbiamo guardare avanti”.

Se esiste un “Ibrahimovic” nell’Italia: “Secondo me l’Ibrahimovic dell’Italia, il giocatore che dobbiamo temere di più, è Marco Verratti, senza dubbio il giocatore più forte dell’Italia. Però va usato al meglio, nel modo in cui possa rendere non al 100% ma al 200%. Ha un talento eccezionale, al PSG l’ho visto crescere tantissimo e diventare uno dei giocatori più forti al mondo”.

Zlatan Ibrahimovic e Marco Verratti insieme ai tempi del PSG

Sul modo giusto di usare Verratti: “Schierarlo nel ruolo nel quale gioca nel PSG, in mezzo al campo, al centro della manovra della squadra”.

Sul famoso “biscotto” Svezia-Danimarca a EURO 2004: “La verità è che ci siamo giocati la partita a viso aperto ed è uscito un 2-2. Non è stata una partita combinata prima, anche perché non avrei potuto permettere una cosa del genere: è assolutamente contro i miei principi, chi mi conosce lo sa. Poi è ovvio che dopo la partita ci sono state tante parole, ma appunto restano tali, scuse o alibi per giustificare un’eliminazione”.

Il gol di tacco di Zlatan Ibrahimovic durante Italia-Svezia 1-1 a EURO 2004

Su un possibile ritorno in Nazionale in caso di qualificazione ai Mondiali:Adesso sto pensando solo a tornare il prima possibile in campo, non alla Svezia o al Mondiale. La mia storia con la Nazionale è finita, potevo fare qualcosa di più, forse anche di meno, ma il mio tempo con la Svezia è terminato. In ogni caso sarebbe molto bello vedere la Svezia ai Mondiali”.

Abbiati: “Bonucci capitano? Ha il carisma e la personalità giusti. Ibrahimovic…”

Il club manager rossonero, Christian Abbiati, ha parlato a pochi minuti dal fischio d’inizio di Milan-Betis:

La fascia del Milan pesa, essere il capitano qui pesa molto, ma Leo ha la personalità e il carisma giusto. La nuova società ha deciso che il nuovo capitano dovesse essere un nuovo acquisto e così è.

Milan-Betis è un’amichevole importante per far mettere minuti nelle gambe chi ha giocato meno contro un’ottima squadra, anche se ha giocato ieri un’amichevole, ma è un test importante in vista della partita dei playoff di Europa League.

Ibrahimovic? Non so se possa tornare o meno, non me ne occupo, ma sono ben voluti i campioni: se la società deciderà di prendere altri campioni per migliorare la rosa, ben vengano”.

Borini: “Suso mi ha sorpreso. Segnare all’Inter? Non è un sogno, l’ho già fatto…”

L’attaccante del Milan, Fabio Borini, ha parlato ai microfoni di Premium Sport HD.

Sulle prime settimane rossonere: “Ho buone sensazioni, mi sto trovando bene e mi diverto. L’adattamento al ritmo dell’allenamento sta arrivando: si lavora molto, soprattutto dal punto di vista mentale coi ritiri che in Inghilterra non esistono. Lavoro duro come ho sempre fatto in Inghilterra e alla Roma: sono partito come ultima ruota del carro e poi le ho giocate quasi tutte, la concorrenza è un stimolo e motivo di miglioramento”.

Sul debutto a San Siro: “Mi ha dato buone impressioni, vederlo con 70 mila persone dopo tanto tempo vuol dire tanto e per i tifosi essere presenti ad agosto è importante”.

Sui compagni coi quali si sta trovando meglio: “Sto legando con Hakan, Ricardo e André Silva, conoscendo più lingue faccio un po’ da traduttore. Mi ha sorpreso Suso: lo conoscevo da Liverpool ed è maturato parecchio nel gioco, può fare la differenza e vedo che si trova a suo agio al Milan”.

Su Ibrahimovic: “È un grande campione, a chi non piacerebbe averlo. Si aggiungerebbe alla lista dei campioni con cui ho giocato”.

Su un possibile gol nel derby: “Si può fare, non è un sogno, è un qualcosa di fattibile e di già fatto (con la maglia della Roma, ndr)”.

Il direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli

Mirabelli: “Ora parola al campo. Mercato? Sappiamo cosa fare. Ibrahimovic…”

Il direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, ha rilasciato un’intervista esclusiva a La Domenica Sportiva. Di seguito le sue dichiarazioni più importanti.

Le sensazioni sul nuovo Milan: “Abbiamo acceso l’entusiasmo e vogliamo far sì che non venga meno nei prossimi mesi: dobbiamo darci da fare. Abbiamo fatto una squadra nuova, Montella non ha potuto ancora fare un allenamento con tutti, quindi ora dobbiamo costruirla bene sul campo, dopo averla fatta bene sulla carta. Ora la parola passa al campo”.

Sul closing: “È stata lungo ed estenuante. È stato un closing lunghissimo, forse il più lungo della storia di un club, peraltro importante come il Milan. Ma non ci siamo neanche accorti che sia iniziato perché abbiamo iniziato a lavorare a capofitto e ancora non ci siamo resi conto di dove siamo”.

Sulla squadra: “Spero che questo mercato finisca al più presto, perché ad oggi ogni giorno i giornalisti chiedono continuamente notizie sul Milan, ma bisogna fermarsi. Abbiamo preso giovani forti, per aprire un ciclo importante, poi con Bonucci e Biglia sono chiocce che servono agli altri otto acquisti: è importante avere una guida”.

Su Biglia: “È un giocatore che in quel reparto ci dà le caratteristiche e il carisma che serve al nostro nuovo Milan”.

Su Bonucci: “Non è un colpo programmato come Biglia e gli altri, ma un’occasione da cogliere al volo. Parlavo con Lucci per altri giocatori e lui mi continuava a fare la battuta con Bonucci. I primi giorni neanche lo dissi a Fassone, poi parlai col ragazzo, il quale voleva indossare la maglia del Milan: la cosa si è fatta seria e velocissimamente l’abbiamo chiusa”.

Su altri colpi da qui a fine agosto: “Noi sappiamo quello che dobbiamo fare, siamo attenti sul fatto che dovremo fare qualcosa lì davanti. Il mercato degli attaccanti ancora non si è mosso”.

Su possibili ritorni: “Guarderemo a qualcosa di nuovo, nella vita non si sa mai che qualche vecchia conoscenza o ex giocatore possa tornare, ma non è questo il caso e non alludo a Ibrahimovic. Siamo con i piedi per terra e valutiamo le cose che dobbiamo fare e penso che lo faremo dopo Ferragosto”.

Su Raiola: “Ci siamo scontrati su alcune cose, ma rimane la possibilità di affrontare altri argomenti. È uno dei più potenti manager che ci sono, forse un giorno ci siederemo per qualcos’altro, anche se sappiamo quanto è dura trattare con lui. E lui sa quanto è dura trattare con noi”.

L'amministratore delegato del Milan, Marco Fassone

Fassone: “Falcao o Ibrahimovic? Non smentisco”

Il Milan vince e convince, i nuovi incantano per qualità e personalità, San Siro torna a vibrare come negli anni d’oro. Ma all’estate rossonera 2017, praticamente perfetta, manca ancora la ciliegina: l’arrivo di un bomber di respiro internazionale che renda la squadra definitivamente competitiva per le prime piazze del campionato.

Dopo settimane frenetiche, però, Fassone e Mirabelli si sono fermati: un momento di riflessione sul mercato necessario per prendere la miglior decisione possibile. Con Morata sfumato da tempo e Belotti ultra blindato dal Toro, i nomi più caldi per il Milan sono quelli di Kalinic e Aubameyang, con Diego Costa più una suggestione che altro. Ma occhio alle possibili sorprese.

“L’attaccante? Non vogliamo sbagliare il colpo che abbiamo in canna – ha dichiarato Fassone nel post Milan-Craiova -. Fino ad ora non ho mai detto di no a nessun nome che è stato fatto, non dico di no neanche a Falcao e Ibrahimovic ma tra i sei o sette nomi che sono stati fatti ci sono alcuni a cui siamo più vicini mentalmente e altri a cui siamo più lontani. Certo è che sono tutti buoni giocatori. Quanti soldi abbiamo ancora a disposizione? Non so dirlo precisamente, perché sto facendo ancora i conti…”.

Ibrahimovic si propone al Milan: tornerebbe in campo a ottobre

Zlatan Ibrahimovic si è proposto al Milan: lo svedese chiede uno stipendio da 7 milioni a stagione ed ha assicurato che sarà pronto fisicamente (dopo l’infortunio al legamento del ginocchio destro) a ottobre. I rossoneri ci pensano, potrebbero tentare il doppio colpo Ibra-Kalinic, ma sull’ex United prenderà una decisione dopo il 15 agosto.

Fonte: Premium Sport HD

Perché il Milan dovrebbe prendere Ibrahimovic

E se Ibrahimovic tornasse in Italia? L’edizione odierna del Corriere dello Sport lancia l’idea per rivedere nel nostro campionato il fuoriclasse svedese: l’ormai ex United è attualmente out per un brutto infortunio al ginocchio, ma è desideroso come non mai di recuperare e di tornare in campo. Zlatan, d’altronde, farebbe ancora gola a tutte le più importanti squadre del Belpaese.

Tra i vari club di Serie A vagliati per un ritorno di Ibrahimovic naturalmente c’è anche il Milan: “Si sa che sta provvedendo a rivoluzionare la propria rosa – si legge sull’edizione online del CorSport e in quest’ambito trova posto la ricerca di un uomo da tanti gol (Belotti, Kalinic). Ibrahimovic a differenza di questi è a costo zero e nelle mani di Montella non risulterebbe di sicuro meno efficace, a dispetto dell’età.

Niente USA o Cina: Ibrahimovic aspetta un segnale dal Milan

Zlatan Ibrahimovic aspetta un segnale dal Milan, il Milan aspetta un segnale da Zlatan Ibrahimovic. Un ostacolo a questa possibilità di un clamoroso ritorno a Milano potrebbe certamente essere Mino Raiola, agente dello svedese e di Gianluigi Donnarumma, viste le difficoltà per il prolungamento del contratto del giovane portiere, ma lor signori sono uomini di mondo come scriveva Alessandro Manzoni. Quindi nel caso di comunanza di intenti i problemi e le incomprensioni potrebbero essere certamente superati.

Ogni anno si parla di un interessamento del calcio statunitense per il campione di Malmoe ma Zlatan vuole rimanere in Europa, perciò niente Usa, Cina o paesi arabi. Anche per questioni familiari. Ecco, la famiglia è stata ed è un elemento determinante per le sue scelte e Milano è la città preferita dalla signora Helena ma c’è di più perché Ibra ha già rivelato che il club che più ha amato è sempre stato il Milan e il suo sogno sarebbe quello di diventare dirigente a fine carriera proprio nel Milan.

Un desiderio che potrebbe trovare in sintonia i dirigenti rossoneri che potrebbero esaudire il sogno dello svedese oggi senza squadra, proprio perché nel futuro progetto una figura così carismatica fuori e dentro il campo sarebbe importante a livello di spogliatoio. Questo il futuro lontano ma avere in rosa nella prossima stagione un giocatore anche se a rischio, vista la gravità dell’infortunio, come completamento del reparto offensivo centrale, già composto da André Silva, magari Kalinic e ancora Lapadula, aiuterebbe certo Montella, impegnato in tre manifestazioni. I tifosi non vedono l’ora di rivedere Ibra a Milano: il loro hashtag #IbrahimovicMilan è diventato presto un trend topic, uno dei temi caldi dell estate rossonera.

Fonte: di Carlo Pellegatti per “Premium Sport HD

I tifosi sognano: Ibrahimovic al Milan

L’addio ufficiale di Ibrahimovic al Man United ha scatenato i tifosi rossoneri. Sono in tanti, tra i vari social, a sperare nel ritorno a parametro zero del fuoriclasse svedese, tanto che l‘hashtag #IbrahimovicMilan sta spopolando sempre di più. Ma è molto difficile che Zlatan torni al Milan: lo svedese – fa sapere Tuttosport – preferisce altre destinazioni, ma soprattutto sono glaciali i rapporti tra la società e Mino Raiola.

Ufficiale: Zlatan Ibrahimovic lascia il Manchester United

La notizia era nell’aria, ora è ufficiale: Ibrahimovic lascia il Manchester United. La Premier League infatti ha pubblicato sul proprio sito la lista dei giocatori confermati dai club per la prossima stagione, e in quella dei Red Devils non figura l’attaccante svedese.

Finisce quindi dopo solo una stagione l’avventura mancuniana per l’ex rossonero: il suo contratto – in scadenza il 30 giugno 2017 – prevedeva una clausola di rinnovo annuale esercitabile dal club, ma José Mourinho e soci hanno deciso non di esercitarla.

Zlatan, ancora alle prese con il recupero dal grave infortunio al ginocchio, sarà quindi libero di accasarsi in una nuova squadra a parametro zero.

Fonte: Premier League

Raiola: “Gigio come Maradona. Al Milan l’ho portato io: se volessimo partire…”

Mino Raiola, potente procuratore sportivo, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del Corriere dello Sport. Di seguito le dichiarazioni più importanti rese dall’agente, tra gli altri, di Gigio Donnarumma.

Su Donnarumma: “Gigio è il Maradona dei portieri. Può solo crescere e bisogna lasciarlo crescere in pace. Non è uno schiavo né tantomeno un robot. Futuro? Ci sono 11 top club interessati a lui. Il contratto di Donnarumma scadrà il 30 giugno 2018, e non ho mai detto a Fassone e a Mirabelli: “O firmiamo adesso o non firmiamo più”. Se avessimo voluto partire e andare altrove, l’avremmo già fatto. Capisco lo stress e le aspettative dei tifosi del Milan, Gigio è già un simbolo del club e, per la nuova proprietà, sarebbe l’ideale chiudere la trattativa del rinnovo oggi. Anzi, ieri. Ma la nuova dirigenza si è insediata poco più di un mese fa. Lasciamoli lavorare in pace. Mi assumo tutte le responsabilità sulla scelta definitiva che faremo. C’è possibilità che Donnarumma firmi ancora per il Milan? La risposta è: sì. La stessa sulla possibilità che Gigio lasci il Milan”.

Su Montella: “Ha detto che i procuratori devono chiamarlo di meno? Non ho il suo numero di telefono: io non faccio l’allenatore e lui non fa il procuratore – continua Raiola – Può dare consigli a Gigio perché gli vuol bene, ma preferisco gli dia consigli su come non prendere gol. Gli altri glieli do io. Non dimentichi che Gigio al Milan l’ho portato io, soffiandolo all’Inter. Non faccio il tassista dei giocatori che seguo: i miei giocatori, prima di tutto, sono amici e devono essere felici grazie al mio lavoro. Stiamo parlando di un fenomeno di 18 anni chiamato già a prendere una decisione fondamentale per la sua vita, ponderata e che certamente non dipenderà solo dall’ingaggio. Qualcuno crede possa essere questo il problema, con undici squadre che bussano alla porta? Dicono che Gigio debba essere riconoscente al Milan, vero, ma anche il Milan debba essere riconoscente a Donnarumma. E a Mihajlovic. Prima di lanciarlo, ha concesso a Diego Lopez ogni opportunità per difendere la maglia titolare. A 16 anni però Gigio era già bravo, e quando Sinisa a Milanello mi ha detto: ‘Mino, domenica faccio giocare il Bambino’, gli ho detto che avrebbe fatto bene”.

Su Conte: “Tre anni fa volevo portare Conte al Milan: ci fossi riuscito, oggi i rossoneri sarebbero campioni d’Italia. Ammiro l’estremismo professionale di Antonio: ha una voglia smisurata di vincere e non mi stupisce ciò che ha fatto al Chelsea”.

Su Ibrahimovic: “Zlatan tornerà certamente a giocare, vedremo dove. Lui è davvero il più grande di tutti, e non è l’arrogante e presuntuoso che amano descrivere. E’ un duro, ma onesto e leale. E’ un leader che rispetta tutti, ma esige il massimo impegno”. E sul passaggio dello svedese dalla Juventus all’Inter… “Non è vero che Ibra fu ceduto dalla Juve all’Inter a causa di Calciopoli, nell’estate del 2006. L’accordo con l’Inter venne raggiunto sei mesi prima. L’antefatto? Due novembre 2005, Champions League, Juve-Bayern 2-1, Ibra espulso all’89’ per doppia ammonizione. Moggi va su tutte le furie. E nello spogliatoio esplode con me: ‘Dì a Ibrahimovic che il prolungamento del contratto può anche ficcarselo nel c…’. Ti lascio immaginare la reazione di Zlatan. Fosse stato venduto a gennaio, l’Inter l‘avrebbe pagato 90 milioni di euro. Poi scoppiò Calciopoli e a Moratti costò 20 milioni”.

Sull’addio di Ibra al Milan: “Se fosse dipeso da Ibra, non se ne sarebbe mai andato dal Milan. Tanto che una sera Galliani invita me e lui a cena, a casa sua. Adriano chiede a Zlatan: ‘Vuoi andare via?’. Zlatan risponde: ‘No, capo’. Adriano taglia corto: ‘Allora non ti venderò mai. Qui c’è anche il tuo procuratore, stappiamo una bottiglia di champagne. Mino perché tu non brindi?’. Sbotto in una risata: ‘Perché siete due cogl…’. Sapevo quali fossero le difficoltà di bilancio del Milan e quanto le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva ai francesi fossero indispensabili. L’ingaggio dello svedese gravava sui conti per 75 milioni di euro lordi: stante la situazione, venderlo era inevitabile. E la reazione di Zlatan è stata la seguente: per tre mesi non ha risposto alle mie telefonate, per diciotto mesi non ha più rivolto parola a Galliani. E il giorno della presentazione organizzata dal PSG, sono dovuto andare a prenderlo a Stoccolma con un aereo privato…”.

Ibrahimovic, chiusura di carriera al Milan?

Ibrahimovic potrebbe tornare al Milan e chiudere la propria carriera di calciatore in rossonero. Mino Raiola – svela stamane la Repubblica – pensa di riportare lo svedese alla corte del Diavolo tra un anno, quando avrà superato il brutto infortunio al ginocchio rimediato agli sgoccioli di questa stagione: Zlatan giocherebbe per ultimo nella squadra dove si è trovato meglio, cioè al Milan.

Ibrahimovic operato al ginocchio. Raiola: “Tornerà a giocare”

“Mollare non è un’opzione, solo io decido quando è ora di smettere”. Così scriveva su Instagram, Zlatan Ibrahimovic una settimana fa. Adesso arriva l’esito dell’operazione a confermare che il bomber svedese potrà continuare a giocare. L’attaccante del Manchester United è stato sottoposto “con successo” ad un intervento chirurgico ai legamenti del ginocchio destro infortunato lo scorso 20 aprile in una partita di Europa League contro l’Anderlecht. L’infortunio subito non lo costringerà a concludere la carriera, come si temeva, e il 35enne ex Juve, Inter e Milan potrà effettuare un “completo recupero”. Lo rende noto il suo agente, Mino Raiola. L’intervento è stato eseguito a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dal dottor Freddie Fu e dal dottor Volker Musahl, che seguiranno la riabilitazione dell’attaccante svedese.

“INTERVENTO RIUSCITO PERFETTAMENTE” — Questo il testo del comunicato diffuso da Raiola: “Zlatan Ibrahimovic è stato sottoposto nella giornata di oggi ad un intervento chirurgico al ginocchio che è riuscito perfettamente. Avrà un recupero completo e la sua carriera calcistica non è assolutamente a rischio dopo questo infortunio. Zlatan ha già cominciato la sua riabilitazione presso UPMC e rimarrà sotto la cura del Dr. Fu e del Dr. Musahl durante il suo recupero. Zlatan e il team medico non sono disponibili per le interviste in questo momento. Ulteriori aggiornamenti verranno dati successivamente”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Milan, cercasi bomber. Di Ibrahimovic l’unico exploit

La rinascita tecnica del Milan dovrà passare, necessariamente, dall’acquisto di un centravanti di grande caratura e che, soprattutto, possa garantire un gran numero di gol all’interno di una stagione. E’ questa la riflessione fatta stamane da Tuttosport: i numeri dei bomber milanisti, negli ultimi dieci anni, dicono che in una sola circostanza è stata superata quota 20 gol (Ibrahimovic, campionato 2011/2012): un traguardo che rappresenta al meglio l’incisività della punta su una squadra e sulla sua classifica finale. Il Diavolo dovrà dunque rilevare sul mercato un “9” di spessore: sarà questa una delle priorità di Fassone e Mirabelli.

Ibra, Milan nel futuro: vuole fare il dirigente

Il sogno di Zlatan Ibrahimovic? Diventare dirigente del Milan. Lo ha rivelato Carlo Pellegatti nel corso di Premium Sport News. L’attaccante svedese, al momento fermo per la rottura del crociato, non ha mai nascosto il suo amore per i colori rossoneri: lo stesso Adriano Galliani, del resto, rivelò che il giocatore non gli parlò a lungo dopo la cessione al PSG perché lui non avrebbe mai lasciato Milanello.

Più volte, nel corso delle ultime stagioni, il nome di Ibra è stato riaccostato al Milan, ma alla fine il ritorno non si è mai concretizzato. Prima che si infortunasse, il giocatore aveva già programmato il proprio futuro: chiudere la carriera negli Stati Uniti d’America, giocando per un’altra stagione ai Los Angeles Galaxy, e poi tornare a Milano in veste di dirigente.

L’infortunio potrebbe soltanto rimandare il grande ritorno: probabilmente Ibra vorrà dimostrare ancora di essere il numero uno sul campo, da calciatore, ma quel sogno resterà nel cassetto, pronto ad essere realizzato…

Fonte: Premium Sport HD

Ibrahimovic: “Tornerò più forte di prima, deciderò io quando smettere”

Zlatan Ibrahimovic non si ritira dal calcio. Il bruttissimo infortunio al ginocchio che lo costringerà ai box per almeno 8-9 mesi non sarà l’ultimo atto della straordinaria carriera del campione svedese. Ad annunciarlo è stato lo stesso Ibra tramite i propri profili social:

“Prima di tutto, grazie a tutti per il supporto e per l’affetto. Non è una notizia che mi sono infortunato e che per un po’ non giocherò. Supererò questo infortunio come ho fatto con tutto il resto e tornerò più forte di prima. Spesso ho giocato su una sola gamba, non dovrei avere problemi. Una cosa è sicura: sarò io a decidere quando è tempo di smettere e nessun altro. Arrendermi non è tra le opzioni. A presto”.

Ibrahimovic, è grave l’infortunio al ginocchio: out 8-9 mesi

Le brutte impressioni a caldo di ieri sera, purtroppo, sono state confermate. È grave il ko rimediato da Zlatan Ibrahimovic: nel corso di Manchester United-Anderlecht, lo svedese ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore e posteriore del ginocchio destro. I tempi di recupero previsti sono estremamente lunghi: Ibra rischia uno stop di almeno 8-9 mesi e dovrà essere valutato anche l’ipotetico interessamento dei menischi. Nei prossimi giorni si sottoporrà ad intervento chirurgico.

Milanismo e tutti i tifosi rossoneri augurano a Ibra un ritorno veloce e brillante al calcio giocato, convinti che possa tornare ancora più fenomenale e immarcabile di prima. 

Forza Zlatan!

 

Ibrahimovic-MLS, opzione prestito in Europa. Il Milan ci pensa?

In Inghilterra arrivano conferme sul futuro di Zlatan Ibrahimovic, che molto probabilmente sarà negli Stati Uniti, ai Los Angeles Galaxy. La novità riportata oggi dal Daily Mail riguarda però un’opzione che sarebbe presente nel prossimo contratto di Ibra: la possibilità di disputare la prima parte della stagione 2017-18 in Europa, in prestito.

PRESTITO, OPZIONE MILAN? – Lo svedese, classe 1981, potrebbe quindi restare al Manchester United in prestito fino a febbraio 2018, per poi trasferirsi definitivamente nella MLS per l’inizio della stagione nuova agonistica (che tradizionalmente va da marzo a novembre). Ma il Manchester United non sarebbe l’unica opzione per questo prestito, perché anche altri club potrebbero essere interessati al progetto, e Ibra non chiuderebbe loro la porta pregiudizialmente. In passato, ricordiamo che il Milan fu protagonista di un’operazione del genere, quando tesserò David Beckham (gennaio-giugno 2009 e gennaio-giugno 2010). Chissà che anche la nuova proprietà rossonera non possa essere tentata da una suggestione di questo tipo. Per i tifosi, molti dei quali scontenti della stagione di Bacca e Lapadula, anche solo sei mesi di Ibrahimovic sarebbero una cosa grande.

Fonte: calciomercato.com

Time Machine: 4 Inter-Milan da ricordare

GEORGE WEAH: L’ULTIMO GRANDE GUIZZO
Tra l’estate del 1995 e il gennaio del 2000, il momento del suo passaggio al Chelsea, tutte le volte che ha potuto Weah ha guidato e trascinato il Milan. Momenti belli o momenti brutti, per lui non faceva differenza. C’era da dare tutto in campo e lo dava. Il rapporto di Big George con i derby non è stato in linea di massima travolgente, salvo poi riscattarsi come vedremo sotto lo striscione d’arrivo dell’ultimo derby. Il primo, nell’autunno del 1995, ha rischiato di non giocarlo per un acciacco e finì 1-1 con pareggio rossonero di Savicevic. Poi Weah ha segnato altre due reti nei derby d’andata, sia nel 1997 che nel 1998, ma in entrambi i casi la gara è terminata 2-2. Il vero derby vinto e deciso dal campione liberiano è stato l’ultimo che lo ha visto protagonista. Era il 23 ottobre 1999, il Milan campione d’Italia in carica veniva da 2 pareggi e tutto sembrava deporre a favore dell’Inter. Gol di Ronaldo in apertura e la coppia Vieri-Ronaldo che imperversava. Poi l’espulsione del Fenomeno brasiliano cambia tutto. Il Milan inserisce Boban e Shevchenko nella ripresa e va a vincere. Prima con il pareggio di Sheva, poi con il colpo di testa del 2-1 finale proprio di Weah al 90′.

IL TABELLINO

INTER-MILAN 1-2

INTER: Peruzzi, Panucci, Blanc, Fresi, Moriero (37′ Domoraud), J. Zanetti, Dabo (28’st Cauet), Jugovic (12’st Zamorano), Georgatos, Ronaldo, Vieri. All.: Lippi.
MILAN: Abbiati, Sala, Ayala, P. Maldini, Guglielminpietro, Ambrosini (42′ Albertini), Gattuso, Serginho, Giunti (13’st Boban), Bierhoff (23’st Shevchenko), Weah. All.: Zaccheroni.
Arbitro: Borriello.
Gol: 20′ rig. Ronaldo (I), 27’st Shevchenko (M), 45’st Weah (M).
Espulsi: 32′ Ronaldo (I), 37’st Ayala (M).

ANDRIY SHEVCHENKO: LA PRIMA DOPPIETTA
Con 14 gol messi a segno nei derby di Milano, Sheva è e resta il primatista assoluto. Dopo essersi portato avanti con il lavoro con una doppietta nel gennaio 2000, ma era un derby di Coppa Italia e per di più un derby vinto dai nerazzurri 2-3, Andriy Shevchenko coglie l’attimo. La prima doppietta in un Inter-Milan di campionato, il fuoriclasse ucraino la realizza l’11 maggio 2001, quando il punteggio era già di 3-0 a favore del Milan allenato da Cesarone Maldini contro l’Inter guidata da Marco Tardelli. Due gol non spettacolari, ma storici, importanti, anche per la classifica dei cannonieri che avrebbe poi visto Andriy secondo con 24 gol alle spalle di Crespo a quota 26. Il 2001 fu davvero l’anno di Shevchenko nei derby, perchè dopo la doppia prodezza nella serata del derby indimenticabile, proprio lui mise a segno altri due gol nel derby d’andata, sempre in casa dell’Inter, nel campionato successivo. Si trattava di Inter-Milan 2-4 del 21 ottobre 2001, quando Sheva, prima del gol di Contra e dopo il gol di Inzaghi, riuscì a firmare la prima e l’ultima rete del Milan in quella stracittadina con i rossoneri in gol per l’appunto 4 volte nel giro di 19 minuti, dal 14′ al 33′ minuto del secondo tempo.

IL TABELLINO

INTER-MILAN 2-4

INTER: Toldo, Vivas, Cordoba, Materazzi, Georgatos (31’st Okan), J. Zanetti, Di Biagio (27’st C. Zanetti), Seedorf, Guglielminpietro, Kallon, Ventola (22’st Adriano). All.: Cuper.
MILAN: Abbiati, Costacurta, Laursen, P. Maldini, Serginho, Gattuso, Albertini (1’st Contra), Kaladze, Rui Costa (35’st Brocchi), Inzaghi (22’st Donati), Shevchenko. All.: Terim.
Arbitro: Borriello.
Gol: 13′ Ventola (I), 14’st Shevchenko (M), 17’st Contra (M), 21’st Inzaghi (M), 33’st Shevchenko (M), 45’st Kallon (I).

RICARDO KAKÁ: VAI E SEGNA
Fra Kaká e i derby c’era lo stesso feeling di Sheva. Esattamente come Andriy, anche Riccardino ha segnato nel primo derby che ha giocato. Ed entrambi hanno vissuto la grande gioia disputando un derby definito da calendario in casa dell’Inter. Come il Fenomeno del Mar Nero in Inter-Milan 1-2 dell’ottobre 1999, anche il Bambino d’Oro ha fatto centro subito, il 5 ottobre 2003, di testa, in un Inter-Milan 1-3. Un derby particolarmente emozionante per Kaká è stato però quello del 27 febbraio 2005. Il Milan era in corsa su tre fronti: Scudetto, Champions League e Coppa Italia. Servivano le energie di tutti, purtroppo però alla vigilia di quel derby di ritorno, anche in questo caso un Inter-Milan, Sheva venne operato alla mandibola dopo un colpo proibito subìto da Loria nel precedente turno di Campionato. Fu così che, appena riuscì a parlare, Andriy volle collegarsi telefonicamente, il venerdì sera, con Milan Channel dove era presente in studio, in diretta, proprio Kaká. Il brasiliano sorrideva con tenerezza e amicizia, mentre candido, e parlando lentamente per le conseguenze dell’intervento chirurgico, l’ucraino declamava: “Io non ci sono contro Inter, ma tu sì, tu sì che puoi segnare Ricky, tu sì che puoi farlo”. Risultato di quel derby? Inter-Milan 0-1, con gol di Kaká. Storie del Milan, Storie da Milan.

IL TABELLINO

INTER-MILAN 0-1

INTER: Toldo, J. Zanetti, Cordoba, Mihajlovic, Favalli, C. Zanetti (40’st Van der Meyde), Cambiasso (36’st Adriano), Stankovic, Veron (28’st Emre), Vieri, Martins. All.: Mancini.
MILAN: Dida, Cafu, Nesta, P. Maldini, Kaladze (37′ Serginho), Gattuso, Pirlo, Seedorf (36’st Ambrosini), Kaká, Rui Costa (20’st Costacurta), Crespo. All.: Ancelotti.
Arbitro: De Santis.
Gol: 29’st Kaká (M).

ZLATAN IBRAHIMOVIC: È TOCCATO ANCHE A LUI
Nei cinque campionati precedenti, l’Inter sul proprio terreno aveva sempre vinto contro il Milan. Ma il 14 novembre 2010, il Milan era in striscia positiva (6 vittorie nelle ultime 7 partite), mentre i nerazzurri arrivavano alla sfida con i rossoneri svantaggiati in classifica e con alcune polemiche interne legate alla presenza di Rafa Benitez sulla loro panchina. Proprio il tecnico spagnolo, sapendo che si stava avvicinando il primo derby con Ibrahimovic in maglia rossonera, decide di tornare a schierare il simbolo della tifoseria nerazzurra, Marco Materazzi. Il difensore era alla sua ultima stagione prima del ritiro dal calcio giocato e non aveva giocato molto fino a quel punto. Proprio il centrale nerazzurro pagò la desuetudine agonistica, prima commettendo l’intervento da rigore che avrebbe consentito a Ibra di segnare il rigore decisivo della vittoria proprio sotto la Curva interista, poi uscì dal campo dopo un fallo subìto dallo stesso Zlatan. Nonostante l’espulsione di Abate nel secondo tempo, il Milan tornò a vincere in un Inter-Milan. La ricorrenza statistica vuole che proprio come era accaduto con i cinque derby casalinghi vinti dall’Inter fra il 2005 e il 2010, anche negli ultimi cinque disputati in campionato dopo il rigore vincente di Ibra la squadra rossonera non è più riuscita a vincere (solo un pareggio, 0-0, nell’aprile 2015 con tante parate di Diego Lopez) quando il derby da calendario è Inter-Milan. Almeno uno dei giocatori rossoneri in campo sabato 15 aprile deve ricevere il testimone da Zlatan Ibrahimovic.

IL TABELLINO

INTER-MILAN 0-1

INTER: Castellazzi, Cordoba, Lucio, Materazzi (22’st Biabiany), Chivu, Zanetti, Stankovic, Obi (35′ Coutinho), Sneijder, Milito (1’st Pandev), Eto’o. All.: Benitez.
MILAN: Abbiati, Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta, Gattuso (1’st Pirlo), Ambrosini, Flamini, Seedorf (28’st Boateng), Ibrahimovic, Robinho (17’st Antonini). All.: Allegri.
Arbitro: Tagliavento.
Gol: 5′ rig. Ibrahimovic (M).
Espulso: 16’st Abate (M).

Fonte: acmilan.com