Rassegna stampa – Pagina 2 – Milanismo

Categoria: Rassegna stampa

Oggi l’Atalanta può ribaltare la Lombardia

Per la prima volta può chiudere davanti alle milanesi. Montella ritrova Montolivo (da “il Giornale”)

Onore al grande merito. Stasera l’Atalanta, felice per la firma di Gasperini (fino al 2020) e per l’acquisto dello stadio, può mettere un piede nella piccola grande storia del calcio italiano.

Perché con un punticino può garantirsi il quinto posto e in particolare arrivare davanti a Milan e Inter che è un record assoluto stabilito l’ultima volta dalla Cremonese ma a fine anni 20, un secolo prima, altro calcio, altra epoca, altro mondo. «È una squadra modello, i miei sinceri complimenti», l’elogio pubblico di Vincenzo Montella che ha colto l’occasione per rendere omaggio a Gasperini e cancellare qualche acido commento («troppi falli») firmato la sera della sfida di San Siro. «L’Atalanta ha un grandissimo spirito, è una squadra solida», aggiunge per chiudere l’incidente diplomatico. Non solo. Dinanzi al quesito secco «Lazio e Atalanta sono più forti del Milan?» la risposta è lapidaria: «Sì, io credo nella classifica». Con queste premesse l’impresa tentata dal Milan che, secondo Montella, «vale come una finale» si presenta sempre più complicata specie se si prende come riferimento il Milan maltrattato dalla Roma domenica scorsa con 4 schiaffi sul viso. «Fisicamente il gruppo sta molto bene, deve giocare mentalmente più libero» è la sua diagnosi che fa a pugni con la realtà inquietante segnalata dallo strapotere di Dzeko e Salah, di De Rossi e Nainggolan. Sarà.

«L’occhio inganna» è la replica garbata alle critiche inevitabili ricevute dall’interessato che nell’occasione riabbraccia Riccardo Montolivo, il capitano titolare finalmente restituito al calcio dopo l’incidente subito in azzurro a Torino, contro la Spagna, collisione con Sergio Ramos, ai primi di ottobre, sette mesi e spiccioli dopo. «Ci è mancato, da 10 giorni era pronto» le ultimissime sul suo stato di forma: quando il gioco si fa duro, si fa ricorso a un discusso duro che dalle parti di Bergamo (Caravaggio, gennaio 1985) ha le radici e molti ammiratori schietti. Alle sue spalle c’è anche il recupero di Romagnoli che di questi tempi e con mezza difesa fuori uso tra squalifica (Paletta) e infortuni (Abate, Calabria) può essere una delle rare garanzie da esibire: «Sta stringendo i denti, vuole esserci» è il resoconto sul conto del difensore che ha una sofferenza al menisco con cui convivere prima del probabile intervento. Rivedremo anche Bacca in attacco dopo tre esclusioni e questa forse è l’altra novità.

Il vero nodo di questo maggio malinconico del nuovo Milan che riconquista invece un posto d’onore tra le cronache di calciomercato, è invece il futuro di Vincenzo Montella che si nega, con dribbling diabolici, a dichiarazioni nette. «Sento la stima della società espressa sia in pubblico che in privato, non mi turba giocare per la vittoria, ahimè stiamo programmando il futuro, e dico ahimè perché dobbiamo concentrarci sul presente, non sono il tipo che tenta di arruffianarsi il pubblico dicendo non vado ad allenare qui o lì, sono un professionista, non c’è frenesia, ci siamo detti che ne parleremo dopo» è il giro di parole utilizzato da Montella per sfuggire alla presa delle domande perentorie sull’argomento. Invece al verdetto di Bergamo stasera non si può sfuggire.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Roma, Montella o Emery per la panchina

Via Spalletti, Roma a caccia di un allenatore. Nella lista dei giallorossi per la panchina dell’Olimpico sono due i nomi caldi: Emery e Montella – scrive stamane il quotidiano capitolino Il Messaggero. Per l’Aeroplanino sarebbe un ritorno alla Roma, avendoci sia giocato sia allenato (le giovanili e la prima squadra, seppur quest’ultima solo per pochi mesi nel 2011).

Il derby tra Milan e Inter per farsi l’estate al mare

Giocatori svogliati, soprattutto fra i nerazzurri, e i sospetti dei tifosi sulla voglia di Europa League

Il giorno dopo sui social se n’è lette di ogni, e immaginatevi il lessico forbito. Inter e Milan insomma unite nel destino dei tifosi ormai più che insofferenti a questa sfida che a Milano si chiama ciapanò.

Perdi tu che perdo anch’io e il sesto posto, quello che qualifica agli «affascinanti» preliminari di Europa League, che resta lì in attesa che qualcuno se lo prenda. Se la Fiorentina avesse avuto un po’ di voglia, si poteva sbrigare la faccenda più serenamente. Ma alla fine potrebbe toccare a una delle milanesi aggiudicarsi l’ambito premio. E sarà durissima evitarlo.

È solo una suggestione, sia chiaro: a calcio, si sa, non si gioca mai per uscire sconfitti dal campo. Però poi ci sono anche i ma, soprattutto quelli dei tifosi nerazzurri, che mettono insieme alcuni (ipotetici) indizi per trovare la soluzione del disastro, due punti nelle ultime sette partite che vuole dire ultimo posto nella classifica di questo periodo. Per esempio: il linguaggio del corpo. A Genova Gabigol vuole calciare il rigore, Candreva gli sottrae la palla e va sul dischetto con lo sguardo tutt’altro da killer, tiro loffio e neppure un segno di disperazione, neanche la cosa lo riguardasse da vicino. Insomma: «una squadra di morti in piedi», Gianfelice Facchetti dixit. Così la curva annota, segna e mette insieme altre suggestioni. Del tipo: il preliminare di Europa League si gioca in luglio, il periodo dell’estate al mare e dei selfie dalle spiagge esotiche. Vuoi mettere la differenza radunarsi ai primi del mese, rispetto alle belle abitudini che spostano i ritiri nella seconda metà? Eppoi volendo: ci sarebbero ricche tournée che le società hanno già programmato dall’altra parte del mondo e, insomma, un match di preparazione in Cina vale economicamente di più che un andata e ritorno in qualche oscura località del Vecchio Continente. Considerando quel che vale l’Europa League in un bilancio di una (cosiddetta) grande squadra.

Ecco, dunque, il destino che accomuna Inter e Milan in questo sprint (?) di fine stagione: il sospetto. Anche se per i rossoneri il ko con la Roma è stato più per manifesta inferiorità che altro (con il «tifoso» Berlusconi severo: «Non sono da cambiare i giocatori, ma il modulo»). L’ad Fassone comunque giura che i suoi cinesi vogliono entrare in Europa (nel caso, le partite della tournée in Cina scenderebbero da 3 a 2), anche se con l’Uefa ci sarà da trattare – e non poco – per riportare i conti nei parametri del Financial Fairplay. E all’Inter si dice lo stesso: mai Suning rinuncerebbe a una vetrina internazionale, soprattutto perché Zhang Jindong ha acquistato l’Inter, appunto, come grande vetrina e di crepe quest’anno se ne sono viste ormai troppe. Quindi guai alle malelingue: lotta dura e senza paura. O quantomeno con un po’ di impegno in più.

Sullo sfondo intanto c’è il mercato, con il Milan abbinato a nomi sensazionali, ma che di sicuro ha finora solo la quasi certezza di Musacchio, un difensore. E l’Inter che continua l’assalto a Conte: offerta da 15 milioni l’anno per riportarlo in Italia a sfidare la Juventus. Neanche questo però riesce a distogliere i tifosi dal ciapanò meneghino: pare che un esponente degli ultrà nerazzurri abbia chiarito ieri che una sconfitta domenica a pranzo col Sassuolo non sarebbe più tollerata pacificamente. Minaccia inaccettabile, da respingere al mittente. Meglio ancora se con una vittoria.

Fonte: di Marco Lombardo per “il Giornale

Capitan Donnarumma diventa un caso

Nell’era Berlusconi, con l’eccezione di Montolivo, la fascia va a chi ha più presenze. «Per me dovrebbe premiare il giocatore che è più stimato nel gruppo». Quanto al futuro, da almeno due settimane si fa il nome di Gigio Donnarumma (senza smentite). La società non l’ha mai dichiarato pubblicamente, ma il progetto era di far diventare Gigio il Buffon del Milan, e forse è per questo che è nata la suggestione di consegnare a lui la fascia.

Se era un argomento che si pensava di utilizzare in sede di trattativa con l’agente Mino Raiola (in ogni caso di sicuro non quello decisivo per la scelta di rinnovare o meno) bisognerà far cambiare idea a Montella, apparso piuttosto contrario. «Gigio è un bambino, poi non mi piace che il capitano lo faccia il portiere, non riesce a parlare a compagni e arbitro. Ma a volte cambio idea, c’è tempo». Il bambino, per la verità, non difetta di personalità, come ha mostrato più volte anche in questa stagione.

Fonte: Corriere della Sera

Fassone e Han Li dal sindaco Sala: il Milan vuole restare a San Siro

E’ stato un pomeriggio importante quello di Marco Fassone e David Han Li, ricevuti dal sindaco di Milano Beppe Sala a Palazzo Marino. I due dirigenti del Milan e il primo cittadino meneghino hanno avuto un primo colloquio conoscitivo, nel quale è emersa la volontà dei rossoneri di restare a San Siro – scrive stamane il Corriere della Sera. Prossimamente si aprirà un tavolo con il Comune di Milano e l’Inter per capire il da farsi sulla situazione degli stadi.

De Sciglio, chance contro la Roma

Le voci di mercato e le turbolenze con l’ambiente Milan non gli precluderanno spazi da qui a fine stagione. Mattia De Sciglio, out nella trasferta di Crotone per squalifica, è pronto a riprendersi il posto da titolare: Montella – si legge su La Gazzetta dello Sport – è orientato a concedergli un’occasione di riscatto con la Roma dopo i fischi di San Siro e l’aggressione subita dai tifosi nel post partita di Milan-Empoli.

Yonghong Li, presidente del Milan

Milan, Li ripiana le perdite. Poi fino a 150 milioni per il calciomercato

Un aumento di capitale da 60 fino a 120 milioni di euro per coprire le perdite e un budget da 100-150 milioni per il calciomercato. La prima cifra si evince dalla convocazione della prossima assemblea del Milan (giovedì 18 maggio alle 10.30), la seconda viene invece fatta filtrare dal club, appena passato nelle mani del cinese Yonghong Li. Nell’ordine del giorno della seconda assemblea della nuova era, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (obbligo procedurale che verrà eliminato), si legge che i soci sono chiamati a ratificare un aumento di capitale da 60 milioni di euro, delegando il consiglio d’amministrazione ad adottarne un altro, fino a 60 milioni di euro, in un secondo momento, in caso di eventuali ulteriori passività.

MERCATO – Come viene precisato, il budget per la campagna acquisti è però slegato da queste risorse: per il primo mercato, la proprietà cinese promette di stanziare 100-150 milioni di euro, sostenuti da un piano industriale in cui rientra anche l’emissione di due bond, ossia prestiti obbligazionari garantiti, da 73 e 55 milioni di euro, che verrà ratificata il 18 maggio. Oltre a esaminare il bilancio 2016, l’assemblea è chiamata a modificare lo statuto sociale, al fine di prevedere la chiusura del bilancio al 30 giugno e non più al 31 dicembre. Secondo quanto filtra, non sono ancora disponibili i curriculum di Li Yonghong e del suo braccio destro, David Han Li, promessi il 14 aprile durante la prima assemblea all’indomani del closing, in risposta ad alcuni piccoli azionisti che chiedevano altre informazioni sulla proprietà cinese che, dopo due rinvii, ha concluso l’affare il 13 aprile grazie a un prestito ponte da 303 milioni di euro dell’hedge fund Elliott.

A proposito dell’acquisto del Milan, interpellata dall’Ansa, l’ambasciata cinese a Roma, attraverso un portavoce non ha voluto rilasciare commenti, sottolineando che si tratta di un’operazione commerciale a carattere privato senza interessi statali coinvolti. Fra le poche notizie su Li mai smentite, c’è la partecipazione del nuovo presidente cinese con una quota dell’11.39% (tramite la holding Shenzhen Jieande) della Zhuhai Zhongfu, produttrice di bottiglie di plastica per le multinazionali delle bevande gassate, il cui titolo è stato sospeso alla Borsa di Shenzhen per il mancato rimborso di un bond pari a 78 milioni di euro (590 milioni di yuan).

Fonte: Corriere dello Sport

Milan e Donnarumma, questione di famiglia

Adesso solo Gigio e i suoi genitori possono convincere Raiola a lasciarlo in rossonero

Il piano per finanziare il Milan dei cinesi è pronto. Dev’essere approvato il 18 maggio, giorno scelto per celebrare l’assemblea degli azionisti chiamata a un paio di decisive approvazioni oltre che a una modifica tecnica (il bilancio non sarà più tarato sul 31 dicembre come in precedenza perché legato ai conti Fininvest, ma al 30 giugno come accade per tutti gli altri club di A), ed è distinto in due capitoli.

Il primo prevede un aumento di capitale da 60 milioni già promesso dall’azionista Youngong Li al cda, cifra già a disposizione, e un secondo fino a un massimo di altri 60 per coprire le eventuali perdite d’esercizio fino al 31 dicembre. È il finanziamento dell’attività del club la cassa messa a disposizione per pagare stipendi e tutto il resto. Il secondo provvedimento iscritto all’ordine del giorno è la richiesta d’emissione di un bond ottenuto dal fondo Elliott dell’ammontare di 128 milioni, già inserito nel documento inviato all’Uefa. La cifra, come spiegato dall’ad Fassone, è destinata in una parte (73 milioni) ad abbassare il debito con le banche e nella rimanente (55) a fare da tesoretto per gli impegni di calciomercato. Il mandato, ottenuto da Fassone e Mirabelli, è ancora più ampio e può tenere conto anche di altre entrate provenienti dalle cessioni (Niang, Bacca) che saranno perfezionate. Il nuovo management rossonero fa filtrare una cifra, tra i 100 e i 150 milioni, che può diventare anche un boomerang pericoloso perché destinata a creare aspettative altissime.

Il Milan squadra, da quando c’è stato il closing, si è spenta. È come se avesse perso la spinta propulsiva conosciuta nel girone d’andata. Senza i flop contro Empoli e Crotone, a questo punto del torneo potrebbe già avere più di un piede in Europa League, traguardo non ritenuto sufficiente da Mino Raiola per sedersi al tavolo e discutere del rinnovo contrattuale di Donnarumma. Questa è al momento la spina nella gola di Fassone e Mirabelli, ieri volato a Madrid per il derby di Champions. I due sanno bene che su questa trattativa è in gioco la credibilità della nuova proprietà. E sanno anche che la riconferma del portiere sarebbe uno spot strepitoso per trascinare a Milanello altri calciatori di richiamo.

Raiola ha preso tempo e dato appuntamento per fine agosto. Ha ripetuto: più che parole e programmi voglio vedere i fatti, cioè gli acquisti effettivi. Ma il Milan non può aspettare settembre per sapere se potrà contare ancora sul portiere. A questo punto la palla torna alla famiglia di Donnarumma e a Gigio, chiamato a fare un passo avanti, a esporsi con Raiola per fargli intendere un concetto semplice. Per cambiare società, e andare anche all’estero, c’è tutto il tempo pure dopo un rinnovo che consentirebbe al giovanotto di maturare in un ambiente familiare, col preparatore giusto e col sostegno di un pubblico che l’ha eletto a nuovo Kakà.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milan, Galliani riparte senza calcio dopo 42 anni: nuova vita in Fininvest

A 72 anni Adriano Galliani è pronto a ripartire. Fuori dal calcio. Ieri è stato nominato presidente delle società immobiliari del gruppo Fininvest, martedì trascorrerà la sua prima giornata di lavoro nella sede della holding in via Paleocapa a Milano. Niente più trattative per i calciatori, blitz a Milanello per caricare la squadra, riunioni in Lega, ma una full immersion in un settore nuovo, quello del mattone, che già da un paio di settimane sta studiando con l’entusiasmo di un ragazzino. È chiaro che il core business di Fininvest è un altro – cioè i media -, ma la gestione e lo sviluppo delle proprietà immobiliari sono da sempre un pallino della famiglia Berlusconi. La parabola di Silvio è cominciata proprio da lì: la Edilnord, Milano 2, Milano 3…

QUARTA VITA — A Galliani piace l’idea di cominciare una quarta vita con Fininvest. Tutto cominciò il primo novembre 1979 con la stretta di mano con Silvio: la sua Elettronica Industriale entrò nell’orbita di Fininvest, Galliani cedette le antenne all’imprenditore rampante e fu quello il primo passo della rivoluzione dei media in Italia. La prima vita è maturata, quindi, nel settore delle telecomunicazioni. Poi è arrivata la tv, con Galliani a ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Mediaset. Quindi l’approdo nel calcio, al Milan. Ed eccoci al quarto step in Fininvest, con l’incarico di coltivare gli asset immobiliari, anche se non è escluso che Galliani possa occuparsi di altro all’interno del gruppo.

LEGA — La sua posizione non è incompatibile con un’eventuale presidenza di Lega, ma per ora Galliani non vuole nemmeno pensarci, anche perché si è appena insediato il commissario Tavecchio e ci vorranno mesi prima delle elezioni. E poi bisognerà capire che tipo di statuto i club voteranno, se ci sarà o meno un presidente di garanzia con compiti esclusivamente istituzionali, se si creeranno le condizioni politiche per una sua nomina. Nel frattempo l’ex a.d. rossonero continuerà a seguire le sue squadre del cuore: il Milan, il Monza e l’Olimpia Milano di pallacanestro. Dopo le dimissioni, ha già osservato in tv il derby e allo stadio la partita con l’Empoli, il prossimo evento calcistico dal vivo sarà Milan-Roma del 7 maggio. Ciò che non cambierà è il trasporto e la passione con cui ha sempre vissuto le partite. Tifoso rossonero, né più né meno di prima.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Milan, cercasi bomber. Di Ibrahimovic l’unico exploit

La rinascita tecnica del Milan dovrà passare, necessariamente, dall’acquisto di un centravanti di grande caratura e che, soprattutto, possa garantire un gran numero di gol all’interno di una stagione. E’ questa la riflessione fatta stamane da Tuttosport: i numeri dei bomber milanisti, negli ultimi dieci anni, dicono che in una sola circostanza è stata superata quota 20 gol (Ibrahimovic, campionato 2011/2012): un traguardo che rappresenta al meglio l’incisività della punta su una squadra e sulla sua classifica finale. Il Diavolo dovrà dunque rilevare sul mercato un “9” di spessore: sarà questa una delle priorità di Fassone e Mirabelli.

Il piano del Milan per tenere Gigio, un contratto al fratello Antonio

I rossoneri partiranno dalla proposta di un contratto base di 3,2 milioni, a salire, proposta che probabilmente però Raiola considererà insufficiente

Se il procuratore Mino Raiola prende tempo, aspettando «garanzie tecniche» che chissà quale campagna acquisti sarà in grado di assicurare (tipo da Messi in su), il Milan non può veder arrivare la fine dell’estate per blindare Gigio Donnarumma, il pilastro da cui vuole cominciare a costruire la squadra del presente-futuro. La trattativa prima o poi comincerà e inizieranno le schermaglie, che includeranno clausole, affronteranno il tema dei soldi (il Milan partirà dalla proposta di un contratto base di 3,2 milioni, a salire, proposta che probabilmente Raiola considererà insufficiente), oltre alla crescita del ruolo di Donnarumma che — se lo vorrà — potrà anche diventare capitano (non subito però: domenica a Crotone la fascia seguirà i soliti criteri di «esperienza» e i candidati paiono Zapata e Paletta). Però non sarà (solo) da questi particolari che si arriverà alla firma (o meno) del rinnovo di contratto, come tutti sanno in scadenza nel 2018. Anche perché se fosse solo una questione di maxi ingaggi, non ci sarebbe gara: più di un club europeo è disposto a pagare di più.

A Gigio piacerebbe restare a Milanello che considera casa sua, ma, assieme alla famiglia, in questo momento ha legittime necessità di essere rassicurato. Un ruolo fondamentale in questo senso potrebbe svolgerlo Alfredo Magni, il preparatore dei portieri, che ha dato un contributo decisivo alla crescita di Gigio e che è molto ascoltato dai genitori. Ma il Milan sta valutando di mettere sul tavolo un altro argomento: ingaggiare il fratello Antonio, 27 anni, rossonero da ragazzino, quando fece da apripista a Gigio, e seguito sempre da Raiola. Ora Antonio (un passaggio anche al Genoa) gioca in Grecia, ha firmato un contratto di tre anni con l’Asteras Tripolis, dove non si trova neanche male, però tornare al Milan e per di più giocare con suo fratello sarebbe un sogno, anche se naturalmente gli capiterebbe di rado di giocare per davvero, dato che sarebbe il portiere di riserva. Chissà che questa, però, non si trasformi nella mossa giusta, il grimaldello in grado di sbloccare la trattativa. La volontà di Gigio, se chiaramente espressa, non potrà poi essere ignorata da Raiola.

Fonte: di Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera

Milan, oggi l’incontro con l’agente di De Sciglio: il difensore non rinnoverà

Oggi è in programma l’incontro tra i rappresentanti del giocatore e la dirigenza rossonera: si pianificherà l’addio

Il futuro di Mattia De Sciglio è sempre più lontano dal Milan. Nell’incontro in programma oggi tra i nuovi manager sportivi milanisti e i rappresentanti del terzino, verrà esposta la volontà del giocatore di non rinnovare il contratto in scadenza nel giugno 2018. Più che parlare di prolungamento dell’accordo in essere, dunque, nel colloquio odierno probabilmente si pianificherà l’addio dell’attuale capitano rossonero, attratto dalla prospettiva Juve o dall’estero.

SETTIMANA DELICATA — Si chiuderà dunque oggi un periodo decisamente poco positivo per De Sciglio. Durante la partita contro l’Empoli, al momento della sostituzione con Ocampos, il terzino rossonero era stato sommerso dai fischi di San Siro, mentre a fine gara la sua auto era stata accerchiata dai tifosi. Due episodi che, secondo chi è vicino al giocatore lo avrebbero particolarmente toccato. Soprattutto il secondo, perché non “condannato” a dovere dalla società. Anche per questo, il futuro di Mattia De Sciglio è sempre più lontano dal Milan.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Il Milan si è perso per strada

Il Diavolo deficitario nel ritorno. E ha staccato la spina

L’Inter è finita in castigo, il Milan ha preso a flagellarsi. È da cinque anni che Milano non decolla nel calcio mentre l’economia e la metropoli guadagnano consensi e successi.

Nemmeno l’avvento dei nuovi azionisti cinesi ha prodotto l’inversione di tendenza testimoniata da una classifica deprimente, sesto e settimo posto, una miseria per la gloria passata dei due club.

[…]

Il Milan, appena un gradino sopra, non sta certo meglio. Ieri ha continuato a flagellarsi per l’occasione persa con l’Empoli. Scoprendo un deficit che non può essere casuale. Nel girone di ritorno Montella ha collezionato fin qui 19 punti contro i 39 dell’andata (e il 3° posto in classifica). La spiegazione fornita è in un interrogativo rivolto domenica a un cronista dal tecnico napoletano: «All’inizio dell’anno dove pensavate che potesse arrivare la squadra e quali emozioni dare?». Traduzione quasi simultanea: abbiamo fatto quanto è nelle nostre possibilità. La cifra tecnica è così modesta da mettere il Milan alle corde contro Empoli e Pescara? La risposta è no, naturalmente. La distanza rispetto a Juve, Roma e Napoli è ancora vistosa ma nessuno manda sotto processo il Milan perché è fuori dalla Champions. Trattasi perciò di una banale questione di motivazione. Sabato sera, vista l’Inter affondare a Firenze, qualcuno ha staccato la spina a Milanello. Zapata è stato un leone nel derby e una pecorella smarrita dopo una settimana. Spiegazione immediata: si è imbrocchito? No. Ha mollato gli ormeggi. Per non parlare della discutibile mira degli attaccanti che han sprecato tanto e prodotto più sullo slancio che sulla costruzione di gioco. Gli infortuni di Montolivo, Bonaventura e Abate non sono alibi sufficienti: certo sarebbero stati utili a fornire qualche cambio di qualità in più. Niente castigo per i milanisti ma una giornata e mezza di riposo (ripresa mercoledì col doppio allenamento) per staccare la spina e dimenticare l’ennesima delusione. Nel frattempo il piatto piange, De Sciglio è in fuga da Milanello dopo l’aggressione vile di domenica pomeriggio (gelido il colloquio con Mirabelli), mentre Fassone e il nuovo ds attendono col fiato sospeso l’incontro-capestro con Raiola per il contratto di Donnarumma.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milano, la capitale del «ciapa no»

Anche il Milan fa harakiri con l’Empoli, l’Europa resta in gioco. De Sciglio contestato

Milano ha scelto di giocare a ciapa no. E dopo la sconfitta rovinosa dell’Inter a Firenze, il Milan è riuscito addirittura a fare anche peggio lasciandosi impallinare dall’Empoli a San Siro.

Così l’Inter è tornata in corsa e il posto in Europa league invece di finire nella cassaforte rossonera è rimasto in bilico, mentre Atalanta e Lazio sono scappate. Per la prima volta anche Montella ha steccato la comunicazione. Alla fine del pomeriggio ha assolto la sua difesa, disastrosa, e segnalato «15 occasioni da gol» delle quali non c’è traccia nel taccuino della sfida segnalando un difetto in attacco: poca precisione insomma e mira discutibile. No, non siamo d’accordo. Il Milan di ieri è stato pigro, moscio nei suoi interpreti più decisivi (Suso e Deulofeu per fare nome e cognome) e in qualche caso (le distrazioni difensive di Zapata e Paletta) anche lazzarone. Perciò le sue colpe sono di gran lunga superiori agli errori di mira dell’attacco che ha speso tutto un tempo, la prima frazione, giocando alle belle statuine. Perciò nessuno a San Siro si è meravigliato dello stacco gagliardo di Mchedlidze con cui il georgiano ha beffato Zapata, l’eroe del derby rimasto probabilmente a festeggiare il tocco del 2 a 2 di una settimana prima. È vero Suso, a conferma di un pomeriggio da dimenticare, ha sbagliato il rigore del possibile 1 a 1: il portiere Skorupski, il migliore dei suoi, ha deviato due volte di seguito, sullo spagnolo e sulla stoccata di Lapadula. È ancora vero: Ocampos ha scheggiato la traversa a pochi minuti dalla sirena e altre volte è stato l’Empoli a difendersi con i denti e con le unghie per resistere all’assalto milanista. Giusto così.

Già perché Montella non ha badato a spese nel vano tentativo di risalire la china come gli è successo tante volte in campionato. Ha schierato tutta l’artiglieria a disposizione: due centravanti, due ali più un trequartista. È partito con Suso-Lapadula-Deulofeu poi ha aggiunto prima Bacca, quindi Ocampos e alla fine anche Honda per non avere rimpianti ma il risultato è rimasto negli artigli dei toscani capaci a metà ripresa di confezionare il 2 a 0 grazie a un triangolo isoscele di buona fattura, ispirato da El Kaddouri, perfezionato da Maccarone e chiuso in gol dal debuttante senagalese Thiam. Non solo, ma c’è da aggiungere che Donnarumma si è guadagnato una delle poche segnalazioni positive e gli applausi della sua curva per un paio di prodigiose parate che hanno impedito a Martusciello di chiudere il viaggio a Milano con un risultato più rotondo. A proposito: da premiare la sincerità del tecnico ospite che dinanzi ai microfoni ha ammesso la perdita di tempo dei suoi, perdita di tempo che ha suggerito all’altro deb, l’arbitro Gavillucci (uno in gamba), di accordare un recupero di 7 minuti e passa.

Il peccato mortale commesso dal Milan ieri è innanzitutto nella preparazione psicologica della sfida. Ha pensato che fosse scontato l’allungo. E invece, come gli è successo già altre volte (con Cagliari, Crotone, Pescara) ha mostrato limiti tecnici e di personalità che un club dalle ambizioni e dalla storia del Milan non può certo tradire. Se poi anche Suso e Deulofeu hanno le gomme sgonfie, la vita si fa dura. Domenica a Crotone non sarà facile. De Sciglio e Sosa, ammoniti e già diffidati, dovranno restare a Milanello: non sarà una grave perdita. I tifosi, delusi, alla fine hanno anche avuto un acceso diverbio col giovane capitano rossonero che si è visto circondare l’auto dagli ultrà all’uscita da San Siro. Per lui la permanenza a Milano si fa dura.

Chiusura dedicata all’Empoli: il successo di ieri può valere la salvezza. La squadra di Martusciello ha cuore, gamba e voglia. Mica poco.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Il Milan cinese va di corsa tra Europa e mercato

Rinnovo Donnarumma: contatto Fassone-Raiola. Montella ricuce con Pioli e critica la Lazio

Riassunto della prima settimana del Milan cinese. Fassone (ad) e Mirabelli (ds) hanno scelto i rispettivi uffici, di Barbara Berlusconi il primo, di Galliani il secondo.

Da Crotone è arrivato il nuovo segretario Mangiarano (la storica e apprezzata Cristina Moschetta ha seguito Galliani a Fininvest), Montella e Mirabelli sono andati a Monaco a vedere la sfida di Champions con il Borussia e hanno parlato a lungo di mercato (ma non di contratto, «non c’è bisogno» ha spiegato l’interessato), Fassone ha spedito a Nyon il piano industriale di 4 anni per ottenere l’approvazione dell’Uefa, ieri all’ora di pranzo è stato presentato il nuovo capo della comunicazione, Fabio Guadagnini, ex Sky già portavoce di Roma 2024; Fassone ha già avuto un contatto telefonico con Raiola per il rinnovo di Donnarumma.

Oggi può cominciare l’avventura più autentica del nuovo Milan che tutti aspettano al varco. Smaltita la sbornia da derby pareggiato al 97′, ecco davanti al club le tappe di Empoli e Crotone che possono valere un tesoro, il trampolino di lancio per un posto in Europa League. «è l’unico traguardo che conta» il mantra di Montella adottato da Mirabelli in visita a Milanello prima di puntare su Bergamo (per Atalanta-Bologna) in compagnia di Caccia, il vice di Vincenzo. Il ritorno di Montolivo tra i convocati dopo quasi sette mesi è la prima notizia della vigilia. La seconda è fornita dal tecnico e confermata dall’interessato: Galliani è stato una settimana lontano da Milan e San Siro, tornerà oggi allo stadio («con la mia famiglia perché non ho smesso di essere tifoso»). Nessuna telefonata di congedo da Berlusconi e questa, forse, non è neanche più una notizia.

Più tardi Montella, che è un contabile molto attento, ha prima ricucito lo strappo con Pioli e l’Inter e poi rifilato una scudisciata alla Lazio e al suo portavoce. «Non sento più del dovuto la rivalità con l’Inter» l’esordio dolce. «Dovevo parlare dell’Inter perché c’era stato Inter-Milan, sul blasone ho fatto una battuta, mi dispiace che Pioli se la sia presa, non c’era niente di personale» il chiarimento che ha il senso sincero d’incidente diplomatico chiuso. Poi l’affondo alla Lazio: «Il riferimento alla volontà degli arbitri di spingere i cinesi in Europa è stato spiacevole».

E così, invece di puntare al futuro, il Milan cinese ha provato a concentrarsi sul presente. Perché ad esempio sul viaggio in Costa Azzurra Montella ha offerto un paio di generiche indicazioni («Mbappè ha una valutazione irraggiungibile, non c’era solo Aubemayang da vedere») mentre sul mercato ha lasciato una sola definizione impegnativa. «I programmi sono importanti» ha ripetuto. Come a dire: è finita l’era del mercato a saldo zero, sopportato con rassegnazione dall’estate scorsa. Seconda frase sibillina: «L’anno prossimo potrebbe cambiare il sistema di gioco». Proviamo a indovinare: non c’è più il tabù del 4 in difesa e a seconda degli arrivi sarà rimodellato lo schema. Oggi c’è l’Empoli e Bacca rischia di restare fuori per il pessimo derbyo mentre De Sciglio e Calabria sono al loro posto per mancanza di alternative. Si rivede Pasalic, un altro prestito che vuole restare a Milanello.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Riecco Galliani, a San Siro per Milan-Empoli

Ci ha messo pochissimo a tornare allo stadio “solo” da tifoso. Questo pomeriggio, per Milan-Empoli, sarà presente sugli spalti del Meazza anche Adriano Galliani: lo storico ex a.d. rossonero – si legge su La Gazzetta dello Sport – si farà rivedere a San Siro. Galliani non aveva presenziato al derby di settimana scorsa, ma nei giorni successivi era trapelato che sarebbe tornato presto a sostenere la squadra da vicino: quel momento è già arrivato.

Milan, Baresi avrà un ruolo importante nella nuova società

La bandiera rossonera cercata da mesi potrebbe già “sventolare” a Casa Milan. Franco Baresi, all’interno della società anche durante la presidenza Berlusconi, avrà un ruolo importante nel nuovo corso cinese: per l’a.d. Fassone e per tutta la dirigenza di via Aldo Rossi – scrive Tuttosport – il coinvolgimento del capitano sarà di primaria importanza.

Sopravviva Arrigo

Sembra di essere tornati indietro di una trentina d’anni, e non per il gioco mostrato dalla Juve al Camp Nou: da una parte i teorici della vittoria sopra ogni cosa, i nuovi italianisti, i “vincentivisti”, e dall’altra Sacchi e i sacchiani, quelli del calcio propositivo. Trent’anni fa la questione su gioco e strategia divideva i Cucci, i Pistilli, i Cannavò, gli Ordine, i Damascelli, i Dardanello, i Maradei, i Ferrajolo, i Beccantini, i Bortolotti, i Maida, i Pistocchi; oggi la disputa si è trasferita sui social: la competenza, l’esperienza e l’eleganza della scrittura sono state sostituite dall’arroganza, dalla maleducazione, dall’offesa, dall’incultura. Naturalmente Sacchi, il reduce, è diventato il bersaglio ideale dei leoni da tastiera, ruolo al quale lui non si sottrae mai: subito dopo il pari di Barcellona, ha infatti detto in tv d’aver “visto la partita tra Real e Bayern, la squadra di Ancelotti giocava su un campo difficilissimo eppure ha affrontato l’avversario a viso aperto, cercando di imporre la propria manovra e il proprio credo calcistico. Nel match tra Barcellona e Juventus, invece, ho visto una squadra che ha adottato una tattica difensiva praticando il calcio del passato, di trent’anni fa. Non avevo dubbi, sapevo che non ci sarebbe stata alcuna rimonta da parte del Barcellona, ma forse ho sopravvaluto la Juventus e credo che debba giocare in un altro modo”.

Premesso che il Bayern doveva recuperare da un 1-2 e la Juve proteggere un 3-0, e non è esattamente la stessa cosa, pur non sedendomi dalla parte di Arrigo ringrazio il dio del calcio che ce l’ha dato.

Conosco Sacchi da 30 anni esatti, per venti l’ho contrastato, criticato, ho provato a ridurlo esaltando spesso il suo successore e opposto Capello, al quale Allegri somiglia parecchio: Arrigo era per il gioco e il copione, io – come altri – per i giocatori e il talento, in particolare per Baggio. Ma negli ultimi anni, approfondendone la conoscenza e confrontandomi sul dopo, ammetto di essere diventato un suo fiancheggiatore. Certo, Arrigo aveva i campionissimi e anche grazie a loro ha vinto, gli insegnò – però – la disciplina tattica e il senso del lavoro, introdusse sistemi di allenamento inusuali, cambiò il calcio e la settimana di tanti suoi colleghi. A quell’idea di calcio è rimasto legato. Da tecnico gli è successo tante volte di non dare spettacolo, ma l’idea di partenza è sempre stata quella di provarci. Non a caso stravede per Sarri.

Proprio oggi sul Corriere della Sera Pierluigi Battista sottolinea “l’impronta sabauda e l’etica calvinista unite in questa Juve sempre affamata”. Su etica e estetica Sacchi ha impostato tutta la sua vita professionale partendo – ne sono certo – da una frase di Brodsky: “L’estetica è la madre dell’etica”.

Fonte: di Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport

Lapadula in vantaggio su Bacca: è in pole per Milan-Empoli

E’ giunta l’ora di Lapadula? Sì, a quanto pare. Montella è pronto a un importante cambio al centro dell’attacco del Milan: contro l’Empoli – scrive La Gazzetta dello Sport – Sir William è in vantaggio su Bacca per una maglia da titolare. Il colombiano potrebbe “pagare” un momento di forma poco brillante, fotografato bene dalla brutta prestazione del derby.

L’ex Pescara, dunque, potrebbe finalmente avere la chance che desidera. E’ da quasi un mese che Lapa non scende in campo dal 1′ – da Milan-Genoa – e giocò solo in quanto Bacca era out per squalifica: ora, da quanto sembra, dovrebbe essere scelto proprio a scapito del Peluca. Vederli insieme nell’undici iniziale, invece, è un’ipotesi alquanto improbabile: Montella li ha schierati in più di un’occasione, ma solo a partita in corso.

Bacca-Lapadula, duello per una maglia

La brutta prestazione nel derby ha messo in discussione la titolarità di Carlos Bacca. Domenica, in vista del match di San Siro Milan-Empoli, si profila un ballottaggio tra il colombiano e Lapadula per l’unica maglia libera al centro dell’attacco rossonero. Sugli esterni, invece, nessun dubbio: giocheranno Suso e Deulofeu, riporta stamattina La Gazzetta dello Sport.

Milan, tutti i segreti del fondo Elliott: che succede se Li non ripaga il prestito?

Proviamo a fare chiarezza sul ruolo dell’hedge fund americano, che ha finanziato il closing di Yonghong Li con 303 milioni

Come sempre ci sono gli euforici (il Milan finalmente ha svoltato, torneremo in cima al mondo) e i catastrofisti (il Milan finirà svenduto a qualche banca e poi in tribunale). È così da quando è comparsa la parola closing e sarà così fino a quando la situazione non si delineerà un po’ meglio. Il partito degli scettici si è gonfiato soprattutto nel momento in cui si è venuto a sapere che il passaggio di consegne societario sarebbe stato reso possibile da un finanziamento da 303 milioni di euro da parte di Elliott, fondo di investimento americano (tecnicamente un hedge fund, quindi a carattere speculativo) fondato nel 1977 dal 72enne Paul Singer. Un prestito messo in piedi e perfezionato in una decina di giorni, che ha permesso all’affare di andare in porto e curato dagli avvocati Riccardo Agostinelli (studio “Gattai Minoli Agostinelli & Partners”) e Alfredo Craca (studio “Craca Di Carlo Guffanti Pisapia Tatozzi”), che hanno assistito Elliott nell’operazione di finanziamento. Ora, però, le domande sono più o meno sempre le stesse: come farà Li Yonghong a restituire il prestito? Qual è il rapporto effettivo tra Elliott e Rossoneri Lux? Che cosa succederebbe se Mr. Li risultasse inadempiente? Quale sarà il ruolo di Elliott nei prossimi mesi? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

RISCHI Intanto ricordiamo come sono stati suddivisi i 303 milioni di Elliott: 180 sono serviti per garantire il closing, 73 sono stati destinati alle banche creditrici e 50 serviranno per lo sviluppo del club. Gli interessi sono ovviamente di una certa portata, trattandosi di un’operazione ad alto rischio: l’11,5% sui 180 milioni in carico a Rossoneri Lux e il 7,7% sui 123 in carico al Milan. Da una stima di massima è stato calcolato che a Elliott, oltre alla restituzione del finanziamento, fra interessi e arrangement fee (compensi fissi e costi operativi) dovrebbero andare fra i 70 e gli 80 milioni.

Le tempistiche per il rimborso? Diciotto mesi, con pagamento in unica soluzione. Il nuovo Milan ha presentato a Elliott un business plan dettagliato in cui viene illustrata la strategia di crescita. Il punto focale è proprio questo: l’obiettivo non è solo evitare il depauperamento del valore del club, ma investire. In caso contrario Elliott considererebbe a rischio l’intera operazione. Nel business plan, infatti, una corposa parte è relativa alle uscite. Dove per uscite si intende in termini economici e non in giocatori. In questo senso, infatti, la nuova dirigenza avrebbe fornito ampie rassicurazioni sulla volontà di trattenere i big e di investire. Condizione essenziali anche per Elliott: in altre parole il prestito non può essere restituito facendo cassa con la merce pregiata del club.

REPORT Il fondo di Paul Singer comunque non eserciterà una forma di controllo diretta o di veto sulle operazioni di mercato. Tradotto: non dirà a Fassone “Donnarumma non si tocca”, ma gli chiederà di rispettare il piano finanziario. Per farlo, saranno effettuati controlli bimestrali sul bilancio, dove il primo parametro di riferimento sarà il dare/avere. In caso di disallineamenti rilevanti, il Milan dovrà fornire motivazioni e rimedi (nel caso, anche un intervento finanziario diretto dell’azionista di maggioranza). Un controllo che avrà due canali: il primo attraverso un report scritto ogni due mesi, con i numeri del bimestre precedente; il secondo con incontri di persona periodici fra il board rossonero e un comitato di verifica appositamente creato da Elliott. Riunioni, queste, con l’obiettivo non solo di analizzare le settimane precedenti, ma fare un punto della situazione su obiettivi e strategie. Va anche ricordato che nel Cda rossonero ci sarà un observer (Salvatore Cerchione), mentre Paolo Scaroni è il consigliere che Elliott aveva già indicato di preventivo gradimento.

Che cosa succederebbe se al termine dei 18 mesi Mister Li fosse inadempiente? Elliott ha in pegno le azioni rossonere, che quindi passerebbero in mano al fondo. Difficile, però, pensare a una gestione diretta da parte di Elliott: molto più probabilmente il fondo rimetterebbe le quote del club sul mercato, cercando di valorizzarlo. È comunque ragionevole ritenere che Elliott, grazie al proprio estesissimo network e alle garanzie offerte dal proprio nome, in questi mesi cercherà di dare una mano a Li (soprattutto se Li volgerà lo sguardo non soltanto all’interno della Cina) nel reperimento di altri soci interessati a investire nel Milan, condizione che ora come ora appare focale per pensare a investimenti cospicui. In fondo per Elliott sarebbe una forma di auto-tutela sul rientro dal proprio prestito.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Milan, si lavora al rinnovo di Donnarumma: presto contatti con Raiola e con i genitori

Il rinnovo di Gigio Donnarumma è tra le priorità del Milan di Yonghong Li, insieme a quelli di altri calciatori vicini alla scadenza (Suso e De Sciglio) e di mister Montella. Nei prossimi giorni, la dirigenza rossonera avrà contatti con l’agente Raiola e anche con i genitori di Gigio: il Milan – riporta il Corriere della Seravuole esporre a mamma e papà Donnarumma i progetti e le ambizioni della nuova società.

Montella-Milan, pronto il nuovo contratto

Ormai non ci sono più dubbi: il nuovo Milan cinese vuole puntare su Vincenzo Montella. L’Aeroplanino è considerato l’uomo giusto a cui lasciare proseguire la ricostruzione della squadra, tanto che la dirigenza rossonera ha già pronto per il mister un nuovo contratto sino al 30 giugno 2019 (quello attuale scade nel 2018) ed economicamente rivisto verso l’alto (da 2,2 a 3 milioni di euro a stagione). Montella – riporta la Repubblicaavrà anche peso nelle future scelte e strategie di mercato.

Montella deciso, vuole tenere Mati al Milan

Deulofeu, Pasalic e anche Mati Fernandez. Il Milan proverà a mantenere in rosa tutti e tre i calciatori, arrivati in rossonero con la formula del prestito: anche il cileno – riporta il Quotidiano Nazionale – è una delle priorità di Montella. Tenere Mati, ovviamente, sarà molto più facile rispetto agli altri due in quanto i rossoneri possono riscattarne il cartellino in ogni momento per appena un milione di euro.

Lapadula-Locatelli, “idoli” in panchina. Ma con l’Empoli…

“Lapadula e Locatelli: da idoli di San Siro a riserve di lusso”, scrive stamane La Gazzetta dello Sport. I numeri 9 e 73 del Milan, nonostante siano tra i calciatori più amati della rosa rossonera, non sono in cima alle gerarchie di Montella: l’attaccante è considerato la riserva di Bacca – ma con l’Empoli potrebbe avere una chance dal 1′ – mentre Manuel “paga” l’ascesa del Principito Sosa, divenuto il playmaker titolare del Diavolo.

Milan, il calendario sorride: può superare Lazio e Atalanta

Sei giornate da dividere in tre blocchi con due partite concettualmente simili per blocco. Il finale di stagione rossonero è molto ben delineato e, in base a quanto successo nelle ultime tre giornate, offre uno scenario che fino a un mese fa sembrava impensabile: il quarto posto. Che adesso dista soltanto tre punti ed è occupato da una squadra, la Lazio, con la quale il Milan è in vantaggio negli scontri diretti. In pratica, un punto in più virtuale in caso di parità finale in classifica. Tutto questo è reso possibile dall’andamento negli ultimi due mesi: dieci partite – comprendendo anche il recupero col Bologna di inizio febbraio – in cui i rossoneri hanno perso soltanto una volta e messo insieme 21 punti.

È tornata, con l’unico difetto di averlo fatto troppo tardi, quella media Champions di due punti a partita che aveva caratterizzato questa stessa parte del girone di andata. Il quarto posto, oltre ad essere più nobile in sé per sé, metterebbe anche del tutto al riparo dalle insidie del calendario estivo, perché dà l’accesso diretto alla fase a gironi, che inizia a settembre: oltre a non variare la preparazione estiva, il Milan avrebbe così la possibilità di partecipare alla tournée in Cina (con relativo gettone di presenza da 3 milioni). Bingo. Il sesto posto invece (valido per l’Europa League solo se la Lazio, finalista di Coppa Italia, chiude fra le prime sei) condannerebbe a terzo turno preliminare (tra fine luglio e inizio agosto) e playoff, mentre il quinto dipende dalle sorti della Lazio in Coppa: chi la vince va direttamente alla fase a gironi, quindi se i biancocelesti vincessero ma chiudessero sesti, la quinta inizierebbe dal terzo turno preliminare.

CALENDARIO AMICO — Tre blocchi per il Milan, dicevamo.

33ª e 34ª: Il primo presenta sfide che fino a qualche settimana fa sembravano scritte in partenza: Empoli e Crotone. Poi è arrivato il passo falso di Pescara, che ha tolto un po’ di serenità, ma soprattutto adesso Empoli e Crotone non sono più rispettivamente né tranquillo, né spacciato. Tra l’’altro, paradossalmente, una vittoria del Milan domenica sui toscani terrebbe viva la speranza proprio degli avversari successivi. Sfida da maneggiare con cautela.

35ª e 36ª: Montella dice che la lotta europea si deciderà all’ultima giornata, ma questo doppio impegno sarà fondamentale: Roma (casa) e Atalanta (trasferta). Due scogli molto aguzzi da cui passerà molto, se non tutto. Con la sfida di Bergamo madre di tutti i crocevia.

37ª e 38ª: Se il Milan ne uscirà indenne, a quel punto la gran parte del lavoro è fatto: i rossoneri chiudono con Bologna e Cagliari, che non hanno più nulla da chiedere.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

Il derby cinese è il capolinea di Pioli e Bacca

Il Milan è rimasto agganciato ai vagoni di Lazio e Atalanta, l’Inter s’è lasciata staccare. Stefano Pioli, lanciato all’inseguimento di una riconferma discussa già nei giorni felici, è uscito dal futuro dell’Inter. Gli è stato fatale il mese orribile seguito alla goleada contro l’Atalanta (7 a 1). Da quel giorno il pari col Toro (grazie a due papere di Hart), la pesante sconfitta con la Samp e quella rovinosa di Crotone, più il pari subito sulla sirena nel derby hanno provocato uno scossone a Nanchino. Meglio cambiare la guida tecnica della prossima stagione che dovrà essere scandita da nuovi, preziosi arrivi. Al tecnico, concupito dalla Fiorentina per il dopo Sousa, viene messo sul conto la sostituzione finale di Joao Mario con Murillo che ha convinto il resto della squadra ad arretrare. Portandosi il nemico in casa, questa la critica, ha subito il 2 a 2. Vero. Ma c’è un dettaglio taciuto per amor di patria. A reclamare l’arrivo di un altro difensore, con gesti espliciti dal prato, è stato Medel che rivolto alla panchina (dopo l’arrivo di Lapadula) ha segnalato al suo allenatore l’esigenza di rinforzare gli ormeggi. Un altro condottiero, magari, gli avrebbe risposto: tu pensa a difendere che ai cambi provvedo io. Pioli invece ha schierato la difesa a 5. Mal gliene incolse.

Il 2 a 2 guadagnato dalla zampata di Zapata è servito invece per mettere al sicuro il rinnovo del contratto di Montella e per blindare la sua panchina che Fassone e Mirabelli non hanno mai messo in discussione. Già sabato sera con i 58 punti collezionati, Vincenzo ha fatto meglio degli ultimi quattro anni (ottavo posto con 57 punti di Allegri-Seedorf, settimo posto con Mihajlovic-Brocchi l’anno scorso) e può persino ambire a raggiungere, ma solo nel punteggio finale, i 72 punti che consentirono ad Allegri al terzo anno di guida milanista il raggiungimento del terzo posto. Sempre il derby è servito anche a capire che tra le priorità tecniche del gruppo (a parte il contratto di Donnarumma e Suso), c’è la questione centravanti. Bacca, sotto gli occhi dei nuovi azionisti, è stato un corpo estraneo, sbavando in apertura una palletta golosissima e distraendosi nella ripresa quando un rimpallo fortunoso con Handanovic gli ha dato un’altra occasione da gol a porta vuota. La sua cessione è la prima della lista dei partenti, seguita dall’addio di Honda e dalla partenza di qualche prestito secco (Pasalic del Chelsea). Aubameyang, 27 anni, passato dal vivaio rossonero, è stato contattato ma ha espresso parere negativo per il ritorno a Milanello.

Fonte: di Franco Ordine per “il Giornale

Milanello, oggi incontro tra Montella, Fassone e Mirabelli

La nuova dirigenza del Milan non perde tempo: già oggi si terrà un importante vertice tra l’a.d. Fassone, il d.s. Mirabelli e mister Montella. L’incontro di Milanello – scrive il Corriere della Sera – sarà utile per definire l’immediato futuro e iniziare le prime discussioni sul Diavolo che sarà. I tre si erano conosciuti alla vigilia del derby, ma era stato solo un primo superficiale contatto: oggi si diventerà finalmente operativi.