Apologia di Gigio
“Io non so quale sia, o cittadini ateniesi, l’impressione che avete provato nel sentire i miei accusatori. Infatti, per poco anch’io non mi dimenticavo di me stesso, così convincente era il modo in cui parlavano. Eppure di vero, per dirla in breve, non hanno detto proprio nulla.”
- Socrate
Atene. 399 a.C., il celebre filosofo declama la propria difesa nei confronti delle accuse rivoltegli contro da Meleto, Anito e Licone. Chi sono i suoi accusatori? Poeti senza successo, politici, corruttori -loro sì-, che tacciati di stolta insipienza per aver presupposto di sé orientano, facendo leva sulla propria capacità persuasiva, la scelta dei 500 giudici popolari chiamati a pronunciarsi sull’accusa o sull’assoluzione del figlio di Sofronisco. Il verdetto dopo la seconda votazione è chiaro: 360 contrari e 140 favorevoli. Socrate viene condannato a morte dalla maggioranza assoluta dei propri concittadini.
Eppure, appena 61 anni dopo, nel 338 a.C. l’esercito macedone guidato da Filippo, padre di Alessandro, a Cheronea mette in luce tutti i limiti di una città sconfitta, prima ancora che sul piano militare, su quello etico e morale per via della scellerata decisione maturata pochi decenni prima.
“Dispiace, mi dispiace per l’errore sul gol, ma vado avanti a testa alta. Non è un errore che mi abbatterà. Il gruppo è compatto, andiamo avanti a testa alta e pensiamo alle prossime partite.”
Milano. 2017, il portiere rossonero manifesta il bisogno di chiedere scusa ai propri tifosi. Scuse che non solo fanno piacere, ma testimoniano attaccamento alla maglia, senso di responsabilità verso i colori e cieca adesione alla causa rossonera. Qualche curioso lettore si starà chiedendo: cosa fa di Gigio un moderno Socrate? Nulla, tanto che il filosofo si guardò bene dal chiedere perdono per le proprie azioni. Piuttosto il breve aneddoto è utile a ricordare a noi, moderni cittadini ateniesi, di come un’accusa vada pesata e misurata con dovizia prima di essere scagliata.
Già, perché le prestazioni sempre in crescendo a cui l’enfant prodige rossonero ci abitua dall’inizio della stagione non lo rendono immune da quel processo di maturazione e crescita che contraddistingue un ragazzo della sua età. Diciotto anni, tanto è bastato a Gianluigi per attirare verso sé critiche pungenti – talvolta fuori luogo come quelle piovutegli addosso dal Daily Mail-, ma anche paragoni illustri e forse un po’ scomodi: uno su tutti quello con il mostro sacro Buffon.
Al netto dei due più grandi aspetti sui quali Donnarumma ha margine di miglioramento –il piazzamento ed il trattamento della sfera, caratteristica sempre più richiesta agli estremi difensori moderni-, analizziamo qualche dato utile per comprendere meglio quanto fatto sin qui dal ragazzo di Castellammare di Stabia:
Gigio nella stagione sportiva 2016/17 ha totalizzato 960 passaggi, che suddivisi fra le 30 partite disputate gli valgono una media di 32 passaggi effettuati a partita, con una percentuale di successo del 72,8%. Buffon invece distribuisce ai compagni mediamente solo 26 palloni per match, a fronte di una percentuale di successo ben maggiore: il 77%. Questo dato è sintomatico delle differenti richieste dei rispettivi allenatori: infatti, se Allegri chiede al proprio numero 1 di limitarsi nel compito di guida difensiva, Vincenzo Montella promuove Donnarumma al ruolo di playmaker arretrato, esortandolo maggiormente ad essere parte attiva durante lo smistamento dei palloni nelle fasi iniziali della manovra.
Ancora, scomodiamo per un momento il capostipite di questa nuova generazione di portieri “tuttofare”: Manuel Neuer. Il ragazzo da Gelsenkirchen è stato il primo ad eccellere in questa nuova interpretazione del ruolo, tanto da farne una caratteristica distintiva, agendo da vero e proprio libero aggiunto alla linea difensiva. Stupisce tuttavia il fatto che lo stesso Neuer abbia una media di “soli” 26,7 passaggi effettuati per partita, oltre 5 in meno rispetto a Gigio, dimostrando le straordinarie doti balistiche di cui è in possesso con un eloquente 80,2% di passaggi riusciti.
Sia Buffon che Neuer hanno disegnato il sentiero che il ragazzo dovrà percorrere per approdare nell’Olimpo dei portieri moderni, ma la fretta rischia di dimostrarsi cattiva consigliera, soprattutto se abbinata ad un ruolo dove testa e fiducia nei propri mezzi ricoprono enorme importanza.
Mettendo temporaneamente da parte i paragoni altisonanti allora, a chi scrive sembra più corretto dare un occhio alle statistiche dei 5 portieri che precedono il Milan nella classifica della Serie A. Gianluigi esclusi, nel carattere AvgP (media passaggi effettuati) il campo di variazione si estende fra il valore minimo totalizzato da Handanovic con 21 ed il valore massimo di 28.4 passaggi effettuati da Pepe Reina, con un valor medio di 24,3 passaggi. Questo dato balza all’occhio lasciandoci trarre subito un’interessante conclusione: Donnarumma è il portiere che smista un maggior numero di palloni fra i primi 7 portieri di Serie A, ben 7,7 in più rispetto alla media, addirittura 11 in più del collega nerazzurro.
Passando poi al carattere PS% (percentuale passaggi riusciti) la forbice si allarga fra il 55,5% di Berisha ed il 76,6% del portiere spagnolo del Napoli, che si conferma un valido supporto per il trattamento della sfera. Gigio passa dunque meglio rispetto alla media dei portieri che lo precedono (68,7%), molto meglio rispetto al collega di reparto atalantino, fanalino di coda in questa particolare classifica.
Tirando le somme di quanto detto: il ragazzo si farà, questo è del tutto svincolato dalla capacità dei compagni di reparto di non metterlo in difficoltà con passaggi rivolti verso lo specchio della porta. Ciò che maggiormente concorrerà al suo miglioramento sarà la serenità con cui ambiente e tifosi sapranno aspettare, forti di un plus/minus fra punti messi a segno e punti sottratti dal portiere del Milan sempre a segno positivo.
Tifosi rossoneri siate dunque vigili e attenti, perché i primi a muovere accuse infondate e seminare discordia risulteranno essere i primi a fare carte false per privare il Milan del talento purissimo di Gigio.