Honda, che tonfo. Ora è l’ultimo di tutta la rosa
Dal red carpet di San Siro il giorno dell’arrivo al record di panchine: la strana storia del samurai, che a giugno saluterà
Del samurai è rimasto lo spirito. Il modo di affrontare la vita. Ma la spada ormai è riposta nel fodero da tempo. L’ultima volta che Keisuke Honda l’ha estratta è stato per una battaglia di centoventi secondi, in Coppa Italia contro la Juve a fine gennaio. Due minuti che hanno spezzato un filotto di 14 partite nelle quali i minuti sono rimasti fermi a zero. E che si sommano ad altre 11 vissute con le stesse modalità. Un disastro quantificabile in 96 minuti stagionali. Questa è la parabola discendente di un giocatore arrivato con le premesse migliori e che se ne andrà nel modo più mesto.
Mercoledì 8 gennaio 2014, giorno della presentazione: red carpet in sala Executive a San Siro, flash, traduttori simultanei in italiano-inglese-giapponese, diretta tv in Oriente in prime time, lui che dice “non temo la pressione”, Galliani che rivela “gli stavamo dietro da un anno”, cinquemila magliette vendute e persino un logo tutto suo creato dal Milan. Con una puntualizzazione importante: “È venuto per fare il calciatore”. Honda ci ha provato, in alcuni periodi ci è riuscito anche bene e a Milanello verrà probabilmente ricordato come il massimo esempio di professionalità in campo e fuori. Il periodo più fulgido è stato l’autunno 2014, con i celebri sei gol in sette partite, e in generale Keisuke è sempre riuscito a portare dalla sua parte quasi tutti gli allenatori: mai più di due panchine consecutive fino a quest’anno con Montella, che ha sempre optato per altre soluzioni. Dopo l’ultima partita contro il Genoa anche Mati l’ha superato nel minutaggio e adesso Honda – portieri esclusi – è diventato l’ultimo della rosa per impiego. Cosa che gli sta creando diverse difficoltà anche in nazionale, dove era sempre stato la massima icona. In estate emigrerà negli Usa (la pista Seattle però ha registrato una decisa frenata), anche perché la futura proprietà rossonera non intende rinnovargli il contratto in scadenza. La spada è nel fodero, il red carpet tutto sgualcito.
Fonte: di Marco Pasotto per “La Gazzetta dello Sport“.