Savicevic – Milanismo

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Paolo Maldini, Dejan Savicevic, Fabio Capello e Daniele Massaro in posa con la Champions League vinta dal Milan nel 1994

18 maggio 1994, Milan-Barcellona: la “Partita del Secolo”

La camera sul Partenone, le critiche di Cruyff, la tensione. Riviviamo Milan-Barcellona attraverso i ricordi di uno dei grandi protagonisti in campo: Filippo Galli

Due partite con l’Aarau e un solo gol all’attivo, due partite con il Copenaghen e la meraviglia della sestina rossonera allo stadio Parken, un girone teso, tosto, equilibrato ma positivo contro Porto, Anderlecht e Werder Brema, fino alla semifinale in gara secca, unico precedente nella storia della Coppa dei Campioni/Champions League a San Siro contro il Monaco. È così che il Milan era arrivato alla Finale di 23 anni fa, ad Atene, contro il Barcellona di Koeman, di Stoitchkov e di Romario, per non parlare di Guardiola e di Laudrup. Insomma, il grande Barça del Profeta del Gol, Johan Cruyff.

FILIPPO GALLI RACCONTA: 8 GIORNI PRIMA…
“Era il 10 maggio, la Finale si giocava il 18. Il Campionato l’avevamo vinto da 15 giorni e Fabio Capello sapeva di non poter schierare Baresi e Costacurta contro il Barça. Aveva bisogno di risposte ai suoi dubbi. Aveva già deciso di spostare Maldini al centro e di proporre Panucci a sinistra. Ma chi con Paolo al centro della difesa? Desailly oppure io…? Quella sera del 10 maggio, a Firenze, si giocava la Robert’s Noir Cup. Ranieri ci teneva, la sua squadra stava per tornare in Serie A. Perdemmo 2-0, con gol se non sbaglio di Effenberg e di Luppi. Penso che proprio quella sera Capello decise di schierare me dall’inizio ad Atene visto che anche Desailly, in cuor suo, preferiva forse giocare a centrocampo…”.

FILIPPO GALLI RACCONTA: I NOSTRI STIMOLI
“Sì qualcuno ci diceva delle critiche di Johan Cruyff e dei suoi pronostici sulla vittoria del Barcellona, ma di Johan avevamo comunque grande rispetto. No, i nostri stimoli erano altri. Volevamo rifarci della sconfitta dell’anno prima a Monaco contro il Marsiglia sempre in Finale, io volevo dimostrare di poter giocare dall’inizio una Finale come i miei grandi compagni di squadra. Il Barcellona restava favorito al di là delle dichiarazioni del grande Cruyff e sapevamo anche che alcuni nostri tifosi avevano avuto difficoltà a raggiungere Atene, eravamo consapevoli che il tifo sarebbe stato più dalla loro parte. Ecco perché in allenamento raggiungemmo una concentrazione che ci sfigurava. Ero in camera con Roberto Donadoni e ricordo che fissavamo il Partenone di continuo, speravamo che ci desse la giusta ispirazione per la partita…”.

FILIPPO GALLI RACCONTA: DA VAN BASTEN A ROMARIO
“Prima della grande sfida di quel 18 maggio, ad Atene era in ritiro con noi Marco Van Basten. Sapevamo che non poteva evidentemente giocare, eppure speravamo che dall’inizio della stagione successiva potesse tornare in campo. Anche se due mesi prima di Atene, io, Marco e il dottor Tavana eravamo stati prima ad Anversa dal professor Martens per me e poi ad Amsterdam dal professor Marti per lui. Mi impressionai molto a vedere quella caviglia, era davvero ancora messa male… Poi una volta in campo, ho e abbiamo pensato solo a giocare. A partita ancora aperta, deviai in angolo un tiro di Romario destinato al gol. Chissà cosa sarebbe successo senza quella deviazione…”.

FILIPPO GALLI: CAMPIONI ANCHE PER FRANCO E BILLY
“A bordo campo c’erano due nostri grandi squalificati, Franco Baresi e Billy Costacurta. Sapevamo che avrebbero lasciato il ritiro azzurro per starci vicini, li aspettavamo, in quel gruppo c’erano un orgoglio di appartenenza e una cultura del lavoro assolutamente inimitabili. Il loro arrivo non era stato una sorpresa per noi. Un gruppo vero si vede anche da questi particolari. Poi i nostri gol, la vittoria, la dedica anche a loro, a tutti i tifosi, anche a quelli che non erano riusciti a venire ad Atene. Con Donadoni eravamo strafelici anche sull’aereo di ritorno, sul volo che era riuscito a riportarci da Atene a Milano. Abbiamo atteso un paio d’ore in più prima di ripartire con la Coppa, ma per la Partita del Secolo questo e altro…”.

Fonte: AC Milan

Accadde oggi: 21 anni fa il 15° Scudetto

28 aprile 1996, il Milan batte la Fiorentina e vince il primo scudetto da 3 punti e con i nomi sulle maglie

Il quarto Scudetto in cinque anni. Ma non solo: uno Scudetto vinto contro una Juventus di Marcello Lippi già nel pieno del suo ciclo, il primo conquistato dal Milan nella sua storia con i 3 punti in palio per ogni vittoria. Il campionato 1995-96 è stato anche il primo con le maglie personalizzate, con il numero abbinato al cognome del giocatore stampato sulle sue spalle. Tanto è vero che la stagione iniziò con il dibattito fra Dejan Savicevic e Roberto Baggio: a chi la maglia numero 10? Alla fine, 10 a Savicevic e maglia numero 18 a Roberto Baggio che è nato il 18 febbraio 1967 e che dichiarava in estate: “Nessuna gelosia, Dejan quella maglia se l’è sudata e ci teneva giustamente molto. Ho rinunciato volentieri e non esiste nessun dualismo: Savicevic è bravissimo con gli assist, io vedo di più la porta”.

LA PRIMA STAGIONE SENZA VAN BASTEN DOPO 8 ANNI
Marco Van Basten ormai non giocava più dal maggio 1993, ma per due anni il Milan ha covato la speranza, forse anche solo il sogno, di poterlo rivedere sui campi di gioco con la propria maglia. Ma nell’agosto 1995, il Cigno getta la spugna. Il suo posto lo prende George Weah, avversario del Milan pochi mesi prima nella semifinale di Coppa dei Campioni con la maglia del Paris Saint Germain. Quasi a farlo apposta, a marcare la differenza, è proprio del bomber africano il primo dei 60 gol con cui il Milan vincerà il Campionato. Prima giornata, stadio Euganeo, Padova-Milan 1-2. In gol anche Franco Baresi contro i veneti di Lalas e Galderisi.

LE 2 VITTORIE “BIANCONERE” DEL MILAN
Ci sono due vittorie-chiave nell’avvio di campionato del Milan. La prima alla seconda giornata contro la nascente Udinese di Alberto Zaccheroni. A cinque minuti dalla fine il risultato è in parità e Roberto Baggio non sta giocando benissimo, ma Fabio Capello lo tiene in campo: “A gente come lui basta una palla, anche durante una prestazione non brillante”. E infatti il Codino segna il gol del 2-1. Un mese dopo arriva la Juventus campione d’Italia a San Siro e il Milan deve riscattarsi perché, dopo le prime quattro vittorie consecutive nelle prime quattro giornate di campionato, era arrivata una sconfitta a Bari firmata da Gautieri. Contro la Juventus, la prima mezz’ora del Milan è devastante: non solo i gol di Simone e Weah, ma tanto ritmo e tante occasioni. Poi Del Piero accorcerà le distanze, in ogni caso il confronto diretto dice 2-1 a favore del Milan.

SIMONE E BAGGIO, GLI AMICI DI RE GEORGE
Capello alternava Marco Simone e Roberto Baggio come partner offensivi di George Weah. Il campione liberiano era amico di entrambi. Passava tante ore con Marco Simone, ma amava scherzare con Robi. Tanto è vero che a fine carriera Weah ricorderà spesso divertito proprio quello che gli diceva sempre Baggio: “Il calcio, George, è tutto un magna magna generale”. E Giorgione rideva… A novembre proprio Simone firma il 3-2 sul Cagliari nella gara in cui Lulù Oliveira morde il polpaccio di Savicevic, mentre Weah guida il Milan al successo a Roma contro la Lazio in una partita-chiave per il titolo rossonero. Dal canto loro, Weah e Baggio segnano nella stessa partita a Firenze, nella gara pre-natalizia che termina 2-2 ma che i rossoneri avrebbero meritato di vincere. A proposito di Fiorentina: il 28 gennaio il Milan privo di Weah impegnato in Coppa d’Africa, è di scena a Udine in una difficile trasferta, mentre i viola sono attesi da un turno sulla carta favorevole in casa contro il Vicenza. I viola potevano quindi superare il Milan in classifica e quel giorno su TMC, rete di Vittorio Cecchi Gori, va in onda il film “Il sorpasso”. Ma in realtà il Milan vince 2-0 a Udine grazie ai gol di Maldini e Boban, mentre il Vicenza blocca la Fiorentina sull’1-1…

LA LUNGA MANOVRA DI ATTERRAGGIO VERSO IL 28 APRILE
Nel girone di ritorno, il Milan gestisce sostanzialmente il suo vantaggio. Incamerato il Pallone d’Oro per Weah, campione d’inverno a metà gennaio, il Milan 1995-96, la squadra dello scudetto numero 15, deve superare un solo momento davvero difficile. Siamo a metà marzo e dopo aver perso beffardamente il derby di ritorno per via di un gol di Branca, i rossoneri vengono sconfitti 3-0 a Bordeaux ed escono dalla Coppa UEFA. I tifosi si arrabbiano molto, pensano che il Milan abbia perso per malavoglia contro Zidane e Dugarry e nel pre-gara di Milan-Parma contro il pullman rossonero arrivano le uova. Poi però, in campo, Baggio e Savicevic giocano una grande partita: 3-0 per il Milan e grande prestazione. Da quel momento in poi, i rossoneri ottengono le vittorie più pesanti in trasferta, contro Piacenza, Cagliari e Napoli. Si arriva così alla partita decisiva del 28 aprile 1996: Milan contro Fiorentina, Baggio e Savicevic contro Rui Costa. I rossoneri vincono 3-1 e parte la grande festa per il titolo. Dopo le due gare successive, Sampdoria-Milan 3-0 e Milan-Cremonese 7-1, il campionato si chiude e Fabio Capello lascia Milanello.

Fonte: acmilan.com